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Al via Gold in Italy

[wzslider]Al via Gold in Italy, evento dedicato esclusivamente all’oreficeria e alla gioielleria made in Italy: si tiene ad Arezzo (Toscana), nel centro Fiere e Congressi dal 26 al 28 ottobre. Ospita più di 200 aziende orafe ed argentiere con la produzione italiana orafa e del bijoux. Sono previsti per l’occasione circa 150 buyer internazionali. Per rendere più gradevole l’evento è stata prevista un’installazione con i gioielli degli espositori, denominata Gold Gallery. Sono previste anche due aree espositive speciali: Cash&Carry, dedicata alla vendita «sul pronto», un diverso modo di acquisto che unisce flessibilità negli ordini e convenienza economica, e Bi-Jewel, l’area del bijoux e del gioiello fashion, realizzata in collaborazione con Vogue Gioiello e Vogue Accessory, opportunità di acquisto di nuovi prodotti, trendy e di qualità, che hanno cambiato il mercato dell’oreficeria. Federico Graglia

 

 

 

L’ingresso alla fiera è gratuito e riservato agli operatori del settore

Arezzo Fiere e Congressi

Via Spallanzani 23, 52100 Arezzo
Tel +39 0575 9361

Sabato 26 Ottobre | 9.30 – 18.00

Domenica 27 Ottobre | 9.30 – 18.00
Lunedì 28 Ottobre | 9.30 – 17.00

 

 

La collana con tormalina da Guinness

Se vi piace la tormalina, dovreste andare a Montreal (Canada), dove sono esposti una serie di gioielli tra cui una pietra da Guinness dei primati. È la Paraiba Oval 192 carati, la più grande delle gemme Paraiba scoperto fino a oggi e tra le più famose al mondo. La pietra è stata montata sulla Paraiba Star of the Ocean Jewels, una collana che richiesto diversi mesi di lavoro da parte del gioielliere Patrick Gravelle della maison Kaufmann de Suisse. Nel 2009, il valore della sola tormalina è stato stimato a più di 125 milioni di dollari canadesi. Scoperta alla fine degli anni Ottanta, la tormalina Paraiba dal colore turchese è considerata la più preziose delle gemme rare, scoperta nella piccola città di Sao José da Batalha, in Brasile, da un ragazzino. Giulia Netrese

Paraiba Star of the Ocean Jewels
Paraiba Star of the Ocean Jewels

A Valenza il business del gioiello

A Valenza gioielli di scena dal dal 26 al 28 ottobre. E non sarà solo un evento per operatori italiani: parteciperanno anche 37 buyer esteri. Valenza Gioielli 2013 è stata voluta dall’Associazione Orafa Valenzana, e rappresenta un appuntamento che quest’anno si divide nelle due aree di Istinto Prezioso e Prestige. Gli ospiti stranieri, principalmente retailer, distributori e importatori, provengono da 27 Paesi, fra cui il Kazakistan e l’Azerbaijan, la Russia, la Spagna, Belgio e Francia, fino a Giappone e Malesia. Nei tre giorni potranno incontrare le aziende iscritte al Progetto espositrici a Valenza Istinto Prezioso, nella storica Villa Scalcabarozzi. Sono inoltre in programma b2b con le altre imprese di Piemonte Gold Excellences domenica 27. Una delegazione di alcuni operatori prenderà parte a visite aziendali organizzate a Torino per lunedì 28. Valenza Gioielli/Istinto Prezioso è il nuovo format dell’appuntamento fieristico per il trade, che si svolgerà a Villa Scalcabarozzi. Qui le aziende del distretto incontreranno i dettaglianti in previsione della stagione natalizia e per lo sviluppo di collaborazioni commerciali orientate ai mesi successivi.

