L’aurora è un momento della giornata che ha ispirato poesie, preghiere, romanzi. Inevitabile che possa ispirare anche gioielli, come quelli presentati da Yoko London. La suite Aurora, composta da una magnifica collana, orecchini e anello, è però riferita un raro e affascinante fenomeno atmosferico, l’aurora boreale. Chi ha visitato il Nord del mondo con un po’ di fortuna ha potuto ammirare le bande luminose nel cielo notturno, che assumono un’ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, di solito di tonalità rosso-verde-azzurro, detti anche archi aurorali. Il fenomeno è causato dall’interazione di particelle di origine solare con la ionosfera terrestre. Nell’incontro le particelle emettono luce di varie lunghezze d’onda.
Anche i gioielli di questo piccolo set di alta gioielleria hanno lo stesso effetto leggermente psichedelico. Yoko London, maison specializzata in perle, utilizza per questa collezione sfere di diversi colori. Il mix è composto da perle di Tahiti e South Sea, oltre a perle di acqua dolce. Sfere che sono illuminate da piccoli diamanti montati su oro bianco.
I gioielli di Barbie
Vi piace il colore rosa? Volete indossare gioielli rosa? Cercate una collana rosa? O un bracciale? Oppure… Ecco tante idee ♦
Sono tanti i motivi per indossare dei gioielli rosa, il colore preferito di Barbie. Il primo motivo è che è sicuramente adatto a questa stagione. Il secondo motivo è che la sua tonalità, persino quella venata da una sfumatura di grigio, dona a qualsiasi tipo di pelle. E già questo basterebbe a convincere chiunque. Ma c’è un altro aspetto a fare da incentivo e viene dall’inglese: think pink! che tradotto letteralmente significa pensa positivo. E in effetti un bel rosa brillante è una sferzata di energia, uno sprone al buon umore. Così, sebbene in italiano molti dei nomi delle nuance abbiano perso la loro molteplicità di significati, ancora in alcune lingue nelle locuzioni più comuni caratterizzano precisi stati d’animo. Quindi, anello, orecchini oppure bracciale abbiano pure delle pietre colorate, sfaccettate o cabochon, traslucide od opache. Purché siano rosa.
Il rosa è anche un colore positivo. Prende il nome dal fiore profumato che ha lo stesso nome. Ma forse non sapete che è nato abbastanza di recente: il nome rosa è statu utilizzato per la prima volta per indicare una sfumatura di colore solo alla fine del 17° secolo. In Occidente (in particolare Europa e Stati Uniti), il rosa è il colore associato a concetti di fascino, gentilezza, sensibilità, tenerezza, dolcezza, infanzia, femminilità e romanticismo. Se la tonalità è molto chiara, è associata a castità e innocenza. Al contrario, un rosa carico fa pensare a erotismo e seduzione.
La storia del rosa
Si potrebbe scrivere una storia del colore rosa. Ma, senza dubbio, la massima popolarità l’ha raggiunta a metà circa del Settecento, quando i colori pastello divennero molto di moda in tutte le corti d’Europa. Il colore rosa, in particolare, era molto apprezzato da Madame de Pompadour (1721-1764), amante del re Luigi XV di Francia, che indossava spesso vestiti che combinavano azzurro e rosa. Non solo: aveva una particolare tonalità di rosa creata apposta per lei dalla fabbrica di porcellana di Sevres, pare con piccole aggiunte di blu, nero e giallo.
Le pietre rosa
Ma parliamo di gioielli: oltre all’oro rosa, avete una vasta scelta di pietre che hanno sfumature in rosa. La più preziosa, e costosissima, è senza dubbio il diamante. Quelli di tonalità rosa sono contesi alle aste per milioni di dollari. Ma per fortuna ci sono tante altre pietre che hanno anche questa tonalità di colore nel loro repertorio: quarzo, zaffiro, topazio mistico, granato rodolite, morganite, kunzite, granato Malaya, tormalina, spinello, opale, zircone, perla rosa, pietra di luna, corallo, smithsonite, pezzottaite, rodocrosite e rhodonite. Non avete che il problema di sceglierne una.
