Pomellato - Page 4

Una Clessidra per Buccellati

[wzslider]Il fondo Clessidra entra nel capitale della Buccellati, con una quota di controllo. La famiglia mantiene un’importante quota azionaria e un rilevante coinvolgimento nella gestione dell’azienda. Gianmaria Buccellati assumerà la carica di presidente onorario e  Andrea Buccellati quella di presidente, con responsabilità specifica sullo stile e sul prodotto. Fondata nel 1919, Buccellati è già presente, oltre che in Italia, in numerosi mercati internazionali anche attraverso negozi di proprietà negli Stati Uniti, in Francia e Regno Unito e, nel tempo, ha affiancato alla tradizionale operatività nel mercato della gioielleria e dell’argenteria anche quella nel mondo dell’orologio-gioiello. Mentre un altro marchio del lusso italiano, Pomellato, potrebbe involarsi verso i francesi di Ppr, quello di Buccellati è un grande nome italiano che resta in Italia. Il fondo Clessidra, che dopo questa operazione continua a guardarsi intorno nel settore del lusso, ha investito circa 80 milioni di euro per una quota del 70%, in parte attraverso aumento di capitale in parte acquistando azioni dalla famiglia. «Questa operazione rappresenta una grande opportunità per il Gruppo Buccellati che potrà così accelerare il suo sviluppo su nuovi mercati insieme a un qualificato partner italiano con cui è stato definito un ambizioso progetto di crescita», hanno commentato Gianmaria e Andrea Buccellati. «È uno dei marchi più prestigiosi che storicamente ha rappresentato l’Italia nel mondo. La creatività e l’esclusività dei prodotti ideati da  Gianmaria e Andrea Buccellati, che conosco ed ammiro da oltre 15 anni, saranno il fondamento per un grande progetto di crescita», ha aggiunto Claudio Sposito, presidente di Clessidra. Nell’operazione la famiglia Buccellati è stata assistita per i profili finanziari da Pietro Mazzola per Partners e per gli aspetti legali dallo Studio legale Pedersoli e Associati. Clessidra è stata assistita per gli aspetti legali dallo Studio Nicoletti Gariboldi di Castri e dallo Studio Pavia & Ansaldo. Federico Graglia

 

 

Adieu Pomellato, a giorni parlerà francese

[wzslider]Adieu Pomellato. La vendita al gruppo francese Ppr sembra ormai vicina: la cessione dovrebbe avvenire entro fine marzo. A rivelarlo è l’agenzia Reuters. Ma c’è una novità rispetto alle previsioni dei giorni scorsi: la famiglia Damiani dovrebbe rimanere azionista di minoranza. Ora ha il 18% del capitale: i Damiani avrebbero anzi presentato un’offerta di acquisto alternativa a quella di Ppr, con l’aiuto del fondo Dgpa, private equity guidato da Maurizio Dallocchio, con l’obiettivo di creare un polo italiano della gioielleria. Ma i francesi hanno messo sul piatto una cifra maggiore. I soci di maggioranza di Pomellato, il fondatore Pino Rabolini e l’amministratore delegato Andrea Morante, riuniti nella holding Ra.Mo. (che detiene il 79% del capitale, per il 60% però in pegno a Unicredit) hanno quindi imboccato la strada per Parigi. F.G.

Monsieur Pinault compra Pomellato

[wzslider]Pomellato o Pomellatò, con l’accento sull’ultima lettera? L’azienda di gioielli sembra aver imboccato la strada che porta in Francia, nelle braccia del gruppo Ppr di Francois Pinault. Swarovski e Prada (https://gioiellis.com/e-se-diventasse-pradellato) avrebbero invece ammainato la bandiera. Anche perché il gruppo Ppr sembra disposto a sborsare uno sproposito, pardon, una cifra molto elevata per conquistare il gruppo italiano che fa affari d’oro (150 milioni di fatturato nel 2012) con il brand Dodo. Monsieur Francois Pinault, secondo le ultime indiscrezioni, sembra infatti disposto a pagare un multiplo di 15 volte l’ebitda, che in gergo finanziario sta grosso modo a indicare l’utile lordo. Il fondatore Pino Rabolini, alla soglia degli 80 anni, ha infatti deciso di mollare. Anche perché ha ormai piena disponibilità solo del 10% del capitale, mentre la quota di maggioranza è nelle mani di Unicredit e il 18% è della famiglia Damiani con la holding Sparkling (https://gioiellis.com/ghizzoni-indossa-dodo). E anche loro sono intenzionati a mollare il colpo. Il gruppo Ppr, da parte sua, ha bisogno di rafforzarsi nella gioielleria (e rispondere, anche se su piani diversi) all’acquisto di Bulgari da parte di Lvmh. A Ppr, al momento, fanno capo Boucheron e Girard Perregaux (con Jean Richard), che sul bilancio 2012 di Ppr (6,2 miliardi di euro), pesano solo per il 5 e il 4% dei ricavi. F.G.

