Oroarezzo ha chiuso la sua 44ª edizione in linea con quella dello scorso anno, ma con una crescita delle presenze estere del 9% . I dazi dell’amministrazione Trump verso gli Stati Uniti pesano: gli States sono il secondo mercato per volumi dell’export italiano dell’oreficeria e gioielleria e terzo per il distretto aretino. Nella fiera della città toscana l’84% di espositori è stata italiana. La società organizzatrice, Ieg, ha puntato sulla crescita mirata delle presenze estere proprio in un momento di incertezza internazionale, in collaborazione con Agenzia Ice e le associazioni di categoria.

Sono stati un centinaio i Paesi di provenienza dei visitatori, con l’Europa al 40%, soprattutto da Polonia, Austria, Bulgaria e Croazia, ma anche Lituania e Georgia, seguita dal Medio Oriente al 15%, leggero calo per la Turchia con il 6%, il Nord America al 10% e l’America del Sud al 7%, Far East al 7%, Asia al 5%, e Africa all’11%. I Paesi più rappresentati sono per il Far East la Corea del Sud, Singapore e Giappone, stabile la Cina. Per l’Europa . Per il Nord America, Usa e Messico. In Sud America cresce l’Argentina. Per l’Africa, l’exploit della Nigeria e poi le new entry Ghana e Congo. Circa 400 i buyer ospitati grazie alla partnership con Agenzia Ice e ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, provenienti da 60 Paesi.
Nel bilancio finale si contano gli 11 eventi che hanno accompagnato Oroarezzo, tra cui dagli scenari economici curati da Intesa Sanpaolo per Club degli Orafi Italia, all’Ufficio studi nazionale di Confartigianato, passando per la survey condotta sulle imprese dell’accessorio moda in metallo curata da Afemo e Leather & Luxury, ai mercati esteri presidiati dall’Agenzia Ice in Europa e nell’estremo Oriente, oltre al concorso Première, ispirato dall’art director Beppe Angiolini con 58 aziende partecipanti. Prossimo appuntamento ad Arezzo con il quinto Summit del Gioiello italiano che si terrà a dicembre.