Haute Jewels Geneva torna il 26 marzo
Haute Jewels Geneva, si replica. Sono 18 i brand di gioielleria che parteciperanno all’evento che si terrà al Fairmont Grand Hotel Geneva dal 26 marzo al 2 aprile 2023. Haute Jewels Geneva è un’idea di Michael Hakimian, Ceo di Yoko London, che ha voluto reagire così alla scomparsa di Baselworld. Per questo l’appuntamento a Ginevra si svolge in parallelo a Watches and Wonders, dedicata all’alta gioielleria, che nel 2023 si svolgerà dal 27 marzo al 2 aprile. Sempre negli hotel della città, inoltre, sono presenti altri marchi di gioielleria.
Haute Jewels Geneva, però, è organizzato come un evento a sé. Anche nel 2023 è confermata la partecipazione di Yoko London, Roberto Coin, Crivelli, Sutra, Bayco, Eto Maria, Stenzhorn, Marco Bicego, Mariani, Palmiero, Picchiotti, Gorgoglione, Hans D. Krieger, Leo Pizzo, Verdi, Annamaria Cammilli, Barakà e Sicis.
La Starlight Collection di Yoko London
Stelle che si trovano in fondo al mare. Potrebbero essere considerate così le perle del Mari del Sud utilizzate assieme ai diamanti per i nuovi anelli, collane e orecchini della Starlight Collection di Yoko London. Le perle, che si coltivano nell’acqua degli oceani, diventano le stelle al centro dei gioielli ispirati alle costellazioni che illuminano il cielo notturno. E come nelle costellazioni, la collezione presenta alcuni motivi geometrici: le sfere delle perle, che simboleggiano stelle e pianeti, si trovano accanto ai raggi che brillano dai diamanti, utilizzati spesso in motivi a rombi.
Oltre alle perle bianche, la collezione utilizza anche quelle nere di Tahiti. Gli anelli sono proposti nella versione moi et toi, con perle alternate a diamanti bianchi. La Maison Yoko London è specializzata in gioielli di perle e ha appena aperto a Londra un grande store. L’azienda è stata fondata nel 1973 dalla famiglia Hakimian e ha scelto di utilizzare solo perle naturali, della migliore qualità.
Una nuova super casa per Yoko London
Yoko London ha aperto un nuovo flagship store, ovviamente a Londra, al numero 6 di Sloane Street. Il nuovo negozio si trova in uno storico edificio del 1890 e si estende su oltre 1.200 metri quadrati (4.000 piedi) su due piani. Lo store è quindi uno dei più grandi negozi di gioielli di perle al mondo. Il negozio offre una sensazione di opulenza, con spazio per lo shopping dei clienti interessati all’ampia gamma di collezioni della Maison. I clienti possono anche optare per un’esperienza di acquisto più personalizzata in una delle aree Vip, che offrono un’atmosfera privata e rilassata in cui i clienti possono provare i prodotti.
Lo store, che è aperto anche la domenica, è anche un atelier di perle, dove il team di esperti del marchio può lavorare a stretto contatto con i clienti per realizzare creazioni su misura. Yoko London è stata fondata nel 1973 dalla famiglia Hakimian e alla vigilia del mezzo secolo di storia rimane un’azienda a conduzione familiare. Il team lavora con 13 diversi allevamenti di perle in tutto il mondo, per reperire e selezionare le perle più belle e insolite sul mercato, con colori rari e dimensioni eccezionali di particolare interesse per il team. Ogni perla è accuratamente selezionata a mano e incastonata nel laboratorio londinese da artigiani esperti. I progetti possono richiedere mesi, o addirittura anni, per concretizzarsi, esemplificando la dedizione del team ad abbinare perfettamente ogni perla in un pezzo.
Non c’è solo l’alta gioielleria, come la collana indossata nella serie Bridgerton, che è ambientata nell’Inghilterra del periodo Regency, tra le novità più interessanti di Yoko London. Alla recente Haute Jewels Geneva la Maison ha mostrato anche la nuova collezione Eclipse, composta da orecchini a cerchio in stile contemporaneo e anelli da impilare facili da indossare.