 

Pomellato, Victoria a primavera

[wzslider]Sono una goccia ricamata i nuovi gioielli formati da Pomellato. La maison milanese lancia per la primavera il pizzo bianco di Victoria: montatura in oro che racchiude un delicato merletto di agata bianca. La pietra dura, così, si alleggerisce e si incastona perfettamente nella cornice gialla dei pendenti. Testimonial dei nuovi oggetti è ancora una volta l’attrice britannica Tilda Swinton. Due le combinazioni disponibili. Orecchini oro rosa con agata bianca (3.420 euro), oppure ciondolo in oro rosa con agata bianca e catena in oro rosa con cristallo di rocca e pirite (7.880 euro).  M.d.B.

Tornano Re e Regina di Pomellato

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Voglia di vintage. Ma rivista per gli anni Duemila. Pomellato rilancia uno dei successi degli anni Settanta: i ciondoli snodati del Re e della Regina. Ma se gli originali erano in oro, adesso la casa milanese li ripropone in un più sobrio argento: è il segno dei tempi. In compenso, rispetto ai ciondoli di 40 anni fa, i nuovi Re e Regina sono un po’ più grandi. I due ciondoli sono consigliati, in particolare, per San Valentino (prezzo: 690 euro). Accanto a questi due modelli classici, Pomellato torna a mettere in catalogo l’Orsetto, anch’esso un ciondolo snodabile per bracciale, sempre in argento(prezzo: 375 euro).

Ghizzoni indossa Dodo

Pomellato in vendita. Ma a vendere non è il fondatore Pino Rabolini: in realtà è Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit. Ecco la storia che Gioiellis.com è in grado di rivelare.

La Pomellato spa, l’azienda di gioielleria con 343 dipendenti a cui fa capo anche il brand Dodo, ha un capitale sociale composto da 10 mila azioni. Di queste, 300 mila sono controllate dal vicepresidente Luciano Farina (3%), 1 milione 800 mila dalla lussemburghese Sparkling Investments della famiglia Damiani (18%), 1 milione 872 mila dalla Ra.Mo di Pino Rabolini (18,7%), anch’essa prudentemente di diritto lussemburghese, mentre oltre 6 milioni della stessa Ra.Mo sono in pegno a Unicredit (60%). La forma finanziaria del pegno è spesso utilizzata come forma di garanzia quando sono concessi finanziamenti molto significativi. In sostanza, la banca guidata da Ghizzoni si trova in portafoglio la maggioranza del gruppo della gioielleria. Chissà se al polso il manager indossa un braccialetto Dodo i Love you.

A questo si aggiunge, inoltre, la volontà già pubblicamente espressa della famiglia Damiani di vendere la quota, seppure non a qualsiasi condizione. Il rappresentante dei Damiani ha anche votato contro l’approvazione del bilancio 2011 all’ultima assemblea dei soci. In una congiuntura difficile come quella attuale, d’altra parte, non è facile stare sul mercato. Per giunta, lo stesso amministratore delegato Andrea Morante ha spiegato ai soci che l’azienda è molto dipendente dal marchio Dodo, specialmente in Italia, dove il gruppo fattura circa il 50% dei ricavi. Che improvvisamente circoli di nuovo la voce di una possibile cessione ha, insomma, quasi il profumo di un invito a farsi avanti spedito tramite la gentile collaborazione di stampa e web, come il sito Gioiellis.com ha riportato pochi giorni fa (https://gioiellis.com/pomellato-vendita). Dopo i 15 milioni di finanziamenti scaduti nel 2012, Pomellato deve quest’anno restituire alle banche altri 13 milioni, e 7 nel 2014.

La società operativa, Pomellato spa, nel 2011 ha fatturato 116,6 milioni, con un utile di 7,4 milioni. La valutazione per un’eventuale vendita (forse il desiderata di Unicredit) sarebbe attorno ai 300 milioni, che equivarrebbe a un multiplo di 20 volte il margine 2011. Federico Graglia

Una cornice dodesca per Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit
Una cornice dodesca per Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit

Pomellato sarà ceduta?

[wzslider] Pambianco, azienda di consulenza strategia e marketing specializzata nel settore fashion e lusso, dà una notizia bomba: Pomellato avrebbe accelerato le trattative per la cessione. Insomma, sarebbe vicina alla vendita, seguendo l’esempio di Bulgari che lo scorso anno è passata a Lvmh. La possibilità circolava da tempo, per la verità, ma adesso si sarebbe fatta più concreta. Il nuovo socio sarebbe «industriale», cioè attivo in un settore analogo o complementare a quello dell’azienda orafa. Pomellato, fa notare Pambianco news, si trova di fronte a un passaggio generazionale: fondatore Pino Rabolini si avvicina agli ottant’anni e non ha eredi operativi in azienda (una quota del 10% della società è dell’amministratore delegato Andrea Morante). Tra l’altro, la vendita potrebbe essere un modo anche per far uscire Damiani, socio che controlla il 18% del capitale attraverso la holding Sparkling e ha già manifestato l’intenzione di vendere. Pomellato fattura 138 milioni (nel 2011) con un ebitda (circa l’utile lordo) di 14,6 milioni. Potrebbe essere valutatae 300 milioni, il che equivarrebbe a un multiplo di 20 volte il margine 2011. C’è già chi azzarda i possibili acquirenti: innanzitutto Swatch, che ha appena comprato Harry Winston e ha una liquidità stimata 1,2 miliardi di euro. Pomellato aprirebbe la prospettiva di replicare nei gioielli (con il marchio Dodo), quanto avvenuto nell’orologeria con il marchio Swatch. In pole position anche Richemont (liquidità per 1,6 miliardi di euro) e i francesi di Ppr. Federico Graglia

