Dopo un’intera collezione dedicata al mare Palmiero torna a ispirarsi alla flora e, con i suoi famosi pavé, celebra i fiori. La potenza comunicativa è la stessa della collezione Underwater World (https://gioiellis.com/palmiero-en-tremblant/), ma in questo caso le perle baby Akoya, disposte in modo da imitare le onde impetuose del mare, lasciano il posto a un mare di pietre preziose: zaffiri, tormaline e ametiste rappresentano la farfalla posata su un fiore della collezione Winged Flowers. La forza della natura si esprime anche in un intreccio di rami dorati, coperti da diamanti bianchi purissimi che si attorcigliano intorno al dito come i gambi di un Roseto, che è il nome della linea di anelli. E ancora, Wild Flowers, i fiori di campo con petali leggermente mossi dal vento che circondano vivaci pistilli, composti da luminosi zaffiri di taglio briolette. Infine, un prezioso bouquet si appoggia dolcemente su più dita, secondo il nuovo trend nella gioielleria contemporanea. Ed è subito Floral Treasures. Matilde de Bounvilles
Salvini brilla con Anversa
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Anversa è la capitale mondiale dei diamanti e, ora, anche una collezione di Salvini. Il brand del gruppo Damiani e Hrd Antwerp (il più grande laboratorio di diamanti al mondo che emette certificati di affidabilità), infatti, danno vita a una nuova collezione, che prende il nome della città belga. Va da sé che al centro di questa nuova linea di gioielli c’è il semplice, pulito, chiaro, eterno, scintillante, desiderato (gli aggettivi potrebbero continuare) diamante, la pietra su cui si sono scritte cascate di parole, per la maggior parte dei casi inutili. È la pietra stessa a parlare. Ed ecco la in solitari, collier e orecchini punti luce. Tutto garantito: la collezione nasce dalla collaborazione che Hrd Antwerp riserva solo ai grandi marchi della gioielleria. Il disegno dei gioielli è l’essenza del classico: oro bianco, diamante centrale. E una incisione sulla corona: Hrd Antwerp certified, con numero del certificato e logo Salvini. Insomma, bellezza assicurata. Matilde de Bounvilles
Harry Winston, incredibles cluster
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Harry Winston in missione a Pechino e Shanghai per presentare le nuove incredibili creazioni della collezione The Incredibles. Il roadshow in Cina ha puntato sulla valorizzazione del modello Cluster, che è un marchio distintivo della Maison. Sorprendente l’origine: Harry Winston una notte dicembre 1940 è stato ispirato dal modo in cui la neve fresca invernale brillava su una lussureggiante corona di agrifoglio appesa alla sua porta. Notando il modo in cui le dimensioni aggraziate della corona e le curve fluide non erano modellate dai rami, ma dalle singole foglie, il gioielliere ha cominciato a immaginare un modo nuovo per le composizioni dei suoi gioielli, che permettesse ai diamanti di guidare il disegno dei singoli pezzi. Il risultato è stato una composizione di gioielli con diamanti taglio pera, marquise e brillante, in modo da esaltare i riflessi di luce luce. Una tecnica utilizzata anche per The Incredibles, in cui si rincorrono i cluster di diamanti, accostati a smeraldi, rubini e zaffiri. La collezione nasce da alcuni dei 10mila custoditi negli archivi Winston. La linea di gioielli è nata nel 2008, ma è stata ripresentata nel 2015, con nuove aggiunte. Che pare abbiano soddisfatto anche i cinesi. Giulia Netrese
Messika, miss diamanti
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Nata nel 1972 su iniziativa di André Messika e poi sotto l’occhio esperto di Valérie Messika, la Maison francese con boutique in Rue Saint-Honoré, a Parigi, è giustamente famosa per i suoi diamanti. La famiglia, infatti, è stata per anni attiva nel commercio di diamanti, prima di abbracciare l’arte del gioiello, con un suo stile ben definito. Lo dimostra la collezione Glam’Azone, con pezzi riprodotti solo in cento esemplari. E, nello stile di Messika, utilizza i diamanti con una particolare attenzione. Per esempio, con l’utilizzo di brillanti neri: solo una pietre su 10.000 diamanti è colorata. I gioielli sono realizzati a mano (e lo si capisce anche dal prezzo: un anello parte da 2.900 euro, un bracciale da 10.900), in oro giallo, bianco o rosa, con utilizzo anche di diamanti con taglio smeraldo o ovale, per anelli con doppio, triplo o quadruplo cerchio, bracciali con la medesima foggia, così come orecchini e collana. Margherita Donato
Ai Millenials piacciono i diamanti
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I giovani, i cosiddetti Millenials, non si differenziano troppo dagli adulti, perlomeno per quanto si tratta di gioielli.