Valenza Gioielli/Prestige si svolgerà in contemporanea al centro Expo Piemonte, con ingresso libero per il pubblico. Vi parteciperanno marchi rappresentativi in diversi ambiti merceologici tra cui antiquariato, calzature, auto esclusive, arte, espressioni artigianali di nicchia, enogastronomia, design. Non mancheranno dettaglianti orafi del distretto. Sarà inoltre presentata un’esposizione di immagine di gioielleria contemporanea organizzata dall’Associazione Orafa Valenzana. valenza-gioielli

 

Sicis, mosaici-gioiello a Istanbul

[wzslider]Sicis Jewels, l’azienda di Ravenna specializzata in una lavorazione a micromosaico, arriva sulle sponde del Bosforo. Ha aperto, infatti, uno store a Istanbul, assieme al suo partner storico Kent Yapi 1985, nella prestigiosa zona di Nişantaşi. Istanbul, dopo Parigi, è la seconda capitale tra quelle che accolgono le collezioni di preziosi Sicis Jewels e segnatempo Sicis O’Clock realizzati in edizione limitata e secondo l’arte del micro e nano-mosaico. Ravenna, d’altra parte, è la patria del mosaico, con i suoi fantastici esempi di arte romanica. E come Ravenna è stata capitale dell’Impero Romano d’Occidente dal V al VI secolo, Istanbul è stata a sua volta la storica capitale dell’Impero romano d’Oriente prima della conquista ottomana. Con questi riferimenti storici alle spalle, Sicis Jewels applica l’arte del mosaico alla gioielleria. Gli esperti del micro e nano-mosaico filano minuscole bacchette di oro e di smalto veneziano, ottenute dalla fusione di nove madri di colore diverse, per realizzare infinite combinazioni di colori e sfumature precise, per poi incastonare le nano-tessere a mano e ad occhio nudo. L’indirizzo di Sicis Istanbul showroom è: Maçka Cad.No: 1 Nişantaşi/İstanbul, Ph. +9 0212 2402596 / +9 0212 2402564. Giulia Netrese

Arrivano i diamanti Swarovski

Swarovski punta in alto. Markus Langes-Swarovski, membro del consiglio di amministrazione del gruppo austriaco e portavoce del gruppo ha spiegato a Parigi di voler alzare il posizionamento del brand che crea e vende gioielli, ma allo stesso tempo fornisce cristalli per molti brand. Swarovski ha punta invece a essere sempre più percepito come produttore di gioielleria. Non a caso l’azienda ha lanciato una nuova insegna e concept retail chiamato Cadenza. In questi shop si trova gioielleria fashion firmata da griffe come Jean Paul Gaultier, Mawi London e Atelier Swarovski by Christopher Kane. Ora Swarovski ha deciso di allargare la catena di negozi: entro due anni saranno aperti 150 negozi con le insegne Cadenza. Questi store si sommeranno ai 2.350 punti vendita Swarovski nel mondo (ci sono già negozi Cadenza a Vienna, Innsbruck, Francoforte, Londra, Shanghai e Beijing).

 

 

 

 

Ma questo non vuol dire che Swarovski rinuncerà a rifornire le case di moda e gioielleria con i propri cristalli. Ma, attenzione, c’è in arrivo una grossa novità: il gruppo si prepara a vendere gioielli non solo con lo scintillio dei cristalli, ma anche con diamanti sintetici. Una decisione che costituisce davvero una svolta per un’azienda che ha fatto del cristallo la sua bandiera.

Christie’s: otto pezzi da non perdere

Nuove, irresistibili, immagini di alcuni dei pezzi che Christie’s offrirà in asta il 12 novembre a Ginevra. Oltre al diamante The Orange da record, la casa londinese proporrà una nutrita serie di pezzi che facevano parte della meravigliosa collezione di Helene Rochas, regina a Parigi del profumo e dello stile. L’idea è di fare il bis del grande successo ottenuto lo scorso anno con altra parte della collezione. La famiglia di Madame Rochas si è dunque affidata a Christie per mettere in vendita spille e bracciali di Rene Boivin, Van Cleef & Arpels e Fulco di Verdura. Ma quelli di Helene Rochas non sono gli unici pezzi di grandissima qualità che saranno battuti. Ci sono anche gioielli che hanno fatto parte della collezione di Itturi Patiño, il «Rockefeller andino». E pezzi che sono appartenuti a nomi meno noti, ma sono di pregio. Christie ha scelto per Gioiellis.com otto pezzi che considera particolarmente significativi. Eccoli.  Matilde de Bounvilles

 

 

 

