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Il bilancio di VicenzaOro September è…





Il bilancio di VicenzaOro September è positivo, assicura la società organizzatrice, Ieg ♦︎

VicenzaOro September è terminata, ma i bilanci, probabilmente, sarà bene continuare a farli anche nei prossimi mesi. Certo, se andrete a leggere sulla grande maggioranza dei giornali specializzati, sulla quasi totalità dei siti di (scarsa) informazione, per non parlare dei celebrati blog, cioè hobby di lusso pagati dalle aziende che scioccamente vi investono, troverete sempre il copia e incolla dei comunicati delle aziende. Non chiamatela informazione, please. Nel caso specifico, troverete il comunicato stampa di Italian Exhibition Group, azienda che per sua fortuna si è affidata alle abili ed esperte competenze di Barabino & Partners, la società che cura la comunicazione anche per VicenzaOro.

VicenzaOro September 2019
VicenzaOro September 2019

Questa lunga premessa serve a introdurre l’argomento. Perché le grandi fiere europee dedicate alla gioielleria (ma il discorso si potrebbe allargare) vivono un momento poco positivo? Per non dire disastroso se si considera la ex leader del settore, Baselworld, alle prese con una valanga di disdette. VicenzaOro, da questo punto di vista, se la cava meglio della rivale svizzera. Meglio, ma non certo ai livelli degli anni d’oro. Basterebbe contare gli assenti illustri, da grandi Maison come Pasquale Bruni o Chimento (ormai da anni fuori gioco), a piccole società come Garavelli, per comprendere come al di là delle cifre ufficiali, spesso inutilmente trionfalistiche, anche VicenzaOro faccia i conti con una certa disaffezione.

Il booth di Yoko London. Copyright: gioiellis.com
Il booth di Yoko London. Copyright: gioiellis.com

Intendiamoci: Ieg non c’entra nulla. Anzi, bisogna dare atto alla società di organizzare al meglio possibile l’evento. Gli spazi ridisegnati, a differenza di quanto è avvenuto a Baselworld, non hanno dato l’idea di un ridimensionamento, che pure c’è stato. E la girandola di eventi collaterali hanno arricchito come sempre l’esperienza di VicenzaOro September. Il problema, infatti, non è legato a un deficit manageriale. Ma alla fine il giudizio vero spetta solo alle aziende partecipanti, che vanno in una fiera per business, non per turismo.

Nel booth di Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Nel booth di Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com

Ieg indica in “circa 1300 i brand presenti” a VicenzaOro September, esattamente come lo scorso anno. Brand, non aziende: il numero di chi ha acquistato uno spazio manca da qualche edizione.

Dato positivo indiscutibile è, invece, la crescita del 10% di operatori esteri, arrivati da 117 Paesi del mondo: un dato, spiega Ieg, che è “in linea con il trend già eccezionalmente positivo delle ultime due edizioni e attesta la capacità di fare sistema” di Ieg nella promozione e crescita di un settore sempre più orientato all’export. Alla percentuale manca, però, il numero reale su cui si basa la percentuale.

Ingresso a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com
Ingresso a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com

Complessivamente la crescita degli operatori esteri è stata guidata dal Middle East (+23%), dal Nord America (+22%), dalla Russia e Ucraina (+19%) e dall’Asia (+18%) con un particolare incremento del Giappone (+43%). L’Europa, che rimane il bacino di operatori più numeroso a Vicenzaoro (pesa il 59%), è rimasto stabile con segnali di particolare positività da Portogallo (+51%), Romania (+28%) e Austria (+9%). Durante i cinque giorni di manifestazione sono stati oltre 500 i buyer ospitati a Vicenza da tutto il mondo, grazie al supporto del ministero dello Sviluppo Economico attraverso l’Ice, l’ente italiano per il commercio con l’estero. Anche per quanto riguarda gli operatori italiani non è stato comunicato nessun numero.

Gioielli esposti a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com
Gioielli esposti a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com

Da registrare la sigla di un accordo di Ieg con Assocoral, l’associazione dei produttori di Coralli e Cammei, per la valorizzazione del distretto campano. Siglato in apertura di VicenzaOro anche l’accordo con Afemo, associazione produttori macchine per l’oreficeria, per la promozione del settore. E da ricordare anche il bis dell’area T-Evolution, l’anima tecnologica e innovativa dell’esposizione.

