L’alessandrite, pietra che cambia colore e che, per questo, è molto ricercata. Ed è anche una delle pietre del mese di giugno. Lo sapevate? ♦︎
Bella di giorno, bella di notte: no, non è Catherine Deneuve, ma una gemma abbastanza rara, l’alessandrite, anche conosciuta come pietra camaleonte, perché cambia colore secondo la luce a cui è esposta. È verde erba sotto il sole, ma diventa rosso porpora (lampone per gli esemplari più belli) vicino a una lampada o a una candela, grazie alle inclusioni di cromo e ferro, elementi che si trovano rispettivamente anche nei rubini e negli zaffiri. Secondo alcuni (ma i pareri sono discordi), anche l’alessandrite, come le perle e la pietra luna è una gemma sintonizzata con il mese di giugno. In ogni caso, purtroppo, l’alessandrite è piuttosto rara.
Da un punto di vista della gemmologia, questa pietra è una varietà di crisoberillo di alta qualità e i pochi esemplari vanno a finire nelle mani di collezionisti di pietre preziose, piuttosto che essere utilizzate in gioielleria. Quando un alessandrite è utilizzata per anelli, collane oppure orecchini, di solito si tratta di gemme di piccole dimensioni che una volta lavorate a stento superano il carato.
L’alessandrite costa come un diamante. Certo, esistono le eccezioni, che vengono valutate quanto un diamante di pari grandezza. Per esempio, le pietre che hanno inclusioni a occhio di gatto di oltre 4 carati. Le gemme più pure e trasparenti sono tagliate sfaccettate, quelle con inclusioni a occhio nudo invece sono montate a cabochon.
La storia. L’alessandrite è stata scoperta in Russia, negli Urali, a metà Ottocento (prende il nome dallo zar Alessandro), ma oggi se ne trovano anche in Sri Lanka, in Zimbabwe, Brasile, Birmania, Stati Uniti, India, Madagascar, Tanzania, Tasmania. La più grande alessandrite sfaccettata del 21 secolo pesa 66 carati e appartiene allo Smithsonian Institute di Washington.
Attenti ai falsi. In circolazione ci sono molte imitazioni: della gemma stessa oppure di corindoni o di spinelli sintetici con le proprietà dell’alessandrite. Più trasparenti rispetto alle forme naturali, hanno anche tonalità diverse: passano dal rosso viola al viola blu. Federico Graglia