- Secondo un’indagine condotta negli Usa dalla Diamond Producers Association condotta su un gruppo con età tra i 18 e i 64 anni, infatti, tutti i possibili acquirenti di gioielli vogliono regalare o ricevere anelli, orecchini o collane con diamanti, senza differenze tra le diverse età. Insomma, non è vero che i più giovani puntano a gioielli meno impegnativi: anche i più giovani consumatori interrogati considerano ancora gioielli con diamanti «un regalo significativo». Certo, Diamond Producers Association è interessata a far conoscere questa predilezione. Che, però, non è l’unico aspetto emerso.
- Un’altra tendenza è abbastanza sorprendente: i consumatori che non hanno ricevuto gioielli con diamanti hanno avuto difficoltà a ricordare il loro ultimo regalo di Natale. Mah, sarà proprio vero?
- Più credibile questa altra scoperta: l’80 per cento delle donne che hanno ricevuto un gioiello con diamante non vorrebbe scambiarlo con un altro con pietre diverse. In cima alle preferenze ci sono gli orecchini o un anello di diamanti.
- Per Millennials, la terza scelta è stata una collana di diamanti, per i consumatori più anziani, un braccialetto sempre composto dalla pietra più amata dalle donne.
- Attenzione, cari gioiellieri: un uomo su dieci ha rivelato che acquista gioielli con diamanti online, e comunque almeno la metà di chi acquista cerca prima sul web (e probabilmente ha consultato Gioiellis.com, aggiungiamo noi).
- Altro aspetto: chi riceve un dono preferisce averne uno di valore che tanti piccoli, che finiscono spesso per essere restituiti o dimenticati.
Forse non vi basta il classico anello con diamante, il solitaire che si regala per il fidanzamento. In questo caso, potete fare un pensierino all’anello proposto da Savio Jewellery: è quello che ha il maggior numero di diamanti incastonati, 3827. Un numero eccezionale, tanto che il Peacock ring è entrato a far parte del Guinness World Record, con regolare certificazione ufficiale. Non è un record casuale: il brand cercava qualcosa che facesse notizia, che regalasse visibilità. E ha deciso di battere il primato precedente, un anello con 2.525 diamanti. L’anello di Savio Jewellery, azienda che ha sede a Jaipur, in India, ha la forma di un pavone. Ci sono voluti sette di progetti prima di arrivare al risultato finale. I diamanti incastonati hanno molti tagli e dimensioni diverse, da 0.003 a 01 carati. Ma oltre alla difficoltà di realizzazione, i gioiellieri indiani ne hanno dovuto affrontare un’altra: la certificazione da parte di Guinness, arrivata solo dopo tre anni di controlli. In ogni caso, anche se vi piacerebbe indossarlo non illudetevi: l’anello non è in vendita. Federico Graglia
Van Cleef & Arpels, soffio di diamanti
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Souffle de diamants: Van Cleef & Arpels ha anticipato l’inverno con la collezione Diamond Breeze (ne abbiamo parlato qui: https://gioiellis.com/il-ghiaccio-bollente-di-van-cleef-arpels), ma ha anche deciso di riunire alcuni eccellenti risorse del suo repertorio per un inno alla neve. E ovviamente anche come suggerimento nella stagione dei regali, per chi se li può permettere. Accanto alle immagini dei gioielli che costituiscono Souffle de diamants abbiamo inserito anche il prezzo, nel caso abbiate voglia e disponibilità di acquistare uno dei gioielli. Tutti hanno in comune la scelta di diamanti di prima qualità e montature al platino. Una cascata di diamanti, direbbe 007, che è simile allo spettacolo delle montagne innevate, solo che questa nevicata dura anche d’estate e mantiene il suo valore nel tempo. Bracciali, anelli con il classico fiore della Maison oppure con il loto, orecchini voluttuosi, farfalle, collane da Mille e una notte compongono questa festa del lusso prezioso. Guardate e sognate. Matilde de Bounvilles
Pippo Perez, rock a Firenze
