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Munnu The Gem Palace, ode al rubino





Sindoor, una straordinaria collezione che celebra il rubino realizzata dalla la Maison indiana Munnu The Gem Palace ♦

Il nome Siddharth può evocare il nome originario del fondatore del buddismo, l’omonimo romanzo di Hermann Hesse, oppure il gioielliere erede della nona generazione di virtuosi delle gemme a Jaipur, in India. Siddharth Kasliwal ha la responsabilità e l’onore di condurre Munnu The Gem Palace, un tempio della gioielleria e delle pietre preziose nella capitale dell’oreficeria indiana, nel Rajastan, ma con negozi anche a Mumbai e New York. Ora Siddharth Kasliwal può orgogliosamente mostrare la sua ultima fatica: la collezione Sindoor.

Bracciale della collezione Sindoor
Bracciale della collezione Sindoor

È ispirata a una piccola scatola coperta di rubini realizzata da Munnu Kasliwal, padre di Siddharth, che ha guidato in passato la leggendaria Maison indiana. Siddharth ha scoperto il piccolo box alto una ventina di centimetri negli archivi di Munnu. «Ho voluto rendere omaggio a lui», ha spiegato Kasliwal. Per completare la collezione a base di rubini ci sono voluti più di due anni. La collezione include una collana con un pendente che contiene anche un diamante con taglio a pera, anello, orecchini, bracciali, e una boccetta per contenere il profumo. Ogni pezzo è fatto a mano secondo la tecnica tradizionale indiana, Kundun, in cui ogni gemma è delineato con lamina d’oro e la creazione di un motivo geometrico. Prezzi da  48.000 a  480.000 dollari. Margherita Donato

Boccetta porta profumo con rubini e smeraldi
Boccetta porta profumo con rubini e smeraldi
Collana con pendente della collezione Sindoor
Collana con pendente della collezione Sindoor
Anello di Munnu The Gem Palace
Anello di Munnu The Gem Palace

La Sindoor Box, scatola utilizzata nella tradizione indiana per conservare il Sindoor (o sindhur), polvere vermiglio-rossa o arancio. È un cosmetico in polvere, di solito indossati dalle donne sposate e utilizzato lungo la linea di separazione dei capelli
La Sindoor Box, scatola utilizzata nella tradizione indiana per conservare il Sindoor (o sindhur), polvere vermiglio-rossa o arancio. È un cosmetico in polvere, di solito indossati dalle donne sposate e utilizzato lungo la linea di separazione dei capelli







L’Oriente d’oro a Ginevra

Gli ori del passato nei Paesi sulla Via della Seta in mostra a Ginevra.

Tuffiamoci nel passato. Perché è dal passato che nasce il presente e si forma il futuro. Anche nella gioielleria. Un’arte che è come un oceano in cui le acque finiscono per mischiarsi, dove colori e forme si confondono e lo stile, come un’onda, tocca una spiaggia e poi si ritrae. Tutta questa poesia per presentare un’esposizione che eleva oro, rubini, turchesi, perle e diamanti ad ambasciatori culturali. A Ginevra la Fondazione Baur presenta Bijoux d’Orients Lointains, i gioielli dai Paesi lungo l’antica Via della Seta. Sono 300 i preziosi che provengono da Yemen, Indonesia, India, Cambogia, Thailandia e Filippine. Cina e Giappone sono già presenti nel museo. Sono gioielli antichi e meno antichi, tutti rarissimi, custoditi in collezioni private e, quindi, esposti al pubblico in via eccezionale.

Come accennato, sono gioielli, quindi oggetti preziosi nati per essere indossati, ma allo stesso tempo sono un piccolo riassunto della cultura e dello sviluppo artistico dei luoghi e dell’epoca in cui sono stati concepiti. I gioielli sono stati utilizzati anche come moneta di scambio, sono stati bottino di guerra, testimonianze di ricchezza destinati a finire nelle tombe. E se pensate che un gioiello è solo un gioiello, basta osservare la varietà di monili presente per capire quanto questi oggetti si siano evoluti e trasformati secondo il gusto, l’abilità orafa e il modo di vivere. Rudy Serra

Bijoux d’Orients Lointains
Fino al 26 febbraio, 2017
Fondazione Baur
Ginevra, 8 Munier-Romilly Street
da martedì a domenica
orario: 14-18

Cintura in oro e cristallo di rocca. Cambogia, periodo Khmer, IX-XIII secolo
Cintura in oro e cristallo di rocca. Cambogia, periodo Khmer, IX-XIII secolo
Collier in oro e cotone. India Tamil Nadu, XIX-XX secolo
Collier in oro e cotone. India Tamil Nadu, XIX-XX secolo
Collier in oro, Birmania. CIrca anno Mille
Collier in oro, Birmania. CIrca anno Mille
Collana d'Oro, Sumatra, XIX-XX secolo
Collana d’Oro, Sumatra, XIX-XX secolo
Diadema e spille, Indonesia-Bali. Argento dorato, XIX secolo
Diadema e spille, Indonesia-Bali. Argento dorato, XIX secolo
Parure bura bura, Indonesia, Sumatra. Argento dorato, XiX secolo
Parure bura bura, Indonesia, Sumatra. Argento dorato, XiX secolo
Pendente amuleto, oro e cristallo di rocca. Cambogia, periodo Khmer, IX-XIII secolo
Pendente amuleto, oro e cristallo di rocca. Cambogia, periodo Khmer, IX-XIII secolo
Pendente kaffat  o beduino. Arabia Saudita. Oro, turchese, perle, cotone. XIX-XX secolo
Pendente kaffat o beduino. Arabia Saudita. Oro, turchese, perle, cotone. XIX-XX secolo
Collana in argento dorato. Yemen, XIX-XX secolo
Collana in argento dorato. Yemen, XIX-XX secolo

