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Perle, platino e diamanti per Leonardo DiCaprio

[wzslider]Signore e signori, eccovi catapultati nei ruggenti (ma chissà perché sono definiti così) anni Venti. Quelli del «Grande Gatsby», libro memorabile di Francis Scott Fitzgerald e ora anche filmone con Leonardo DiCaprio, Carey Mulligan e Tobey Maguire. Oltre alla trama giocata sul filo della psicologia e dell’avventura, della decadenza e della ricchezza che non dà la felicità (un momento: prima proviamo), il film è anche l’occasione per ammirare i gioielli realizzati da Tiffany apposta per la produzione cinematografica, che non sono solo riproduzioni di disegni d’archivio. Come la colonna sonora del film, prodotto da Jay-Z, e gli abiti da Miuccia Prada, i gioielli trasmettono la modernità pulsante di quel momento storico in un proprio linguaggio di design. Gioiellis.com è in grado di mostrarvi personaggi e gioielli del film che farà il pieno al botteghino. M.d.B.

 

Sfilata di stelle per Tiffany

[wzslider]Una sfilata di donne bellissime e molto ingioiellate. Al Blue Book Ball, evento glamour organizzato da Tiffany al Rockefeller Center di New York, attrici e modelle si sono alternate sul tappeto rosso in una specie di competizione ad alto numero di carati. Sotto i flash sono passate Gwyneth Paltrow (che ha saltato la premiere londinese di «Iron Man 3» per partecipare alla serata), e Michelle Williams. La Paltrow, in abito verde bottiglia e senza spalline, ha sfoggiato un fermaglio a forma di farfalla. Ogni riferimento alle cene di Arcore è fuori luogo. Gioielli da paura anche per Sarah Jessica Parker e Kate Hudson (pittosto scollacciata), mentre Michelle Williams ha scelto un look total black. Matilde de Bounvilles

 

A parade of gorgeous women and very bejeweled. At the Ball Blue Book, glamorous event organized by Tiffany at Rockefeller Center in New York, actresses and models took turns on the red carpet in a kind of competition with a high number of carats.

Un emiro da Tiffany

[wzslider]Tiffany diventa araba? Il grande brand americano piace sempre di più all’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani. E non solo perché anelli e orecchini del brand americano sono apprezzati dalla moglie del capo del piccolo (ma ricco) Stato della penisola d’Arabia, Sheikha Mozah bint Nasser Al Missned. Tiffany piace anche come investimento, tanto che il fondo sovrano Qatar Investment Authority (Qia), società che fa capo direttamente alla famiglia reale, un mese fa ha portato la sua quota di azioni in Tiffany all’11,72% con l’acquisizione di 3,2 milioni di azioni. E non si è fermato ora l’emiro ha aumentato l’investimento nel gioielliere di New York a quota 12,5%. Non che siano soldi buttati via: Tiffany è una macchina che fa soldi. Nel quarto trimestre del bilancio fiscale (al 31 gennaio), Tiffany ha annunciato il rialzo dell’utile netto a 179,6 milioni di dollari (+0,7%), mentre i ricavi sono aumentati del 4,1% a 1,24 miliardi di dollari. E per il 2013 l’azienda prevede di aumentare il fatturato del 6-8%. Chissà, forse anche grazie agli acquisti negli emirati. Federico Graglia

 

 

Oscar anche per Tiffany (e quelli delle star)

[wzslider] Parata di star e di gioielli sul tappeto rosso della cerimonia degli Oscar. Jennifer Garner e il vincitore Ben Affleck, con le figlie Violet (7 anni), Seraphina (4), e il figlio Samuele (1) sono stati al centro dell’attenzione. Jennifer ha indossato un abito su misura Gucci abbinato a gioielli Neil Lane. Helen Hunt, invece, si è presentata con un vestito low cost H&M  blu in raso di seta. Ma, per bilanciare i buoni sentimenti, sull’abito senza spalline erano posati gioielli da 700mila dollari di Martin Katz. Jennifer Hudson ha, invece, sfoggiato un abito a maniche lunghe di Roberto Cavalli con scarpe Giuseppe Zanotti, borsa Jimmy Choo e gioielli Sutra. Con in tasca la nomination come migliore attrice in «The Impossible», Naomi Watts ha scelto un abito Armani Privé, scarpe Jimmy Choo, borsa Roger Vivier e gioielli Neil Lane. Sulla passerella è sfilata anche il premio Oscar Nicole Kidman, in abito nero e oro, scarpe e borsa L’Wren Scott, più gioielli Fred Leighton. Nella parata di star, Catherine Zeta-Jones, con il marito Michael Douglas, ha sfoggiato un applaudito abito di Zuhair Murad e sfavillanti gioielli Lorraine Schwartz. Ancora: Charlize Theron in un abito bianco Dior Haute Couture e gioielli Harry Winston, mentre la premiata migliore attrice in «The Master», Amy Adams, ha ritirato l’Oscar in abito de la Renta e gioielli Moa. Oscar anche a Tiffany. Anne Hathaway, premio per miglior attrice non protagonista per «I sogni possono diventare realtà», al momento della premiazione con la fatidica statuetta ha indossato un collier in platino e diamanti della collezione Blue Book 2013 (prezzo: circa 20mila dollari) abbinato a orecchini Lucida (prezzo: circa 12mila dollari) e un ampio bracciale, anch’esso con brillanti (prezzo: circa 210 mila dollari). D’altra parte, la celebrità non prezzo, no? Matilde de Bounvilles

