Victoire de Castellane, direttore creativo dell’alta gioielleria di Dior, tempo fa ha lanciato una collezione battezzata Rose des vents. La rosa dei venti della Maison ha la forma di una stella con i quattro punti cardinali e da altrettanti intermedi. Cioè otto punti, il numero portafortuna di Christian Dior. Lo stilista francese era geniale, ma anche molto superstizioso: per tutta la vita ha tenuto sempre con sé una stella trovata davanti all’ambasciata d’Inghilterra a Parigi come amuleto. Non solo: lo stesso tipo di stella è un disegno ricorrente anche nel mosaico nel giardino della ex villa di Dior a Granville, in Francia. Ed ecco qui braccialetti e collane con una delicata catena e al centro un tondo in oro giallo o rosa, che incorniciano il simbolo, con un diamante e il fondo in madre perla, opale rosa, lapislazzulo o turchese. Ora la collezione si arricchisce di un nuovo collier. E per l’occasione Victoire de Castellane ha realizzato un cartone animato (per la verità con ambientazione natalizia), che ha per soggetto proprio l’ultimo pezzo entrato nella collezione. Lo vedete in questa pagina assieme alle immagini della collezione Rose des vents.
Dior tra i fiori di Granville
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Dior Granville si ispira ai fiori e i colori del giardino di una villa in Normandia dove Christian Dior trascorse la sua infanzia. La casa di Granville, ora museo, è il luogo d’ispirazione scelto dal direttore artistico Victoire de Castellane per raccontare i 12 gioielli presentati durante la settimana dell’alta moda parigina. Berillo, peridoto, acquamarina, tanzanite, crisoberillo, tormalina rosa, rubellite: nei pezzi, tutti perfettamente asimmetrici, ci sono le pietre preferite della designer, scelte e accostate in modo che di ciascuna siano ben visibili riflessi e sfumature. Così, le tonalità forti sono allineate alle gradazioni più acquose, in diversi tagli e montature. Risultato? Il colore è il protagonista di un originale equilibrio in cui tutti emergono e nessuno prevale. Non facile creare un tale ritmo con pietre che si susseguono l’una con l’altra, e i tagli marquise o princess stanno accanto a gemme dalla forma a pera, ovale o tonda. Non solo, le coppie di orecchini che appaiono simili, a guardarle con attenzione mostrano dettagli, seppur minimi, ma differenti. Infatti, se il profilo e la dimensione della pietra sono uguali cambia la varietà. Per esempio, a destra c’è la tanzanite, mentre a sinistra la rubellite, oppure la gemma centrale è la stessa ma in un pendente è più grande e nell’altro è allungata. E in un solo gioiello è possibile avere anche due incassature differenti: a castone, a griffe e a pavé. Però, in questa anarchia di sagome e tinte, ciascun elemento ha la stessa possibilità di brillare. Un concetto molto democratico, anche se il prezzo da alta gioielleria, come il suo arcobaleno di gradazioni, è piacevolmente stridente. M.B.
Victoire de Castellane a New York
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A New York, la sera del 3 novembre, in 400 hanno applaudito Victoire de Castellane, prima designer di Chanel e poi di Dior al Museum of Arts and Design. L’occasione era la celebrazione di personalità che si sono distinte nel business e nella creatività. Assieme a lei sono premiati l’imprenditore di hotellerie Ian Schrager, il designer Ralph Pucci, e Kate Spade, ceo di Craig Leavitt. Non è il primo riconoscimento che riceve Victoire de Castellane: per la sua abilità e la fama conquistata, nel 2011 l’estrosa designer ha ricevuto la Legione d’Onore di Francia. E i suoi gioielli sono considerati delle opere d’arte, tanto che sono stati esposti in una galleria che è il tempio artistico di New York, la Gagosian. Il riconoscimento ricevuto a New York, dunque, è anche lo spunto per dare un’occhiata alla sua produzione. Lei la spiega così: «Tutto inizia con l’idea e con le pietre che vengono acquistate in base alla progettazione», ha raccontato. «Faccio un rapido schizzo su un post-it, ne parlo con il mio studio che fa un gouache (disegno nelle dimensioni reali del gioiello, spesso da diverse angolazioni). Sottoponiamo questo disegno di atelier con sede a Parigi. Poi, seguono molti andirivieni tra l’atelier e me, in modo che ogni fase, dalla cera per la fusione al’’impostazione o lucidatura sia conforme con l’immagine che ho avuto del gioiello. Ci vogliono tra i 18 ei 24 mesi per ottenere un pezzo di alta gioielleria».
