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Premio bontà per Chopard a Cannes

La Palma d’Oro è il premio che il Festival di Cannes assegna ogni anno al miglior film nella selezione ufficiale. A partire dal 1998 questo ambito gioiello è realizzato da Chopard. Quest’anno c’è una novità: il trofeo della 67a edizione, dal 14 al 25 maggio 2014, per la prima volta è realizzato in oro certificato «Fairmined». L’idea è promossa dalla maison parigina  per promuovere lo sviluppo sostenibile anche nel lusso. Il marchio Fairmined, infatti, indica una stretta aderenza a regole corrette della vita economica, sociale e ambientale durante l’estrazione del metallo. Chopard già da diversi anni fa parte del Responsible Jewellery Council (RJC), associazione che fissa gli standard ambientali, sociali ed etici. Il programma The Journey to Sustainable Luxury è stato promosso nel maggio 2013, durante il 66 Festival di Cannes. Chopard si impegna ad acquistare da fornitori che garantiscono pratiche responsabili in termini sociali e ambientali. Durante l’ultima cerimonia dei Golden Globes, Cate Blanchett, vincitrice del premio come miglior attrice, ha indossato orecchini di diamanti della collezione «buona» di Chopard.

La Palma d'oro (sostenibile)
La Palma d’oro (sostenibile)

Chopard verde sul tappeto rosso

È un tour de force per Chopard: il 14 aprile sulla Croisette alcune tra le più acclamate dive sfileranno al Festival di Cannes con i gioielli della maison ginevrina, da 17 anni partner ufficiale della manifestazione. Caroline Scheufele, co-direttore insieme al fratello Karl-Friedrich, ha svelato al Baselword Daily News i progetti per il 2014 della divisione alta gioielleria: «Il nostro percorso verso il lusso sostenibile continua, e le novità ruotano intorno sia al Green Carpet Challenge, ossia agli articoli realizzati con l’oro proveniente da piccole comunità minerarie del Sud America sostenute dall’Alliance for Responsible Mining (Arm), per creare un mercato stabile e un’equa retribuzione del materiale estratto, sia alla Red Carpet Collection che vedremo a Cannes. È chiaro che la crescita della linea Green Carpet dipende dalla nostra capacità di adattare la produzione in parallelo a quella tradizionale, così come lo sviluppo è subordinato dalla quantità di materia prima che riusciamo ad acquistare ogni anno. Per questo, al momento siamo in trattativa con una seconda miniera certificata, in modo da riuscire ad ampliare ulteriormente la gamma. Invece, la produzione di alta gioielleria della collezione Red Carpet, si differenzia ogni anno perché traiamo ispirazione dalle peculiarità delle attrici: sono il tono della pelle, la nazionalità, la religione e anche l’età a influenzare la nostra creatività per elaborare oggetti altamente personalizzati». In occasione del suo 150° anniversario, Chopard ha creato una collezione composta da 150 esemplari unici ispirati al mondo animale, di cui ha appena pubblicato un libro: «Dall’idea originale di creare un animale gioiello per ogni anno, ne abbiamo aggiunti altri e nel 2014 ne presenteremo altri, sempre per l’Alta Gioielleria, mentre per le boutique avremo una collezione di farfalle». Nel frattempo il lusso sostenibile tinge di verde il red carpet, come è ancora segreto ma presto lo scopriremo. G.N. 