Amrapali incanta Kate

Se Kate Middleton, duchessa di Cambridge, durante il suo viaggio in India ha indossato orecchini in lapislazzuli e diamanti firmati Amrapali un motivo ci sarà. D’accordo, in parte è anche un gesto di cortesi, per dimostrare che la gioielleria made in India è apprezzata dalla famiglia reale britannica. Ma è anche perché Amrapali è una della Maison più famose e apprezzate di Jaipur, la capitale della gioielleria indiana. Anche molte star di Bollywood indossano gioielli di questo brand che prende il nome (forse la duchessa di Cambridge lo ignorava) di una famosa cortigiana reale, vissuta intorno al 500 aC nell’antica India. Ma è anche il nome della Musa dell’ispirazione, dell’intuizione e di una visione spirituale superiore attraverso la sua bellezza senza tempo e la grazia. È una figura tanto famosa nel subcontinente asiatico che il suo nome è menzionato anche nelle antiche tradizioni buddiste Pali. Un po’ più concretamente, la gioielleria è guidata dalla passione dei suoi fondatori, Rajiv Arora & Rajesh Ajmera, che amano riproporre l’antica tradizione orafa indiana, ma rivisitata e portata ai massimi livelli con una lavorazione ricca e con pietre di assoluta qualità. Lavinia Andorno

Collana girocollo in stile vittoriano con diamanti e perle South Sea su argento e oro
Collana girocollo in stile vittoriano con diamanti e perle South Sea su argento e oro Collana girocollo in stile vittoriano con diamanti e perle South Sea su argento e oro
Kate Middleton con gli orecchini di Amrapali
Kate Middleton con gli orecchini di Amrapali
Collana Fiore di Loto, com diamanti rubini e dettagli in smalto
Collana Fiore di Loto, com diamanti rubini e dettagli in smalto
Anelli con zaffiro e smeraldo, più diamanti
Anelli con zaffiro e smeraldo, più diamanti
Orecchini Lotus con diamanti, rubini e dettagli di smalto
Orecchini Lotus con diamanti, rubini e dettagli di smalto
Bracciale Lotus in oro
Bracciale Lotus in oro
Bracciale Tempio del Pavone. Con rubini e smeraldi incastonati nell'argento
Bracciale Tempio del Pavone. Con rubini e smeraldi incastonati nell’argento
Orecchini Lotus
Orecchini Lotus

Asian Star Jewels, modernissima India

Tra i tanti produttori asiatici che da qualche anno si affollano sul mercato europeo, spesso con risultati modesti, c’è anche chi, come Asian Star Jewels propone uno stile diverso. Diamo un’occhiata alla sua produzione. Il brand fa parte del gruppo indiano Asian Star, che è una delle principali case d’affari nel settore dei diamanti con base a Mumbai. Tanto per dare un’idea, sul mercato Asian Star riversa 300.000 gioielli all’anno. Insomma, un colosso della gioielleria, che oltre alla lavorazione dei diamanti, si occupa della produzione e della vendita al dettaglio di anelli, bracciali, collane. A VicenzaOro Asian Star Jewels ha portato una collezione che non è per nulla parente della oreficeria tradizionale indiana, con tante pietre colorate e tanti fronzoli. Anzi, si ispira al design moderno europeo: a voi il giudizio se ci è riuscita o no. Di sicuro gli anelli in oro e diamanti con quelle strane evoluzioni della banda in oro rosa sono molto lontane dalla gioielleria tradizionale come quella del Rajastan. Margherita Donato

Asian Star Jewels, anello in oro rosa e diamanti
Asian Star Jewels, anello in oro rosa e diamanti
Anello in oro giallo e diamanti
Anello in oro giallo e diamanti
Anello in oro rosa e diamanti
Anello in oro rosa e diamanti
Anello in oro bianco e pietra colorata
Anello in oro bianco e pietra colorata
Anello in oro bianco, diamanti e smeraldi
Anello in oro bianco, diamanti e smeraldi
Anello Asian Star in oro rosa
Anello Asian Star in oro rosa

Profumo d’India per Lebole Gioielli

Dopo gli orecchini con le stoffe dei kimono giapponesi era forse inevitabile che Lebole Gioielli cercasse di variare lo spartito della sua musica. Questa volta, infatti, gli orecchini made in Arezzo viggiano fino in India. I tessuti indiani dello Stato del Rajasthan, infatti, sono quelli utilizzati per la nuova collezione. Riportano immagini in stile Moghul (dominazione musulmana tra il metà Cinquecento e l’Ottocento), con disegni di profili femminili, dipinti a mano. Figure che sono successivamente montate su una lastra d’argento dorato, che lascia intravedere nel retro dell’orecchino il tessuto incorniciato. Sono utilizzate anche pietre naturali, ma l’aspetto che salta subito all’occhio è l’asimmetricità: in un lobo gli orecchini incorniciano sei miniature Moghul e nell’altro un mantra, Hum, ripetuto all’infinito dagli induisti.