Soie di Dior, alta gioielleria con seta
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Legare un nastro è una vera e propria arte, diceva Christian Dior. Farne un motivo di ispirazione per una collezione di alta gioielleria pure, soprattutto se chi la crea è la designer Victoire de Castellane. La nuova linea Soie, parola che significa seta in francese, riprende lo stile mirabolante della precedente collezione Archi Dior: montature complicatissime con una torsione dell’oro modellato e levigato come fosse una stoffa e accostamenti di colori spettacolari con pietre rare e selezionate. Con una differenza, dove prima c’erano le linee e le plissettate degli abiti ora ci sono le sinuose curve degli elementi decorativi: dalla distesa di diamanti incolore ma luminosissimi e scintillanti che avvolgono uno smeraldo nella parure Noué, alle pietre disposte come un merletto ricamato che impreziosisce una striscia di fettuccia colorata, ma qui si tratta brillanti bianchi e zaffiri blu e rosa taglio baguette. Al metallo il compito di evocare la leggera morbidezza della seta, dell’organza, del taffettà e del raso, alle pietre con i diversi tagli, la lucentezza del tessuto. Il risultato sono dei pezzi unici battezzati con i nomi dei diversi modi di confezionare i nastri nell’alta sartoria di una volta: Galon, Noué, Pli Plat, Gros Grain, Gänse, Froufrou, Smock, Volant, Fronce, Dénoué, Tresse e Plumetis. Alcuni esistono ancora nel pret a porter come il grog grain o il volant, ma tutti sono l’espressione di sapienza artigianale come quella dei grandi maestri orafi nel riprodurre queste forme. M.d.B.
Le stelle portafortuna di Dior
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Victoire de Castellane, direttore creativo dell’alta gioielleria di Dior da 17 anni, non si ferma mai e ha appena lanciato una capsule collection battezzata Rose des vents. Protagonista una stella formata dai quattro punti cardinali e da altrettanti intermedi, quindi otto, come il numero portafortuna di Christian Dior. Infatti, lo stilista non solo era molto superstizioso, tenne sempre con sé una stella trovata davanti all’ambasciata d’Inghilterra a Parigi come amuleto, ma amava consultare periodicamente veggenti e indovine. E la stella è un disegno ricorrente anche nel mosaico nel giardino della ex villa di Dior a Granville, in Francia. Da qui, nasce l’ispirazione per questi braccialetti e collane con una delicata catena e al centro un tondo in oro giallo o rosa che in cornicia il simbolo sempre in metallo prezioso con al centro un diamante e il fondo in madre perla, opale rosa, lapislazzulo o turchese. Una sobrietà inconsueta per de Castellane, che ha ormai abituato i clienti della maison e tutti i suoi fan nel mondo della gioielleria a gioielli flamboyant, in un trionfo di montature spericolate e un caleidoscopio di pietre preziose. Ma secondo la designer il simbolo si adatta solo a piccoli oggetti. La scelta dei colori è dettata dalla capacità della madreperla e dell’opale rosa di intonarsi alle diverse tonalità di pelle, mentre il turchese è una variante per l’estate e il blu del lapislazzulo è un colore chic e militare senza essere duro, come ha spiegato al Wall Street Journal, la designer, che ha anche confessato di indossare nella vita di tutti i giorni solo la fede nuziale e un sottile anello di Dior, ovviamente, con la scritta «Oui», perché camminare da casa all’ufficio con tanti gioielli la metterebbe a disagio. Il motivo? Non le piace attirare l’attenzione. Una preoccupazione inaspettata da un personaggio come lei. Matilde de Bounvilles
Dior, gioielli dalla passerella
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Victoire de Castellane è la designer dei gioielli Dior. Sono sue le piccole sculture che fanno parte della collezione di alta gioielleria della maison francese. Una serie di gioielli che unisce la creatività all’abilità artigianale necessaria a realizzare pezzi straordinari, ispirati ai celebri abiti disegnati da Christian Dior a partire dal 1947. Dopo il trionfo di Archi-Dior (https://gioiellis.com/dior-gioielli-sfilata/ ) che celebrava la giacca Bar, gli abiti Corolle o il soprabito Cocotte, ecco qualcosa di più sobrio con quattro nuovi gioielli come continuativo della collezione Caprice lanciata nel 2000: al posto di eclatanti drappeggi, nastri e fiocchi in oro bianco e diamanti avvolgono coppie di zaffiri in mix molto bilanciato. Certo, il prezzo di questi pezzi non è per tutti. Ma se non tutti possono permetterseli, tutti possono ammirarli in queste immagini. M.d.B.