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Mahnaz Collection, il top del Novecento




Se amate i gioielli anni Sessanta e Settanta, e non avete limite di budget, prendete appuntamento, a New York, da Mahnaz Collection. È una società diversa dalle altre, frutto della passione e della raccolta di Mahnaz Ispahani Bartos, che vende gioielli di alta qualità prodotti durante il Novecento. L’azienda raccoglie propone pezzi di Maison storiche dell’alta gioielleria, ma anche quelli realizzati da artisti, artigiani, gioiellieri e designer indipendenti. Purché siano di alto livello. Insomma, è un’alternativa alle case d’aste che vendono gioielli d’epoca al migliore offerente. Si trovano pezzi di Cartier, Van Cleef e Arpels, dit Mellerio Meller, Kutchinsky, Bulgari, Chaumet, Boucheron, Lalaounis, Georg Jensen, e Tiffany. Ma anche firmati dal mitico orafo romano Mario Masenza.

Collana Mandala in rame colorato by Robert Lee Morris
Collana Mandala in rame colorato by Robert Lee Morris

Una nota a parte la merita la fondatrice, Mahnaz Ispahani Bartos, figlia di un uomo d’affari pakistano e una madre mecenate delle arti, e cresciuta a Chittagong, città portuale del Bangladesh. «Vengo da una cultura in cui le donne visitano un negozio di gioielli ogni due giorni», dice. Ha girato il mondo: adolescenza tra Pakistan, Iran, Svizzera e Inghilterra. Si è poi laureata al Wellesley College, nel Massachusetts, ha conseguito un master, e poi un dottorato in relazioni internazionali. Attività che non ha abbandonato (è anche autrice di un libro di geopolitica, Pakistan: Dimensions of Insecurity). Ma probabilmente si diverte di più a raccogliere alta gioielleria in giro per il mondo.

Anello in argento rodiato e diamanti neri di Zaha Hadid realizzato da Georg Jensen
Anello in argento rodiato e diamanti neri di Zaha Hadid realizzato da Georg Jensen
Collana con perle di giada e oro 18 carati, 1973
Collana con perle di giada e oro 18 carati, 1973
Collana in oro, diamanti e ametista di Andrew Grima
Collana in oro, diamanti e ametista di Andrew Grima
Spilla in oro con acquamarina di Karl Stiggen
Spilla in oro con acquamarina di Karl Stiggen
Collana in oro di Leo Torikainen per Pirkan Kulta
Collana in oro di Leo Torikainen per Pirkan Kulta

Anello in oro e lapislazzuli di Jean Després
Anello in oro e lapislazzuli di Jean Després







I tesori nascosti di Siegelson





Avete qualche migliaio di dollari da spendere per un gioiello di alta classe? Andate da Siegelson, a New York. È una delle principali fonti mondiali, una autorità riconosciuta in materia di gioielli rari, pietre preziose e oggetti d’arte. Gioielli da collezione, precisa Siegelson. Ora l’azienda è diretta da Lee Siegelson, che rappresenta la terza generazione della famiglia. Per scovare gioielli di questo tipo bisogna avere tante conoscenze e tanti soldi. Ma, soprattutto, un occhio grande così per individuare pezzi che possono essere valorizzati. Anche smontandoli.

Spilla in calcedonio e diamanti Demi Marguerite di Suzanne Belperron, 1945
Spilla in calcedonio e diamanti Demi Marguerite di Suzanne Belperron, 1945

È stato il caso, anni fa, di un paio di perle appartenute alla ex imperatrice di Francia, Eugenia, e utilizzate in un diverso set di orecchini. Ma, in linea di massima, Siegelson si limita a restaurare i gioielli, nel caso abbiano qualche segno del tempo di troppo. Oltre ai gioielli e alle pietre preziose, gli esperti della Maison si occupano di oggetti d’arte, di designer contemporanei, e anche gioielli firmati Siegelson. A decidere per l’acquisto sono l’importanza storico-artistica del gioiello, il gusto e, ovviamente, la fattura del pezzo. Tra i più famosi gioielli custoditi nelle casseforti blindate c’è, per esempio, un bracciale di Cartier stile Art Deco (circa 1925).