Altra novità di Lebole Gioielli è Regalina, liaison tra la parola re e gallina (ma con una sola elle). Ne abbiamo già parlato qui.

La collezione di orecchini dedicata all'India
La collezione di orecchini dedicata all’India
Lebole, collezione regalina
Lebole, collezione regalina
Orecchini Lebole Gioielli
Orecchini Lebole Gioielli

Estate in giallo

L’India è il Paese con il maggior utilizzo di oro: non stupisce, quindi, che aziende indiane come Krown Jewels siano specializzate nel confezionare gioielli in cui il colore giallo è prevalente. È il caso di questa serie di gioielli che sembra intonarsi perfettamente ai colori caldi dell’estate e, naturalmente, del caldo sole di Mumbai, dove ha sede il brand. Nata solo nel 2001, Krown si è messa in luce per la sua produzione che non concede troppo agli stilemi del gusto orientale, anche se i gioielli prodotti sono piuttosto vistosi, elaborati, densi. Se vi piace il giallo e l’oro potete tranquillamente fare indigestione con le immagini dell’ultima collezione del brand indiano. A differenza di quelli prodotti da altri connazionali, questi gioielli sono più leggeri nonostante le loro grandi proporzioni, grazie all’utilizzo di parti in rodio. I semplici zirconi che prendono il posto dei classici diamanti concorrono a mantenere più contenuto il prezzo. L.A.

Bracciali in oro e zirconi. La lavorazione centrale è eseguita con il laser
Bracciali in oro e zirconi. La lavorazione centrale è eseguita con il laser
Piccoli bracciali con oro di diversi colori
Piccoli bracciali con oro di diversi colori
Collana e orecchini in oro con zirconi. In tutto pesa 65 grammi
Collana e orecchini in oro con zirconi. In tutto pesa 65 grammi
Collana e orecchini, in oro e rodio
Collana e orecchini, in oro e rodio. Disponibile anche un anello della stessa serie
Collana e orecchini. Insieme pesano 125 grammi
Collana e orecchini. Insieme pesano 125 grammi
Bracciali tradizionali in oro con zirconi
Bracciali tradizionali in oro con zirconi
Parure di collana, anello e orecchin di gusto orientale
Parure di collana, anello e orecchin di gusto orientale

Menu indiano per Boucheron

Boucheron, la quintessenza della gioielleria francese, si infila il turbante con Bleu de Jodhpur, una collezione di gioielli che nasce dall’incontro tra la mente creativa della Maison, Claire Choisne, e l’attuale Maharaja di Jodhpur, Sua Altezza Gajsingh II. D’altra parte, Boucheron e l’India hanno un rapporto di oltre un secolo e il Rajastan ha una lunga storia nell’oreficeria e nell’intaglio delle gemme. Ma questa nuova collezione ne rafforza il legame attraverso i simboli: Jodhpur è conosciuta come la città del sole, Boucheron come il gioielliere di luce e Parigi è la ville lumiere e il patronato del Maharaja conferisce autenticità e anche un tocco di romanticismo. Certo, la tradizione non è sufficiente per conquistare la fascia alta del mercato indiano e Boucheron spinge la sfida creativa al limite, con gioielli realizzati con nuovi materiali, per esempio il marmo. Attenzione, non uno qualsiasi, ma quello proveniente dalle cave di Makrana che hanno contribuito a costruire il Taj Mahal. Poi c’è la sabbia, quella del deserto del Thar, che si trova nel nord ovest di del Paese. Elementi della cultura indiana, che insieme al fiore di loto e alla tecnica mendhi, ossia il tatuaggio temporaneo eseguito con henné naturale rosso, e alle città di Jodhpur e Nagaur raccontano la storia delle quattro collane che costituiscono la collezione. La collana Jodhpur è un omaggio evidente alla gioielleria indiana, con la sua struttura simmetrica, il retro decorato per il piacere esclusivo del proprietario e il tipico grande diamante centrale a forma di aquilone, ed è anche il primo gioiello reversibile della Maison: da una parte il marmo bianco Makrana con il suo aspetto lattiginoso e la sua lucidatura che esalta la luminosità dei diamanti e rende il disegno geometrico un po’ più morbido; dall’altro lato invece, lo zaffiro inciso sul cristallo di rocca ricorda i decori dei palazzi di Jodhpur, conosciuta anche come città blu. Il costo di questa collana è di circa 1 milione e 300 mila euro.

