I gioielli che fanno anche del bene: sono quelli a forma di cuore di SeeMe: una storia da conoscere ♦
Quando una persona è buona, si dice che ha un grande cuore: deve avere pensato così Caterina Occhio quando ha fondato SeeMe. E non è un modo di dire: il brand si caratterizza (ormai da oltre tre anni) per proporre un gioiello buono. Non solo per l’utilizzo di materiali sostenibili e che provengono da un lavoro equi, ma perché l’obiettivo della fondatrice è aiutare chi ne ha bisogno. In primo luogo le donne che hanno subito violenze o cercano lavoro. Ad Ankara. O in Tunisia. Nella bidonville della capitale della Turchia le artigiane di SeeMe hanno imparato a produrre gioielli.
Una attività encomiabile, tanto che Caterina Occhio tempo fa è stata anche scelta come volto di una campagna per il lancio di un’auto, la Y10: Ritratti di persone che hanno cambiato la loro vita per rimanere fedeli a se stessi. SeeMe, non a caso, ha una attività certificata dal World Faire Trade Organisation: «Il commercio equo e solidale e l’industria del lusso devono lavorare insieme per creare un maggiore impatto. Produrre oggetti premium basati sul commercio equo possono rappresentare una soluzione win-win per entrambi, abbiamo una lunga strada da percorrere», dicono a SeeMe.
Non stupisce, quindi, che il disegno del cuore sia così utilizzato per i gioielli del brand. È stato ideato da Jacques Levon, gioielliere armeno, e rinnovato da Bourj Hammoud a Beirut, mentre la collezione è stata studiata dal designer olandese Peter Bedner.