Matrimonio a tre nei gioielli

Fusione a tre nel mondo della gioielleria: Valenti & Co., Mida e Sovrani hanno annunciato il matrimonio. Le tre aziende sono confluite in una nuova entità, che d’ora in avanti gestirà i brand Valenti, Mida e Sovrani. In fondo, non è una sorpresa: le aziende italiane del settore sono, com’è noto, troppo piccole. E la crisi dei consumi, in particolare in Italia, spinge i superstiti a unire le forze. «La crisi mondiale ci porta a condividere un progetto unico di business. Grazie ad attività integrate di back-office, produzione, logistica e distribuzione, otterremo economie di scala nella produzione e progettazione di cui potranno beneficiare tutti i prodotti appartenenti ai tre marchi Valenti, Sovrani e Mida», è il commento di Sandro e Silvano Bravi, fondatori della Valenti. Le tre aziende hanno appena concluso l’edizione estiva di Sales Meeting per il brand Sovrani: una due-giorni di lavoro e intrattenimento organizzata dall’azienda e dedicata alla rete vendita per presentare le collezioni autunnali di articoli in argento. E per la prima volta il Sales Meeting Sovrani, lo scorso 29 luglio, è stato ospitato nell’attuale sede dell’azienda Valenti, in coerenza con il piano industriale che prevede l’integrazione delle tre aziende. «La scelta di ospitare il meeting Sovrani nell’attuale sede di Valenti è il primo segnale che testimonia il cambiamento, ha aggiunto Roberto Marini, brand manager Sovrani. Uniremo le esperienze e le forze di tre aziende leader nel settore dell’articolo da regalo in argento, per creare un gruppo che potrà avvalersi delle sinergie derivanti dall’essere un unico polo produttivo e logistico». La nuova collezione Sovrani Bijoux 2014 è nata da una ricerca di design e totalmente made in Italy, che arriveranno in gioielleria a partire da gennaio 2014. Sovraniè nata nel 1996 a Recanati (Macerata).  Federico Graglia

 

 

Fabiani Gioiellerie sul web

Fabiani Gioiellerie, azienda orafa toscana presente sul mercato italiano dal 1963, sceglie di debuttare sul web in occasione del 50esimo anniversario. Nasce così www.fabianigioiellerie.com, negozio virtuale che offre l’intera gamma degli articoli prodotti o venduti da Fabiani Gioiellerie nei suoi negozi tradizionali (oltre 50 in Italia): vi sono disponibili più di 3mila articoli ciascuno con una foto ed una scheda di descrizione. «Crediamo molto in questa nostra nuova iniziativa nel settore dell’e-commerce, che ci vede primi in Italia a offrire un servizio via internet di alta qualitá ed assolutamente garantito sull’intera gamma dei nostri prodotti», ha dichiarato Franco Fabiani, fondatore e presidente di Fabiani Group, proprietario del marchio Fabiani Gioiellerie. «La crisi economica in Italia ha naturalmente colpito anche il settore della gioielleria e questa vuol essere la nostra risposta: la possibilità per la clientela di acquistare comodamente da casa un gioiello o un oggetto prezioso usufruendo di prezzi molto contenuti e dello stesso servizio – conclude – che troverebbero nelle nostre numerose gioiellerie tradizionali». fabiani-gioielli

 

Addio VicenzaOro Spring

Cambia VicenzaOro. Dal 2015 il tradizionale appuntamento di primavera (VicenzaOro Spring) scomparirà, per lasciare posto a un nuovo format. Come sarà questo format ancora è un po’ vago. Sta di fatto che Fiera di Vicenza ha comunicato la novità durante un incontro con le Associazioni di categoria degli orafi. Ad annunciare la svolta, forse determinata da un risultato non brillante (tra l’altro quest’anno VicenzaOro Spring è capitata proprio dopo Basel), sono stati il vice presidente di Fiera di Vicenza, Stefano Stenta e il direttore generale Corrado Facco. Il programma per il 2014, comunque, prevede ancora le tre tradizionali edizioni di VicenzaOro: Winter dal 18 al 23 gennaio, Spring dal 10 al 13 maggio 2014 e Fall dal 6 al 10 Settembre, oltre agli appuntamenti esteri a Dubai, Hong Kong, Las Vegas, San Paolo e Mumbai. L’anno prossimo ci saranno già alcune novità, a partire dal nuovo concept The Boutique Show, per Winter e Fall, che partirà da gennaio 2015. Il nuovo format fieristico sarà molto specifico per alcuni segmenti di mercato. Come detto, sostituirà VicenzaOro Spring già dalla primavera 2015.

VicenzaOro Fall
VicenzaOro Fall

 

 

VicenzaOro Fall
VicenzaOro Fall

 

 

 

 

VicenzaOro Fall
VicenzaOro Fall

Il prezzo dei diamanti aumenterà?

