Sono rimasti ancorati, per tanti, alla tradizione. Che esiste ancora. Ma nella gioielleria dei Paesi Arabi non c’è più solo quella: nuovi giovani designer propongono nuovi stili, che non sono per forza quelli occidentali. Nel caso di Nadine Kanso, per esempio, si tratta di una sintesi felice tra la gioielleria occidentale e quella in uso da secoli nelle nazioni di lingua araba. Nadine Kanso, che vive e lavora ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, ha fondato nel 2006 il brand Bil Arabi, che si è stato apprezzato come l’aria fresca nel deserto. La capacità della designer è stata presto notata anche nel resto del Mondo e un suo bracciale è stato appositamente realizzato per la vendita di Christie’s in favore della ricostruzione di Beirut.
La designer ha background in grafica e tipografia, e in fatti per i suoi gioielli utilizza spesso le lettere della scrittura araba, che diventano motivi decorativi. Per esempio, bhibbak, cioè ti amo, è stata la prima frase araba che Nadine ha realizzato in oro. Con il tempo, lo stile si è evoluto oltre alle parole trasformate in gioielli, realizzati in oro, pietre preziose come diamanti o semi preziose come il tapazio, che sono utilizzati accanto a smalti colorati.





