Rio Tinto

Diamanti rossi, i più rari

Alla scoperta di una gemma molto rara: i diamanti rossi. Sapevate che esistono? Se ne trovano pochi e hanno prezzi folli. Ma sono bellissimi ♦

Avete mai visto un diamante naturale rosso come un rubino? È molto difficile. Se solo un diamante su 10 mila esemplari possiede abbastanza colore per essere classificato come fancy (cioè fantasia, di un colore diverso dal classico bianco-incolore). Tra i diamanti fancy, quelli rosa sono considerati tra i più rari e, se hanno una gradazione di tono ancora più scura, sono ancora più eccezionali. Questi diamanti hanno quasi sempre anche colori secondari: rosato, violaceo oppure marrone, come la sfumatura dell’Edcora Red Diamond, il più grande mai classificato dalla Gia (5,71 carati) e tenuto ben nascosto dai suoi proprietari, pare sia una società di Hong Kong, tanto che non esistono foto pubbliche e di questo diamante nemmeno si conosce la provenienza.

Due diamanti rossi della miniera australiana di Argyle
Due diamanti rossi della miniera australiana di Argyle

Insomma, i diamanti che hanno un colore rosso sono rarissimi. Inoltre, le origini di questo colorazione sono ancora misteriose. I gemmologi non sono ancora riusciti a concordare quale sia l’origine di questa tonalità. La tesi più affidabile è che i diamanti rossi siano, in realtà, gemme rosa molto scure. Durante la formazione del diamante questo tipo di pietra sarebbe stato sottoposto a una pressione così grande da alterare la struttura molecolare interna: atomi fuori posto, rispetto a quelli dei comuni diamanti incolori. Ma, al momento, si discute su questa ipotesi.

Il diamante rosso De Young
Il diamante rosso De Young

Non vi capiterà mai di comprare un diamante rosso, a meno che non siate ricchi come uno sceicco o un genio hi-tech della Silicon Valley. Ma, nel caso ve ne proponessero uno, fate attenzione: il colore rosso potrebbe (ed è l’ipotesi più probabile) non essere del tutto naturale. In effetti, la colorazione può essere anche indotta sottoponendo un normale diamante incolore a particelle radioattive, riscaldandolo ad alte temperature e quindi mettendolo a una forte pressione. Non è più, insomma, una colorazione naturale.

Diamante Argyle Everglow, 2.11 carati, radiant shaped, Fancy Red diamond
Diamante Argyle Everglow, 2.11 carati, radiant shaped, Fancy Red diamond, Rio Tinto

Del diamante brasiliano Moussaieff Red Diamond, di 5,11 carati con un taglio Trillion, ossia triangolare, si sa anche il valore: è stato acquistato nel 2002 per 8 milioni di dollari (circa 5,4 milioni di euro) dal gioielliere da cui prende il nome. Battezzato con il cognome del proprietario è anche il terzo classificato, il Kazanjian Red, scoperto nella miniera di Licthenburg in Sud Africa: è di 5,05 carati e ha un taglio smeraldo. In passato era stato scambiato per un rubino a causa del suo colore rosso sangue. Ha una storia avventurosa: durante la Seconda guerra mondiale è stato rubato dai nazisti e ha avuto vari passaggi fino ad arrivare nelle mani del presidente della Kazanjian Diamonds. Un errore di valutazione lo ha subito anche il De Young Red di 5,03 carati  acquistato in una vendita immobiliare: è stato scambiato per un granato per il suo rosso intenso tendente al bruno. È anche uno dei pochi diamanti visibili a tutti, perché è esposto Smithsonian Museum, a Washington.