Investire in diamanti sarà sempre più un buon affare, a patto di acquistare subito. Il prezzo delle gemme più ricercate è, infatti, destinato ad aumentare. Lo sostiene un report di da Bain & Company, una delle società di consulenza più quotate a livello mondiale, e Antwerp World Diamond Centre (AWDC). Secondo lo studio, il continuo fluttuare della domanda di diamanti negli Stati Uniti e l’appetito crescente per le pietre preziose in Cina e in India, unito all’imminente esaurimento delle miniere di tutto il mondo e alla scarsa capacità estrattiva delle piccole miniere in fase di sviluppo, causeranno un significativo divario tra la fornitura e la domanda globale. Il gap si tradurrà in aumenti improvvisi dei prezzi delle pietre grezze a partire dal 2018. Ciò avrà importanti conseguenze per gli operatori del settore e, ovviamente, anche per chi acquista gioielli.

Bain stima che la produzione di diamanti grezzi crescerà a un tasso medio annuo del 4,8 % fino al 2018, raggiungendo un livello di picco di 169 milioni di carati e un valore della produzione di 19,6 miliardi di dollari. A partire dal 2019, la produzione media di diamanti grezzi si ridurrà del 1,9 % ogni anno, per stabilizzarsi intorno ai 153 milioni di carati nel 2023, con un valore della produzione di 18,4 miliardi di dollari.diamante2

La domanda globale di diamanti avrà una forte crescita a un tasso composto annuo del 5,1%, raggiungendo i 26 miliardi di dollari nel 2023, il che implicherà un aumento dei prezzi in tutte le fasi. «L’assenza di significative scoperte recenti, insieme alle difficoltà tecniche e di finanziamento di nuove miniere in fase di sviluppo, peserà sull’offerta mondiale di diamanti nei prossimi anni», spiega Olya Linde, partner di Bain a Mosca ed esperta di industria dei diamanti. «Il gap tra l’emergente carenza di offerta e la domanda disturberà notevolmente le dinamiche di mercato e costringerà tutti i player a rivalutare le strategie e i modelli di business». diamante4

Il report evidenzia in particolare che:

1)   Le compagnie minerarie subiranno una maggiore pressione. I produttori di diamanti hanno reagito al calo dei prezzi  tagliando la produzione pianificata (i ricavi sono diminuiti del 18% nel 2012, anche se significativamente in rialzo rispetto alla crisi finanziaria e ai prezzi pre-crisi del 2008). Sebbene la produzione totale di diamanti grezzi sia aumentata di un modesto 4%, (128 milioni di carati nel 2012), è ancora lontano il livello di picco dei 176 milioni di carati del 2006. I prezzi saranno stabili nel breve termine, tuttavia aumenterà la pressione sulle compagnie minerarie per migliorare l’eccellenza operativa e mantenere i margini e la redditività.

Miniera di diamanti a cielo aperto
Miniera di diamanti a cielo aperto

2) Il Middle Market sentirà la stretta. Anche se l’equilibrio tra domanda e offerta gioverà al mercato «di mezzo» (lucidatura e taglio), gli aumenti dei prezzi dei diamanti grezzi impediranno una crescita più rapida del passato e con l’accesso a un’ampia offerta di breve durata, il grado di frammentazione del middle market, con i margini per gli operatori di maggiori dimensioni doppi o tripli dell’1-2% dei più piccoli, dovrebbe guidare un consolidamento continuo. L’aumento delle prestazioni è un fattore chiave per questo segmento della catena di valore dei diamanti per raggiungere livelli più elevati di produttività e di efficienza, spesso risultato di una maggiore diffusione delle tecnologie. diamanti-6

3) La sicurezza di una fornitura a lungo termine sarà una preoccupazione per i rivenditori. Con la domanda di diamanti volta a crescere senza sosta almeno per i prossimi 10 anni, le aziende cercheranno di garantire il loro approvvigionamento di pietre grezze, di qualità e dimensioni richieste, attraverso una varietà di modi e canali: investendo in attività minerarie, diventando sightholders veri e propri e creando partnership con i grandi attori del middle market già esistenti.