 

 

Animal World: pendente con diamanti
Animal World: pendente con diamanti

 

 

Animal World: pesci tropicali tempestati di pietre preziose, in un mare scintillante di pietra di luna
Animal World: pesci tropicali tempestati di pietre preziose, in un mare scintillante di pietra di luna

 

 

Orecchini a forma di pavone, con ametiste, topazi e zaffiri
Orecchini a forma di pavone, con ametiste, topazi e zaffiri

 

 

 

 

Collana con testa di tigre tempestata di opali in un manto di diamanti con gocce di pietra luna grigia
Collana con testa di tigre tempestata di opali in un manto di diamanti con gocce di pietra luna grigia

Brian & Barry, risiko dei gioiellieri

Pandora e Queriot, Vhernier e De Vecchi, Pasquale Bruni e ReCarlo, Chopard e Mattia Cielo, David Webb e Veschetti, Pippo Perez e Zancan, Lenti Villasco e Dodo, Ole Lynggaard e Shamballa, Nanis e Marco Valente. Sono i brand di gioielleria presenti al secondo piano dello store Brian & Barry in piazza San Babila, a Milano, che è dedicato ai gioielli e agli orologi, con un concept mutuato dai migliori department store americani: «È il primo esperimento di questo genere in Europa: ogni marchio, invece di allestire il proprio spazio come avviene negli altri store multi brand, ha a disposizione un format preciso che include l’arredamento, volutamente essenziale per evidenziare i prodotti, e nei corner anche l’assistenza alla vendita.

L'interno dello store Brian & Barry, secondo piano dedicato ai gioielli
L’interno dello store Brian & Barry, secondo piano dedicato ai gioielli

Insomma, in questo caso l’uniformità serve a esprimere una filosofia, quella del lusso senza barriere: chi non vuole entrare in una gioielleria, ma desidera acquistare un oggetto prezioso qui lo può fare sapendo di poter scegliere il meglio», commenta Marco Valente, fondatore dell’omonima azienda di alta gioielleria, che ha introdotto il gruppo BBB nel settore e contribuito a selezionare i partner. Ed è proprio questa idea che ha convinto un brand come Vhernier a partecipare: quello dello store milanese di Brian & Barry è un modo per un nome prestigioso ma di nicchia, per farsi conoscere anche da un pubblico più vasto senza timore di abbassare il target. Una formula che potrebbe indurre anche il gruppo Kering a investire ulteriormente nel progetto, secondo quanto raccolto da Gioiellis.com ufficiosamente: la presenza di Dodo nello store è la prova dell’attenzione ai piani di sviluppo dell’azienda fondata da Giuseppe Rabolini e ora entrata a far parte dell’ex colosso Ppr (ora Kering, appunto). In futuro, forse, anche Pomellato potrebbe avere una sua vetrina nello store.

Brian & Barry, esterno
Brian & Barry, esterno

Per la storica gioielleria bresciana Veschetti, che accanto ai suoi bracciali, anelli e collane, propone pezzi vintage, tra cui una croce in oro prodotta su commissione da Cartier a fine 800′, quello milanese è invece il trampolino di lancio dell’americano David Web, marchio acquisito in esclusiva per l’Italia. Se i danesi Ole Lynggaard e Shamballa guardano al cliente italiano, la location è sicuramente un vantaggio anche per chi all’estero è già conosciuto, come Pippo Perez, gioielliere partenopeo amico di famiglia dei fratelli Zaccardi, che ha colto l’occasione per supportare i piani di internazionalizzazione. Stessa motivazione per Mattia Cielo, che qui prosegue la strategia di apertura nei migliori luxory store del mondo, e mostra Armadillo, anello icona del movimento, caratteristica dei suoi gioielli. In attesa, è il pensiero comune a tutti, dell’Expo. M.d.B. 

Lo store il giorno dell'inaugurazione riservata alla stampa
Lo store il giorno dell’inaugurazione riservata alla stampa

 

 

Anello Armadillo by Mattia Cielo
Anello Armadillo by Mattia Cielo

Decalogo per 12 mesi

Il 2013 è terminato ed è stato un anno difficile per il mondo dei gioielli. È stato anche un periodo che ha insegnato agli operatori 10 cose che devono tenere a mente prima di affrontare i prossimi 12 mesi.box