Nel booth di Roberto Demeglio. Copyright: gioiellis.com
Nel booth di Roberto Demeglio. Copyright: gioiellis.com







I pensatoi di VicenzaOro




I principali appuntamenti previsti durante i cinque giorni di VicenzaOro September ♦︎

Sabato 7 settembre si apre VicenzaOro (7-11 settembre). Ecco gli appuntamenti principali attesi durante i cinque giorni all’interno degli spazi espositivi fieristici.

Visio.Next: Summit – sabato 7 settembre: torna il format dedicato alle tendenze nel mondo del gioiello e dell’oreficeria, alle innovazioni di prodotto, le modalità di consumo e gli andamenti del mercato destinati a lasciare il segno con un’edizione dedicata alla sostenibilità. Esperti internazionali, tra cui top influencer, aziende e operatori di primo piano del settore, discuteranno di Spreading Sustainability: la diffusione delle practices per garantire la sostenibilità risulta essere – dal confronto costante tra operatori della filiera e associazioni di categoria – tra le grandi priorità del settore. Il tema, di strategico rilievo per il settore, sarà il fil rouge di altri eventi tra cui il convegno Cibijo di cui Ieg (società che organizza VicenzaOro) è membro.

Leggi anche: VicenzaOro si aprirà all’insegna del sostenibile 

VicenzaOro January, visitors. Copyright: gioiellis.com
VicenzaOro January, visitors. Copyright: gioiellis.com

TrendVision Talk – domenica 8 settembre: Trendvision Jewellery + Forecasting, il primo Osservatorio indipendente di Ieg specializzato nel forecasting nel mondo della gioielleria, organizza per la prima volta nell’ambito di Vicenzaoro settembre 2019 un importante talk che si concentrerà sulle più recenti evoluzioni del comparto gioielliero. L’appuntamento offrirà in particolare gli spunti sulle ultime tendenze che influenzeranno il mondo del gioiello attraverso gli interventi di influencer di rilievo, giornalisti ed esperti del settore. Momento centrale dell’evento sarà la presentazione da parte di Paola De Luca, direttore dell’Osservatorio Trendvision di Ieg, del The Jewellery Trendbook 2021+, giunto alla 18° edizione, che rappresenta la sintesi di studi e ricerche sul mercato luxury internazionale, sulle attitudini dei consumatori e sulle future tendenze destinate a guidare il mercato nei 18 mesi successivi.

VicenzaOro January 2019
VicenzaOro January 2019

Convegno Cibjo – lunedì 9 settembre: appuntamento con Cibjo, la Confederazione Mondiale della Gioielleria, che, in collaborazione con Italian Exhibition Group, organizzerà il seminario Technological solutions for sustainibility and responsible sourcing in the jewellery industry incentrato sugli aspetti ambientali e sostenibili della gioielleria.

VicenzaOro January 2018
VicenzaOro January 2018

Digital Talks – 8-9 settembre: serie di Talks e brainstorming da 30 minuti sui temi più caldi dell’innovazione digitale dedicata ai dettaglianti del gioiello e dell’orologeria in collaborazione con Confcommercio Federpreziosi. I Digital talks coinvolgeranno esperti del settore che racconteranno casi pratici legati al mondo delle gioiellerie e forniranno strumenti applicabili rapidamente al mondo del dettaglio.

Gem Talk – 8-10 settembre: il format dei brevi interventi a rotazione da 30 minuti riproposto sul mondo delle pietre, grazie alla collaborazione dell’Istituto Gemmologico Italiano. All’interno della Gem Square esperti gemmologi tratteranno case histories, offriranno consulenza e approfondiranno di volta in volta temi sul misterioso e affascinante mondo delle pietre, con un occhio al futuro, tecnologico ed etico.

Uno dei booth di VicenzaOro January
Uno dei booth di VicenzaOro January
VicenzaOro September, interno
VicenzaOro September, interno
Booth di Nanis a VicenzaOro September 2018 ©Gioiellis
Booth di Nanis a VicenzaOro September 2018 ©Gioiellis
VicenzaOro september 2018. Copyright gioiellis.com
VicenzaOro september 2018. Copyright gioiellis.com






 

La seconda chance di GenGèneve





GemGèneve tra gemme, designer, gioielli vintage, diamanti e… Al via la seconda edizione ♦︎

Partita nel 2018 come un’avventura su cui non molti erano pronti a scommettere, GemGèneve torna (9-12 maggio) con più espositori e con una serie di eventi collaterali che ne certificano la vitalità.

