La vendita di gioielli del Ponte Casa d’Aste si è chiusa con un fatturato di 4 milioni di euro, il 90% di lotti venduti e una rivalutazione media del 132% rispetto alle stime iniziali. Un risultato di assoluto rilievo, ottenuto grazie a una selezione curata con competenza. A catalizzare l’attenzione è stata la straordinaria raccolta di 200 lotti provenienti dall’antica Gioielleria Pasqui di Genova, il cui intero ricavato sarà devoluto in beneficenza. Un’eredità che attraversa un secolo e mezzo di arte orafa italiana e francese, dedicata alla memoria di Gianni Pasqui, figlio dei fondatori, raffinato innovatore e custode appassionato di una tradizione che ha saputo rinnovarsi senza mai perdere identità. A spiccare, la spilla realizzata da Robert Schwan per Bolin, con smeraldo cabochon di oltre 17 carati e diamanti old mine, appartenuta alla Granduchessa Maria Alexandrovna, figlia dello Zar Alessandro II di Russia (venduto a 85.680 euro).
Il raro collier firmato René Lalique, un girotondo di figure femminili su perle barocche e ametiste, pubblicato nei cataloghi storici della maison è stato battuto a 315.000 euro. Risultati rilevanti anche sul fronte dei diamanti. Un diamante di vecchio taglio di 12,55 carati è stato battuto a 100.800 euro, quello a taglio rotondo di 4,30 carati a 69.300 euro. Il collier tennis con oltre 35 carati di diamanti, con una pietra centrale di oltre 4 carati ha trovato un acquirente per 69.300 euro.
La scatola da presentazione firmata Moulinié Bautte & Moynier, attiva a Ginevra nella prima metà dell’Ottocento, impreziosita da un cammeo inciso dal maestro Luigi Pichler, perfezione neoclassica, è arrivato a 63.000 euro. Sempre elevato l’ apprezzamento per le grandi maison come conferma la spilla Cartier Paris a forma di passerotto, in platino e oro con rubini, diamanti e uno smeraldo ottagonale (41.580 euro). Gli orecchini pendenti in platino e diamanti di vecchio taglio con perle naturali d’acqua salata a goccia hanno toccato i 56.700 euro.