10573082153_a940109a581 A OGNUNO IL SUO DIAMANTE
I brillanti non sono tutti uguali: il mercato si è aperto e ora ogni diamante ha un proprio target. Ci sono cluster progettati per dare a minuscole pietre l’effetto di grande solitario, ci sono i diamanti etici, i piccolissimi ma certificati e da qualche parte sono spuntati perfino quelli con incisi i nomi delle squadre di calcio. Non rabbrividite: i diamanti sono patrimonio allargato, ora territorio anche di commercianti di diamanti senza un brand alle spalle, che sanno creare margine anche dalle pietre una volta considerate di marginali. Gli orafi hanno fato funzionare la fantasia e sembra che i grossisti di diamanti siano stati ben felici di contribuire con le loro idee.

perle2 GIOIELLI DA SARTORIA
Chi compra vuole qualcosa che sia unico e, soprattutto, che stia bene, Così il concetto di gioiello personalizzabile, come per le perle e i ciondoli, ha permesso ai clienti di costruire combinazioni uniche anche attingendo da un prodotto di massa. Ora che la tendenza si sta spostando avanti, gli acquirenti mostrando il desiderio di sfoggiare gioielli su misura. I rivenditori più attrezzati hanno risposto con nuove divisioni su misura, laboratori e servizi di progettazione. E sono tornati in auge i multipli.

comrporo3 BASTA CON I COMPRO ORO
Nessuno mette in dubbio che tra gli operatori ci siano molti che agiscono correttamente. Ma buona parte di questa attività è inquinata, come dimostrano le inchieste giudiziarie. L’ombra del riciclaggio rischia di inquinare tutto il settore di chi opera con l’oro e di estendersi, entrando dalla porta delle oreficerie, anche ai livelli più alti. Insomma, è una pubblicità negativa di cui non si sente il bisogno. Ci sono Paesi in cui, su iniziativa dei commercianti, sono state introdotti maggiori controlli per facilitare la tracciabilità di metallo e denaro. Forse è il caso di pensarci.

bijoux4 BIGIOTTERIA IN GIOIELLERIA
I big del settore possono anche rabbrividire, ma è la verità: si è assottigliato il confine tra oreficeria e bigiotteria. Guardate Kate Middleton con una collana di Zara… La qualità è una discriminante che attraversa entrambe, ma non è la materia prima a fare tutta la differenza. Una volta il bronzo era un’eresia da un gioielliere, oggi si trovano collane e anelli di questo materiale con design più raffinato di tanti anellini d’oro qualsiasi. Tra l’altro, l’alto costo delle materie prime e dell’oro non farà che confermare questa tendenza.

fake5 LOTTA AI FALSI
È una piaga per tutto il mondo del lusso e, dunque, anche per il mondo dei gioielli: non solo orologi, ma anche orecchini e anelli di design sono nel mirino dei contraffattori. E l’Unione Europea fa troppo poco per combattere il fenomeno come si dovrebbe. Ecco un’altra cosa che insegna il 2013: la battaglia continua, ma rischia di essere persa.

orefice6 PRONTI A TUTTO
Il settore non è certo rimasto immune dalla crisi, non solo da un punto di vista commerciale, ma anche produttivo. Chiusure e cassa integrazione non hanno risparmiato quella che una volta erano i ricchi distretti dell’oro, da Valenza ad Arezzo. Ma chi ha saputo resistere ora deve guardare avanti e può cogliere l’occasione di una ripresa che, si spera, arriverà in tempo per il prossimo Natale.

cina7 OCCHIO ALL’ASIA
Una buona notizia arriva dalla Cina. Dopo il rallentamento (si fa per dire) dell’economia, la nuova guida del Paese ha deciso che è il momento di fornire liquidità sufficiente per alimentare i consumi interni. Ergo, i cinesi avranno più soldi per lo shopping, infatti il consumo di oro per gioielleria si è impennato. Ma i designer italiani dovranno proporre prodotti ad hoc per il gusto orientale e, soprattutto, sfidare le maglie doganali di Pechino.