 

Attenti ai falsi Tiffany

Occhio a falsi Tiffany. Che si potessero acquistare gioielli tarocchi con il marchio del famoso creatore di New York è una novità che ha sorpreso molti. E Tiffany innanzitutto. Perché se l’acquisto può essere incauto in un fake-shop di Shanghai è lecito  immaginarlo. Ma che la truffa potesse avvenire negli Stai Uniti, in una frequentata catena di grandi magazzini, è sorprendente. Eppure è quanto avvenuto. Tiffany nei giorni scorsi ha citato per frode Costco, una catena diffusa in tutti gli States. La causa è relativa alla commercializzazione e la vendita di gioielli falsi a marchio Tiffany. All’insaputa del brand newyorkese, Costco avrebbe venduto anelli falsi da anni. Il gioielliere, infatti, non ha alcun rapporto d’affari con Costco, che è stata citata in giudizio anche per i danni alla reputazione. La contraffazione è stata scoperto dopo che una cliente aveva manifestato alla famosa gioielleria la sua delusione nel vedere accostato il marchio Tiffany a un grande magazzino popolare come Costco. Quindi, se vi capita di vedere in una vetrina di un magazzino un anello Tiffany, pensateci sopra due volte prima di acquistarlo. F.G.[wzslider]

Questo anello vale 430mila euro

[wzslider]L’asta di gioielli di Sotheby (https://gioiellis.com/allasta-i-gioielli-di-evelyn-h-lauder) a New York si è conclusa con un successo. Sono stati battuti gioielli per 10 milioni e mezzo di dollari, terzo record consecutivo per una vendita di gioielli a febbraio da Sotheby. “Siamo molto lieti di aver raggiunto un altro risultato di rilievo”, ha commentato Gary Schuler, responsabile del dipartimento gioielli Sotheby a New York. “L’asta ha dimostrato la propensione del mercato per i diamanti eccezionali, a partire da due pezzi firmati da Tiffany: un anello di diamanti da 6,46 carati ha più che triplicato la sua stima per 560.500 dollari (430mila euro) , mentre un anello con un diamante rosa violaceo Fancy Vivid da 0,51 carati ha quadruplicato la sua stima dino a raggiungere i 338.500 dollari”. Una spilla di diamanti di Van Cleef & Arpels è stato venduto a 332.500, 100mila dollari sopra la stima di partenza. F.G.

 

 

Innamorati da Tiffany

Tiffany e San Valentino, un matrimonio di amore (e di affari). E puntuali come le domeniche, arrivano i gioielli della maison americana dedicati al giorno degli innamorati. In particolare, ecco in anteprima le immagini dei bracciali della collezione Tiffany Yours, in oro giallo e argento, del pendente e anello Tiffany Soleste in platino, oro rosa con diamanti bianchi e rosa, dell’anello in platino con diamanti bianchi e rosa e dei pendenti della collezione Tiffany Locks in argento, oro giallo e oro rosa. Il prezzo dei gioielli è su richiesta. M.d.B.

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Che cosa scegliere per San Valentino

[wzslider]Ragazzi, si avvicina San Valentino. Per chi è in cerca di un gioiello da regalare, ecco un po’ di idee da parte di Gioiellis.com. Per tutti i gusti e tutte le tasche.