«L’intero settore dei diamanti sarà influenzato dalla carenza di offerta incombente da qui a quattro anni, nessun player escluso», ha aggiunto Bart Cornelissen, numero uno di Bain a Mosca e co-autore del rapporto. diamanti1

Lo studio di Bain rileva anche un crescente interesse da parte delle società di private equity (fondi di investimento privati) per il settore dei diamanti, come  potenziale opportunità per gli investitori finanziari. «Operazioni come la vendita da parte di BHP Billiton della miniera di Ekati a Harry Winston, che a sua volta ha venduto il suo business retail del Gruppo Swatch (ora Dominion Diamond), e le voci di una possibile vendita di Rio Tinto del suo patrimonio minerario, hanno certamente scatenato l’interesse dagli operatori di private equity per questo settore», aggiunge Olya Linde. Nel contempo alcuni player stanno attuando una selezione qualitativa del loro portafogli, tra cui De Beers, che ha venduto alcune miniere non redditizie a player più piccoli come Petra Diamonds and Gem Diamonds. «Questi ultimi hanno dimostrato che è possibile trasformare le miniere più vecchie attraverso una serie di iniziative, processi e tecnologie, con conseguente riduzione dei costi e miglioramento della produzione, con una redditività pari o superiore alla media del settore. Questa può essere un’opportunità di investimento interessante per gli investitori di private equity non appena gli asset diventano disponibili per l’acquisto», conclude Linde. Federico Gragliadiamond3

 

Christie’s presenta The Orange

La guerra dei diamanti tra Christie’s e Sotheby’s continua a colpi di super gemme. Ora è la volta di Christie’s, che ha annunciato la vendita di The Orange, il più grande diamante fancy arancione in vendita in un’asta. Pesa circa 14,82 carati e, secondo Christie, è il più considerevole della sua categoria. Sarà messo all’incanto a Ginevra il 12 novembre. Il valore stimato della pietra è di 17-20 milioni dollari, cioè 14-16 milioni di euro. L’asta in programma, d’altra parte, è di quelle di prima classe. Prevede la vendita di 280 lotti, comprese alcune gemme più rare, gioielli d’autore e tesori reali. La provenienza dei gioielli giocherà un ruolo chiave, come nel caso della raffinata collezione dell’icona dello stile Hélène Rochas e tre pezzi eccezionali parte della collezione di Simón Itturi Patiño, noto come il «Rockefeller andino».

Ma forse il maggior fascino è riservato a un simbolo della un’eleganza francese, Hélène Rochas (1927-2011). È stata la moglie del famoso stilista francese Marcel Rochas, che aveva conosciuto durante Seconda guerra mondiale, sua musa e fonte di ispirazione. Aveva solo 28 anni quando il marito è morto: è riuscita però a gestire il ramo d’azienda di profumi ed essenze con grande successo. Madame Rochas era nota per la sua impeccabile eleganza, grande stile e bellezza. I suoi gioielli sono lì a testimoniarlo.

Dolce catalano per Elsa Peretti

Per Elsa Peretti una dolce crema catalana. Ma non si tratta del celebre gateau della regione iberica. La designer italiana trapiantata a New York e anima di Tiffany ha ricevuto a Barcellona il Premio Nazionale della Cultura Catalana. Elsa Peretti è dal 1974 la designer di gioielli e oggetti per la casa per Tiffany. E con la Catalogna un link c’è: Elsa Peretti ha, infatti, sostenuto il restauro della chiesa del piccolo paese della regione e ha collaborato con il Museu Nacional d’Art de Catalunya e con il Museu d’Art Contemporani de Barcelona per il restauro degli archivi fotografici. Il Premio Nazionale della Cultura è il riconoscimento costituito dal Governo catalano che viene consegnato ogni anno a persone o organizzazioni che si sono distinte per il loro contributo eccezionale nelle rispettive aree culturali. G.N.

Un collage di immagini di Elsa Peretti
Un collage di immagini di Elsa Peretti

Un diamante da 30 milioni

Un diamante bianco delle dimensioni di un piccolo uovo è stato venduto per 30,6 milioni dollari a Hong Kong, all’asta di Sotheby’s. È stato acquistato per telefono. Evidentemente, non tanto per il fascino della pietra, ma come semplice investimento.