Per esempio, Elizabeth Fischer assieme a Vivienne Becker affronterà il tema del rapporto tra design del gioiello e società contemporanea. A Jean-Baptiste Tavernier, esploratore, avventuriero, mercante e narratore del suo vagabondare, che ha contribuito a sviluppare in Europa la conoscenza di altrove e il gusto per le pietre preziose, è dedicato un altro incontro. Insomma, una fiera articolata e organizzata a tutti gli effetti.

GemGenève, insieme di booths
GemGenève, insieme di booths

Insomma, l’idea di due gioiellieri, Thomas Faerber e Ronny Totah, stanchi della formula di Basilea, avrebbe potuto avere un destino incerto. Invece sembra un successo. La seconda edizione di GemGenève vede la presenza circa 200 espositori, con una nutrita presenza di chi compra e vende gemme preziose, diamanti, e anche gioielli vintage. Ma non solo.

Interessanti anche le due sezioni dedicate ai designer emergenti, con Ena Iro, Horowicz Fine Jewelery, Pierre d’Alexis e Syz Firework, e l’area Design Vivarium, con la presenza di Alexandra Jefford, Cora Sheibani, Milio, Ming, Mr. Lieou, Nadia Morgenthaler, Ninotchka, Racine Geneva, Sean Gilson, Tatiana Verstraeten, Tenzo. Monica Battistoni





Vetrina a GemGenève
Vetrina a GemGenève

Acquamarina da 130 carati e morganite di Nomads
Acquamarina da 130 carati e morganite di Nomads

GemGenève, vetrina di Dover Jewelry & Diamonds
GemGenève, vetrina di Dover Jewelry & Diamonds

GemGenève, visitatori
GemGenève, visitatori

GemGenève 2018
GemGenève 2018

La vetrina di Robert Procop con i gioielli disegnati da Angelina Jolie
La vetrina di Robert Procop con i gioielli disegnati da Angelina Jolie







Anteprima di GemGèneve

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Anteprima di GemGèneve a New York: ecco i primi gioielli presentati ai media ♦︎

Conto alla rovescia per GemGenève, la fiera d’élite che si apre il 9 maggio, a Ginevra, Svizzera. L’evento è stato presentato in anteprima a New York: una scelta non casuale, volta ad accrescere l’interesse dei media anche Oltreoceano.

Collana vittoriana con zaffiri e frange di diamanti
Collana vittoriana con zaffiri e frange di diamanti

GemGèneve è anche un’occasione per gli appassionati di gioielli d’epoca. A New York, per esempio, sono stati mostrati alcuni pezzi che saranno presenti all’appuntamento di Ginevra: uno zaffiro vittoriano e una collana con frangia di diamanti, di Gros Diffusion, una catena a doppio collo con due pendenti del maestro dell’Art Nouveau, Rene Lalique, datata circa 1895, sempre di Gros Diffusion. Composta da intricati legami smaltati, dal sapore neo-rinascimentale, sulla collana sono intrecciate le iniziali E e M, e incastonate con ametiste e perle, la catena, due collane, ha una provenienza aristocratica. Originariamente apparteneva al conte Edmond de Pourtales e sua moglie Melanie de Pourtales.

Pendente con pavé di zaffiri e diamanti di Alexander Laut
Pendente con pavé di zaffiri e diamanti di Alexander Laut

Lo stile Art Déco, e in particolare l’orientalismo, era rappresentato da un magnifico portasigarette d’oro smaltato, realizzato dal maestro parigino della gioielleria, Lacloche Frères, circa 1925, dal rivenditore di New York, Palais Royal. La scena raffigura una Geisha, incastonata in un paesaggio giapponese, che racconta la specialità di Lacloche nel realizzare box in stile orientalista.

Opera di Lacloche Frères
Opera di Lacloche Frères

Un altro gioiello d’epoca è stato mostrato all’anteprima dal mercante di gioielli d’antiquariato di New York, Pat Saling: un sautoir di perline di corallo, con un centro multi-gemma con testa di leone ispirata alla maschera africana, realizzato da Cartier, Londra, 1975 per Antonio O. Fernandez, diplomatico, uomo d’affari e appassionato collezionista. Ma l’anteprima è stata ancora più ricca: l’appuntamento di GemGèneve promette bene, vedremo.