chopard8 IL LUSSO NON È STUFFY
Stuffy vuol dire noioso. Per questo i marchi di lusso cercano di scrollarsi di dosso l’idea che i prodotti “alti” siano per forza paludati, un po’ d’altri tempi. Marchi come Fabergé e Van Cleef hanno puntato a svecchiarsi, Chopard collabora addirittura con Disney per una collezione che ha per soggetto le principesse dei cartoni animati famosi. Insomma, una buona mano di vernice fa bene a un brand. Ma attenti a non esagerare.

wom9 CAMBIATE IL NEGOZIO
Il messaggio va recepito in fretta: anche nelle più auguste gioiellerie l’innovazione non può stare fuori dalla porta. Dai social media a internet, dalle tecniche di customer relationship management (come fare in modo che il cliente torni e, soprattutto, compri): i gioiellieri italiani devono capire che non siamo più nell’Ottocento: via il cilindro e il monocolo, in negozio è ora di adottare l’hi-tech. Perché non mostrare un catalogo su iPad, magari con l’aiuto di un filmato prima di estrarre l’involucro con il gioiello? Un sogno si vende meglio di un anello qualsiasi.

wom210 CREATIVITÀ TAGLIACOSTI
Un’iniezione di fantasia non solo fa vendere meglio, ma può anche far risparmiare. I produttori e i progettisti dovranno lavorare per rendere ancora più appealing gli oggetti, ma anche con l’occhio al risparmio di oro. Per questo si sono già visti mix di materiali preziosi con gomma e corde, l’utilizzo di tecniche antiche come la filigrana, che alleggerisce l’utilizzo di materia prima, e persino l’abbinamento di metalli preziosi con pezzi da ferramenta. Purché qualcuno poi li compri…  

 

Naomi-Diana con Chopard

[wzslider]Sarà Naomi Watts a impersonare sul grande schermo la principessa Diana. Il film si preannuncia già come una ricostruzione che non mancherà di suscitare nostalgie e polemiche. Nella pellicola la ex moglie del principe Carlo indosserà una suite di gioielli marchiati Chopard. La casa svizzera, d’altra parte, è da tempo vicina ai set, come testimonia la sua perenne sponsorizzazione al festival di Cannes. Chopard ha lavorato a stretto contatto con il costumista Julian Day per selezionare, con la massima precisione, non solo l’equivalente della splendida collezione di gioielli madre dei principi William e Harry, ma anche per rendere omaggio al suo stile personale. Molti dei pezzi scelti per Naomi Watss vengono dalla collezione Happy Diamonds. Tra i gioielli più preziosi ci sono una collana di diamanti bianchi montati in platino, gli orecchini con perla grigia montata con diamanti bianchi e oro bianco 18 carati, un orologio su un cinturino in satin nero, orecchini di brillanti e diamanti, clip di diamanti che galleggiano sul luminoso oro giallo. Senza dimenticare i leggendari orecchini di zaffiro e l’anello di fidanzamento, ora indossato da Kate Middleton, duchessa di Cambridge e moglie del principe William. Giulia Netrese

 

 

 

News dal mondo

Africa / Russi in Angola per i diamanti. L’Angola e la Russia lavoreranno insieme per cercare nuove miniere diamanti nel paese africano, che attualmente è il quinto produttore al mondo. La partnership e stata resa nota da Antonio Carlos Subula, presidente della Endiama, l’azienda nazionale di diamanti. «Abbiamo firmato un accordo con la Alrosa per dare il via ad una vasta campagna di ricerca», ha dichiarato conferenza. L’anno scorso la produzione di diamanti angolana è stata di 8,3 milioni di carati, pari a un valore di 1,3 miliardi di dollari. Secondo le stime del governo la produzione per il 2013 potrebbe salire fino a 9 milioni di carati che corrisponderebbero a incassi pari a 1,5 miliardi di dollari.diamond-angola