Bleu de Jhodpur
Collezione Blue de Jhodpur, collana Jodhpur dal peso di 490 grammi con 2448 diamanti e 215,15 carati di marmo bianco e un diamante flawless da 6,01 carati
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Collezione Blue de Jodhpur, collana Jodhpur il retro con 744 zaffiri e 248.30 carati di cristallo di rocca

Continuate a leggere e guardate le prossime immagini

Stella Jean in India

Estate al mare, quello di Haiti, inverno in montagna sulla catena himalayana per Stella Jean, la stilista diventata famosa per i suoi vestiti realizzati con stoffe dal disegno decisamente etnico, ma costruiti con un taglio sartoriale, e anche vintage tra gonne a palloncino e ampi e lussuosi cappotti maschili. Abbandonate le stampe africane, la collezione autunno inverno 2016 è un viaggio ideale sul tetto del mondo con relativa iconografia indiana. E naturalmente anche gli accessori si adattano al tema: i bracciali in ferro battuto alti e spessi, i cuff per intenderci, sono decorati con l’animale simbolo della nazione, la tigre rossa, o con la testa del dio indù Ganesh, quello con il volto da elefante. Animale che è stato anche una delle cavalcature preferite dai monarchi, per esempio gli imperatori moghul, la dinastia mussulmana che regnò per quasi tre secoli, generando un’epoca definita dagli storici l’età dell’oro dell’India.  Pietre colorate come smeraldi, zaffiri rubini ricordano i passati fasti, mentre le perline che compongono la spilla con il muso di uno yak, essenziale per la sopravvivenza sui monti dell’Himalaya, riecheggiano un’altra India, quella rurale simile per semplicità a quella delle antiche tribù come i Banjara con i loro coloratissimi pon pon che pendono da orecchini e bracciali. E, per finire, non poteva mancare un tocco kitsch: il ritratto di una danzatrice tutta agghindata, incastonato come un cameo in un medaglione riccamente decorato. Ma attenzione: anche se la stilista ha cambiato continente per la produzione si avvale sempre della collaborazione di artigiani haitiani. Ecco le immagini in anteprima. Lavinia Andorno
Bracciale in ferro battuto con testa di tigre smaltala e decorata con cristalli
Bracciale in ferro battuto ricoperto di stoffa con testa di tigre smaltala e decorata con cristalli
Bracciale in ferro battuto con testa di elefante smaltala e decorata con cristalli
Bracciale in ferro battuto ricoperto di stoffa con testa di elefante smaltala e decorata con cristalli
Spilla con musi di Yak in pelrene e cristalli
Spilla a forma di muso di Yak costituito da perline cristalli e nappe
Collana in ottone dorato con ritratto di danzatrice
Collana in ottone dorato con ritratto di danzatrice

Oro giù verso quota mille dollari

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braccialeÈ il momento di analizzare l’andamento dell’oro. La paura di crisi internazionali aveva spinto il prezzo e già molti si chiedevano se il metallo giallo sarebbe tornato a splendere. Invece no: l’oro ha visto le quotazioni tornare sotto 1.290 dollari l’oncia per la prima volta da oltre un mese. Non solo: secondo gli esperti potrebbe scendere sotto quota 1.286 dollari per poi precipitare ancora. La banca d’affari Goldman Sachs è convinta che il viaggio sarà duro: in una nota ha ribadito la previsione di una caduta a 1.050 dollari entro fine anno. L’oro, insomma, è destinato a diventare meno costoso, nonostante abbia guadagnato il 10% nel primo semestre. Tra le cause della discesa ci sono i consumi (vedi https://gioiellis.com/report-riservato-sulloro/): quelli in Asia in particolare, che ormai costituiscono il principale motore della domanda di oro. oro-e-valute

La China Gold Association ha reso noti dati che hanno gelato le aspettative: la domanda cinese di oro nel primo semestre è diminuita del 19 per cento. La vendita di barre e lingotti è crollata del 62%, quella di monete del 44%. Anche se gli acquisti di gioielleria e quelli industriali sono invece saliti dell’11 per cento. Secondo il World Gold Council dal 2004, quando Pechino ha consentito ai privati di investire in oro, al 2013 la domanda di barre e monete in Cina è salita da 10 a 397 tonnellate. Ma a giugno le importazioni di oro in Cina sono calate per il quarto mese e sono risultate le più basse da gennaio 2013. Anche chi puntava a una ripresa delle importazioni in India resterà deluso. Il nuovo premier Narendra Modi non ha ridotto i pesanti dazi sul metallo giallo. Federico Graglia 

ukThe gold rushes toward the one thousand dollars

It’s time to analyze the performance of gold market. The fear of international crisis had already pushed the price and many have wondered if  the yellow metal would come back to shine. But no: the gold has seen prices go below $ 1,290 an ounce for the first time in over a month. Not only that, according to experts share could fall below $ 1,286 and then down again. The investment bank Goldman Sachs believes that the journey will be hard: in a statement reiterated the forecast of a drop to $ 1,050 by year end. The gold, in short, is expected to become less expensive, despite having gained 10% in the first half. Among the causes of the descent there are consumptions (see https://gioiellis.com/report-riservato-sulloro/): particularly those in Asia, which now represent the main driver of demand for gold.