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Dall’antica tradizione napoletana, alla altrettanto storica oreficeria fiorentina: nel sangue di Pippo Perez scorre l’oro di Napoli e la verve toscana. Il gioielliere vanta radici antiche, addirittura di epoca rinascimentale. Negli archivi storici della sua città natale, racconta, è conservato un documento che testimonia una lavorazione di un suo avo, Francesco Perez, per sua maestà Fernando D’Aragona. La storia è continuata. Negli anni Sessanta, il padre di Pippo Perez è salito alla ribalta della cronaca per un bracciale a serpente regalato da Clark Gable a Sophia Loren. Gioiello che, per chi non lo sapesse, ha le sembianze di un piccolo serpente che si trovava a Capri, considerato portatore di buona fortuna (ma oggi pare sia scomparso dall’isola). Pippo Perez ha però deciso di allargare gli orizzonti e a 16 anni si è trasferito a Valenza per studiare le tecniche della gioielleria, e poi in gemmologia in Svizzera e negli Stati Uniti. Tutte esperienze che hanno contribuito a in fondere un tocco di innovazione tecnica alle sue creazioni, pluripremiate in diverse occasioni. Infine, la decisione di ripartire da Firenze, assieme a Maurizio Marchi e Michele Capalbo. Lo stile miscela materiali sportivi, come la sagola marina, cioè un cordino realizzato di solito in fibra sintetica utilizzato sulle barche, con pietre preziose e oro. I soggetti sono spesso simboli, come portafortuna, oppure evocativi di culture lontane, come nella collezione dedicata ai Navajo o al Tibet. Anche se non manca qualche pezzo più tradizionale, come gli anelli. Insomma, dalla tradizione napoletana al rock. Giulia Netrese
Salvini tentatore a forma di serpente
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Prezioso tentatore che circonda i polsi con forme sinuose, si allunga su colli flessuosi e dita affusolate: è il serpente della collezione Precious Loop di Salvini. Gioielli sensuali che abbracciano e vestono il corpo con giri d’oro bianco e diamanti. Il tema è un classico del bestiario della gioielleria, ma la lavorazione con la molla in titanio modellata e rivestita da piccoli cubetti in oro lucido e diamanti li rendono pezzi molto moderni. E confortevoli da indossare anche nei modelli più elaborati. Gli anelli sono a due, tre o quattro spire, così come i bracciali, a uno o più giri, ispirati a quelli delle antiche divinità greche e romane. La collana ha due teste che la rendono ancora più ricercata, mentre gli orecchini sono essenziali per illuminare il viso.
Il segreto dei diamanti riscaldati
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Vi interessa conoscere qualche segreto sui diamanti? Leggete qui: la giornalista del Corriere della Sera, Enrica Roddolo, ha intervistato Alex Popov numero uno di World Diamond Mark, l’organizzazione fondata nel 2012 dalla World Federation of Diamond Bourses. La fondazione si basa sulla premessa che i diamanti e gioielli con diamanti possono e devono avere un ruolo maggiore nel mercato consumer dei prodotti di lusso. Insomma, l’organizzazione si propone di pubblicizzare i diamanti. Chi meglio di lui, quindi, può parlare delle tendenze del mercato delle pietre preziose più amate. Ecco un estratto dell’intervista, in cui mister Popov svela anche a quali trattamenti è sottoposto spesso un diamante. Lo sapevate?
di Enrica Roddolo, da Corriere.it
Mr Popov, mentre la compagnia mineraria canadese Lucara Diamond ha appena rivelato la scoperta, in Botswana, del più grande diamante (1.111 carati) mai estratto, il Wall Street Journal ha messo in guardia: la produzione mondiale di diamanti si sta assottigliando. Secondo un rapporto McKinsey dopo un picco di produzione nel 2017 con qualcosa come 164 milioni di carati estratti, a meno che non ci siano all’orizzonte nuove scoperte di giacimenti, la produzione è destinata al declino.