Anello in oro giallo, con 93 rubini bombati e diamanti
Anello in oro giallo, con 93 rubini bombati e diamanti
Anello in oro con rubino birmano e diamanti
Anello in oro con rubino birmano e diamanti
Bracciale in platino e diamanti firmato René Bonvin,  1937
Bracciale in platino e diamanti firmato René Bonvin, 1937
Clip in oro e diamanti di Suzanne Belperron
Clip in oro e diamanti di Suzanne Belperron
Spilla en tremblant a forma di piuma con diamanti e zaffiri, di Paul Flauto
Spilla en tremblant a forma di piuma con diamanti e zaffiri, di Paul Flauto
Collana di diamanti di Chaumet
Collana di diamanti di Chaumet






Kering e Cartier puntano sulla sostenibilità




Il gruppo francese Kering, che controlla marchi come Gucci, Boucheron, Qeelin, Pomellato, Dodo e Girard-Perregaux (oltre a quelli del settore moda) punta sulla sostenibilità, un valore sempre più apprezzato da chi acquista gioielli e orologi. Assieme a Cartier, che fa parte del gruppo svizzero Richemont, l’azienda ha dato vita a Watch & Jewellery Initiative 2030, iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere la sostenibilità di orologi e gioielli. E ora ha chiamato al vertice l’ex direttrice esecutiva del Responsible Jewellery Council, Iris Van der Veken.

Iris Van der Veken
Iris Van der Veken

La manager ricoprirà il ruolo di direttore esecutivo e segretario generale della Watch & Jewellery Initiative 2030. Il coinvolgimento di Iris Van der Veken era stato prefigurato, ma solo ora è diventato operativo. La manager ha più di 20 anni di esperienza globale tra mondo dell’industria, della gioielleria e della moda e anche parte del consiglio di Iseal e Diamonds Do Good. Watch & Jewellery Initiative ha coinvolto brand come Chanel Horlogerie Joaillerie, Montblanc, Pandora, Rosy Blue e Swarovski.

Henry Francois Pinault, patron di Kering
Henry Francois Pinault, patron di Kering

Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont
Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont







Aigrette, un gioiello per la testa




Sapete che cos’è un aigrette? È un gioiello che serve per mettere in risalto capigliatura e viso. Ecco che cosa è l’aigrette, che è tornato di moda ♦

Se vi chiedono se volete indossare un aigrette non sbarrate gli occhi come se vi avessero chiesto di inventare un nuovo algoritmo. Semplicemente, un aigrette è un gioiello a forma di piuma che adorna un cappello o si usa come fermaglio per i capelli. È andato di moda dalla fine dell’Ottocento fino alla prima metà del Novecento. Ora è stato rivalutato.

Aigrette in oro bianco, opale d'Etiopia,250 diamanti, 34 tormaline blu, 22 tanzanite violette, di Chaumet
Aigrette in oro bianco, opale d’Etiopia,250 diamanti, 34 tormaline blu, 22 tanzanite violette, di Chaumet

Dovete sapere, però, che aigrette è una parola francese che indica anche un volatile, la garzetta, o airone bianco. Le piume di questo uccello sono state utilizzate per comporre queste spille da testa per lungo tempo, per essere poi soppiantate da gioielli realizzati solo in metallo e pietre preziose. Forse i più famosi gioielli di questo tipo sono gli Aigrettes di Cartier, diventati una parte essenziale degli abiti da sera forniti dal famoso couturier di Londra, House of Worth, che furoreggiava ai primi del Novecento. Ne ha indossato uno anche l’attrice Carey Mulligan durante le riprese del film Il grande Gatsby, ambientato negli anni Venti.

Carey Mulligan nel film «Il grande Gatsby»
Carey Mulligan nel film «Il grande Gatsby»

Un esempio di aigrette molto speciale è quella a forma di di pavone del gioielliere parigino Mellerio. Il gioiello è appartenuto ad Anita Delgado, quinta moglie spagnola del maharaja di Kapurthala. Il maharaja aveva acquistato l’aigrette prima di incontrare la sua futura moglie, una ballerina di flamenco, e glielo aveva consegnato durante la loro cerimonia civile di matrimonio a Parigi. L’ornamento è realizzato in oro, diamanti e smalto.

L'aigrette a forma di pavone che fa parte oggi della collezione Al Thani
L’aigrette a forma di pavone che fa parte oggi della collezione Al Thani

Questo tipo di gioiello è stato apprezzato anche dagli uomini, ma in Oriente. Aigrette, tempestati di diamanti e rubini, decoravano i turbanti dei sultani a Istanbul. Molti di questi pennacchi sono oggi esposti nelle sale del Tesoro del Topkapi. Un aigrette è stato indossato un tempo anche dagli alti ufficiali dell’esercito francese. Il più famoso, però, è The Eye of the Tiger, diamante montato da Cartier in un aigrette per il turbante di Jam Sahib, Maharajah di Nawanagar, nel 1934.