The China Gold Association has released figures that have ice cream expectations: China’s demand for gold in the first half decreased by 19 percent. The sale of bars and bullion fell by 62% to 44% of the coins. Although purchases of jewelery and industrial ones are rose 11 percent. According to the World Gold Council since 2004, when Beijing allowed individuals to invest in gold, in 2013, the demand for bars and coins in China has risen from 10 to 397 tons. But in June gold imports in China fell for the fourth month and were the lowest since January 2013. Who pointed to a recovery in imports in India will be disappointed too. The new prime minister Narendra Modi did not reduce the heavy duties on the yellow metal.

france-flagL’or se précipite vers les mille dollars 

Il est temps d’analyser la performance de marché de l’or. La peur de la crise internationale avait déjà poussé le prix et beaucoup ont demandé si le métal jaune reviendrait à briller. Mais non: l’or a vu les prix descendent en dessous de $ 1,290 l’once pour la première fois en plus d’un mois. Non seulement que, selon les experts part pourrait tomber en dessous de $ 1286, puis à nouveau. La banque d’investissement Goldman Sachs estime que le voyage sera difficile: dans un communiqué réaffirmé la prévision d’une baisse à $ 1050 en fin d’année. L’or, en bref, est appelé à devenir moins cher, en dépit d’avoir gagné 10% au premier semestre. Parmi les causes de la descente il ya consommations (voir https://gioiellis.com/report-riservato-sulloro/): en particulier ceux d’Asie, qui représentent désormais le principal moteur de la demande pour l’or.

La China Gold Association a publié des chiffres qui ont des attentes de la crème glacée: la demande de la Chine pour l’or dans la première moitié a diminué de 19 pour cent. La vente de bars et de lingots a chuté de 62% à 44% des pièces de monnaie. Bien que les achats de bijoux et industriels sont ceux augmenté de 11 pour cent. Selon le World Gold Council depuis 2004, lorsque Pékin a permis aux particuliers d’investir dans l’or, en 2013, la demande de lingots et de pièces en Chine a augmenté de 10 à 397 tonnes. Mais en Juin importations d’or en Chine ont baissé pour le quatrième mois et étaient au plus bas depuis Janvier 2013. Qui a fait une reprise des importations en Inde sera déçu aussi. Le nouveau Premier ministre Narendra Modi n’a pas réduit les lourdes tâches sur le métal jaune.

german-flagDer Goldrausch zu den tausend Dollar 

Es ist Zeit, um die Leistung der Goldmarkt zu analysieren. Die Angst vor der internationalen Krise hatte bereits den Preis gedrückt, und viele haben gefragt, ob das gelbe Metall zurückkommen würde, um zu glänzen. Aber nein: das Gold gesehen hat, gehen die Preise unter 1.290 $ pro Unze für das erste Mal seit über einem Monat. Nicht nur, dass nach Meinung von Experten könnten Aktien unter $ 1286 dann wieder nach unten fallen und. Die Investmentbank Goldman Sachs glaubt, dass die Reise wird schwer sein: in einer Erklärung bekräftigte die Prognose von einem Rückgang auf $ 1050 bis Ende des Jahres. Das Gold, kurz gesagt, wird erwartet, dass weniger teuer werden, obwohl sie 10% im ersten Halbjahr gewonnen. Zu den Ursachen des Abstiegs gibt es Verbrauch (siehe https://gioiellis.com/report-riservato-sulloro/): insbesondere jene in Asien, die jetzt die Haupttreiber der Nachfrage nach Gold zu vertreten.

Die China Gold Association hat Zahlen, die Eis Erwartungen Freigabe: Chinas Goldnachfrage im ersten Halbjahr um 19 Prozent. Der Verkauf von Bars und Goldbarren fielen um 62% auf 44% der Münzen. Obwohl Kauf von Schmuck-und Industrietore sind um 11 Prozent. Nach Angaben der World Gold Council seit 2004, als Peking erlaubt Einzelpersonen in Gold zu investieren, im Jahr 2013 die Nachfrage nach Barren und Münzen in China hat sich von 10 bis 397 Tonnen gestiegen. Aber im Juni Goldimporte in China fiel im vierten Monat und waren die niedrigste seit Januar 2013. Wer auf eine Erholung der Importe in Indien hingewiesen wird auch enttäuscht sein. Der neue Ministerpräsident Narendra Modi nicht die schweren Aufgaben auf dem gelben Metall zu reduzieren.

flag-russiaЗолото мчится к одной тысячи долларов 

Пора анализировать производительность рынке золота. Страх международного кризиса уже толкнул цену и многие задались вопросом, если желтый металл вернется до блеска. Но нет: золото видел цены идут ниже $ 1290 за унцию впервые в течение месяца. Мало того, что, по мнению экспертов доля может упасть ниже $ 1286, а затем снова вниз. Инвестиционный банк Goldman Sachs считает, что путешествие будет трудно: в заявлении вновь прогноз падения до $ 1050 к концу года. Золото, короче говоря, как ожидается, станет менее дорогой, несмотря на то, вырос на 10% в первой половине. Среди причин спуске есть потребление (см. https://gioiellis.com/report-riservato-sulloro/): особенно те, в Азии, которые в настоящее время представляют основной движущей силой спроса на золото.