Il diamante rosso Kazanjian
Il diamante rosso Kazanjian

I diamanti rossi sono così rari, che la maggior parte dei gioiellieri, anche quelli più famosi, non ne ha mai visto uno.  Attualmente, il 90 per cento dei diamanti rosa e rossi naturali del mondo provengono da un’unica fonte: l’Argyle Diamond Mine nell’Australia Occidentale. Secondo i funzionari di Rio Tinto, azienda che possiede la miniera, questi diamanti sono quasi introvabili: la quantità di quelli estratti in un anno più grandi di mezzo carato è risibile e starebbe nel palmo di una mano. I pezzi migliori sono venduti al Pink Diamond Tender, una delle aste internazionali più importanti per questa categoria e in 30 anni sono stati offerti solo nove Fancy Red Argyle. Uno di questi, di 0,75 carati, è stato tagliato a cuore e montato su anello insieme a un altro diamante, the Argyle Celestial di 0,71 carati di un un profondo blu grigio. La combinazione di due pietre con un taglio così difficile rende l’anello straordinario. Però è l’Argyle Phoenix Fancy Red Diamond, di 1,56 carati la vera star: è stato venduto per più di  2 milioni di dollari, il più alto prezzo per un diamante prodotto dalla miniera. Ma attenzione, il valore dei diamanti rossi è in costante aumento perché sono sempre più: la multinazionale anglo-australiana ha previsto di cessare la produzione.

Il diamante rosso Moussaieff
Il diamante rosso Moussaieff
Diamanti rossi Argyle a forma di cuore e Phoenix taglio brillante
Diamanti rossi Argyle a forma di cuore e Phoenix taglio brillante
Tre anelli con diamanti Rio Diamond: bianchi, verde, blu e rosso
Tre anelli con diamanti Rio Diamond: bianchi, verde, blu e rosso
Anello con diamante rosso di 1,38 carati
Anello con diamante rosso di 1,38 carati

I segreti dei diamanti champagne




Diamanti, ma di colore che va dal caramello al cognac. Sono i diamanti champagne, molto di moda. Ecco come riconoscerli e come sono classificati ♦

Sono un nuovo classico, ma è «vietato» chiamarli diamanti brown. Piuttosto, meglio la definizione di champagne o cognac: questi diamanti ormai accompagnano i gioielli di celebrità e trend setter. Il merito (o la responsabilità, dipende dai punti di vista) va alla compagnia mineraria Rio Tinto, il maggiore produttore al mondo di questo tipo di gemme, e alla sua operazione di sensibilizzazione del mercato, visto che fino a trent’anni fa quasi nessuno conosceva o, meglio, utilizzava questo tipo di pietra.

Anello chevalier con diamanti champagne
Colette Jewelry, anello chevalier con diamanti champagne

Certo, la strada per convincere gioiellieri e addetti ai lavori a usare come alternativa al diamante incolore, quello classico, pietre dei toni più morbidi e dorati non è stata breve. Ma l’idea di associare la tonalità a un vino pregiato, lo champagne, e a un liquore di lusso, il cognac, ha avuto successo. Inoltre, l’aumento della domanda dei diamanti ha allargato di fatto il mercato e ora queste pietre dalle sfumature dorate sono una delle principali scelte per realizzare gioielli di design o comunque dal gusto molto contemporaneo. Tanto da spingere la Argyle Diamonds (miniera australiana di proprietà di Rio Tinto) a certificare per le pietre incolore una scala cromatica da C1 a C7, simile a quella redatta dal Gia (Gemological Institute of America). Insomma, adesso anche i diamanti colorati sono catalogati scientificamente e la loro valutazione non dipende solo dalla discrezionalità del gioielliere. E questo rappresenta un vantaggio per tutti gli acquirenti. Ecco la classificazione dei diamanti australiani.

Orecchini in oro rosa con diamanti champagne
Orecchini in oro rosa con diamanti champagne by Pasquale Bruni

Vale la pena di acquistare un gioiello con diamanti champagne? Mentre un tempo i diamanti non perfettamente incolori erano considerate gemme di seconda categoria, ora l’opinione non è più quella. Certo, i diamanti tradizionali, incolori, sono ancora valutati di più di quelli champagne. Ma a pesare di più è la valutazione complessiva del gioiello. Un semplice anello con un piccolo diamante champagne sarà ancora valutato un po’ meno di uno corrispondente, ma perfettamente incolore. Ma un gioiello ben fatto e, soprattutto, di una marca nota e affermata potrà mantenere il suo valore nel tempo e, con un po’ di fortuna anche rivalutarsi parecchio.