Usa / Avon vende i gioielli. Avon, l’azienda di cosmetica americana, ha venduto la sua divisione di bijoux Silpada Designs per 85 milioni di dollari. Un pessimo affare, visto che solo tre anni fa l’ha acquistata per 650 milioni dollari. A ricomprarla (fregandosi le mani) sono gli stessi fondatori,la famiglia Silpada. La decisione di vendere nasce con l’intento da parte del gruppo di concentrarsi sul proprio core business di prodotti di bellezza.silpada

India / La Banca centrale frena l’oro. La Reserve Bank of India ha deciso di limitare l’importazione di oro, con l’eccezione di chi ne fa uso per la gioielleria. Chi vorrà acquistare oro dall’estero, inoltre, dovrà pagare in contanti. india

Svizzera / Chopard fa charity.  Chopard ha dato il via alla partnership con The Happy Hearts Fund, a Londra. Caroline Scheufele, co-presidente e direttore artistico di Chopard, ha creato una edizione speciale di un 18 carati in oro rosa del braccialetto Happy Diamonds. Parte dei ricavi dalla vendita del gioiello andranno a The Happy Hearts Fund, attivo in sette paesi, in cui ha costruito 72 scuole e asili in meno di sette anni. Senza-titolo-22

Canada / Addio miniera in Cile. Barrick Gold Corp, la più grande società di estrazione di oro al mondo, sta rallentando la costruzione del suo imponente impianto di Pascua-Lama, nelle Ande (Cile). E metterà a bilancio una svalutazione compresa tra 4,5 e 5,5 miliardi dollari. La causa è il calo del prezzo dell’oro e l’aumento dei costi. Dalla fine del 2011, il prezzo dell’oro è sceso del 30 per cento. 

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Intervista: Chopard vista da vicino

Davide Traxler
Davide Traxler

Chopard protagonista sul settimanale «il Mondo». Una lunga intervista a firma di Enrica Roddolo spazia sulle strategie della grande casa di orologeria e gioielleria. Un brand da sempre collegato al mondo del lusso ma, anche, del cinema, come dimostra l’abbinamento pluridecennale con il Festival di Cannes (per la verità quest’anno funestato da un maxi furto). A parlare è Davide Traxler, numero uno di Chopard Italia: «Quanto al red carpet, oltre alla collezione di alta gioielleria, da quest’anno con Livia Firth (moglie dell’attore premio Oscar Colin Firth) abbiamo accettato, prima azienda di preziosi, di sviluppare un progetto di gioielleria etica, con il lancio di una Green carpet collection», spiega il manager nell’intervista. «Non solo certifichiamo l’origine delle pietre (i diamanti secondo il protocollo del Kimberly process), ma anche i metalli preziosi utilizzati provengono da miniere certificate e i nostri processi di lavorazione sono trasparenti. Per la branch italiana di Chopard, inoltre, ho appena costituito un comitato etico». Il primo del gruppo, un esempio che la casamadre ha già deciso di replicare anche per le altre branch. Il manager offre uno sguardo globale sulla maison. «Un’azienda di gioielleria e orologeria in fondo è come un’azienda metalmeccanica di oggetti preziosi. Solo che nella nostra manifattura vengono incastonate 2 milioni di pietre l’anno. E i nostri scarti di lavorazione sono polvere d’oro e altri metalli preziosi: ogni giorno recuperiamo 3 chilogrammi di oro dai filtri dell’aria». Ecco di segue un breve estratto dell’intervista

Domanda. Come si insegue un cliente globale?

Risposta. Con un management capace di dialogare su un piano internazionale e con una strategia attenta ad assecondare i movimenti di una clientela mobile. Così, ormai spostiamo i prodotti in funzione delle mete dei nostri consumatori: in inverno nelle località sciistiche, poi a Marbella o Porto Cervo in estate. Proprio in Sardegna saremo per tre mesi nell’inedito luxury store allestito per la prima volta sulla celebre piazzetta da Harrods. I grandi magazzini di Londra, come la casa di moda Valentino e Porto Cervo fanno capo alla stessa proprietà, e l’esperimento ci ha subito conquistati. Così abbiamo deciso di aderirvi. Poi a fine anno…

D. Che cosa avete in mente?

R. È un progetto che stiamo definendo in questi giorni: apriremo vetrine anche all’interno del nuovo mall di lusso, che sorgerà a Milano, nella centralissima via Durini per iniziativa del gruppo Brian & Barry. Un mall dove ci saranno alimentare di alto livello, un ristorante stellato all’ultimo piano, spazi per il fashion e un piano dedicato ai preziosi dove saremo presenti con l’insegna Chopard.