Collier di René Lalique
Collier di René Lalique

Sautoir con perline di corallo e centro multigemme di Cartier
Sautoir con perline di corallo e centro multigemme di Cartier

Preview a New York: Pat Saling
Preview a New York: Pat Saling

Preview a New York di GemGèeneve
Preview a New York di GemGèeneve

L.J. West Diamonds
L.J. West Diamonds







GemGèneve tocca i 200 espositori





La seconda edizione di GemGèneve si avvicina e tocca i 200 espositori. Ecco qual è la chiave del successo ♦︎

Le fiere di gioielleria sono gravemente ammalate, oppure è solo Baselworld ad avere una grande febbre? La domanda rimbalza da uno smartphone all’altro degli operatori. Se si considera l’esito dell’ultima edizione di Baselworld, precipitata in pochi anni da 1600 a circa 500 aziende presenti, si potrebbe indicare la formula dell’evento svizzero il problema da risolvere. Tanto più che, a pochi chilometri di distanza, a Ginevra, un’altra fiera nata dall’iniziativa di delusi da Baselworld sembra incontrare consensi sorprendenti.

Il PalaExpo che ospita GenGenève
Il PalaExpo che ospita GenGenève

GemGenève, nata lo scorso anno dall’idea di due gioiellieri, Thomas Faerber e Ronny Totah, stanchi della formula di Basilea, avrebbe potuto avere un destino incerto. Invece sembra un successo. La seconda edizione di GemGenève, infatti, si annuncia con la presenza circa 200 espositori. Cioè un po’ meno della metà di Baselworld. Non male per una fiera nata da un anno e senza alle spalle una consolidata esperienza nell’organizzare eventi di questo genere.

Gioielli d'epoca a GenGèneve
Gioielli d’epoca a GenGèneve

Da sottolineare anche che GemGenève (9-12 maggio) è solo un mese e mezzo dopo la chiusura di Baselworld (26 marzo) e 15 giorni prima del Couture a Las Vegas. Eppure ha raccolto consensi. Per aumentare il peso specifico dell’appuntamento, i due fondatori sono andati fino al  Jewellery show di Hong Kong per scovare nuovi partecipanti. Tra cui ci saranno, per esempio, la Albion Art di Tokyo, una delle Maison di alta gioielleria giapponese, oppure lo specialista di diamanti Dehres.

GemGenève 2018
GemGenève 2018

Inoltre, sono molti i commercianti di gemme preziose che hanno deciso di optare per GemGèneve, molto meno costosa, dalla logistica semplice e no-frills. E alcune Maison, come Gorgoglione, hanno deciso di essere presenti a tutti e due gli appuntamenti. La fiera, inoltre, è facile da raggiungere: si svolge praticamente nella stessa area dell’aeroporto di Ginevra e chi arriva in auto trova parcheggio nello stesso edificio dell’esposizione. Qual è, insomma, la formula giusta? Baselworld punta a diventare una piattaforma attiva tutto l’anno, e promette uno show, come è avvenuto con le sfilate di moda e gioielli nel mezzo dei booth degli espositori. GemGenève punta invece sul low cost, con uno stile minimal e sobrio. Ai buyer la risposta.





Sfilate a Baselworld 2019
Sfilate a Baselworld 2019

Booth di GemGenève
Booth di GemGenève

Gioielli d'epoca a GemGenève
Gioielli d’epoca a GemGenève

Gioielli d'epoca
Gioielli d’epoca a GemGenève 2018

Tormalina water mellon
Tormalina watermellon







Baselworld, i numeri dell’incertezza





Baselworld ha chiuso con un prevedibile calo di presenze. Ma l’anno prossimo cambia e rilancia. Intanto gioiellis.com ha condotto un sondaggio. Il risultato è… ♦︎

Baselworld: inizio della fine o inizio di un nuovo inizio? A giudicare dai numeri, il bilancio della edizione 2019 potrebbe indicare la prima ipotesi. Le parole di Michel Loris-Melikoff, direttore della fiera dedicata a orologi e gioielli, però, puntano verso la seconda direzione. Una cosa è certa: la prossima edizione di Baselworld sarà decisiva. Subentrato in corsa al posto di Sylvie Ritter, Loris-Melikoff in nove mesi ha gestito una Baselworld di transizione. Ma la prova decisiva sarà quella del 2020.