Bracciale in oro rosa 14 carati e diamanti bianchi e champagne
Bracciale in oro rosa 14 carati e diamanti bianchi e champagne

La qualità. Attenzione, però, alla scelta. Come accennato, anche per i diamanti champagne conta la qualità. Insomma, non sono tutti uguali. Una perfetta chiarezza, l’assenza o quasi di inclusioni, oltre naturalmente al peso in carati, sono elementi da valutare attentamente prima di acquistare un gioiello. Insomma, un gioiello con diamanti champagne deve essere una scelta, non un ripiego con diamanti di seconda qualità.

La scala cromatica Argyle Diamonds
La scala cromatica Argyle Diamonds

Provenienza. Africa del Sud, Siberia e Australia. La miniera Argyle nella remota regione dell’East Kimberley dell’Australia occidentale è la maggiore fonte al mondo.

Colore. Deriva dal calore e dalla pressione esercitata dalle profondità della terra sul reticolo cristallino. In pratica questo meccanismo provoca delle distorsioni nel diamante che le assorbe imprimendo un colore marrone. Un fenomeno visibile all’interno della pietra come in fasce parallele. Il loro colore naturale può essere modificato in laboratorio in arancio, giallo o rosa.

Diamanti naturali nelle sfumature champagne e cognac
Diamanti naturali nelle sfumature champagne e cognac
Orecchini a forma di elmetto romano, in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini a forma di elmetto romano, in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro bianco, diamanti champagne
Mary Esses, orecchini in oro bianco, diamanti champagne

Anello con diamanti champagne
Etho Maria, anello con diamanti champagne

Spilla in oro giallo e rosa con diamanti champagne, brown, zaffiri orange
Spilla in oro giallo e rosa con diamanti champagne, brown, zaffiri orange by Chopard







Un rosso da impazzire



Rio Tinto presenta il secondo più grande diamante rosso del mondo: prezzo top secret ♦︎

Indovinello: è una pietra rossa, trasparente, con un colore brillante, con taglio radiant. Che cos’è? No, non è un rubino. È uno dei rari diamanti rossi, anzi, uno dei più grandi mai trovati, la seconda in assoluto per grandezza e peso. Lo ha presentato a New York il colosso minerario Rio Tinto, assieme ad altre straordinarie pietre colorate.

Il raro diamante rosso 2.11carat, noto come The Argyle Everglow, è stato la star del 2017 Arygle Pink Diamonds Tender, che è la vetrina annuale dei diamanti più rari estratti dalla miniera Argyle di Rio Tinto. L’Argyle Everglow è stato valutato dall’Istituto gemologico d’America (Gia) come un diamante Fancy Red VS2. Il colore rosso è la tonalità più rara per i diamanti. Basti pensare che in 33 anni da questa miniera sono stati certificati Fancy Red meno di 20 carati. Il Fancy Red Argyle Everglow è il secondo più grande diamante Fancy Red del mondo, dopo il Moussaieff Red, che ha 5,11 carati. Quanto può valere un diamante del genere? Il prezzo è top secret. Rio Tinto riceve delle proposte d’acquisto in busta chiusa da commercianti e collezionisti e non divulga le cifre. Tra anni fa, a Hong Kong, un diamante rosso di oltre 2 carati è stato venduto all’asta per 5 milioni, circa 2,4 per carato. Di sicuro, secondo gli esperti, il prezzo di questi diamanti non è paragonabile a quello dei normali diamanti incolori. Questi sono piuttosto da considerare come opere d’arte.

Rio Tinto ha presentato in tutto 58 diamanti, per un totale di 49,39 carati, tra cui quattro rossi, quattro rossi violacei, due  viola e uno blu. La miniera di Argyle si trova nella regione orientale di Kimberley, in Australia Occidentale. Federico Graglia





Diamante Argyle Everglow, 2.11 carati, radiant shaped, Fancy Red diamond
Diamante Argyle Everglow, 2.11 carati, radiant shaped, Fancy Red diamond

Alcune dei diamanti colorati presentati da Rio Tinto
Alcune dei diamanti colorati presentati da Rio Tinto
Argyle Isla, 1.14 carat radiant shaped Fancy Red
Argyle Isla, 1.14 carat radiant shaped Fancy Red
Argyle Liberté, 0.91 carati radiant shaped, Fancy Deep Gray-Violet
Argyle Liberté, 0.91 carati radiant shaped, Fancy Deep Gray-Violet
Argyle Kalina, 1.50 carati, forma ovale, Fancy Deep Pink
Argyle Kalina, 1.50 carati, forma ovale, Fancy Deep Pink

