Un anello di fidanzamento ha sempre un diamante? In effetti, quando si sceglie un anello di fidanzamento (ma la stessa cosa è valida se il gioiello è destinato a celebrare un anniversario), la prima immagine che viene in mente è il solitario, con un bel diamante in cima. Insomma, l’anello con diamante è un classico. Ma qual è il motivo? La prima ragione è che il diamante è una pietra speciale. È la sostanza più dura che si trova in natura e anche capace di sprigionare una luminosità ineguagliabile. Inoltre, un anello con diamante è anche una garanzia di durata nel tempo. Un anello di fidanzamento con diamante sarà splendido anche dopo tanti decenni. Sarà il ricordo di un momento importante della vita e anche un valore solido da un punto di vista patrimoniale.
La manutenzione. Ma, attenzione: ricordate che anche un diamante può essere danneggiato se viene urtato contro una superficie dura, come di roccia, acciaio o marmo. Inoltre, può essere graffiato da un altro diamante. Per questo l’anello di fidanzamento con diamante va sempre custodito con cura, e quando non è indossato deve essere conservato singolarmente in un sacchetto morbido.
La montatura. Come sapete, non tutti i diamanti sono uguali. Ma anche il modo con cui l’anello ferma il diamante non è sempre lo stesso. Il numero dei punti con cui l’anello blocca la pietra è molto importante. Di solito si utilizzano due diversi tipi di montatura del diamante per gli anelli da fidanzamento: a quattro o a sei rebbi. Non è un particolare secondario. Innanzitutto, è bene verificare che le griffe non siano sporgenti in qualche punto: il rischio, infatti, è che i rebbi possano impigliarsi ai vestiti con il risultato di allentare la chiusura, con successiva perdita del diamante. Inoltre, le griffe devono essere sottili per mostrare il più possibile la pietra, ma non tanto da rischiare di rompersi. Una verifica è particolarmente importante se decidete di acquistare un anello usato, per esempio a un’asta (potrebbe rivelarsi un vero affare). Oggi, invece, non è quasi mai utilizzatala montatura a castone (con la pietra circondata dal metallo), che nasconde una superficie considerevole del diamante.
La qualità. Come abbiamo già scritto più estesamente qui i diamanti si valutano con le quattro C: colore, purezza (clarity in inglese), taglio (cut) e peso (carati), che sono gli standard per giudicare la qualità di qualsiasi diamante. C’è un aspetto particolare da controllare più degli altri? No, conta l’insieme. La cosa migliore, a questo punto, è confrontare il diamante con altri al momento dell’acquisto. In generale, non è necessario che un diamante sia proprio di primissima qualità (per esempio di colore D) per risultare piacevole alla vista. Il prezzo tra una classe e l’altra, però, può cambiare parecchio. Un altro aspetto importante è il graining: riguarda le discontinuità ottiche interne, che sono osservabili con una lente o un microscopio gemmologico standard. A occhio nudo non si vede, ma in realtà troppa granulosità influisce sulla trasparenza complessiva di un diamante.
Il certificato. È importante è che il diamante sia accompagnato da un certificato che ne descriva la qualità. Un certificato (purché sia prodotto da una società seria) documenta le statistiche di un diamante. Le quattro C, innanzitutto, ma anche proporzioni della pietra, il taglio e la lucidatura. Infine, può indicare se il diamante ha fluorescenza (è di solito considerata un difetto).
Il taglio. Perché la maggior parte degli anelli da fidanzamento utilizzano un diamante taglio brillante? Il taglio rotondo ha di solito una maggiore brillantezza rispetto ad altre forme ma, soprattutto, ha il vantaggio di non avere angoli e questo ne favorisce la durata: insomma, è più difficile che si rompa o si rovini urtandolo. È un aspetto importante se si considera che un anello di fidanzamento è destinato a durare per tanti anni. Anzi, per sempre.