Ornamento per turbante del Maharaja di Nawanagar, circa 1907
Ornamento per turbante del Maharaja di Nawanagar, circa 1907
Jam Sahib, Maharajah di Nawanagar, con la spilla per turbante di Cartier
Jam Sahib, Maharajah di Nawanagar, con la spilla per turbante di Cartier
Spilla per cappello con diamanti di Oscar Massin
Spilla per cappello con diamanti di Oscar Massin
Spilla per copricapo in oro e diamanti di Cartier
Spilla per copricapo in oro e diamanti di Cartier
Spilla per capo fine Ottocento
Spilla per capo fine Ottocento
Ritratto Mathilde Querini con aigrette, di Pietro Longhi, Louvre
Ritratto Mathilde Querini con aigrette, di Pietro Longhi, Louvre






 

Le grandi sette bellezze di Cartier

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Le bellezze del mondo sono tante. A quelle note, si aggiungono ora i 97 pezzi della nuova collezione di alta gioielleria firmata da Cartier. La collezione si chiama, appunto, Beautés du Monde e si compone di collane, bracciali, orecchini e di sette anelli, di cui parliamo oggi.  Sono anelli speciali, che meritano uno spazio a parte e si ispirano alla natura e al pianeta, ma anche ai miti: Amodea, Viridia, Karet, Mizuchi, Scilla, Tilasm e Yasifan. Inutile aggiungere che ogni anello è un pezzo unico, un capolavoro di gioielleria.

Anello Viridia, con Viridia diamante verde taglio Asscher da 1,25 carati e diamanti bianchi
Anello Viridia, con Viridia diamante verde taglio Asscher da 1,25 carati e diamanti bianchi

Viridia, per esempio, è un anello con al centro un raro diamante verde taglio Asscher da 1,25 carati. I diamanti colorati sono rarissimi e, tra le sfumature, il verde è tra le più introvabili: il colore è dovuto all’esposizione della gemma a radiazioni naturali. La lavorazione è particolarmente delicata, non perché sia pericolosa, ma perché chi taglia il diamante deve essere attento a evitare di far perdere il colore al diamante.

L’anello

Yasifan, anello in oro bianco, con tormalina verde, rubini e diamanti
Yasifan, anello in oro bianco, con tormalina verde, rubini e diamanti

, invece, utilizza una grande tormalina Paraiba cabochon da 28,43 carati del Mozambico, circondata da rubini e diamanti. Sull’anello Tilasm, talismano in lingua hindi, spiccano zaffiri rosa e diamanti bianchi e rosa montati su platino. Scilla si riferisce invece al terribile mostro marino tra la Sicilia e la Penisola italiana evocato nell’Odissea. In questo caso è molto più innocuo: una combinazione di oro bianco, diamanti brown e diamanti gialli.

Tilasm, anello in platino, con zaffiri rosa e diamanti rosa
Tilasm, anello in platino, con zaffiri rosa e diamanti rosa

Anche Amodea si ispira a una creatura mitica orientale, un drago marino, interpretato con rubini e diamanti in una spirale con uno spinello viola al centro. Mizuchi è una combinazione di platino, tormalina, smeraldo, onice e diamante. Porta i colori della terra, del mare e del cielo. Mizuchi, leggendario drago simile a un serpente della mitologia giapponese, combina tormalina e smeraldi su platino. Infine, Karet ha una ispirazione geologica e utilizza due diamanti triangolari a doppio centro, con un effetto volumetrico sorprendente.

Amodea, anello in platino con diamanti, rubini e spinello viola
Amodea, anello in platino con diamanti, rubini e spinello viola
Scilla, anello in oro bianco, diamanti brown e gialli
Scilla, anello in oro bianco, diamanti brown e gialli
Karet utilizza due diamanti triangolari a doppio centro,
Karet utilizza due diamanti triangolari a doppio centro,

Mizuchi, anello con tormalina Paraiba del Mozambico, smeraldi, onice e diamanti su platino
Mizuchi, anello con tormalina Paraiba del Mozambico, smeraldi, onice e diamanti su platino







Le gioiellerie che chiudono in Russia




Il vero dramma è quello delle vite umane perse inutilmente, delle vite travolte, delle vite che non saranno più le stesse. Ma la guerra in Ucraina provoca anche un più piccolo, molto più piccolo, ma non per questo irrilevante, dramma legato ai posti di lavoro, in Occidente e in Russia, che saranno persi a causa di una stupida aggressività. Sia i russi sia gli occidentali fanno i conti con le sanzioni, inevitabili e annunciate per tempo, prima dell’invasione, che avranno un impatto sui conti delle aziende, per esempio quelle della gioielleria, oltre che sulle persone che ci lavorano. Il crollo del rublo e il blocco del servizio di carte di credito, infatti, ha indotto molte aziende della gioielleria a sospendere l’attività. Forse chiuderanno del tutto o riapriranno, se tutto finirà, ma chissà quando.