Le perle, che sono l’elemento caratteristico di Yoko London, in questo caso sono utilizzate in dimensioni ridotte di 3-3,5 millimetri, così che riescono ad arricchire anelli in oro bianco o giallo, alternandosi a diamanti di taglio brillante. Le perle di acqua dolce, inoltre, sono proposte nel classico colore bianco perlaceo bianco, oppure in versione rosa. Gli anelli, come gli orecchini, sono di due volumi, con uno o due giri di perle.
Haute Jewels Geneva, bilancio positivo
L’idea ha funzionato. Il bilancio di Haute Jewels Geneva, che si è tenuta al Fairmont Grand Hotel Geneva in contemporanea con Watch & Wonders nella città svizzera sul lago di Lemano, ha avuto un riscontro positivo. All’evento hanno partecipato 18 big della gioielleria: Yoko London, Roberto Coin, Crivelli, Sutra, Bayco, Eto Maria, Stenzhorn, Marco Bicego, Mariani, Palmiero, Picchiotti, Gorgoglione, Hans D. Krieger, Leo Pizzo, Verdi, Annamaria Cammilli, Barakà e Sicis.
L’edizione 2022 di Haute Jewels Geneva è stata un successo inequivocabile. Riteniamo che il trionfo di questa mostra segni l’inizio di un nuovo entusiasmante capitolo per l’industria della gioielleria. Eventi commerciali più piccoli composti da marchi che la pensano allo stesso modo possono offrire un’esperienza di lusso più mirata, più piacevole e vantaggiosa sia per i marchi che per i visitatori. Attendiamo con entusiasmo l’edizione 2023 di Haute Jewels Geneva.
Michael Hakimian, Ceo di Yoko London e Event Founder
Il successo della «mini Baselword» è dovuto anche alla selezione dei brand e all’atmosfera offerta dalla location. Nello stesso albergo, anche se al di fuori di Haute Jewels Geneva, erano presenti, inoltre, altri due marchi: Piero Milano e Dolce & Gabbana, aspetto che ha probabilmente contribuito ad attrarre visitatori.
In 18 per Haute Jewels Geneva
È arrivata l’ora della piccola Baselworld della gioielleria, come l’ha soprannominata qualcuno. Dal 30 marzo al 5 aprile, al Fairmont Grand Hotel di Ginevra, 18 grandi nomi della gioielleria danno vita a Haute Jewels Geneva. Si tratta di un evento nato dopo la evaporazione di Baselworld e in concomitanza con Watches and Wonders, fiera centrata sull’alta orologeria che si svolge negli stessi giorni nella città svizzera. Un primo esperimento era già stato organizzato nel 2019, ma con soli quattro espositori e con la successiva sospensione a causa del covid. Ora, però, gli organizzatori con in testa Michael Hakimian, Ceo di Yoko London, sono tornati e con una maggiore partecipazione.
In tutto, quindi, i brand presenti al Fairmont Grand Hotel Geneva sono 18, con una maggioranza di Maison italiane: Yoko London, Roberto Coin, Sutra, Crivelli, Bayco, Etho Maria, Stenzhorn, Marco Bicego, Mariani, Palmiero, Picchiotti, Gorgoglione, Hans D.Krieger, Leo Pizzo, Verdi Gioielli, Annamaria Cammilli, Barakà, Sicis.
Haute Jewels Geneva con 16 grandi marchi
By by Baselworld. I gioiellieri si organizzano e fanno da soli, in combinazione com Watches and Wonders, l’evento dedicato ai marchi segnatempo top. La novità si chiama, invece, Haute Jewels Geneva, fiera internazionale dell’alta gioielleria, che si terrà al Fairmont Grand Hotel dal 30 marzo al 5 aprile 2022, in contemporanea con l’evento dedicato agli orologi. Insomma, nessun ritorno a Basilea. Il primo assaggio di Haute Jewels Geneva è stato nel 2019, a gennaio, con la partecipazione di quattro marchi (Yoko London, Roberto Coin, Crivelli e Sutra). L’idea è piaciuta e nel 2020 l’evento doveva essere replicato con otto marchi. Ma la pandemia ha costretto ad annullare l’appuntamento sia nel 2020 sia nel 2021.