Diamante Aryle Avaline. Taglio a forma di cuscino, Fancy Purple Pink, 2,42 carati
Diamante Aryle Avaline. Taglio a forma di cuscino, Fancy Purple Pink, 2,42 carati







È guerra tra diamanti e cubic zirconia





Un gruppo di aziende specializzate nell’estrazione dei diamanti ha deciso di combattere la diffusione delle pietre sintetiche, come i cubic zirconia. Ne dà notizia il Wall Street Journal. Il gruppo, chiamato il diamante Producers Association, è guidata da grandi grupp come De Beers, Alrosa, Petra Diamonds e Rio Tinto. La guerra prevede una campagna di comunicazione che ha a disposizone un budget annuale di 6 milioni dollari. L’obiettivo è promuovere diamanti come bene di lusso per i consumatori di fascia alta ed evidenziare il fascino dei diamanti naturali, per combattere l’apprezzamento per quelli sintetici meno costosi. Non sarà una passeggiata. Il nuovo gruppo, d’altra parte, i mezzi ce li ha: basti dire che De Beers tempo fa controllava l’80% dei diamanti estratti del mondo e ha aperto la strada all’uso dei diamanti per gli anelli di nozze. Il suo slogan «Un diamante è per sempre» è stato proclamato dalla rivista Advertising Age come una delle migliori dieci campagne pubblicitarie del 20esimo secolo. Ora De Beers controlla circa un terzo delle vendite di diamanti del mondo.

Diamanti grezzi
Diamanti grezzi

Ma, secondo gli esperti, la domanda di diamanti quest’anno ha traballato e i prezzi non sono stati così alti come nelle attese. De Beers, che è controllata all’85% da gigante minerario Anglo-American, ha fatto sapere che «alla luce delle condizioni di mercato correnti» prevede di tagliare la produzione di circa 2 milioni di carati. Sul mercato vi è un eccesso di diamanti da parte delle società di intermediazione, che comprano pietre grezze da tagliare e lucidare per la vendita a dettaglianti, sostiene l’analista minerario David Butler, di Barclays. Così le società hanno venduto in modo più aggressivo in questi mesi per fare cassa, spingendo verso il basso i prezzi dei diamanti lavorati. Se a questo si aggiunge una domanda oscillante, si capisce perché le aziende minerarie puntino a combattere con decisione i «concorrenti» diamanti sintetici, che minacciano di sottrarre loro altre quote di mercato. La Cina è diventata il maggior produttore di diamanti sintetici e, visto che la classe media cinese è tra i maggiori acquirenti di gioielleria, la vendita di diamanti naturali ci potrebbe essere influenzata negativamente da un aumento delle vendite di pietre sintetiche nazionali. Il Wall Street Journal fa anche notare che la maggior parte dei diamanti sintetici sono utilizzati per scopi industriali, ma in passato sono stati spacciati per diamanti naturali anche per i gioielli.  Nel 2012 circa 600 diamanti sintetici non dichiarati sono stati trovati nai laboratori di Anversa e Bombay, e circa 200 diamanti artificiali sono stati scoperti a Shenzhen, in Cina, nel 2013. Federico Graglia

Anello con diamanti di De Beers
Anello con diamanti di De Beers
L'insegna De Beers
L’insegna De Beers

Miniera della Culinam
Miniera della Culinam







I gioielli sostenibili di Jennifer

Paladina della gioielleria sostenibile, Jennifer Dawes è una dei quattro designer dell’edizione 2015 di Diamonds With A Story, il progetto di Rio Tinto per sdoganare i diamanti con delle collezioni dal design molto contemporaneo e a un prezzo accessibile: tra i 500 e i 5 mila dollari. Dei quattro ambiti a cui ispirarsi suggeriti dal colosso minerario Rio Tinto, quello di Dawes non poteva che essere Cutting inpact, ossia l’importanza di usare diamanti provenienti da miniere e lavorazioni socialmente sostenibili, visto che lei porta avanti questa istanza fin dal 2005, quindi da tempi non sospetti, quando questi temi non erano di dominio comune. In questo caso i diamanti sono certificati dalla miniera fino al taglio, fase che di solito non è tracciata, e invece sappiamo che tutte le pietre usate sono state lavorate con un taglio rosa in India e nel suo studio in California e montate su oro riciclato o Fairmined. E allora ecco una collezione, Leaves, che non sono i soliti diamanti della mamma, di una trasparenza davvero brillante. Matilde de Bounvilles