 Il cuore RawLove

Dalla neonata collezione Clan Banlieau di Manuel Bozzi arriva il pendente RawLove. Si tratta di un cuore in argento massiccio con decorazioni ramage e artigli, catena a maglia doppia martellata e chiusura con logo. In mezzo è incastonato un granato del Mozambico con taglio cuore. Non manca, come tutti i pezzi della collezione, spicca un piccolo piercing in oro rosa. Prezzo: 660 euro.

Re e Regina di cuori

Pomellato rilancia un cavallo di battaglia: il Re e la Regina da appendere al collo. Assieme al bracciale i due ciondoli snodabili, di argento, costano 690 euro (ognuno). Pomellato propone anche il bracciale con l’Orsetto, anch’esso snodabile, sempre in argento. Prezzo: 375 euro.

Oro & cristalli

Ecco un ciondolo Fleurir del marchio di gioielli tedesco Parure. È abbinato a una catena lunga 42 centimetri: è in acrilico, noce e ottone placcato d’oro con cristalli Swarovski. Prezzo: 89 euro.

 I cuori di Tiffany

Per San Valentino e Tiffany lancia charms e pendenti a cuore legati a catene. Per esempio, Open Heart, in oro giallo, disegnato da Elsa Peretti. Prezzo: 690 euro.  In alternativa, il pendente Heart locket in oro rosa o argento, anche nella versione che si apre a metà e diventa un portafoto. Prezzo: da 390 a 1.900 euro.

Damiani e Cruciani

Bracciali in macramè, ma anche con argento e piccoli diamanti. È la proposta dell’abbinata Damiani e Cruciani. Sono disponibili in dieci diversi colori. Prezzo: 138 euro.

Un serpente da Tiffany

[wzslider]Un serpente d’oro, simbolo della tentazione e del peccato. Ma anche il segno zodiacale cinese sotto cui si apre il 2013. Il sinuoso rettile si trasforma ora in un collier firmato da Elsa Peretti, designer di Tiffany dal 1994, che ha progettato un gioiello che si ispira di nuovo alle forme della natura. Il movimento morbido del serpente si trasforma in un gioiello composto da una serie di anelli in oro giallo realizzati a mano da provetti artigiani. «Non è che io ami in particolar modo i serpenti, ma molti di quelli che ho visto li ho trovati bellissimi», ha spiegato Elsa Peretti. «L’ispirazione per questa collana nacque tanto tempo fa. Mi trovavo a Losanna e un ragazzo texano mi regalò la parte finale della coda di un serpente a sonagli come portafortuna. Ho avuto in mente questa idea per molti anni e finalmente riuscii a realizzarla sia in oro giallo che in argento grazie alla competenza dei maestri artigiani e alla mia determinazione». Il collier Snake ha un prezzo al pubblico di 9.400 euro. Matilde de Bounvilles

Snake di Tiffany
Snake di Tiffany

Due Tiffany per Amy Adams

Amy Adams ha calcato il red carpet dei Golden Globes al Beverly Hilton Hotel, in California. La trentottenne attrice è Amy è stata nominata come migliore interprete non protagonista per il personaggio di Peggy Dodd in The Master. La Adams ha indossato un abito griffato Marchesa, una borsa Christian Louboutin, e bracciali e orecchini di brillanti di Tiffany.

Amy AdamsAmy Adams

 

Ami Adams con gli orecchini di Tiffany 

Amy Adams con gli orecchini di Tiffany

 

Grandi manovre su smeraldi & c

Grandi manovre nel mondo delle pietre preziose. La nuova tendenza, che potrebbe avere significative ripercussioni sul mercato, è quella di unire l’attività di estrazione delle gemme a quella dell’oreficeria. Insomma, produttore di materia prima e e cesellatore uniti. Uno dei segnali è stato dato da Gemfields, uno dei grandi produttori mondiali di smeraldi. Il colosso ha annunciato che rileverà Fabergé, celeberrimo marchio che risale al 1842: fu fondato dall’orafo di corte degli zar russi e creò le leggendarie uova d’oro, decorate di pietre preziose e smalti colorati, una chicca per i (pochi) collezionisti. Sia Fabergé che Gemfields fanno capo allo stesso gruppo, la Pallinghurst Resources. Gemfields, quotata a Londra, controlla la maggiore miniera di smeraldi nel mondo, Kagem in Zambia, e punta a pesare di più nei rubini in Mozambico.

