Gli straordinari gioielli di Amrapali, la tradizione indiana rivista in chiave moderna ♦︎
Prende il nome da una famosa cortigiana reale, Amrapali, che visse nella repubblica di Vaishali (nell’attuale Bihar, zona est dell’India) intorno al 500 aC. Da donna eccessivamente disinvolta (per usare un eufemismo), Amrapali dopo un incontro con Buddha si convertì al verbo e diventò una fedele seguace del maestro spirituale. A questa figura mitica si sono ispirati alla fine degli anni Settanta Rajiv Arora e Rajesh Ajmera, fondatori della Maison Amrapali, che è ora diretta da Tarang Arora, figlia del fondatore, gemmologa e designer.
Apprezzata anche da Kate Middleton, l’azienda con sede a Jaipur è uno degli esempi della abilità e della fantasia della gioielleria in India.
Tarang Arora è cresciuta a Jaipur, ma nel 2002 si è trasferita a Londra per studiare gemmologia. È lei a giudicare tutti gli aspetti del marchio, dall’approvvigionamento di pietre alla progettazione delle collezioni. Oggi Amrapali impiega circa 1.600-1.800 persone nel laboratorio a Jaipur, ma a volte fino a 3.000. Lo stile della Maison può essere definito chic etnico, ma la tradizione è filtrata anche attraverso un design molto moderno. Per esempio, Amrapali, come nella tradizione della gioielleria indiana, utilizza spesso diaanti Polki, cioè pietre grezze e non tagliate o tagliate in modo semplice.
Jaipur, non a caso, è la capitale della gioielleria indiana oltre che del Rajasthan.
E Amrapali nel tempo ha sviluppato una singolare capacità creativa: vende gioielli che costano da soli 10 dollari a oltre 1 milione. Chi vuole rendersi conto della straordinaria capacità nella lavorazione di gioielli può andare a visitare a Jaipur un museo che raccoglie la collezione privata di 2.500-3.000 pezzi storici raccolti dai fondatori di Amrapali. E non solo del Rajasthan: l’India ha una incredibile varietà di costumi e di forme anche per i gioielli.