Il diamante da 30 milioni di dollari
Il diamante da 30 milioni di dollari

Ed è stata una battaglia, dato che i contendenti erano due. Il peso del diamante è di 118 carati. Si tratta di un diamante ovale definito «impeccabile», che è stato estratto e tagliato due anni fa. È stato battuto per 27,3 milioni dollari0: una cifra alta, ma sotto i 28 milioni dollari, prezzo minimo stimato dalla casa d’aste (che prevedeva di poter arrivare fino a 35 milioni. Ma con la commissione il costo è salito a 30,6 milioni dollari. Il precedente record era di 26,7 milioni dollari per un set di diamanti bianchi battuti a maggio da Christie a Ginevra.

Il diamante pesava in origine 299 carati quando è stato trovato allo stato grezzo ed è il più grande e il più significativo esempio di diamanti classificati dal Gemological Institute of America. L’altro pezzo forte dell’asta è stato un diamante da 7,6 carati impeccabile, rotondo, di tonalità blu, che è stato venduto a un offerente, sempre al telefono, per 16,1 milioni dollari, prezzo inferiore alla stima di 19 milioni dollari.

Londra celebra le perle

[wzslider]Le perle hanno un fascino particolare. A differenza delle gemme, sono il risultato di un’evoluzione biologica. Ognuna è diversa dall’altra e, come sanno tutte le donne che possiedono una collana di perle, devono essere indossate per continuare a risplendere, cioè a vivere. La mostra che il Victoria and Albert Museum ha organizzato a Londra è la migliore testimonianza di quanto queste piccole gocce di madreperla possono essere meravigliose. Le perle in mostra, incastonate o composte in gioielli fantasmagorici sono la testimonianza di una passione che risale a millenni. Il fascino di questi gioielli trascende il tempo e i confini. Le perle naturali sono sempre stati oggetti del desiderio a causa della loro rarità e bellezza. Miti e leggende le circondano e orafi, gioiellieri e pittori hanno sfruttato anche la loro forma simbolica, tra seduttività e purezza, da essere segno di fortuna nel matrimonio a diventare messaggere di lutto. Tra l’altro, si parla non solo di perle, tonde e lisce, ma anche di madreperla, apprezzata nella gioielleria per il carattere decorativo.

Perle come simbolo. Tra Occidente e Oriente varia lo stile della gioielleria, ma il significato simbolico delle perle è rimasto lo stesso: simboli di potere e un indicatore di rango nella società. In passato governanti indossavano corone ornate di perle per dimostrare l’autorità dinastica e la prosperità delle loro terre. In Russia, Iran, Cina e India, l’ostentazione di perle era parte integrante della regalità dei monarchi. In Europa, le donne aristocratiche portavano perle rare montate su splendidi diademi per stupire e impressionare. Poi, le vecchie convenzioni sociali sono state rovesciate e le perle hanno ornato le scollature di dame in cerca di fama e fortuna. Le dee di Hollywood e, più recentemente, della moda e celebrità di tutti i tipi, hanno contribuito a non far tramontare il fascino delle perle.

Perle nella storia. Tra gli antichi romani, i gioielli con le perle erano considerati un lusso invidiato e costoso, un simbolo di ricchezza e di status. Nell’Europa medievale, le perle venivano dipinte come simboli di autorità sulle insegne, e come attributi di Cristo e della Vergine Maria, segno di purezza e castità. Con il Rinascimento, i ritratti hanno mostrato nobili e mercanti benestanti con perle come ornamento, simbolo di ricchezza. E con il Seicento e Settecento le perle sono ormai passate da essere un emblema sacro a quello profano: le perle hanno fatto parte di gioielli sontuosi, spesso indossati in modo seducente. Erano anche dimostrazioni di alto rango sociale. Nei primi anni dell’Ottocento, le perle sono considerate ornamenti romantici, erano montate su gioielli di tipo «sentimentale», per trasmettere messaggi intimi, per celebrare l’amore o esprimere dolore. L’opulenza e il cerimoniale nelle corti europee in questo periodo hanno visto un grande utilizzo delle perle in collane di tutte le misure, da quelle lunghissime ai girocolli. Infine, nel Novecento, a Parigi, i gioiellieri le hanno utilizzate nello stile Art Nouveau: la vita urbana e le mode erano cambiate, e le donne indossano abiti senza maniche, con sautoirs di perle che pendevano fino alla vita e oltre.  