Nel 2022, però, Haute Jewels Ginevra tornerà con 16 grandi marchi di gioielleria: Yoko London, Roberto Coin, Sutra, Crivelli, Bayco, Eto Maria, Stenzhorn, Marco Bicego, Mariani, Palmiero, Picchiotti, Gorgoglione, Hans D. Krieger, Leo Pizzo, Verdi, Annamaria Cammilli. La decisione dei brand segna, forse, la pietra tombale sulla ex grande fiera della orologeria e gioielleria di Baselworld. D’altra parte, il mondo cambia in fretta.
La parola braccialetto deriva dalla lingua latina: con il termine brachile si intendeva qualcosa che aveva relazione con il braccio. Ma l’uso del braccialetto è molto più antico: i primi ritrovati dagli archeologi risalgono all’età del bronzo, ed erano molto semplici. Dopo l’epoca dell’antica Roma, il bracciale tornò di moda nel Rinascimento, anche grazie alla foggia dei vestiti, con maniche più corte. E oggi il bracciale è ancora uno dei gioielli più indossati.
Purtroppo, però, è anche troppo sottovalutato. Nella maggior parte dei casi il braccialetto consiste in un semplice cordino colorato, in un laccio di cuoio, o un sottile filo di metallo. Tutti materiali che difficilmente sarebbero scelti per una collana o un anello. La Maison Yoko London, invece, dimostra che il bracciale può essere un lussuoso gioiello da esibire con orgoglio. Le perle, come testimoniano i gioielli di Yoko London, possono diventare un ottimo materiale per creare bracciali grandi, ma anche classici. I bracciali di perle hanno un solo punto a loro sfavore: vanno trattati con attenzione, perché le perle possono rovinarsi se urtate contro materiali dure, oppure a contatto con sostanze acide, sudore compreso. Ma è un rischio che si può correre volentieri.
Yoko London, marchio di gioielli di alta gamma specializzato in perle, lancia una nuova collezione con prezzi (relativamente) più accessibili: i gioielli partono da meno di mille sterline (o euro). La collezione si chiama Sleek (parola inglese che significa eleganza) ed è in linea con lo stile della Maison: classico, con licenza di stupire. La collezione è composta da orecchini in oro bianco o giallo da 18 carati, diamanti e, ovviamente, tante perle. Quelle utilizzate sono le Akoya da 5-5,5 millimetri, spesso disposte in modo da sorprendente.
Fondata nel 1973, Yoko London è una Maison a conduzione familiare di terza generazione, condotta da Michael Hakimian. L’azienda lavora esclusivamente con 13 diversi allevamenti di perle in tutto il mondo per trovare e selezionare le sfere più belle e insolite, con colori rari e dimensioni eccezionali. La collezione Sleek intende raggiungere donne che vogliono un tocco di eleganza anche con un look casual da giorno oltre che con un abito formale da sera.
Le perle possono essere colorate, oltre che bianche, proprio come in questi pezzi di alta gioielleria che Yoko London ha deciso di presentare a Doha. Sono gioielli particolarmente preziosi perché Yoko London assicura che sono perle di Tahiti non trattate con coloranti o altri artifici. E questo, oltre a rendere più preziose le perle, garantisce anche che nel tempo il loro colore non sbiadisca. Inoltre, questi pezzi sono accompagnati da diamanti altrettanto preziosi.
Ma volete sapere perché le perle sono colorate? Le perle con colori come viola, nero, rosa, verde, champagne, cioccolato, blu e lavanda sono particolarmente affascinanti, oltre che più costose di quelle bianche, che sono le più comuni. I colori dipendono quasi sempre dalla tonalità della parte esterna della conchiglia. Quelle più famose sono le perle scure di Tahiti, che provengono dall’ostrica margaritifera di Pinctada, che infatti ha tinte grigie e argentate ai bordi esterni del suo guscio. Un’altra varietà di mollusco molto ricercata è l’ostrica dalle labbra d’argento (Pinctada maxima), nota per dare luce alla varietà di perle dei Mari del Sud.
