Tiffany ha mandato a casa, cioè licenziato o incentivato alle dimissioni, circa 9 mila dei suoi dipendenti. La sorprendente rivelazione ha una fonte inattaccabile: Anthony Ledru, Ceo della grande azienda di New York, ora controllata dal gruppo francese Lvmh. In un’intervista rilasciata a Wwd, infatti, il nuovo presidente e Ceo di Tiffany & Co. ha rivelato che il marchio di gioielli di lusso ha sostituito due terzi dei dipendenti in 14 mesi, cioè dal momento dell’acquisizione. Dato che i dipendenti dichiarati da Tiffany sono (o erano) circa 13.000, il calcolo della grande purga è presto fatto.

L’allontanamento di migliaia di dipendenti è avvenuto quindi in un arco di tempo strettissimo, visto che l’effettivo acquisto di Tiffany da parte di Lvmh è stato firmato solo nel gennaio 2021, per 15,8 miliardi di dollari (e dopo una estenuante trattativa). La ricetta francese per il menu di Tiffany ha previsto, però, anche nuovi ingressi, di un numero non precisato. Ora, secondo il manager, accanto a un terzo dei dipendenti che è rimasto al suo posto, il 30% proviene da Lvmh, mentre il restante è entrato in azienda senza avere alle spalle un’esperienza in nessuno dei due gruppi originali.

Nell’intervista, Ledru definisce Tiffany una bella addormentata, che ha necessità di una scossa. Tra le priorità, secondo il manager, c’è il rinnovo dei negozi di vendita al dettaglio di Tiffany. I piani prevedono di rinnovare da 30 a 50 negozi all’anno. La Maison ha appena presentato la nuova linea di alta gioielleria Botanica Blue Book, la prima di tre che saranno lanciate quest’anno.

