LVMH - Page 3

Bulgari a caccia di Bulgari

Bulgari compra Bulgari. La maison romana, passata un paio di anni fa sotto il mantello parigino di Bernard Arnault, patron di Lvmh, ha deciso di puntare sulla sua storia. I fasti degli anni Sessanta e Settanta, quando il negozio Bulgari di Roma era la meta preferita di Elizabeth Taylor o Gina Lollobrigida, infatti, si sono rivelati un formidabile patrimonio per il marketing. Tanto che le diverse esposizioni di gioielli storici firmati dal gioielliere italiano sono ormai in perenne tour nel mondo, da Parigi al Texas.

Bracciale Serpenti, con orologio incastonato nella bocca. Smalto, oro e zaffiri per gli occhi. Realizzato nel 1967
Bracciale Serpenti, con orologio incastonato nella bocca. Smalto, oro e zaffiri per gli occhi. Realizzato nel 1967

L’idea, nelle stanze di Lvmh, è quindi quella di ampliare queste iniziative. Ma occorrono altri gioielli oltre a quelli già esposti. Questa considerazione sta alla base di un annuncio pubblicato sulle pagine del quotidiano economico «il Sole 24Ore», pubblicata nei giorni scorsi: «In previsione delle future retrospettive sull’arte e la storia di Bulgari in Programma in tutto il mondo, stiamo ricercando esemplari di alta gioielleria antecedenti al 1990 destinati ad entrare permanentemente nella nostra Collezione storica». L’annuncio riporta anche un periodo durante il quale è aperta la caccia: dal 4 al 30 novembre. E un indirizzo e-mailo: retrospettivebulgari@bulgari.com. Matilde de Bounvilles 

 

Bulgari perde la testa

Michael Burke
Michael Burke

Cambio della guardia nel gruppo Lvmh. Michael Burke,  direttore generale di Bulgari, è salito al più alto gradino della scala manageriale: diventa, infatti, amministratore delegato di Louis Vuitton, la griffe di punta del colosso francese. Prende il posto di Jordi Constans, che lascia «per problemi di salute». Burke è entrato in Lvmh nel 1986, e dal febbraio 2012 si era occupato di Bulgari, dopo il passaggio di proprietà del brand italiano sotto il cappello francese. Bulgari, insomma, si trova nel giro di un anno a cambiare per la seconda volta la propria guida. In precedenza Burke era stato direttore di Fendi, dopo una carriera in Dior e Vuitton. Costans era salito alla testa di Vuitton solamente nel novembre 2011, al posto di Yves Carcelles, che invece aveva guidato la maison per ben 22 anni. Chi prenderà il posto di Burke nell’azienda di gioielli? F.G.

English flagBulgari loses his head
Changing of the guard in the LVMH group. Michael Burke, CEO of Bulgari, climbed to the highest rung of the managerial ladder: it becomes, in fact, CEO of Louis Vuitton, the brand’s flagship French giant. He replaces Jordi Constans, which leaves “due to health problems.” Burke joined LVMH in 1986, and since February 2012 it was occupied by the Bulgarians, after the change of ownership of the Italian brand in the French hat. Bulgari, in short, is located in the space of a year for the second time to change their driving. Previously, Burke was director of Fendi, after a career in Dior and Vuitton. Constans had risen to the head of Vuitton only in November 2011, replacing Yves Carcelles, which instead had led the House for 22 years. Who will take the place of Burke holding of jewelry?

France flagBulgari perd la tête
Changement de la garde dans le groupe LVMH. Michael Burke, directeur général de Bulgari, a grimpé au plus haut échelon de l’échelle de gestion: il devient, en fait, PDG de Louis Vuitton, fleuron du géant français de la marque. Il remplace Jordi Constans, qui laisse “en raison de problèmes de santé.” Burke rejoint LVMH en 1986, et depuis Février 2012, elle fut occupée par les Bulgares, après le changement de propriétaire de la marque italienne dans le chapeau français. Bulgari, en bref, est situé dans l’espace d’une année pour la deuxième fois à modifier leur conduite. Auparavant, Burke était directeur de Fendi, après une carrière dans Dior et Vuitton. Constans était passé à la tête de Vuitton seulement en Novembre 2011, en ​​remplacement d’Yves Carcelles, qui avait conduit à la place de la Chambre depuis 22 ans. Qui va prendre la place de Burke tenue de bijoux?