Китай Золотой ассоциации выпустила цифры, которые есть мороженое ожидания: спрос Китая на золото в первой половине снизился на 19 процентов. Продажа баров и слитков упали на 62% до 44% монет. Хотя закупки ювелирных изделий и промышленных них выросли на 11 процентов. По данным Всемирного золотого совета с 2004 года, когда Пекин позволяет частным лицам инвестировать в золото, в 2013 году, спрос на слитки и монеты в Китае вырос с 10 до 397 тонн. Но в июне импорт золота в Китае упал на четвертом месяце и были самыми низкими с января 2013 года. Кто указал на восстановление импорта в Индии будут разочарованы слишком. Новый премьер-министр Нарендра Моди не снижает тяжелые пошлины на желтый металл.

spagna-okEl oro se precipita hacia los mil dólares 

Es el momento de analizar el rendimiento de mercado del oro. El miedo a la crisis internacional ya había empujado el precio y muchos se han preguntado si el metal amarillo volvería a brillar. Pero no: el oro se ha visto que los precios bajan de 1.290 dólares la onza por primera vez en más de un mes. No sólo eso, según los expertos de la cuota podría caer por debajo de $ 1.286 y luego hacia abajo de nuevo. El banco de inversión Goldman Sachs cree que el viaje va a ser difícil: en un comunicado reiteró la previsión de una caída de $ 1,050 a finales de año. El oro, en resumen, se espera que sea menos costosa, a pesar de haber ganado un 10% en la primera mitad. Entre las causas de la bajada hay consumos (ver https://gioiellis.com/report-riservato-sulloro/): en particular los de Asia, que ahora representan el principal motor de la demanda de oro.

La Asociación de Oro de China ha publicado las cifras que tienen expectativas de helado: la demanda china de oro en el primer semestre se redujo en un 19 por ciento. La venta de las barras y lingotes de oro se redujo en un 62% a un 44% de las monedas. Aunque la compra de las joyas e industriales se elevaron 11 por ciento. Según el Consejo Mundial del Oro desde 2004, cuando Beijing permitió individuos a invertir en oro, en 2013, la demanda de barras y monedas en China ha aumentado desde 10 hasta 397 toneladas. Pero en junio las importaciones de oro en China cayeron por cuarto mes y fue el más bajo desde enero de 2013. Quién apuntó a una recuperación de las importaciones de la India será decepcionado también. El nuevo primer ministro Narendra Modi no redujo los pesados ​​impuestos sobre el metal amarillo.

India Paradiso dell’oro

È l’India il Paradiso dell’oro. Ci sono donne, nel grande Paese asiatico, che si coprono di gioielli fino a portarsi addosso etti di metallo. Una vera fatica.  I contadini conservano i propri risparmi per acquistare i bijoux più vistosi. C’è persino che compra anelli d’oro per usarli come tirapugni o magnati che offrono oro ai templi hindu per bilanciare il proprio comportamento disinvolto nel business. Nel 2011 l’India ha importato più oro di qualsiasi altro Paese al mondo: circa 1.000 tonnellate, un quinto della fornitura annuale globale. È stessa quantità che si trova nei sotterranei della banca centrale della Svizzera.

Gli indiani sono da sempre stati attratti per i gioielli creati con il metallo giallo. Ma lo shopping in questa proporzione è un fenomeno recente. L’India nel 1982 consumava solo 65 tonnellate di oro. E fino al 1990, le importazioni erano quasi bandite. L’oro doveva essere contrabbandato e il suo prezzo in India era di circa il 50 % in più rispetto a quello all’estero. L’acquirente tipico era un povero contadino nel Sud, per il quale l’oro era una moneta antica da tenere nascosto in vista di tempi difficili. Ma la deregolamentazione ha visto un’esplosione in acquisti. Oggi i lingotti sono acquistati da ricchi, investitori e speculatori. E la maggior parte dell’oro entra in India legalmente, attraverso le banche.

Gioielleria a Mumbai
Gioielleria a Mumbai

L’oro continua a essere un bene rifugio. Solo un terzo degli indiani ha un conto in banca. E l’inflazione dei prezzi al consumo è superiore ai tassi di interesse pagati dai titoli di Stato. Il sistema finanziario è complice di un governo che prende soldi in prestito a buon mercato, a scapito dei risparmiatori. Mentre gli stranieri comprano un sacco di azioni alla Borsa di Bombay, perché considerano l’India un Paese in crescita, molti indiani hanno già venduto i loro titoli. Insomma, chi ha fatto soldi ha poche alternative. E l’oro non sembra così male, soprattutto considerando che il suo prezzo è salito ogni anno tra il 2002 e il 2011. 

Una cliente acquista gioielli a Calcutta
Una cliente acquista gioielli a Calcutta

La seconda ragione per cui l’oro è popolare, è che permette di bypassare la leggendaria burocrazia indiana. Aprire un conto bancario in India è l’inferno burocratico. L’oro è invece ampiamente accettato senza alcuna documentazione ed è anche un ottimo modo per conservare la ricchezza senza pagare tasse. Alcuni ritengono che il grande boom dell’oro sia strettamente legato al boom di corruzione politica negli ultimi dieci anni.