Che cosa scegliere per San Valentino

[wzslider]Ragazzi, si avvicina San Valentino. Per chi è in cerca di un gioiello da regalare, ecco un po’ di idee da parte di Gioiellis.com. Per tutti i gusti e tutte le tasche.

 Il cuore RawLove

Dalla neonata collezione Clan Banlieau di Manuel Bozzi arriva il pendente RawLove. Si tratta di un cuore in argento massiccio con decorazioni ramage e artigli, catena a maglia doppia martellata e chiusura con logo. In mezzo è incastonato un granato del Mozambico con taglio cuore. Non manca, come tutti i pezzi della collezione, spicca un piccolo piercing in oro rosa. Prezzo: 660 euro.

Re e Regina di cuori

Pomellato rilancia un cavallo di battaglia: il Re e la Regina da appendere al collo. Assieme al bracciale i due ciondoli snodabili, di argento, costano 690 euro (ognuno). Pomellato propone anche il bracciale con l’Orsetto, anch’esso snodabile, sempre in argento. Prezzo: 375 euro.

Oro & cristalli

Ecco un ciondolo Fleurir del marchio di gioielli tedesco Parure. È abbinato a una catena lunga 42 centimetri: è in acrilico, noce e ottone placcato d’oro con cristalli Swarovski. Prezzo: 89 euro.

 I cuori di Tiffany

Per San Valentino e Tiffany lancia charms e pendenti a cuore legati a catene. Per esempio, Open Heart, in oro giallo, disegnato da Elsa Peretti. Prezzo: 690 euro.  In alternativa, il pendente Heart locket in oro rosa o argento, anche nella versione che si apre a metà e diventa un portafoto. Prezzo: da 390 a 1.900 euro.

Damiani e Cruciani

Bracciali in macramè, ma anche con argento e piccoli diamanti. È la proposta dell’abbinata Damiani e Cruciani. Sono disponibili in dieci diversi colori. Prezzo: 138 euro.

Catena italiana per Gwyneth Paltrow

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Paltrow in love con Pomellato
Paltrow in love con Pomellato

Gwyneth Paltrow, una delle attrici più quotate (è in arrivo il 24 aprile il suo nuovo film, Iron Man 3), ama Pomellato. A dicembre, la vincitrice del premio Oscar con «Shakesperare in love», si è trasformata in ambasciatore di un profumo: Boss Nuit Pour Femme. L’evento si è tenuto alla paris Gallery del Dubai Mall, nella città degli Emirati Arabi Uniti. E in quell’occasione Gwyneth Paltrow ha sfoggiato Pomellato 67, la collana d’argento e marcasite (un minerale particolarmente popolare nel diciottesimo secolo, utilizzato nei gioielli di epoca vittoriana e in stile Liberty).

Pomellato 67

 

Pomellato a Monaco per San Valentino

[wzslider]anello-pomellatoSan Valentino da festeggiare con un incontro romantico. E prezioso. L’idea è di Mandarin Oriental, la città di Monaco di Baviera e Pomellato. Le aziende hanno confezionato uno speciale pacchetto per il giorno di San Valentino. Il 14 febbraio 2013 gli ospiti della cate3na di hotel avranno la possibilità di soggiornare in una spaziosa camera o suite con una splendida vista sulla storica città di Monaco. Il menu prevede una bottiglia di champagne Dom Pérignon vintage, fragole ricoperte di cioccolato e uno speciale menu formato da sei portate da Mark’s, il ristorante stellato Michelin dell’albergo. Gratificato il palato, c’è tempo anche per far brillare la vista. Per la ospite è previsto un anello Pomellato con topazio bianco o quarzo Cairngorm. L’offerta, tra l’altro non vale solo per il giorno di San Valentino, ma sarà disponibile per tutto il mese di febbraio. Il costo è proporzionato all’offerta: 3.731 euro. Il pacchetto comprende anche petali di rosa in camera e una colazione a base di Champagne a letto per due persone. Info: +49 89 290 980 o www.mandarinoriental.com

La suite presidenziale del Mandarin Hotel di Munich
La suite presidenziale del Mandarin Hotel di Munich