Tra le perle colorate, le più rare sono quelle rosa, anche perché difficilmente si trovano tra quelle coltivate. Per questo la maggior parte delle perle rosa che potete trovare sono in realtà perle d’acqua dolce colorate. Anche le perle dorate dei Mari del Sud si trovano solo in alcune parti del mondo. Altra rarità sono le perle Akoya blu naturali. E dire che molti anni fa le perle colorate erano considerate difettose, anche a causa de fatto che hanno spesso una forma irregolare.
In giro si trovano, purtroppo, anche perle colorate non naturali. Tingere la perla, infatti, può rivelarsi un sotterfugio di commercianti poco trasparenti. Quindi, se trovate un gioiello con perle nere che non sono di Tahiti potete sospettare che sia stata tinta artificialmente.
I diamanti di Yoko London
I gioielli con diamanti di Yoko London, la Maison famosa per le perle di prima qualità ♦︎
Chi dice perle dice Yoko London. La Maison fondata nel 1973 e guidata da Michael Hakimian ha saputo affermarsi come marchio di alta gioielleria grazie alla scelta di utilizzare perle di prima qualità, non trattate, e montate su gioielli con una grande varietà di stili, dalla classica collana a uno o due fili fino a moderni esempi di design. Non stupisce, quindi, che le perle di Yoko London siano una sosta obbligata nelle fiere di gioielleria intorno al mondo a cui la Maison partecipa. Eppure, Yoko London non propone solo perle. Stupiti?
In effetti chi conosce la storia e il catalogo dell’azienda di gioielli londinese potrebbe alzare il sopracciglio. Ma ecco la prova: il brand specializzato in perle ora propone anche alta gioielleria realizzati unicamente in oro bianco e diamanti di prima qualità. Sono anelli e collane di diamanti che non hanno neppure una minuscola perla, in uno stile moderno ma allo stesso tempo classico. Sono comunque anche questi gioielli di fascia alta, per un pubblico ristretto.
Le asimmetrie di Yoko London
I masterpiece di Yoko London con perle di prima qualità che scelgono un design moderno e asimmetrico ♦︎
Spesso chi indossa gioielli composti da perle sceglie modelli collaudati, tradizionali, forse anche un po’ datati. Ma non è detto che le perle siano per forza un elemento per la gioielleria conservatrice. Al contrario, ci sono luminosi esempi di gioiellieri capaci di utilizzare le loro energie e la loro creatività per utilizzare le perle in modo sorprendente. Una delle Maison particolarmente creative è Yoko London, che a VicenzaOro ha mostrato questa collana, uno dei suoi masterpiece più famosi, che va catalogata nell’alta gioielleria innovativa.
La collana presenta perle egregiamente abbinate in un setting in oro bianco e diamanti. Il disegno è equilibrato nonostante la asimmetria del gioiello, inoltre sono disponibili orecchini nello stesso stile da abbinare. La scelta di creare gioielli asimmetrici non è nuova per Yoko London, che ha progettato e realizzato altre collane che giocano sulla assenza di simmetria, anche se raggiungono un appagante senso di perfezione. Da aggiungere, inoltre, che le perle utilizzate non sono trattate, come quelle spesso avviene nei gioielli che utilizzano questi frutti del mare. Una scelta che, secondo la Maison, preserva la qualità delle perle nel tempo.
La nuova alta gioielleria a base di raffinate perle di Yoko London presentata a Ginevra ♦︎
A gennaio Yoko London ha promosso Haute Jewels Geneva, un appuntamento organizzato assieme a Crivelli, Roberto Coin e Sutra in contemporanea con il Salon International de la Haute Horlogerie Genève. È stata l’occasione per ammirare da vicino alcune delle grandi creazioni della Maison specializzata nell’utilizzo delle perle. Ma non perle qualsiasi: Yoko London utilizza solo sfere di grande qualità non trattate. “Le nostre perle hanno un colore naturale. In alcuni casi possono sembrare leggermente meno colorate di altre che si trovano sul mercato. Ma in compenso manterranno la loro qualità inalterata nel tempo. Altre perle con sfumature più marcate, invece, dopo un anno iniziano a scolorire”, spiega a gioiellis.com Mandy Namdar, business manager di Yoko London. Accanto a una linea di gioielli destinata a un pubblico più vasto, di cui parleremo in un’altra occasione, Yoko London ha presentato alcuni dei suoi eccezionali pezzi di gioielleria, con una via lattea di perle.