Livia Firth e Caroline Scheufele
Livia Firth e Caroline Scheufele

D. Quanto vale l’Italia per questa multinazionale del lusso?

R. Circa il 5% del fatturato, con cinque negozi a Venezia, Milano, Firenze, Roma e Bologna, più uno in franchising a Napoli. Milano e Venezia sono senza dubbio le due città italiane con una tipicità più interessante per il nostro business: la prima perché riesce a fare sistema con grandi appuntamenti come le settimane della moda e il salone del mobile e perché beneficia di una buona offerta di strutture alberghiere cinque stelle. Venezia per il suo inimitabile taglio romantico, l’unica città dalla quale si vuole partire con un ricordo di hard luxury: non un abito, ma un orologio, un gioiello, insomma qualche cosa che duri. Ed è anche, per la sicurezza che la sua particolare topografia consente, l’unica città dove possiamo permetterci il lusso di tenere aperte le porte della gioielleria. Senza contare che proprio per Venezia è di grandissimo aiuto la presenza di un aeroporto. Se solo Firenze, come Venezia, avesse uno scalo aeroportuale di rilevanza internazionale… Ma è sempre più difficile parlare di mercati-Paese perché il business è davvero globale. Gli orologi acquistati nella nostra boutique di via Spiga a Milano dopo qualche ora facilmente sono a Hong Kong: i cinesi sono grandi appassionati di lancette, specie in oro. Insomma, se provassimo a seguire i percorsi dei nostri gioielli scopriremmo che fanno più chilometri di un pilota di aereo.

(…)

D. E quanto vale il business Chopard a livello globale?

R. 800 milioni di franchi svizzeri (650 milioni di euro ndr) di fatturato mondo. In Italia fatturiamo circa 35 milioni di euro con una cinquantina di dipendenti. E non abbiamo debito, nessuna leva, è un business interamente di famiglia. L’idea di fondo degli Scheufele è decisamente mitteleuropea: non inseguiamo crescite del 20% o oltre, bensì una crescita costante a doppia cifra, ma del 10%. Quello è il livello di sviluppo che consente di migliorare in modo durevole.

Bracciale della Green Carpet Collection.
Bracciale della Green Carpet Collection.

D. Crisi economica internazionale: come si affronta la bufera quando si vendono gioielli e segnatempo da mille e una notte?

R. L’avventura di Chopard nasce nel Ottocento quando, era il 1860, Louis-Ulysse Chopard fondò a Sonvilier una manifattura orologiera di alta precisione specializzata in segnatempo da tasca e cronometri. Ma è nel 1963, quando Paul-André Chopard ha venduto la sua manifattura a Karl Scheufele che inizia la grande avventura di Chopard. Allora i dipendenti della famiglia Scheufele erano appena quattro: oggi siamo 2 mila, con 14 filiali estere, 1.500 punti vendita e 145 boutique di proprietà. L’ultima aperta è quella giapponese nel 2007.
Enrica Roddolo, da «il Mondo» numero 26

