La gioielleria è antica quanto l’uomo (o, meglio, la donna). E una giovane archeologa italiana riproduce i gioielli dell’antichità ♦︎
Collane, bracciali, anelli, orecchini e soprattutto fibule in ambra, ornamenti femminili. Tutti rigorosamente ispirati all’antichità. Un reportage dell’agenzia italiana Ansa descrive il lavoro di Nunzia Laura Saldalamacchia, giovane archeologa protostorica napoletana. Nunzia, nel laboratorio allestito all’interno dell’Antiquarium degli Scavi di Ercolano (vicino a Napoli), ha raccontato le fasi di lavorazione di ornamenti moderni, tutti ispirati a esemplari dell’epoca antica.
Nunzia Laura Saldalamacchia ricrea i gioielli che indossavano le donne italiane di circa 3000 anni fa con il marchio Nymphè.
Tra le sue creazioni vi sono gioielli in bronzo e argento messi a punto con tecnica della fusione a cera persa. Ma anche oggetti in ambra, antiche riproduzioni dell’VIII sec a.C., orecchini e gioielli in bronzo placcato d’oro che riproducono teste di serpenti, un tema ricorrente nell’oreficeria romana. L’ambra rappresenta il pezzo forte. Saldalamacchia, dopo una tesi magistrale sulle fibule in ambra e un dottorato condotto presso l’università austriaca di Innsbruck, ha fondato nel 2017 Nymphè il primo marchio di gioielli ispirati dall’archeologia.
”L’artigianato degli ornamenti di diverse culture protostoriche è da anni al centro del mio lavoro di archeologa. Insieme a passione e curiosità cresceva in me il desiderio di andare oltre i libri e l’analisi scientifica dei reperti’’, racconta Nunzia Laura Saldalamacchia. ”Ciò mi ha portato a sperimentare con le mie mani la lavorazione dei metalli e di altri materiali come l’ambra, grazie all’aiuto di maestri orafi campani. Così sono nate le prime fibule in ambra, riproduzioni di spille di raffinato artigianato usate da donne di alto rango di diverse culture del Mediterraneo tra VIII e V secolo a.C. Lo scopo della sperimentazione è stato sia indagare le tecniche di lavorazione antiche sia restituire l’immagine originale di quella bellezza perduta nel tempo. Con lo stupore negli occhi emergeva sempre di più la dignità di questi ornamenti come vere e proprie opere d’arte di pregio nate dalla commistione di tradizioni orientali e locali, etrusche e greche”.