Pendenti Mosaic di Fabergé, con rubini e zaffiri
Pendenti Mosaic di Fabergé, con rubini e zaffiri

Pendenti Mosaic di Fabergé, con rubini e zaffiriIl controllo di Fabergé le permetterà di influenzare il posizionamento del prodotto e di rafforzare la sua posizione sul mercato delle gemme colorate, particolarmente richieste in tempi di crisi, perché meno care dei diamanti. Fabergé, in compenspo, sarà avvantaggiata dalla sicurezza di approvvigionamenti costanti. Ma Gemfields non è l’unico caso: la canadese Henry Winston ha già affiancato la vendita di gioielli con l’estrazione di diamanti e di recente ha acquistato la miniera Ekati. E dal 2001 De Beers oltre a estrarre diamanti è entrata nel segmento della vendita di gioielli al dettaglio con la De Beers Diamond Jewellers, joint-venture col gruppo francese Lvmh. Per non parlare di TIffanY, che sta intensificando il lavoro con società estrattive, finanziando lo sviluppo di nuovi depositi di diamanti in cambio di un diritto di prelazione sulla futura produzione. Non a caso ha annunciato da poco due nuovi accordi con Diamcor Mining e DiamondCorp. La strategia di Tiffany, ha spiegato il ceo Michael Kowalski, deriva dalla forte crescita della domanda di diamanti in Asia e dalla difficoltà nell’individuare nuove miniere. Quindi, che c’è di meglio di andare a scavare (quasi) direttamente?

Mps: i gioielli sono un ottimo investimento. Perché…

[wzslider]Investire in gioielli è un vero affare. Specialmente nei momenti di turbolenza economica, come quello che viviamo da qualche anno. Lo sostiene il Monte dei Paschi di Siena, che ha realizzato uno studio sul mercato dell’arte e su quello dei preziosi. L’indagine sul mercato dell’arte del Mps analizza l’andamento del mercato della pittura, distinto in tre segmenti di riferimento, sintetizzando i risultati delle maggiori transazioni di case d’asta (circa 1.550 le osservazioni totali) in tre indici secondo il periodo storico di riferimento: MPS Art Old masters e 19° secolo Index, MPS Art Pre War Index e MPS Art Post War Index. Le evidenze dei 3 indici sono infine sintetizzate nel MPS Global Painting Art Index.

Ma, come anticipato, la disamina non finisce qui. Gli esperti hanno anche introdotto  indici che mirano ad analizzare l’andamento delle cosiddette arti minori: oggetti antichi, arredi e sculture, gioielli, vini e fotografia. All’interno delle arti minori si è analizzato l’andamento del comparto Jewels rispetto alle altre arti minori data la particolare funzione di bene rifugio ricoperta da questo segmento. Il segmento più importante dopo la pittura, infatti, è rappresentato dai gioielli e orologi, le cui aste spiccano per gli elevati fatturati medi e che complessivamente pesa il 14,2% dei ricavi totali (+3,1% rispetto alla quota del primo semestre 2010). Tale segmento è previsto in ulteriore crescita dagli esperti del Mps, visto il successo che soprattutto le aste di pietre e preziosi stanno riscuotendo su tutte le piazze continentali.

Conclusioni: il peso tra i vari segmenti pare sia destinato ancora a cambiare, con un rafforzamento delle arti minori che mostrano, nel solo ultimo anno solare e in tutte le categorie, performance migliori, in termini di variazioni percentuali, rispetto al Mps Global Painting Art Index.

Il MPS Jewels index riassume l’andamento delle aste di gioielli, orologi e pietre preziose dei più importanti centri internazionali: Ginevra, Londra, New York e Hong Kong. Il segmento mostra i tassi di crescita più interessanti del comparto delle arti minori, con un progresso del 160,8% negli ultimi 5 anni (primo semestre 2011 su primo semestre 2006).

Nel confronto con il MPS Arti Minori Index Without Jewels (+71,0% tra il 2006 e il 2011), è evidente il successo dei preziosi, che al momento si confermano bene rifugio per eccellenza, con una performance stimata per il 2011 +10,0% (ultimo dato preso in considerazione allo studio).

I gioielli si rivelano anche un bene piuttosto «liquido», perlomeno per i pezzi di alta qualità: le aste considerate dimostrano che i gioielli firmati o d’antichità sono un investimento sicuro. Oltre ai diamanti rimangono sempre molto apprezzate le pietre naturali (non trattate) e le perle naturali (non coltivate). Il successo del segmento è da attribuire a due motivi principali: 1) il gioiello è visto come un bene rifugio di garanzia; 2) il valore del sottostante (oro, argento, diamante…) è cresciuto sensibilmente in questo periodo di recessione.