E non sarà facile: il sondaggio sul campo di gioiellis.com vede prevalere gli operatori scontenti. Ma anche questo era prevedibile.

Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com
Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com

I numeri di Baselworld

I numeri di Baselworld 2019 sono impietosi: 520 espositori (-20%, e pochi anni fa erano quasi 2.000), visitatori 81.200 (-22%). Flessione più contenuta, invece, per i giornalisti: 3.300 (-12%). È chiaro che una contrazione ulteriore potrebbe essere il colpo di grazie per una fiera che è in perdita, come ammesso dalla stessa società organizzatrice. Anche perché aziende che sono state le colonne portanti, come il gruppo Swatch Group, che ha marchi come Omega, Longines o Blancpain, ha già detto che non pensa di ritornare a Basilea. E grandi Maison della gioielleria come de Grisogono e Pasquale Bruni, hanno deciso di seguire altre strategie di comunicazione.

Visitatori a Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com
Visitatori a Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com

Il mondo cambia

Intendiamoci: le critiche principali delle aziende alla società che organizza Baselworld, Mch Group, sono gli alti costi associati all’aspetto fieristico. Ma la crisi della fiera svizzera non può essere imputata solo a questo. Ci sono aspetti di cui Baselworld non è responsabile: la travolgente trasformazione dell’economia seguita alla digitalizzazione, per esempio. Internet, con i siti web, l’e-commerce, Instagram, è una strada semplice per le aziende per mettersi in contatto con i propri riferimenti, buyer e clienti finali. Le tensioni geopolitiche, come la guerra dei dazi tra Usa e Cina, la Brexit, le guerre in Medioriente, non dipendono da Baselworld, ma incidono sulle strategie delle aziende, anche quelle della gioielleria. Insomma, il mercato in pochi anni si è trasformato. E bisogna imparare ad accettare la nuova realtà.

Il booth di Jacob & Co. Copyright-gioiellis.com
Il booth di Jacob & Co. Copyright-gioiellis.com

Melikoff-Megaloff

Come reagirà Baselworld a tutto questo? Lo ha spiegato Loris-Melikoff nella conferenza stampa finale. Una visione di grande respiro la sua, tanto che con un gioco di parole qualcuno ha iniziato scherzosamente a chiamarlo Megaloff. Se riuscirà nel suo intento, però, Loris-Melikoff avrà avuto il merito di rianimare un evento che ha una pericolosa febbre alta.

Michel Loris-Melikoff
Michel Loris-Melikoff

Piattaforma digitale

Come accennato, internet (e gioiellis.com ne è una perfetta testimonianza), è un grande mare in cui pescare contenuti, anche commerciali. Per questo il management vuole trasformare Baselworld in una piattaforma di comunicazione digitale che serva per interagire con rivenditori, collezionisti e giornalisti durante tutto l’anno. Insomma, una Baselworld perenne, che si aggiunge alla settimana della fiera. Sarà introdotto anche un servizio, tramite app, di e-concierge per la settimana della fiera.

L'area Media a Baselworld 2019
L’area Media a Baselworld 2019

Torna la Hall 2

Il prossimo anno sarà ripetuta la nuova disposizione, con l’espansione dell’offerta di ristorazione e un centro multimediale più ampio, il palcoscenico per le presentazioni e le sfilate, oltre a un migliore programma di ospitalità in accordo con hotel di Basilea. Obiettivo: convincerli ad abbassare i prezzi. Non solo: sarà ripristinata la Hall 2, che quest’anno è rimasta chiusa. Ospiterà anche una sezione dedicata agli smartwatch: un segmento di mercato che Baselworld non può più permettersi di ignorare.

Prezzi

L’aspetto più criticato dalle aziende è il costo eccessivo dei booth. Loris-Melikoff ha promesso una riduzione del 10-20%. In più, sarà messo a disposizione un servizio per la realizzazione delle aree espositive.

Visitatori a Baelworld 2019. Copyright: gioielli.com
Visitatori a Baelworld 2019. Copyright: gioielli.com

Le date

L’anno prossimo Baselworld si svolgerà dal 30 aprile al 5 maggio, subito dopo la fiera dell’orologeria a Ginevra: l’idea delle due fiere è quella di fare squadra (svizzera) e agevolare chi deve compiere un lungo viaggio. Ma non ci sono date perfette, ha ammesso il direttore di Baselworld, quando gli hanno fatto notare che quel periodo si sovrappone al ramadan degli islamici.

Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com
Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com

Il sondaggio di gioiellis.com

Che cosa ne pensano gli operatori della nuova Baselworld in formato ridotto? Abbiamo rivolto la domanda a 47 espositori del mondo della gioielleria (la maggior parte ha preferito rimanere anonima). In breve: ha prevalso un misto di insoddisfazione e frustrazione, con tanta nostalgia per la Baselworld di qualche anno fa. Giudizi divisi sulle sfilate: molti hanno criticato l’abbigliamento delle modelle, che non ha valorizzato i gioielli indossati.

Ma non tutti hanno espresso parere negativo: alcuni marchi, come Sutra e Yoko London, per citarne solo due, hanno manifestato soddisfazione.

Risultato del sondaggio

Totale gioiellieri interrogati 47

Molto insoddisfatto 13

Parzialmente insoddisfatto 20

Giudizio incerto 2

Giudizio positivo 12

Sfilate a Baselworld
Sfilate a Baselworld
Nel booth di Tamara Comolli.  Copyright: gioiellis.com
Nel booth di Tamara Comolli.
Copyright: gioiellis.com

Il booth di Tirisi. Copyright: gioiellis.com
Il booth di Tirisi. Copyright: gioiellis.com







Suzanne Syz ad Art Basel






Suzanne Syz porta la gioielleria ad Art Basel con un progetto sorprendente ♦︎ 

Che progettare gioielli sia un’arte nessuno lo mette in dubbio. Ma c’è chi fa di più, come la designer svizzera Suzanne Syz, che con il progetto Magnifying, di Sylvie Fleury, invita gli artisti contemporanei a ri-immaginare la scatola per gioielli come una scultura. Tanto che l’idea fa parte della Art Basel in programma nella città svizzera (11-17 giugno 2018). Sylvie Fleury non solo ha progettato una scatola di gioielli, ma ha anche creato un ambiente coinvolgente che interagisce con il lavoro per creare un happening, incorporando il visitatore nel lavoro e portando il progetto a una nuova dimensione. 

Secondo le intenzioni dell’artista, i visitatori diventano loro stessi gioielli interagendo con l’installazione, seduti su un display a forma di spilla gonfiabile o guardando se stessi nello specchio di un gigantesco orologio, mentre nelle vicinanze un enorme orecchino si trasforma in scultura. Suzanne Syz, da parte sua, propone anche gioielli che alludono al periodo della Pop Art, fa uso dello smalto per realizzare orecchini iper realistici, piega il titanio in piccole sculture con diamanti, apprezzate da chi ama il design. E l’arte, naturalmente. Giulia Netrese





Suzanne Syz, orecchini in titanio, smalto, tormalina verde
Suzanne Syz, orecchini in titanio, smalto, tormalina verde

Orecchini in titanio rosa e diamanti
Orecchini in titanio rosa e diamanti
Orecchini Lily of the Valley, in titanio con perle, diamanti
Orecchini Lily of the Valley, in titanio con perle, diamanti
Gemelli da polso in titanio blu e diamanti
Gemelli da polso in titanio blu e diamanti
Anello con bronzo, rubellite, diamanti fancy pink light
Anello con bronzo, rubellite, diamanti fancy pink light
Anello Green Lady in oro rosa con tormalina verde, zaffiri rosa
Anello Green Lady in oro rosa con tormalina verde, zaffiri rosa

Anello in titanio, con zaffiro birmano cabochon di 43,40 carati
Anello in titanio, con zaffiro birmano cabochon di 43,40 carati







Baselworld dimezza gli espositori



Baselworld cambia: dimezza gli espositori (600-700) e punta sull’innovazione ♦︎

Notizia che interessa tutti gli operatori del mondo della gioielleria e gli appassionati che ogni anno migrano in Svizzera per seguire Baselworld, la più grande e blasonata fiera mondiale dedicata alla gioielleria e all’orologeria. Cambia. In sostanza, prende atto che il mercato cambia, e si adegua. (Leggi anche: Un addio pesante a Baselworld).