Collezione Leaves, orecchini in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, orecchini in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, orecchini lunghi in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, orecchini lunghi in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, anello in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, anello in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, anelli impilabili in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, anelli impilabili in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, bangle in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, bangle in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, collana in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, collana in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, collana con pendente in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, collana con pendente in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, collana in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle
Collezione Leaves, collana in oro riciclato e diamanti provenienti dalla miniera di Argyle

I diamanti di Camelot

Una collezione per i collezionisti che amano la leggenda di Camelot, quella di Matthew Campbell Laurenza (lontane origini italiane) per il marchio Diamond with a story di Rio Tinto (https://gioiellis.com/rio-tinto-ha-una-story/). Il gioco di parole è inevitabile dato che tutto ruota intorno alla convinzione del designer americano che il collezionismo come espressione di uno stile personale non si limiti ai quadri o alle sculture, ma valga anche per i gioielli. Insomma, l’accumulo non è finalizzato esclusivamente all’investimento. E allora ecco i pezzi di Camelot, linea ispirata alle armature della leggendaria fortezza di Re Artù, realizzata nella categoria suggerita da Rio Tinto, Mixed medium, ossia libertà creativa fuori dalle regole e dentro l’innovazione con materiali preziosi. Tutti a un prezzo accessibile, da mischiare insieme e in seguito aggiungere ad ogni stagione: ci sono anelli da infilare uno sopra l’altro, decorati con motivi che ricordano punte di lance e scudi, anelli di fidanzamento molto elaborati e pendenti con pietre interscambiabili: grazie a un meccanismo ingegnoso si possono sostituire i diamanti e cambiare colore nelle sfumature grigie, champagne, marroni e nere, provenienti dalla miniera di Argyle di in Australia. Monica Battistoni

 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro bianco openwork e diamanti in quattro gradazioni di colore: marrone, cognac, champagne e grigio
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro bianco openwork e diamanti in quattro gradazioni di colore: marrone, cognac, champagne e grigio
 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot anello in oro giallo con diamanti
 Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot orecchini in oro giallo con diamanti
Matthew Campbell Laurenza, collezione Camelot orecchini in oro giallo con diamanti

Rio Tinto ha una story

Rio Tinto, uno dei maggiori produttori di diamanti al mondo con miniere in Canada, Australia e Zimbawe, vuole ringiovanire il mercato e affiancare alle famose 4 C di scelta i veri motivi d’acquisto: amore, emozione e, perché no?, la bellezza del gioiello che non sta solo nella pietra, ma anche nel design. Per farlo ha promosso il marchio Diamond with a story e ogni anno incarica quattro valenti gioiellieri di creare una caspsule collection (i prescelti dell’edizione 2015 sono Sandy Leong, Jennifer Dawes, Suzanne Kalan e Matthew Campbell Laurenza), da esibire al Jck di Las Vegas. L’idea alla base del progetto è quella di fornire ai commercianti gioielli a un prezzo molto ragionevole per dei diamanti, si va dai 500 ai 5 mila dollari, dal design più contemporaneo rispetto ai classici e indossabili tutti i giorni tutto il giorno. Qualcosa che per i Millennials, i clienti con massimo trenta anni sono il target dichiarato, sia diverso da ciò che indossano i genitori, senza essere ostentato o bling bling. Dei quattro i temi suggeriti da Rio Tinto, quello di Sandy Leong è Shaped by origin, letteralmente modellato dalle origini, e la stilista ha scelto la pioggia come motivo creativo per ricordare l’immanenza della natura. Anelli, collane orecchini e bracciali prendono forma con lunghe gocce di pioggia in oro riciclato con finitura setata collegate da diamanti grigi o champagne provenienti dalle miniere di Argyle in Australia. Ecco le prime immagini della collezione Rain, nei prossimi articoli i temi e le proposte degli altri tre designer. Monica Battistoni 