Certo, non è automatico vendere un gioiello, ma non più di un quadro di pittura. I tassi di unsold registrati negli ultimi cinque semestri, notano gli analisti della banca senese, si assestano nella regione dei tassi medi del quinquennio (tasso medio per lotto 21,4%, per valore 17,6%), e al di sotto dei picchi raggiunti nel 2008: il mercato negli ultimi due anni sembra aver trovato un equilibrio sostenibile per domanda e offerta.

Rispetto al passato la domanda di preziosi si concentra più su diamanti di qualità superiore, pietre con colorazione particolare come il Birmano per i rubini, il Kashmir per gli zaffiri e il Colombiano (Muso) per gli smeraldi.

Sulla piazza newyorkese sono apprezzati soprattutto i diamanti di grande caratura bianchi, come pure le grandi pietre di colore e i diamanti colorati. I gioielli degli anni ’20 e ’50 sono molto graditi sia nel vecchio sia nel nuovo Continente. Il mercato inglese è più orientato verso i diamanti a taglio cushion per la loro particolare lucentezza e per il loro fascino. In Italia si afferma sempre più l’interesse per i gioielli d’epoca, grazie ad una consolidata tradizione orafa che ha prodotto manifatture, design e proporzioni di qualità elevata. Le firme, note a livello internazionale, aggiungono valore al gioiello mediante design raffinati e fattura perfetta.

Non mancano, infine, i consigli per chi decide di lanciarsi in un investimento in diamanti. È necessario, spiegano gli esperti, valutare le cosiddette 4 C: colore (Color), purezza (Clarity), taglio (Cut) e caratura (Carat). Da non trascurare, inoltre, proporzioni, fluorescenza e politura.

Il mercato dei gioielli di pregio è sintetizzato in una serie di grafici. Il rendimento del MPS Jewels Market Value Index nell’intero periodo di osservazione (settembre 2008-settembre 2011) è decisamente positivo (+63,5%) e superiore agli altri indici borsistici nazionali considerati, tutti in terreno negativo: SMI (-4,9%), CAC 40 (-36,7%)** e Ftse Mib (-54,5%) ad eccezione dello S&P 500 (+2,7%).

L’investimento borsistico nel gioiello di lusso risulta essere l’unico positivo rispetto ai maggiori indici rappresentativi dei 4 paesi che contribuiscono, con loro società, alla definizione del MPS Jewels Market Value Index (Damiani e Bulgari per l’Italia, LVMH, Hermès e Dior per la Francia, Richemont per la Svizzera e Tiffany & Co. per gli Stati Uniti).

Attenzione, però: i pericoli non mancano. Il segmento del gioiello di lusso, continua lo studio, è sottoposto a numerose minacce: 1) sempre più forte interesse per beni sostitutivi destinati a soddisfare il benessere psico-fisico (es. viaggi, SPA, palestre, ecc); 2) maggiore domanda per le produzioni della fashion industry soprattutto da parte dei più giovani, attratti da prezzi meno proibitivi e caratteristiche innovative; 3) preferenza per i prodotti-moda più che per i prodotti-valore; 4) forte stagionalità delle vendite in alcuni periodi dell’anno (per i gioielli Natale e San Valentino); 5) rischio di contraffazione; 6) rischio reputazionale (per esempio quando la produzione viene decentrata all’estero); 7) cambiamento nel gusto dei consumatori, spesso improvviso e non motivato. Gli alti tassi di disoccupazione e i livelli delle aliquote fiscali nei mercati emergenti sono fattori in grado di influenzare la domanda. Inoltre, i prodotti del mercato del lusso hanno natura di bene secondario e ciò li rende suscettibili alla congiuntura macroeconomica circostante rendendo necessario il costante potenziamento e rilancio del marchio.

 Anche per questo nei mesi scorsi la performance del MPS Jewels Market Value Index ha risentito della difficoltà dei mercati finanziari (-20,5%), ma sono state negative anche le performance di tutti gli altri indici che oscillano dal -31,9% del Ftse Mib al -10,7% dello S&P500.

Sulla performance complessiva del MPS Jewels Market Value Index hanno comunque inciso soprattutto LVMH (-19% ca.) e Richemont (-23% ca.) che complessivamente pesano per il 70% ca. sull’intero indice.

Poco significativa sulla performance dell’indice la crescita del titolo Bulgari (+50% ca.) a seguito dell’OPA lanciata da LVMH, a causa del suo limitato peso sull’aggregato (4,5% ca.). Federico Graglia

 

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