MCH Swiss Exhibition, la società che organizza l’evento fieristico di Basilea, fa sapere, infatti, che «il mercato orologio e gioielli sta subendo un periodo di profonda trasformazione, innanzitutto attraverso il crescente consolidamento del mercato in termini di produzione e commercializzazione, ma anche attraverso le sfide e le opportunità della tecnologia digitale». In risposta a questo sviluppo, Baselworld 2018 si presenta «in una forma più densa e più concentrata in diversi aspetti». La durata sarà ridotta a sei giorni. «Il numero delle aziende espositrici sarà compreso tra 600 e 700», precisano da Basilea. La decisione riduce di parecchio la platea di aziende: quest’anno, infatti, sono stati presenti 1.300 espositori da 45 Paesi su 140.000 metri quadri. E il numero era già ridotto di oltre il 13% rispetto all’anno precedente. «La fiera non si basa sulla quantità, ma rimarrà l’evento principale per i primi brand mondiali. E questo in tutti i segmenti», ribadisce la società svizzera, che ha chiesto il conforto di alcuni top-brand.





Interno a Baselworld
Interno a Baselworld

Jacob & Co a Baselworld
Jacob & Co a Baselworld
L'ingresso della Messe
L’ingresso della Messe
Stand Crivelli
Stand Crivelli
Bracciali Fope
Bracciali Fope

Sempre secondo quanto comunica MCH Swiss Exhibition, Karl-Friedrich Scheufele, co-presidente di Chopard, sottolinea che «Baselworld 2018 sarà più coerente e più concentrato. Non vedo l’ora di partecipare all’evento del 2018 e penso che la decisione di Baselworld abbia preso la direzione giusta per avviare il cambiamento». Per Eric Bertrand, presidente del Comitato Espositori Baselworld, sono «i primi passi in un futuro molto avanzato».

L’azienda fa sapere anche che «per continuare a soddisfare le esigenze del settore, saranno perseguiti tutti gli sforzi per sviluppare la fiera commerciale tradizionale in una piattaforma di marketing e comunicazione estesa. Dal 2018 saranno offerte nuove forme di comunicazione digitale in tempo reale. Allo stesso tempo, si stanno già sviluppando approcci concettuali per le future edizioni». Parole che fanno supporre per il 2018 un anno di transizione, in vista di un nuovo concept. Monica Battistoni







Hong Kong capitale del gioiello

Ci saranno novità interessanti alla Hong Kong Jewellery & Gem Fair 2015? La fiera in edizione autunnale (16-22 settembre) si apre dopo che nel mese di agosto la Cina ha vissuto momenti difficili per gli scossoni di Borsa e la svalutazione della moneta, lo yuan. Premesso questo, Hong Kong resta uno degli hub di trading più importanti del mondo e un centro di produzione di gioielli e pietre preziose. Per questo sono molti i gioiellieri italiani che si presentano all’appuntamento, come i consolidati Garavelli, Picchiotti o l’emergente Alessio Boschi. Secondo la società di consulenza Deloitte Touche Totmatsu, Cina e Hong Kong sono stati i leader nella crescita delle vendite di lusso nel 2013, con un aumento del 33,4 per cento. Inoltre, la Cina ha registrato un aumento del 10,7 per cento delle vendite al dettaglio di oro, argento e gioielli nel maggio scorso, secondo i dati più recenti dal National Bureau of Statistics della Cina. Insomma, i ricchi non sono spariti, nonostante le incertezze sulla crescita economica. La Fiera di settembre a Hong Kong, d’altra parte, è un appuntamento tradizionale: è giunta alla sua 33esima edizione e continua godere della fiducia degli operatori del settore. Gli acquirenti possono trovare qualsiasi cosa in termini di design e materiali, da semplici pezzi d’argento a lussuose creazioni di diamanti e pietre preziose. In barba ai timori di crisi, questa edizione è più grande, con l’aggiunta di più espositori: circa 3.700 provenienti da 50 paesi e regioni e oltre 135mila metri quadrati di spazio espositivo. I visitatori attesi sono 60mila. Non mancheranno gli eventi, tra cui un’attesa asta di perle. Ma gli espositori sperano soprattutto che non si ripeta l’evento che ha funestato l’edizione di giugno, quando sono stati denunciati 17 furti per un valore di quasi 1 milione di euro. Federico Graglia

La modella Amanda Strang
La modella Amanda Strang
Sfilata di gioielli a Hong Kong
Sfilata di gioielli a Hong Kong
Modella a Hong Kong
Modella a Hong Kong
La skyline di Kong Kong
La skyline di Kong Kong