German flagBulgari verliert den Kopf
Wachablösung in der LVMH-Gruppe. Michael Burke, CEO von Bulgari, kletterte auf den höchsten Sprosse der Führungsleiter : es wird in der Tat, CEO von Louis Vuitton, das Flaggschiff der Marke Französisch Riese. Er ersetzt Jordi Constans, die Blätter “wegen gesundheitlicher Probleme.” Burke trat LVMH im Jahr 1986, und seit Februar 2012 wurde er von den Bulgaren besetzt, nach der Änderung der Eigentumsverhältnisse der italienischen Marke in der Französisch-Hut. Bulgari, kurz gesagt, in der innerhalb eines Jahres zum zweiten Mal ihre Fahr ändern entfernt. Zuvor war Burke Direktor Fendi, nach einer Karriere in Dior und Vuitton. Constans hatte, um den Kopf des Vuitton nur im November 2011 gestiegen ist, ersetzt Yves Carcelles, die stattdessen das Haus 22 Jahre lang geführt hatte. Wer wird den Platz von Burke nehmen Besitz von Schmuck?

Russian flagBulgari теряет голову
Смена караула в группе LVMH. Майкл Берк, генеральный директор Bulgari, поднялся на высшую ступень управленческой лестницы: она становится, по сути, главный исполнительный директор Louis Vuitton, флагман французского гиганта бренда. Он заменяет Jordi Констант, который оставляет “из-за проблем со здоровьем.” Берк присоединился LVMH в 1986 году, и с февраля 2012 она была оккупирована болгар, после смены собственника итальянской марки во французском шляпе. Bulgari, короче говоря, находится в пространстве в год во второй раз, чтобы изменить их вождения. Ранее Берк был директором Fendi, после карьеры в Dior и Vuitton. Констант дослужился до главы Vuitton только в ноябре 2011 года, заменив Yves Carcelles, который вместо этого возглавлял Дом в течение 22 лет. Кто займет место Берк проведения ювелирных изделий?

Mps: i gioielli sono un ottimo investimento. Perché…

[wzslider]Investire in gioielli è un vero affare. Specialmente nei momenti di turbolenza economica, come quello che viviamo da qualche anno. Lo sostiene il Monte dei Paschi di Siena, che ha realizzato uno studio sul mercato dell’arte e su quello dei preziosi. L’indagine sul mercato dell’arte del Mps analizza l’andamento del mercato della pittura, distinto in tre segmenti di riferimento, sintetizzando i risultati delle maggiori transazioni di case d’asta (circa 1.550 le osservazioni totali) in tre indici secondo il periodo storico di riferimento: MPS Art Old masters e 19° secolo Index, MPS Art Pre War Index e MPS Art Post War Index. Le evidenze dei 3 indici sono infine sintetizzate nel MPS Global Painting Art Index.

Ma, come anticipato, la disamina non finisce qui. Gli esperti hanno anche introdotto  indici che mirano ad analizzare l’andamento delle cosiddette arti minori: oggetti antichi, arredi e sculture, gioielli, vini e fotografia. All’interno delle arti minori si è analizzato l’andamento del comparto Jewels rispetto alle altre arti minori data la particolare funzione di bene rifugio ricoperta da questo segmento. Il segmento più importante dopo la pittura, infatti, è rappresentato dai gioielli e orologi, le cui aste spiccano per gli elevati fatturati medi e che complessivamente pesa il 14,2% dei ricavi totali (+3,1% rispetto alla quota del primo semestre 2010). Tale segmento è previsto in ulteriore crescita dagli esperti del Mps, visto il successo che soprattutto le aste di pietre e preziosi stanno riscuotendo su tutte le piazze continentali.

Conclusioni: il peso tra i vari segmenti pare sia destinato ancora a cambiare, con un rafforzamento delle arti minori che mostrano, nel solo ultimo anno solare e in tutte le categorie, performance migliori, in termini di variazioni percentuali, rispetto al Mps Global Painting Art Index.

Il MPS Jewels index riassume l’andamento delle aste di gioielli, orologi e pietre preziose dei più importanti centri internazionali: Ginevra, Londra, New York e Hong Kong. Il segmento mostra i tassi di crescita più interessanti del comparto delle arti minori, con un progresso del 160,8% negli ultimi 5 anni (primo semestre 2011 su primo semestre 2006).

Nel confronto con il MPS Arti Minori Index Without Jewels (+71,0% tra il 2006 e il 2011), è evidente il successo dei preziosi, che al momento si confermano bene rifugio per eccellenza, con una performance stimata per il 2011 +10,0% (ultimo dato preso in considerazione allo studio).

I gioielli si rivelano anche un bene piuttosto «liquido», perlomeno per i pezzi di alta qualità: le aste considerate dimostrano che i gioielli firmati o d’antichità sono un investimento sicuro. Oltre ai diamanti rimangono sempre molto apprezzate le pietre naturali (non trattate) e le perle naturali (non coltivate). Il successo del segmento è da attribuire a due motivi principali: 1) il gioiello è visto come un bene rifugio di garanzia; 2) il valore del sottostante (oro, argento, diamante…) è cresciuto sensibilmente in questo periodo di recessione.