Come lo splendido bracciale a polsino composta da grandi perle Akoya, diamanti per 4,38 carati su oro bianco.
Le collane sono sempre state un punto di forza di Yoko. Come il collier di perle South Sea e Akoya, diamanti per 6,49 carati su oro bianco. Altre collane notevoli sono il girocollo con perle South Sea, 18,19 carati di diamanti e oro bianco, un collier con perle d’acqua dolce e Akoya, con un pendente a nappa. Un’altra collana è una raffinata variante del concetto di rivière, con una doppia fila di perle South Sea e Akoya di diverse dimensioni che formano un ipnotico doppio cerchio. Infine, da sottolineare un paio di orecchini con perle South Sea e oltre 10 carati di diamanti.
Alta gioielleria per 5 a Ginevra
Yoko London, Roberto Coin, Crivelli e Sutra, più de Grisogono: alta gioielleria per cinque a Ginevra ♦︎
Per qualche giorno Ginevra diventa la capitale dell’alta gioielleria. Per la verità nella città svizzera, che è la capitale mondiale della orologeria, risiedono tutto l’anno molti gioiellieri, come de Grisogono, Chopard, Adler, Nadia Morgenthaler, Baunat, tanto per citarne solo alcuni. Ma, in particolare, nei primi giorni di gennaio sono programmati due eventi di rilievo. Un appuntamento è previsto al Grand Hotel Kempinski di Ginevra, dal 13 al 17 gennaio.
Nelle sale del grande albergo, infatti, hanno deciso di darsi appuntamento Yoko London, Roberto Coin, Crivelli e Sutra.
Quattro marchi che hanno nell’alta gioielleria il loro punto di forza e che, per ragioni diverse non sono concorrenti perché specializzate in tipi di gioielli differenti.
Roberto Coin, per esempio spazia dall’alta gioielleria alla fine jewellry con estro e stile che provengono dalla sua matrice vicentina. Oro lavorato, ricami, stile moderno, a volte sorprendente. Crivelli è un’autorità nei grandi gioielli composti da ipnotiche pietre preziose, con una clientela affezionata tanto quanto con una privacy invalicabile. Yoko London è un sinonimo di perle: tante, uniche, accostate con leggiadro lusso. Sutra, infine, ha una matrice indiana innestata su un mercato, quello americano, che adora la fantasia colorata che ispira il lavoro della designer e fondatrice, Arpita Navlakha. Ma non è finita.
A Ginevra, dal 13 al 18 gennaio, apre le porte anche de Grisogono, con una sua esposizione di gioielleria e orologeria esclusiva, ma nella Royal Suite del Four Seasons Hotel.
L’evento segna anche il debutto nel nuovo ruolo di Céline Assimon, diventata chief executive officer di de Grisogono, nella posizione prima occupata da John Leitao. Come Ceo, la sua mission è sviluppare il brand su scala internazionale e ampliare l’offerta di prodotto per raggiungere una clientela più estesa. E l’appuntamento di Ginevra è una buona occasione.
Coin, Crivelli, Yoko e Sutra insieme a Ginevra
Crivelli, Roberto Coin, Yoko London e Sutra organizzano la loro fiera di alta gioielleria a Ginevra ♦︎
Le grandi fiere di gioielleria sono destinate al declino? È una domanda lecita visto quello che sta avvenendo: una diaspora che sembra inarrestabile. Lo scorso anno, a maggio, GemGenève ha coaugulato un centinaio di gioiellieri scontenti di Baselworld (e per il 2019 ripeterà l’esperimento). E, dopo l’annuncio che anche de Grisogono diserterà l’appuntamento di Basilea per dare vita a un proprio evento nella terza settimana di gennaio, altre quattro Maison top annunciano la nascita di Haute Jewels Geneva, più o meno negli stessi giorni (13-17 gennaio).
I marchi che hanno deciso di smarcarsi sono tutti di prestigio: Crivelli, Roberto Coin, Yoko London e Sutra (comunque presenti a Baselworld).
