Pantera rosa

(Italiano) Pantera rosa a Roma

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[wzslider]La Pantera rosa ha colpito ancora: nella notte di Pasqua, nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. I ladri, utilizzando dei fumogeni per distrarre le guardie e nascondersi alle telecamere di sorveglianza, sono penetrati all’interno dopo avere forzato un portone e hanno rubato alcuni gioielli ottocenteschi della collezione Castellani, uno dei più importanti nuclei antiquari del Museo. La Collezione, donata allo Stato il 19 gennaio 1919, è composta da più di 6000 oggetti interi e da frammenti comprese oreficerie antiche e moderne. Ma che cosa comprende questa collezione di gioielli antichi? Soprattutto orecchini, spille e pendagli con i camei, alla moda degli antichi, o con i micro mosaici riscoperti nel ‘700 dall’aristocrazia europea alle prese con i romantici gran tour tra le rovine del mondo antico. Ma anche raffinatissime riproduzioni, rigorosamente firmate e d’epoca, di capolavori dell’oreficeria antica in molti casi arricchite da pietre preziose, monete o altri materiali di scavo. Celeberrima famiglia di orafi romani, i Castellani, la cui collezione è esposta al Museo Etrusco di Villa Giulia, in parte nella cosiddetta Sala degli ori visitata dai ladri nella notte di Pasqua, sono stati per oltre un secolo, il XIX, fornitori di gran moda di signore altoborghesi, grandi aristocratici, reali. Tanto che molti degli oggetti usciti dalla loro bottega sono in mostra nei più importanti musei del mondo, dal Louvre al British Museum, come la superba parure con cammei donata dal re di Grecia, nel 1906, alla moglie del primo ministro francese o i due orecchini  o la spilla raffigurante la battaglia di Dogali. Grandi orafi, i Castellani, ma anche appassionati antiquari e collezionisti, nonchè esperti nel restauro dei materiali. Tanto che nella collezione di seimila pezzi, donata nel 1919 allo Stato Italiano e non a caso collocata nel Museo nazionale etrusco, si contano anche duemila importanti reperti archeologici, ceramiche, bronzi e oreficerie provenienti dai grandi siti dell’Etruria e della Magna Grecia.  L’attività della famiglia, avviata sin dai primi decenni dell’Ottocento, si specializzò progressivamente nello studio delle antiche tecniche di lavorazione dei metalli su impulso del capostipite, Fortunato Pio, che, anche sull’onda degli scavi archeologici e dei ritrovamenti che si susseguivano in quegli anni, trasse ispirazione dall’arte greca, etrusca e romana, ma anche dalle opere del Medioevo e del Rinascimento tracciando le linee guida della produzione della sua bottega con la creazione di uno stile del tutto peculiare. Gli importanti contatti del duca Michelangelo Caetani-amico e mentore della famiglia, con esponenti dell’aristocrazia, intellettuali ed artisti europei favorirono poi l’affermazione e il grandissimo successo, in Italia e non solo, di questi gioielli, tutti rigorosamente firmati con la doppia che si affermò poi come il prestigioso marchio della famiglia. Federico Graglia

 

 

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