«Veramente non lo penso. Intanto i gruppi minerari, compresi quelli dei diamanti non sono in grado di prevedere la produzione oltre una decade o due – nessuno ha una sfera di cristallo. E poi, pensiamoci, se negli anni ‘70 e ‘80 le previsioni delle compagnie petrolifere — interessate a tenere alti i prezzi — che in una decade o due il mondo sarebbe stato a corto di petrolio si fossero realizzate adesso andremmo tutti in bicicletta anziché in auto. Piuttosto, credo che da quando De Beers ha smesso di sostenere campagne di marketing per raccontare i valori dei diamanti, oggi è tanto più importante che i diamanti siano raccontati con il giusto messaggio di marketing. Ed è appunto l’ambizione della World Diamond Mark Foundation. Intendiamo lavorare in questa direzione, in stretto collegamento con la nuova Diamond Producers Association e le associazioni di settore in India, Belgio e Israele».
Sempre a proposito dell’andamento del mercato dei diamanti: perché c’è una crescente domanda di diamanti fancy, colorati, come quelli che vengono estratti dalle miniere di Alrosa?E come quello appena battuto all’asta da Christie’s, e aggiudicato dal miliardario di Hong Kong, Joseph Lau (che si sarebbe aggiudicato pure il diamante blu all’incanto da Sotheby’s, per farne dono alla figlia Josephine di 7 anni)?
«Ci sono dei diamanti rossi persino più belli di quelli rosa estratti da Alrosa. Nei numeri, comunque, solo uno ogni 10 mila diamanti estratti è un brillante colorato naturale. E solo uno ogni 11 diamanti lavorati supera gli 0,05 carati. Da ciò si può concludere che i diamanti colorati, naturali, specialmente i più grandi sono davvero i più rari sul mercato. La loro popolarità, ovviamente, è stata alimentata da alcune celebrities, per esempio quando Ben Affleck ha regalato a Jennifer Lopez un diamante rosa da 6,1 carati, i commercianti di diamanti worldwide si sono visti richiedere proprio diamanti rosa».
Lei parla di diamanti colorati naturali, dunque non tutti sono «genuini»…
«Ci sono dei trattamenti. Trattamenti ad alte temperature e alta pressione. Una tecnologia più recente che consente di trasformare diamanti naturali in tutti i colori dell’arcobaleno è poi l’Irradiazione, nulla di nucleare intendiamoci: bombardamento con elettroni che produce una luce verde-blu che penetrando nelle pietre metti in risalto sfumature tra l’arancio e il rosa. È straordinario vedere per esempio delle pietre non particolarmente belle, anzi sul marrone, trasformate in diamanti rosa. E tutto questo è il frutto della domanda dei consumatori. Quanti non possono permettersi un diamante colorato naturale possono assicurarsi una pietra trattata, e chi non può acquistare una pietra trattata, può pensare forse a una pietra irradiata».
In generale c’è grande richiesta di pietre colorate, un’alternativa ai diamanti? I diamanti non sono più «i più amati dalle ragazze»?
«Indubbiamente c’è un interesse crescente per le pietre colorate, ma questo non può che far bene anche all’industria dei diamanti. Ogniqualvolta viene montata una pietra colorata viene accostata comunque a brillanti! E poi i prezzi favolosi pagati alle aste di zaffiri, rubini, smeraldi ma anche tanzanite, dimostrano che i consumatori apprezzano la rarità e l’unicità di ogni gemma — e questo è buono per tutto il nostro settore, non solo quello delle pietre colorate. E gli ultimi prezzi pagati per straordinari diamanti rosa e blu, i 12.03 carati del Blue Moon per oltre 48 milioni di dollari (e andati a un acquirente di Hong Kong) dimostrano che i diamanti rimangono i sovrani imbattuti, una categoria a parte».