Si tratta di firme di assoluto prestigio che, evidentemente, hanno deciso di ritagliarsi uno spazio diverso. Anche le modalità della mini-fiera saranno diverse: l’orario di apertura slitta dalle 14 alle 22, per rendere più rilassante l’incontro tra pubblico e gioielli. Non solo: i gioiellieri hanno scelto come location il Grand Hotel Kempinski Geneva, un cinque stelle che assicura un’atmosfera più calda rispetto a quella di un booth fieristico.
Royal Wedding con Yoko London
Royal Wedding Collection: Yoko London si ispira alla famiglia reale con una famiglia di eccezionali gioielli di perle ♦︎
Se nel tuo nome compare la parola London, puoi essere insensibile a quanto avviene a Buckingham Palace e dintorni? Certo che no. Così Yoko London lancia Royal Wedding Collection, ispirata alla casa reale britannica. Con perfetto tempismo, visto che le perle, la specialità della Maison londinese, erano anche tra le preferenze della principessa Diana. La madre del principe Harry, anche lui giunto al momento delle nozze.
Perle, ok. Ma quelle di Yoko non sono perle qualsiasi. Sono Perle con la lettera P maiuscola. Anche quelle di questa collezione, royal di nome e di fatto. La collezione comprende alcune collane girocollo, come quella che indossava spesso Diana, e bracciali. C’è anche una collana a colletto smerlato, con oltre 70 perle graduate per dimensione. Il tutto condito con diamanti, che rendono brillante anche la opacità delle perle. Per i gioielli sono state utilizzate anche perle di Tahiti, in una palette di grigi tortora, blu petrolio e viola, alcune di dimensioni considerevoli. Non stonerebbero indossati da una regina. Giulia Netrese
Baselworld: tenuta o flop?
Baselworld 2018, numero di visitatori invariato. Ecco chi è contento e chi è perplesso tra i gioiellieri ♦︎
Dipende. Il giudizio finale su Baselworld 2018 si può riassumere così: dipende. Perché la Fiera della orologeria e gioielleria di Basilea (22-26 marzo 2018) ha avuto due facce. Una è quella sintetizzata da due numeri: 1300 e 650. Il primo è il numero di espositori, già in calo, del 2017 (erano 1500 nel 2016). Il secondo è il numero di espositori del 2018, meno della metà. Una strage. «Una selezione», preferisce definirla la managing director di Mch, l’azienda che organizza Baselworld. Ma, appunto, dipende dai punti di vista. Di fronte a una diminuzione così drastica poteva andare molto peggio. Il bilancio finale di Baselworld 2018, nelle parole degli organizzatori è, se non entusiasmante, almeno sufficiente. Il numero dei visitatori, per esempio, «è rimasto stabile». Dato che la fiera è durata due giorni in meno questo è da considerarsi un successo. Al momento non si conosce, invece, il numero di buyer presenti. I giornalisti accorsi a Baselworld sono stati 4.400, il 15% in meno dall’Europa, ma il 5% in più dall’Asia. E se molti grandi marchi, come Festina o Dior, quest’anno hanno disertato la fiera di Basilea, Breitling, Rolex, Patek Philippe, Swatch, Chanel e Gucci hanno già annunciato che saranno presenti anche il prossimo anno, dal 21 al 26 marzo 2019.
E gli espositori? I pareri sono diversi. Anche in questo caso, dipende. Tra le opinioni raccolte da gioiellis.com tra i gioiellieri, prevale uno scarso entusiasmo per la nuova formula «concentrata», che per alcuni è «triste» se confrontata all’atmosfera che si respirava fino a un paio di anni fa. Ma, allo stesso tempo, molti hanno confermato che l’attività commerciale non è mancata e, dunque, la presenza a Basilea ha ancora un motivo d’essere. Dai commenti raccolti durante la fiera, possiamo sintetizzare così il mood:
Siamo soddisfatti ugualmente: Fope, Pasquale Bruni, Nanis, Alessio Boschi, Tamara Comolli, Picchiotti, Messika, Mattioli, Rivière
Tutto ok, ma qualche perplessità: Casato, Annamaria Cammilli, Leo Pizzo, Yoko London, Giovanni Ferraris, Djoula, Facet, Crivelli
No comment: Coronet, Sutra, Butani