Boutique De Beers a Mosca
Boutique De Beers a Mosca

Al momento in cui scriviamo questo breve articolo, l’ultima insegna occidentale a chiudere la boutique a Mosca è stata Swarovski, mentre Tiffany è stata tra le prime ad abbassare la saracinesca, assieme a Vuitton. Altri lo hanno già fatto, altri seguiranno. L’elenco di Maison occidentali che hanno aperto una boutique a Mosca, San Pietroburgo o in altre città russe, è lungo. A Mosca, per esempio, hanno una boutique Chopard, Van Cleef & Arpels, Akillis, Piaget, De Beers, H. Stern, Stephen Webster, Carrera y Carrera, Mauboussin, Mont-Blanc, Dior, Chaumet, Pandora, Frey Wille, Cartier, Trollbeads, Vuitton, Thomas Sabo, Bulgari, Pomellato, Adamas, Damiani, Buccellati. Altre marche, come quelli Pasquale Bruni o Alcozer sono distribuiti in gioiellerie non di proprietà, oppure nei duty free degli aeroporti.

Boutique Damiani a Mosca
Boutique Damiani a Mosca

Secondo un’analisi che riguarda la gioielleria italiana condotta dall’Ice (l’organismo statale per l’export) in generale, il compratore russo è orientato verso la gioielleria di livello medio o medio-alto. Sempre secondo l’analisi, l’utilizzo quotidiano di anelli, orecchini, braccialetti e collane soprattutto nella capitale e nelle grandi città, è ormai visto come una forma di accessorio alla propria immagine, non necessariamente abbinato a indumenti di lusso o in occasione di eventi speciali. Gli articoli preferiti dalle donne russe sono anelli, catenine e orecchini; gli uomini preferiscono catenine e braccialetti, mentre spille e collier vengono acquistati da una minoranza della popolazione femminile, mentre i gioielli tipicamente maschili come gemelli e spille per cravatte sono poco richiesti. Negli ultimi anni, però, ha avuto successo più la gioielleria in argento che in oro, a causa del cambio rublo-euro sfavorevole. L’Italia (dati 2019) esporta verso la Russia gioielli per circa 77 milioni, la Francia circa 22 milioni, gli Stati Uniti 21 milioni e il Regno Unito 23 milioni. Chi esporta di più in Russia è però la Cina con oltre 88 milioni.

Boutique Tiffany a Mosca
Boutique Tiffany a Mosca

Boutique Cartier a Mosca
Boutique Cartier a Mosca







Guerra in tribunale tra Cartier e Tiffany

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Guerra in tribunale tra Cartier e Tiffany. I due colossi della gioielleria, che fanno capo rispettivamente al gruppo svizzero Richemont e al francese Lvmh, si sfidano davanti ai giudici di New York. In sostanza, Cartier accusa Tiffany di aver assunto Megan Marino, una junior manager, solo per carpire i segreti sulle nuove collezioni. E, quindi, di aver rubato segreti commerciali sui suoi gioielli di fascia alta. Nel mirino di Tiffany, secondo l’accusa di Cartier, c’è la collezione di alta gioielleria, il celebre Blue Book. Si tratta di gioielli che hanno prezzi da 50.000 dollari o euro fino a 10 milioni l’uno.

Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers

Cartier, nella citazione depositata in tribunale, è andata giù pesante: ha accusato Tiffany di voler resuscitare la propria unità di alta gioielleria dopo che è stata lasciata allo sbando a causa di diverse partenze. Sempre secondo il gruppo svizzero, riporta l’agenzia Reuters, la mossa nell’opinione di Cartier riflette la “cultura inquietante di Tiffany di appropriazione indebita di informazioni sulla concorrenza”. La manager avrebbe sottoscritto anche un patto di non concorrenza di sei mesi con Cartier.

Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont
Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont

La battaglia è solo all’inizio. Tiffany ha licenziato Marino dopo sole cinque settimane. Ma la manager, in risposta, ha affermato che Tiffany era “più interessata ad assumermi come fonte di informazioni che come manager di alta gioielleria”. Ovvio che sono tutte accuse respinte da Tiffany, che preannuncia una battaglia legale. Per il gruppo svizzero, in ogni caso, gli affari non vanno male: nel 2021 le vendite dei marchi di gioielli di Richemont (Cartier, Buccellati e Van Cleef & Arpels) sono aumentate del 38%.

