Colpito dall’oro Stephen Webster lo è senz’altro visto che sono quasi 40 anni che disegna gioielli, ma non è solo per questo che ha battezzato Gold Struck la sua nuova collezione. Struck letteralmente significa colpito, ma anche fulminato o, meglio, in questo caso folgorato dalla scoperta della Cheapside Hoard, la più grande collezione di gioielli di epoca Elisabettiana e Tudor mai rinvenuta. Ciò che ha colpito il designer inglese non sono tanto i 500 pezzi di eccezionale valore, ma il fatto che siano stati portati alla luce nel 1912 dai picconi di alcuni operai intenti a demolire i locali di un vecchio gioielliere a Cheapside nella City di Londra. Un po’ come la scoperta del petrolio che zampilla dal terreno, questi gioielli sono saltati fuori da una cassa simile a quella dell’isola del tesoro. Nella collezione di Webster dominano ametiste, topazi, tanzaniti, rubini, granati, zaffiri, diamanti e opali di fuoco, e sono le stesse pietre del tesoro nascosto. Ma queste sono incastonate in rombi, triangoli, rettangoli, tondi, insomma varietà di forme e dimensioni orbitano armoniosamente attorno a una pietra centrale esagonale e sfaccettata in maniera irregolare come fossero state appena scavate. Le combinazioni dei colori per gli orecchini che si arrampicano (ear climbers) gli anelli doppi o aperti, i classici pendenti o bracciali, sono come l’estetica spigolosa di Webster, ossia stravagante e forte nella variante rossa con corallo, opale di fuoco e zaffiri arancio, in quella viola con ametiste, rubini e rodoliti, e in quella blu con turchesi, ametiste, tanzaniti e topazi blu. Matilde de Bounvilles