Per concludere, quali i piani 2016 di World Diamond Mark?
«Vogliamo provare a restituire la storia dei diamanti ai loro consumatori. La storia positiva di queste pietre, la love story dei diamanti. I consumatori devono poter ascoltare racconti come quello del Botswana, un Paese grande come la Francia con 2,5 milioni di abitanti, un tasso di corruzione basso per l’Africa, un servizio scolastico gratuito fino all’università e tutto grazie ai diamanti. Abbiamo già lavorato in questa direzione nell’area dl Golfo, in Paesi asiatici come la Malesia. E il prossimo anno affronteremo questa realtà in Europa e Usa: è già stato definito un accordo di collaborazione con Fiera Vicenza e con loro stiamo preparando una serie di iniziative che andranno avanti per tutto il 2016».
I diamanti di Leonardo DiCaprio
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Vi ricordate dei diamanti insanguinati di Blood Diamond, film con Leonardo DiCaprio? Be’, devono aver impressionato parecchio l’attore, che ha appena compiuto i 41 anni. Tanto che Leo ha deciso di entrare come socio in una nuova azienda che produce diamanti sintetici. Insomma, diamanti socialmente consapevoli. «Sono orgoglioso di investire nei diamanti di Foundry, riducendo il costo umano e ambientale del settore dei diamanti da coltura sostenibile diamanti senza l’uso distruttivo delle miniere», ha sentenziato DiCaprio.
L’azienda si chiama Diamond Foundry è ha sede in California. È un laboratorio di alta tecnologia, dove i diamanti sono creati atomo per atomo con un nuovo processo a base di plasma, praticamente senza emissioni di anidride carbonica. Il procedimento è stato messo a punto da ingegneri del Mit di Boston, Stanford University e Princeton. Altissime temperature riescono a ricreare le condizioni in cui il carbonio è stato trasformato in diamante dalla natura. Si possono quindi acquistare diamanti singoli, ma non solo. L’azienda si è rivolta a 24 designer indipendenti per creare collezioni di gioielli con una gamma che va dai 200 dollari per un anello di acciaio inox agli orecchini da 15mila dollari montati su oro. Federico Graglia
Il ghiaccio bollente di Van Cleef & A.
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Se avete voglia di neve, non c’è bisogno di aspettare che dal cielo cadano cristalli di acqua ghiacciata: Van Cleef & Arpels anticipa l’inverno con la collezione Diamond Breeze. Dedicata alla stagione fredda, al ghiaccio e ai suoi riflessi, la collezione probabilmente piacerà anche durante la stagione estiva, se non altro per l’impressione di rinfrescare chi indossa i gioielli, che sono (facile da intuire) realizzati con grande utilizzo di diamanti, incastonati su oro bianco. L’effetto è quello di preziosi cristalli di neve o ghiaccio, come i ricami geometrici che si formano con le gocce d’acqua trasformate in neve o brina. Anello, orecchini e una grande collana sono tutti nella tonalità classica dei diamanti incolori e, naturalmente, capaci di riflettere i bagliori della luce. Gioielli che sono forse l’unico ghiaccio capace di riscaldare chiunque li accosti.
Il Desiderio di Bliss
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Un’esplosione di luci nei gioielli della collezione Desiderio di Bliss, che richiama i coriandoli dei fuochi d’artificio. A centro, un diamante circondato da altri brillanti più piccoli, ma montati in modo tale da sembrare un’unica pietra più grande. Un effetto raggiunto grazie alla lavorazione magic setting ormai un classico di Bliss: le gemme sono incastonate vicinissime e sfaccettate per ampliarne la luminosità. Intorno, tanti cilindri sottili, chiusi all’estremità da un piccolo diamante o dall’oro bianco, gravitano quasi sospesi in aria come in uno spettacolo pirotecnico. Un design nuovo e originale per un gioiello tradizionale come l’anello con brillante, all’apparenza un solitario, che ogni anno viene riproposto dall’azienda del gruppo Damiani per il Natale. Due modelli di anello e due prezzi 790 euro e 590 euro, gli orecchini, dei punti luce inusuali da 690 euro, e infine la collana con ciondolo da 550 euro. Ecco le immagini.