Sandy Leong, collezione Rain bangle in oro riciclato giallo, rosa e bianco con diamanti grigi e champagne
Sandy Leong, collezione Rain bangle in oro riciclato giallo, rosa e bianco con diamanti grigi e champagne
Sandy Leong, collezione Rain anello sottile e impilabile in oro riciclato giallo con 9 diamanti grigi
Sandy Leong, collezione Rain anello sottile e impilabile in oro riciclato giallo con 9 diamanti grigi
Sandy Leong, collezione Rain orecchini in oro giallo setato con gocce pendenti incastonate di diamanti
Sandy Leong, collezione Rain orecchini in oro giallo setato con gocce pendenti incastonate di diamanti
Sandy Leong, collezione Rain collana in oro riciclato giallo con lunghe gocce incastonate con diamanti grigi e champagne
Sandy Leong, collezione Rain collana in oro riciclato giallo con lunghe gocce incastonate con diamanti grigi e champagne
Sandy Leong, collezione Rain collana in oro riciclato giallo con una fila di lunghe gocce incastonate con diamanti grigi e champagne
Sandy Leong, collezione Rain collana in oro riciclato giallo con una fila di lunghe gocce incastonate con diamanti grigi e champagne
Sandy Leong, bracciale rigido in oro 18 carati con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 5000 dollari
Sandy Leong, bracciale rigido in oro 18 carati con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 5000 dollari

Gara a quattro con diamanti doc

Il colosso minerario Rio Tinto ha incaricato quattro dei più famosi designer americani di realizzare delle linee di gioielli con pietre provenienti esclusivamente dalle miniere di Argyle, in Australia, e selezionate in base alla caratura da 0.01 a 0.07 carati e alle tonalità di naturali di grigio, champagne e cognac. Un’iniziativa battezzata Diamond with a story, intrapresa qualche anno fa con lo scopo di rendere più commerciabili i loro prodotti. Jennifer DawesSuzanne KalandjianSandy Leong e Matthew Campbell Laurenza, sono i designer scelti per la loro attenzione alla sostenibilità, ai colori e all’uso di materiali non tradizionali, hanno creato ciascuno una collezione di 18 pezzi con una fascia prezzo che va dai 500 ai 5000 mila dollari, che verrà presentata al Jck di Las Vegas, la fiera di settore che si tiene nella città del Nevada a maggio. Un’idea di marketing molto interessante, per ora limitata al mercato americano, considerato che fino a qualche hanno fa questa tipologia di diamanti era prima sconosciuta e poi considerata di scarsa qualità. Ora, invece, c’è perfino una scala di colori certificata. Come recita il proverbio cinese? Meglio un diamante con un difetto che un sasso perfetto. Monica Battistoni 

Matthew Campbell Laurenza, anello in oro 18 carati con con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 750 dollari
Matthew Campbell Laurenza, anello in oro 18 carati con con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 750 dollari
Sandy Leong, bracciale rigido in oro 18 carati con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 5000 dollari
Sandy Leong, bracciale rigido in oro 18 carati con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 5000 dollari
Jennifer Dawes, orecchini in oro 18 carati con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 1150 dollari
Jennifer Dawes, orecchini in oro 18 carati con diamanti colorati naturali Rio Tinto della miniera Argyle. Prezzo: 1150 dollari

 

Ecco i gioielli di Bollywood

Ecco le prime immagini di una delle più importanti rassegne dedicate ai gioielli: l’India International Jewellery Week. L’India, infatti, è uno dei Paesi che conte il maggiore acquisto di prodotti della gioielleria. Naturalmente, e qui sta l’interesse di questa gallery, il gusto delle donne indiane (e degli uomini indiani) è differente da quello Occidentale. La rassegna è organizzata con sfilate di attrici e modelle di Bollywood che indossano i pezzi più pregiati disegnati e prodotti dai gandi gioiellieri e si tiene al Grand Hyatt Hotel. Nel 2011, hanno partecipato alla seconda edizione della rassegna 31 aziende. Matilde de Bounvilles