Pearls

21 September 2013 – 19 January 2014

Victoria and Albert Museum

Cromwell Road

London SW7 2RL

+44 (0)20 7942 2000

Ticket

11.00 Full, including donation* (+£1.60 booking fee per ticket)

£9.00 Senior citizens, including donation* (+£1.60 booking fee per ticket )

£10.00 Full (+£1.60 booking fee per ticket)

£8 Senior citizens (+£1.60 booking fee per ticket)

£6 Full-time students, 12 – 17 year olds, ES40 holders, disabled people (+£1.40 booking fee per ticket)

£16.00 Family of one adult & two 12-17 year olds (+£2.70 booking fee per ticket)

£26.00 Family of two adults & two 12-17 year olds (+£3.50 booking fee per ticket)

 

A Firenze i gioielli dei giovani

A Firenze tornano i gioielli delle nuove generazioni. In occasione della XXVIII Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, Lao, Le Arti Orafe Jewellery School, in collaborazione con la fondazione Fiorgen onlus, espongono a Palazzo Corsini fino al 13 ottobre le creazioni di alcuni allievi e insegnanti della scuola: Noumeda Carbone, Jasmina Carbone, Arata Fuchi, Sarah Ruth Owen e Luigi Piantanida. Hanno realizzato bracciali, collane e anelli utilizzando materiali come plastica, fili di ottone e argento, involucri vuoti di pillole, plasmandoli in forme innovative e originali, gioielli contemporanei da interpretare da chi li indossa. F.G. 

Fuchi Arata
Fuchi Arata

 

 

Luigi Piantanida
Luigi Piantanida

 

 

Jasmina Carbone
Jasmina Carbone

 

Noumeda Carbone

Bulgari regina a San Francisco

Bulgari regina di San Francisco: alla maison italiana, ora sotto le insegne di Lvmh, è dedicata una mostra nella città californiana. “L’arte di Bulgari : La Dolce Vita & Beyond , 1950-1990 “, raccoglie 147 pezzi storici della gioielleria. Resterà allestita fino al 17 febbraio 2014  e mette in mostra il lavoro della casa di gioielleria italiana durante un arco di quattro decenni. Un periodo che comprende due momenti cruciali per Bulgari: il post-seconda guerra mondiale e quella del boom economico, in cui la gioielleria romana è diventata un leader nel campo del design del gioiello, fino alla terza generazione e agli anni Settanta, con il design d’avanguardia e i gioielli pret -a-porter, non solo per le grandi occasioni , ma per tutti i giorni.

La mostra è una versione leggermente ridotta di una retrospettiva organizzata nel 2010 a Parigi , al tempo del 125 ° anniversario della casa, che è stata fondata a Roma nel 1884 dal gioielliere di origine greca Sotirios Boulgaris . Figlio di un argentiere, Boulgaris più tardi italianizzò il suo cognome in Bulgari.

Dal 1950 al 1990 lo stile di Bulgari è diventato ineguagliabile, con l’uso di gemme cabochon (arrotondate , non sfaccettate); la combinazioni di colori inusuali (come il turchese , ametista e smeraldo della collana di proprietà di Lyn Revson , moglie del magnate della di Revlon, Charles Revson ) e, più tardi , con le pesanti catene d’oro  e la linea modulare Parentesi, ispirata alle articolazioni dei marciapiedi romani

” Bulgari è stata costantemente capace di reinventarsi con nuovi disegni, che si distinguevano da quelli degli altri gioiellieri, in particolare di Parigi “, è il commento del curatore della mostra, Martin Chapman. Uno stile che è emerso con il boom del dopoguerra in Italia, quando faceva furore la Hollywood sul Tevere, i film di Cinecittà, circolavano star del cinema come Elizabeth Taylor. E poi è proseguita con linee più abbordabili dopo il 1970, quando la crisi del petrolio ha colpito i redditi. Bulgari allora ha messo a punto nuove strategie di marketing, come l’espansione con una sua boutique di New York, e ha risposto al periodo del boom degli anni Ottamta con girocolli molto suggestivi, fissati con grandi pietre preziose. Le pietre arrotondate di Bulgari sembravano in sincronia con le curve femminili del periodo, da Sophia Loren a Gina Lollobrigida .