I diamanti re di Christie’s
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L’asta Important Jewels di Christie’s a New York ha venduto per 20 milioni di dollari. Le star della giornata sono stati i diamanti bianchi e gialli. Il top lot della vendita è stato un anello con diamante fancy yellow con taglio a cuscino taglio di 75.56 carati: ha realizzato 3,6 milioni di dollari (la stima era di 3-4 milioni). Successo anche per un diamante taglio marquise, colore D, di 18,78 carati, battuto per 1,5 milioni, seguito da un altro diamante colore D, a forma di cuore di 12,75 carati, venduto per 965mila dollari. Al quarto posto ancora un diamante fancy yellow taglio cuscino di 34.12 carati, venduto per 725mila dollari. Insomma, prezzi alti, ma non siamo in zona record. Sono andati bene i gioielli firmati dalle grandi Maison. Due spille di Tiffany & Co disegnate nel 1967 da Donald Claflin come figure precolombiane, con copricapi in tormalina rosa a forma di pera, abito da cerimoniale in citrino a taglio rettangolare, con le facce di corallo intagliato e piedi di turchese, sono stati venduti a circa dieci volte la loro stima. Per uno, con aste d’oro e turchese a forma di pera, sono stati sborsati 233mila euro (la stima era di 10-15mila), mentre l’altro è andato per 137mila. Ben venduto anche una spilla delicata di Van Cleef & Arpels, a forma di ballerina, con volto e tutù composto da diamanti e smeraldi: è stata battuta per 161mila dollari. Una spilla di diamanti e kunzite a forma di ragno, di David Webb, è stata acquistata per 77.500 dollari (stima di 30-50mila). Un ciondolo stile Art Deco con smeraldo, diamanti e onice del 1925 è stato aggiudicato per 245mila dollari. Federico Graglia
I nuovi segreti di Harry Winston
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A Singapore serata di gala per la collezione Secrets by Harry Winston. Come spiegano alla Maison americana, mr. Winston era un uomo dai molti segreti. Per esempio, spesso teneva qualche diamante nel profondo delle tasche. E nel suo ufficio di New York celava un deposito privato, nascosto all’interno delle pareti: lì si trovavano i pezzi più preziosi. La collezione è dedicata, appunto, a queste poco note abitudini del fondatore della Maison. La particolarità di questi gioielli è che anche molti pezzi della collezione, come Harry Winston, hanno un segreto nascosto. Per esempio, nell’anello reversibile che vedete in queste immagini: da una parte diamanti e piccole pietre colorate che formano il disegno di un fiore, dall’altra, facendo ruotare la parte superiore dell’anello, lo stesso disegno ma formato solo dalla più classica delle pietre. Oppure come il bracciale di diamanti, che all’interno custodisce un piccolo smeraldo. O, ancora, come nella collana che ha un numero di fili modulabile. Come da tradizione del gioielliere, il leitmotiv di tutti i pezzi sono i diamanti. Ma non solo: spuntano qua e là zaffiri e acquamarina. E questo non è un segreto. Matilde de Bounvilles
Fiori di loto per Harry Winston
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Il fiore di loto ha ispirato molti gioiellieri: ora anche Harry Winston, che di recente ha aperto una boutique anche a Roma (https://gioiellis.com/harry-winston-un-americano-a-roma) propone una collezione ispirata ai petali della più amata corolla dell’Oriente. La Maison americana, specializzata in gioielli con diamanti, ha riunito tante gemme in piccole figure che ricordano il fiore. Della collezione fanno parte orecchini, anelli e una lunga collana, a cui è appeso un pendente a forma di stella a otto punte e, all’interno, il contorno dei petali del loto. I petali sono formati da due pietre a taglio brillante circondate da una sottile rifinitura in oro bianco. Al centro del fiore è posto un diamante a taglio brillante di dimensioni maggiori. Tutte le pietre sono incolori e di alta qualità. Lavinia Andorno
Sotheby’s, compleanno con diamanti
