Conviene investire nel lusso? Quanto rende un investimento in gioielli? È una buona idea acquistare gioielli vintage? A rispondere è un’analisi condotta da una delle principali banche svizzere, Credit Suisse. L’ufficio studi dell’istituto di credito ha esaminato il settore del lusso, come quello della gioielleria, assieme ad arte, vini e auto da collezione. Il valore totale di questi oggetti da collezione è stato stimato in circa 1 trilione di dollari. Risultato: l’acquisto di gioielli risulta al secondo posto, subito dopo l’investimento in arte, e rappresenta circa 5 miliardi di dollari di volumi di vendita.

Secondo il Credit Suisse Wealth Report 2020, ad acquistare quadri e gioielli sono il 44% dei ricchissimi, che destina il 2-5% del proprio patrimonio in oggetti da collezione. Ma il 31% fa ancora di più e spende oltre il 5%. Solo il 13% dei ricchi non ha l’abitudine di acquistare beni di lusso da collezione. I più appassionati a questo genere di investimento sono gli americani, seguiti dai milionari asiatici. Nel panorama del lusso, gioielli e orologi sono stabili. Ma questo non toglie che la performance nel tempo sia stata eccellente.

Quanto rende investire in gioielli
Credit Suisse ha anche calcolato il rendimento dell’investimento in gioielleria (naturalmente si tratta di una media) nel corso degli ultimi dieci anni. Risultato: i gioielli vintage, prodotti dal 1945 al 1975 hanno avuto un rendimento annuo del 4,8%. Quelli art déco e le perle sono aumentati di valore del 5% all’anno, e un po’ meglio hanno fatto gli orologi da polso, con un incremento di valore del 5,5%. Fiacco, invece, il mercato degli orologi da tasca, demodé, con solo l’1,5% di ritorno annuo.

Un altro aspetto positivo dell’investimento in gioielli, sempre secondo il Credit Suisse Wealth Report, riguarda la volatilità. Questo termine indica le oscillazioni di prezzo (sempre in media) per un determinato bene. Più la volatilità è alta, maggiore è l’oscillazione del valore di un gioiello, nel bene e nel male. I gioielli, tra tutti beni di lusso presi in esame, sono quelli che hanno la volatilità più bassa. Insomma, sono quelli che mantengono di più costante il loro valore. Per esempio, mentre per l’arte impressionista la volatilità è del 19,1%, per i gioielli dal 1945 al 1975 è solo del 2,4%. Oppure, se l’arte contemporanea ha una volatilità del 35,3%, i gioielli art déco e perle hanno sempre una oscillazione contenuta al 2,4%. A patto, naturalmente, di scegliere bene quello che si compra, come abbiamo spiegato qui.