La mostra, che comprende foto, video e materiali interattivi, raccoglie anche sette pezzi che sono stati di proprietà di Elizabeth Taylor. La mostra serve anche al piano di comunicazione per il lancio della nuova collezione Diva, ispirata gioielli di Taylor, che BUlgari lancerà nei prossimi giorni. Federico Graglia

L’arte di Bulgari : La Dolce Vita & Beyond , 1950-1990

Fino al 17 Febbraio 2014

M.H. de Young Memorial Museum, 50 Hagiwara Tea Garden Drive

San Francisco

 

Un diamante rosa da 60 milioni di dollari

[wzslider]Può un singolo diamante essere venduto a 60 milioni di dollari? Pare di sì. Ed è un record assoluto. La casa d’aste Sotheby’s ha presentato a Ginevra un diamante rosa del valore stimato di oltre 60 milioni di dollari, circa 46 milioni di euro, che sarà messo all’asta il 13 novembre. É stato battezzato «Stella rosa», ha un peso di 59,60 carati e, secondo Sotheby’s, è il diamante più caro mai messo all’asta. È stato estratto nel 1999 in Africa da De Beers, mostrato in pubblico dopo essere stato tagliato nel 2003 e venduto una prima volta nel 2007.  

 

 

 

 

 

Un nuovo presidente per Tiffany

Tiffany ha un nuovo presidente. Il consiglio di amministrazione della maison americana ha infatti nominato al vertice Frederic Cumenal. Il manager entra anche nel consiglio di amministrazione del gruppo. Cumenal arriva da Lvmh, ma ci ha messo poco a scalare le posizioni. «Da quando è entrato in Tiffany nel marzo 2011, dal gruppo Lvmh in cui era presidente e ceo di Moet & Chandon, Frederic Cumenal ha dato un importante contributo allo sviluppo sia operativo che strategico del nostro business. Ha inoltre portato al nostro brand una prospettiva di prestigio globale e, in particolare, ha guidato l’evoluzione delle organizzazioni regionali per sostenere la nostra continua espansione in tutto il mondo», è il commento ufficiale di Michael J. Kowalski, presidente e amministratore delegato di Tiffany. Cumenal, 54 anni, manterrà le sue responsabilità regionali e sarà inoltre responsabile del Design, del Merchandising e del Marketing. Continuerà a riferire direttamente a Kowalski. Ma la nomina è senza dubbio un segnale forte. Kowalski ha 61 anni. Non è certo anziano, ma è in carica come presidente dal 1996: 17 anni, un tempo cosmico per il business. Federico Graglia 

Frederic Cumenal
Frederic Cumenal

 

 

Michael J. Kowalski
Michael J. Kowalski

 

 

Inaugurazione di uno store Tiffany a Shenyang, in Cina
Inaugurazione di uno store Tiffany a Shenyang, in Cina

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Store a colori per Brosway

[wzslider]Apertura con successo per il nuovo store di Brosway nel centro di Milano. L’arredo è caratterizzato da colori tenui, legni naturali, pareti bianche che nascondono cassetti attraverso apparenti blocchi dalla texture all over. Cubi dal sapore futuristico che fluttuano all’interno di strutture ad incastro. Mix di light design, sistemi espositivi e commistioni materiche. Il punto vendita si chiama, più precisamente, Brosway refresh, e l’indirizzo è in Piazza San Babila 3, a Milano (nelle immagini l’inaugurazione dello store), con vetrine multicolor in linea con i 5 anelli limited edition realizzati per l’evento. Lo store milanese rappresenta, oggi, un tassello importante all’interno della nuova retail strategy del brand che punta a una filosofia di marca forte e coerente. Brosway adotta un innovativo sistema di visual merchandising training e di visual consultant, che periodicamente personalizzano e contestualizzano i gioielli e gli orologi all’interno dei punti vendita autorizzati del brand di gioielleria fashion. Matilde de Bounvilles

 

 

Anelli De Beers con l’iPad

Un brand che è il simbolo stesso dei diamanti, De Beers, propone un nuovo concept: «Per te per sempre». In pratica, gli esperti De Beers si propongono per realizzare un anello su misura. La maison propone una vasta scelta in termini di disponibilità di pietre, colori, stili, design: basta avere un iPad o iPhone e scegliere. De Beers, infatti, ha creato un app per iPad (al momento non è ancora sullo store online) che permetterà di fare acquisti, consultare con pochi click i diversi modelli di anelli e diamanti nei punti vendita del marchio. F.G. 

DB Classic Trio
DB Classic Trio

 

L'app per iPhone o iPad
L’app per iPhone o iPad

 

De Beers su iPhone
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