L'interno di una gioielleria indiana
L’interno di una gioielleria indiana

Per i gioiellieri questa corsa all’oro ha un aspetto positivo, ma per l’economia indiana è un disastro. Le importazioni di lingotti impongono uno sforzo enorme sulla sua bilancia dei pagamenti: 54 miliardi dollari l’anno a marzo 2013. Il disavanzo delle partite correnti in India ha raggiunto un preoccupante 4,8% del Pil, e poco più della metà del divario è dovuto agli acquisti di oro. Per limitare le importazioni il governo ha fatto ricorso a tasse, e imponenti quote sugli acquisti. Per ora sembra aver funzionato, con solo 1-2 miliardi di dollari di oro importato nel mese di ottobre. Ma nel tempo la barriera può incoraggiare il contrabbando. Il prezzo dell’oro in India è ora del 10% sopra i livelli internazionali, cosa che suggerisce un incentivo all’import illegale. E contrabbandieri stanno sperimentando nuovi modi per battere il sistema : il 19 novembre 24 lingotti d’oro, vale più di 1 milione  di dollari, sono stati trovati nella toilette di un volo Jet Airways a Kolkata. Federico Graglia 

Orafo indiano al lavoro
Orafo indiano al lavoro

Passaggio in India

India, uno Stato che è un continente e che è geloso delle sue tradizioni. Anche per quanto riguarda la gioielleria: anelli e collane lavorate, con un minuzioso lavoro di cesello per oro e argento. Ma anche il gusto per la visibilità, a volte ostentazione, dei propri accessori preziosi. E anche i nuovi stilisti non si discostano da questa linea, come confermano questi scatti alle sfilate di New Dehli: i gioielli tradizionali la fanno ancora da padroni e sono ancora più carichi. Interessante, probabilmente, anche per chi vuole avvicinarsi all’India non solo come acquirente, ma anche per esportare la propria produzione. Giulia Netrese

Una creazione del designer Sabyasachi durante la Delhi Couture Week a New Delhi
Una creazione del designer Sabyasachi durante la Delhi Couture Week a New Delhi
Una creazione del designer Sabyasachi durante la Delhi Couture Week a New Delhi
Creazioni del designer Sabyasachi durante la Delhi Couture Week a New Delhi
Una creazione del designer Sabyasachi durante la Delhi Couture Week a New Delhi
Una creazione del designer Sabyasachi durante la Delhi Couture Week a New Delhi

News dal mondo

Africa / Russi in Angola per i diamanti. L’Angola e la Russia lavoreranno insieme per cercare nuove miniere diamanti nel paese africano, che attualmente è il quinto produttore al mondo. La partnership e stata resa nota da Antonio Carlos Subula, presidente della Endiama, l’azienda nazionale di diamanti. «Abbiamo firmato un accordo con la Alrosa per dare il via ad una vasta campagna di ricerca», ha dichiarato conferenza. L’anno scorso la produzione di diamanti angolana è stata di 8,3 milioni di carati, pari a un valore di 1,3 miliardi di dollari. Secondo le stime del governo la produzione per il 2013 potrebbe salire fino a 9 milioni di carati che corrisponderebbero a incassi pari a 1,5 miliardi di dollari.diamond-angola

Usa / Avon vende i gioielli. Avon, l’azienda di cosmetica americana, ha venduto la sua divisione di bijoux Silpada Designs per 85 milioni di dollari. Un pessimo affare, visto che solo tre anni fa l’ha acquistata per 650 milioni dollari. A ricomprarla (fregandosi le mani) sono gli stessi fondatori,la famiglia Silpada. La decisione di vendere nasce con l’intento da parte del gruppo di concentrarsi sul proprio core business di prodotti di bellezza.silpada

India / La Banca centrale frena l’oro. La Reserve Bank of India ha deciso di limitare l’importazione di oro, con l’eccezione di chi ne fa uso per la gioielleria. Chi vorrà acquistare oro dall’estero, inoltre, dovrà pagare in contanti. india

Svizzera / Chopard fa charity.  Chopard ha dato il via alla partnership con The Happy Hearts Fund, a Londra. Caroline Scheufele, co-presidente e direttore artistico di Chopard, ha creato una edizione speciale di un 18 carati in oro rosa del braccialetto Happy Diamonds. Parte dei ricavi dalla vendita del gioiello andranno a The Happy Hearts Fund, attivo in sette paesi, in cui ha costruito 72 scuole e asili in meno di sette anni. Senza-titolo-22

Canada / Addio miniera in Cile. Barrick Gold Corp, la più grande società di estrazione di oro al mondo, sta rallentando la costruzione del suo imponente impianto di Pascua-Lama, nelle Ande (Cile). E metterà a bilancio una svalutazione compresa tra 4,5 e 5,5 miliardi dollari. La causa è il calo del prezzo dell’oro e l’aumento dei costi. Dalla fine del 2011, il prezzo dell’oro è sceso del 30 per cento. 