Poppy Ring, dalla Red Carpet Collection
Poppy Ring, dalla Red Carpet Collection

Altra collana rubata a Cannes

Se andate a Cannes lasciate a casa i gioielli: Arsenio Lupin ha colpito ancora. Dopo il furto in albergo ai danni di Chopard, una collana dal valore di quasi 2 milioni di euro pare sia stata stata rubata martedì sera a l’Eden-Roc a Cap d’Antibes. Il furto sarebbe avvenuto durante una serata di gala, organizzata dal gioielliere svizzero de Grisogono. Si tratta del secondo furto di gioielli a margine del festival. Il collier, scomparso martedì, era posto sotto la sorveglianza di un’agenzia privata. De Grisogono, contattato da France Info, ha confermato il furto del gioiello, ma non ha specificato se fosse esposto o indossato da una delle molte star presenti alla serata presso l’hotel. Il commissariato di Cannes sta conducendo le indagini per ricostruire la dinamica e fare chiarezza sui tempi intercorsi dalla sparizione alla denuncia, avvenuta quasi 24 ore più tardi. Al più presto bisogna girare un film su questi furti a catena. Ulderico Andorno 

Il gioielliere de Grisogno con la modella Bianca Balti a Cannes, due anni fa
Il gioielliere de Grisogno con la modella Bianca Balti a Cannes, due anni fa

 

Il mitico Arsenio Lupin
Il mitico Arsenio Lupin. Ci vorrebbe il commissario Cluseau…

 

A Cannes rubati i gioielli di Chopard per le star

[wzslider]Povere star: molte di loro a Cannes saranno costrette a sfilare senza preziosi diamanti Chopard al dito, al collo, al polso. Proprio come in un film, al festival cinematografico della Costa Azzurra c’è stato un furto da oltre 775mila euro. È sparito, infatti, un cofanetto di gioelli Chopard destinati a essere prestati alle star del Festival. Era custodito in in una camera d’albergo e non in un caveau: come minimo chi era stato incaricato della custodia si sarà fatto una canna. Secondo quanto riporta il quotidiano francese «Le Monde», i preziosi sono scomparsi nella notte dalla stanza di un dipendente del celebre marchio di preziosi in un hotel della catena Novotel. Sembra che il furto abbia avuto luogo intorno alle 2 e 30 di notte. Una portavoce di Chopard ha dichiarato che l’azienda non rilascia commenti sul furto. Cioè ha dichiarato di non dichiarare: idea brillante, è il caso di dirlo. Anche Melissa Levine, della catena alberghiera Accor, ha rifiutato di commentare. Dozzine di poliziotti sono stati coinvolti nell’indagine, e veicoli di polizia sono stati visti fuori dall’hotel nel pomeriggio. Le autorità hanno preso in esame le videocamere di sorveglianza dell’hotel e interrogato potenziali testimoni che potrebbero aver visto i colpevoli. «Ci sembra piuttosto improbabile che si trattasse solo di una persona» ha detto il portavoce della polizia Bernard Muscarelli. Sbagliato: sarà stata la Pantera Rosa, ovvio. Giulia Netrese

 

 

È l’ora del jewels festival di Cannes

[wzslider]Arriva il festival di Cannes (15 al 26 maggio). E sarà un’occasione anche per gli appassionati di gioielli, oltre che di cinema. Sulla Croisette, infatti, ci saranno parecchie occasioni di ammirare orecchini, anelli e bracciali. A partire dai festeggiamenti di Bulgari, che festeggia i primi 50 anni di «Cleopatra», filmone inserito in Cannes Classic, con un’esclusiva collezione di gioielli a favore della The Elizabeth Taylor Aids Foundation. Nel film, è noto, Liz Taylor e i gioielli di Bulgari hanno segnato l’unico matrimonio stabile dell’attrice Usa. Quello, appunto, con la maison italiana. Oltre a Bulgari, c’è attesa anche per il super ricevimento organizzato da Chopard, che è da sempre main sponsor del festival. E a Cannes c’è anche Swarovski, che donerà a un centinaio di invitati speciali un box con occhiali, cluch da sera, anello e pendente della collezione Nirvana. Swarovski, come altri tra cui Elie Saab, hanno allestito al Martinez uno showroom per vestire (e contendersi) le celebrities durante i giorni del 66/mo festival. M.d.B.