Certo, non è automatico vendere un gioiello, ma non più di un quadro di pittura. I tassi di unsold registrati negli ultimi cinque semestri, notano gli analisti della banca senese, si assestano nella regione dei tassi medi del quinquennio (tasso medio per lotto 21,4%, per valore 17,6%), e al di sotto dei picchi raggiunti nel 2008: il mercato negli ultimi due anni sembra aver trovato un equilibrio sostenibile per domanda e offerta.

Rispetto al passato la domanda di preziosi si concentra più su diamanti di qualità superiore, pietre con colorazione particolare come il Birmano per i rubini, il Kashmir per gli zaffiri e il Colombiano (Muso) per gli smeraldi.

Sulla piazza newyorkese sono apprezzati soprattutto i diamanti di grande caratura bianchi, come pure le grandi pietre di colore e i diamanti colorati. I gioielli degli anni ’20 e ’50 sono molto graditi sia nel vecchio sia nel nuovo Continente. Il mercato inglese è più orientato verso i diamanti a taglio cushion per la loro particolare lucentezza e per il loro fascino. In Italia si afferma sempre più l’interesse per i gioielli d’epoca, grazie ad una consolidata tradizione orafa che ha prodotto manifatture, design e proporzioni di qualità elevata. Le firme, note a livello internazionale, aggiungono valore al gioiello mediante design raffinati e fattura perfetta.

Non mancano, infine, i consigli per chi decide di lanciarsi in un investimento in diamanti. È necessario, spiegano gli esperti, valutare le cosiddette 4 C: colore (Color), purezza (Clarity), taglio (Cut) e caratura (Carat). Da non trascurare, inoltre, proporzioni, fluorescenza e politura.

Il mercato dei gioielli di pregio è sintetizzato in una serie di grafici. Il rendimento del MPS Jewels Market Value Index nell’intero periodo di osservazione (settembre 2008-settembre 2011) è decisamente positivo (+63,5%) e superiore agli altri indici borsistici nazionali considerati, tutti in terreno negativo: SMI (-4,9%), CAC 40 (-36,7%)** e Ftse Mib (-54,5%) ad eccezione dello S&P 500 (+2,7%).

L’investimento borsistico nel gioiello di lusso risulta essere l’unico positivo rispetto ai maggiori indici rappresentativi dei 4 paesi che contribuiscono, con loro società, alla definizione del MPS Jewels Market Value Index (Damiani e Bulgari per l’Italia, LVMH, Hermès e Dior per la Francia, Richemont per la Svizzera e Tiffany & Co. per gli Stati Uniti).

Attenzione, però: i pericoli non mancano. Il segmento del gioiello di lusso, continua lo studio, è sottoposto a numerose minacce: 1) sempre più forte interesse per beni sostitutivi destinati a soddisfare il benessere psico-fisico (es. viaggi, SPA, palestre, ecc); 2) maggiore domanda per le produzioni della fashion industry soprattutto da parte dei più giovani, attratti da prezzi meno proibitivi e caratteristiche innovative; 3) preferenza per i prodotti-moda più che per i prodotti-valore; 4) forte stagionalità delle vendite in alcuni periodi dell’anno (per i gioielli Natale e San Valentino); 5) rischio di contraffazione; 6) rischio reputazionale (per esempio quando la produzione viene decentrata all’estero); 7) cambiamento nel gusto dei consumatori, spesso improvviso e non motivato. Gli alti tassi di disoccupazione e i livelli delle aliquote fiscali nei mercati emergenti sono fattori in grado di influenzare la domanda. Inoltre, i prodotti del mercato del lusso hanno natura di bene secondario e ciò li rende suscettibili alla congiuntura macroeconomica circostante rendendo necessario il costante potenziamento e rilancio del marchio.

 Anche per questo nei mesi scorsi la performance del MPS Jewels Market Value Index ha risentito della difficoltà dei mercati finanziari (-20,5%), ma sono state negative anche le performance di tutti gli altri indici che oscillano dal -31,9% del Ftse Mib al -10,7% dello S&P500.

Sulla performance complessiva del MPS Jewels Market Value Index hanno comunque inciso soprattutto LVMH (-19% ca.) e Richemont (-23% ca.) che complessivamente pesano per il 70% ca. sull’intero indice.

Poco significativa sulla performance dell’indice la crescita del titolo Bulgari (+50% ca.) a seguito dell’OPA lanciata da LVMH, a causa del suo limitato peso sull’aggregato (4,5% ca.). Federico Graglia