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Damiani più rosa che rosso

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Si può perdere soldi ed essere felici? No. Ma un po’ meno preoccupati sì. È quanto accade a Damiani, apprezzata maison italiana, l’unica che abbia avuto il coraggio di quotarsi in Borsa. Rispetto agli altri gruppi della gioielleria, quindi, Damiani è costretta a rendere pubblici i conti della propria attività. Ergo, mentre molti colleghi piangono in silenzio i danni della crisi, Damiani non li nasconde. Premesso questo, veniamo ai conti del 2012, approvati dall’assemblea di bilancio di venerdì 14 giugno. Damiani ha dovuto archiviare un altro anno in rosso ma, per sua fortuna, si tratta di un rosso più tendente al rosa, cioè meno profondo di quello dell’anno precedente: siamo ora a – 8,6 milioni si euro, mentre 12 mesi fa il risultato negativo era stato di 11,9 milioni. Ok, non è che uno fa i salti di gioia se perde soldi a ripetizione, ma sembra il segno di un trend in miglioramento. Il margine lordo consolidato (Ebitda) è invece negativo per 2,7 milioni, anche qui in migliorameto.

I dati di bilancio dicono anche che i ricavi al 31 marzo 2013 (i Damiani hanno un anno fiscale spostato di tre mesi)  sono stati di 137,8 milioni rispetto ai 151,6 milioni di euro al 31 marzo 2012. Insomma, il 9% in meno di ricavi, ma meno perdite: segno che l’azienda non sta con le mani in mano. Anzi, per la verità prosegue nella sua espansione all’estero, dove la crisi italiana non c’è: Damiani gestisce 70 punti vendita, di cui 49 diretti e 21 in franchising nelle principali vie delle grandi città in Italia e all’estero. Nel corso dello scorso anno sono state inaugurate sei nuove boutique all’estero. E a maggio è arrivata la prima boutique monomarca Damiani a New Delhi, all’interno del lussuoso Oberoi Hotel.

Ecco il commento ufficiale del  presidente del gruppo: Guido Grassi Damiani:

“L’anno fiscale si chiude in un contesto ancora complicato e difficile con il quale il nostro Gruppo si è dovuto confrontare e che ha fortemente condizionato i risultati conseguiti. Tuttavia nel corso dei dodici mesi chiusi al 31 marzo 2013 siamo cresciuti con le nostre boutique monomarca e multimarca a gestione diretta, che hanno confermato i trend positivi che si protraggono da quattro esercizi consecutivi a testimonianza dell’apprezzamento delle nostre collezioni da parte del cliente finale, nazionale ed estero. Abbiamo continuato ad investire in Greater China dove siamo presenti con 9 negozi, tra cui Pechino e Shanghai recentemente inaugurati. L’ulteriore implementazione della strategia distributiva, più orientata sul canale retail e sull’estero, e la piena evidenza degli interventi strutturali sui costi operativi, confermati dall’avvio del nuovo esercizio, porta a ritenere che nel 2013/2014 il Gruppo Damiani possa veder riflessi anche in apprezzabili risultati economico-finanziari quanto raggiunto sul piano commerciale, di prodotto e di mercato”.

 

Fiera dell’oro in India

È in pieno svolgimento The Hyderabad Jewellery, Pearl & Gem Fair 2013, una delle maggiori gioielli manifestazioni internazionali della gioielleria, che si svolge in India. La mostra riunisce buyers e venditori di pietre e perle. Obiettivo della fiera è attirare gli acquirenti commerciali dal sud dell’India, del Sud-Est asiatico, e del resto dell’Asia. Questa è la quinta edizione.

It going The Hyderabad Jewellery, Pearl & Gem Fair 2013, one of the major international events of jewelry jewelry, Which takes place in India.

L'ingresso alla Hyderabad Jewelry Pearl and Gem Fair
L’ingresso alla Hyderabad Jewelry Pearl and Gem Fair
Una modella alla Hyderabad Jewelry Pearl and Gem Fair
Una modella alla Hyderabad Jewelry Pearl and Gem Fair

Cala la domanda di oro

[wzslider]Nel 2012 la domanda mondiale di oro è scesa per la prima volta dal 2009: lo rivela il World Gold Council, aggiungendo che l’arretramento è dovuto alla minor domanda da parte di India e Cina. La domanda, nel 2012, è stata di 4.405 tonnellate, in calo del 3,85% dalle 4.582,3 tonnellate di un anno prima. In termini di valore tuttavia la domanda di oro l’anno scorso è aumentata al livello record di 236,4 miliardi di dollari a causa del rialzo del prezzo medio. Secondo il World Gold Council al declino della domanda dei consumatori al dettaglio ha fatto da contrappeso l’aumento di quella proveniente dagli investitori istituzionali e delle banche centrali. La domanda di oro dell’India, evidenzia il rapporto, è diminuita del 12% rispetto al 2011 a 864,2 tonnellate, nonostante un aumento nell’ultimo trimestre. In Cina la richiesta è stata piatta a 776,1 tonnellate. La domanda globale delle gioiellerie, che vale per il 44% di quella totale, è scesa del 3% a 1.908 tonnellate. Per il 2013 le stime degli analisti del Wgc prevedono un’attenuazione della domanda delle gioiellerie in termini di volume. F.G.

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