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Ci sono compleanni preziosi: quello del dipartimento diamanti di Sotheby’s, per esempio, è celebrato con una collezione a base di alta gioielleria. La collezione si chiama In the Pink. Si tratta di una linea di pezzi in edizione limitata lanciata in coincidenza con le aste in programma nei primi giorni di ottobre a Hong Kong. La collezione In the Pink, come è facile prevedere, è stata studiata a partire da strepitosi diamanti bianchi e rosa. Come nel caso di una spilla a forma di albero, con il tronco formato da pietre rosa e la chioma da diamanti taglio a pera bianchi per un peso totale di 6,43 carati. Ma ci sono anche orecchini da 27,30 carati. Insomma, una serie di pezzi di grande pregio, destinati a pochi, e che saranno acquistati dai pochissimi che riusciranno a ottenerli. Federico Graglia
Il nuovo Bon Ton di Pasquale Bruni
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Nuovi colori per la linea Bon Ton di Pasquale Bruni con i suoi fiori icona a cinque punte che sono anche il simbolo della Maison. C’è la tonalità intensa e profonda come le acque dell’oceano con il topazio Blue London (https://gioiellis.com/i-mille-colori-topazio/ ) avvolto in una riviera di diamanti. Pietre che esaltano la luminosità del cristallo di rocca nella versione che poggia su un letto di diamanti bianchi se montato su oro bianco e su diamanti champagne se abbinato all’oro rosa. Dal mare al cielo questi gioielli hanno anche una gamma di nuovi modelli: il bracciale flex e l’anello contrarié con uno o entrambi i fiori in pietra, gli orecchini a bottone o nella versione ear stud hoop (https://gioiellis.com/dizionario-degli-orecchini-misteriosi/ ) con la parte superiore in oro lucido. Che può essere sostituita con il fiore di cristallo di rocca e diamanti dell’orecchino a bottone. M.d.B.
Roberto Coin si ispira a Bernini
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New barocco di Roberto Coin è l’interpretazione moderna di uno stile nato a Roma verso la metà del Seicento. Monumentale, esuberante, teatrale, in poco tempo ha contagiato tutta l’Europa dell’epoca. Delle sue forme il gioielliere veneto conserva la morbidezza delle linee curve, la torsione dei materiali, in questo caso i fili d’oro bianco, giallo e rosa e li intreccia componendo volumi diversi e stratificati, proprio come le colonne tortili di San Pietro progettate da Bernini. L’effetto però è leggero e li rende gioielli da abbinare nei tre colori e indossare tutti i giorni, come i bangles sottili solo in oro, oppure con inserti di diamanti incastonati, a gruppi di tre pietre, negli spazi vuoti del disegno. Il motivo del filo intrecciato si ripete tre, quattro volte nei bracciali e negli anelli creando una sorta di tessuto dalle diverse combinazioni più o meno preziose. In altri modelli invece, lo schema si allunga fino a formare delle foglie sovrapposte e delineate dal rapporto tra la superficie in diamanti e la cavità che lascia scoperta la pelle. Una collezione prêt-à-porter protagonista della campagna pubblicitaria del prossimo autunno con la super modella Arizona Muse.
Casato loves New York
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È una cascata di diamanti quella che Casato sceglie per la sua nuova collezione New York-New York, ispirata allo skyline di Manhattan. Le sue linee decise e allungate che si adagiano su polsi, dita e décolleté, ricordano il grattacielo simbolo della città, per anni il più alto del mondo: file di pietre di diverse lunghezze montate su oro bianco delineano, al contrario, il pennone e la terrazza dell’Empire State Building. Dallo scintillio dei brillanti incolori ai bagliori di zaffiri, smeraldi e rubini: Noor, che in persiano significa luce, è la collezione del colore. Gemme incastonate in montature in oro rosa forgiate come piume e foglie grandi ma leggere, grazie anche al contrasto del blu, del verde e del rosso con le punte in metallo nero e con diamanti bianchi sulle punte, che danno un senso di delicatezza all’insieme. Ecco le immagini dei gioielli e delle vetrine di VicenzaOro