Collana multigemma dal Tiffany Blue Book 2021
Collana multigemma dal Tiffany Blue Book 2021

Anello Parhelia, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. Foto di Maxime Govet
Anello Parhelia di Cartier, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. Foto di Maxime Govet







Ecco le pubblicità più belle




Ecco le più famose e belle pubblicità di gioielli

Quali sono state le migliori campagne pubblicitarie riguardo ai gioielli? La maggior parte, diciamolo, ha poco di memorabile: volti noti che con aria sognante ostentano un bracciale o una collana, modelle che lanciano occhiate sensuali mentre accarezzano anelli e orecchini di diamanti. O, semplicemente, l’oggetto prezioso e basta. Ma, per fortuna, anche per i gioielli ogni tanto emerge la fantasia di chi progetta le campagne pubblicitarie. A partire dal famoso slogan coniato dalla De Beers: «Un diamante è per sempre», campagna che data 1947 dal copywriter Frances Gerty. Poche parole, ma efficaci, che hanno convinto gli americani che i diamanti sono il simbolo di amore e di impegno, che nessuna altra pietra preziosa dovrebbe essere considerata per un anello di fidanzamento. Prima non era così, non c’erano regole precise: rubini e zaffiri erano entrambi scelte usuali. Dopo la campagna di De Beers, invece, queste sono pietre sono cadute in disgrazia e ora, circa 60 anni dopo, è raro avvistare un anello di fidanzamento senza diamanti. È cambiato tutto.

La migliore di tutte

Una campagna che abbia una efficacia totale, come quella della De Beers, oggi è praticamente impossibile. Eppure ci sono ancora le campagne di successo grazie allo spirito, alla novità e al fascino che sanno suscitare. È la prova che i gioiellieri potrebbero dare un po’ più credito ai migliori pubblicitari. Cominciamo con uno dei tanti filmati della serie «Un diamante è per sempre». Si tratta di uno short del 1996.

Usare la tecnologia

Non manca, per fortuna, chi utilizza la fantasia assieme alle armi della tecnologia. JCPenney, la terza più grande catena di grandi magazzini negli Stati Uniti, ha lanciato anni fa un video online promuovendo i suoi gioielli con diamanti in un modo altamente originale. Nella clip, un uomo che regala alla moglie un aspirapolvere per il loro anniversario viene inviato a una specie di canile, un luogo di segregazione in cui i mariti che comprano le loro mogli cattive doni sono costretti a piegare montagne di bucato. Nella scena finale, all’uomo è mostrata una fotografia: la soluzione è regalare una collana da JCPenney. Collegato a questo video è un sito: bewareofthedoghouse.com, che permette di «imprigionare» gli uomini inadeguati in un canile virtuale. Nel 2009 la campagna video ha avuto oltre 14 milioni di visualizzazioni su YouTube, e più di 7 milioni di persone hanno visitano il sito interattivo.

Liz Chatelain, specialista di ricerche di mercato nel settore dei gioielli a Mvi Marketing in California, ritiene che la campagna abbia dato un ottimo risultato: «JC Penney ha fatto un grande lavoro per avere più consumatori che regalino gioielli», dice. «Aumentare il business da dividere non è solo un bene per l’inserzionista, ma anche per l’industria». Molti altri gioiellieri si stanno rendendo conto del potenziale di pubblicità online per aiutare a raggiungere un pubblico più ampio tra «nativi digitali» che sono meno raggiungibili dalla pubblicità tradizionale su carta o televisione.

Messaggi social

Cartier, per esempio, ha scioccato il mondo tirando fuori una campagna pubblicitaria per linea di prodotto Cartier sul social network MySpace, che anni fa era leader del settore, per poi essere soppiantato da Facebook. L’idea di fare pubblicità tramite i social fino a un decennio fa sembrava impensabile per una marca del lusso: oggi investono tutti sui social network. Ma di Cartier non si può dimenticare neppure la panthére che da gioiello prende vita, in un video del 2012.

Per la verità, anche chi sceglie i giornali per la propria pubblicità potrebbe essere un po’ originale. Come la campagna Green Initiative del luglio 2007, ideata dalla coppia Russell and Kimora Lee Simmons, che puntava sul tema ecologico e sull’aiuto all’Africa per promuovere i Green Bracelets. I bracciali sono realizzati in malachite e diamanti grezzi e la metà dei profitti derivanti dalla vendita sono serviti per la Diamond Empowerment Fund, un’organizzazione no-profit internazionale che mira a raccogliere fondi per l’istruzione in Africa.

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I bracciali sono stati avvisti ai polsi di parecchie celebrities. Altrettanto famosa è stata, a suo tempo, la campagna di advertising condotta da No Dirty Gold, un’organizzazione che vuole porre fine alle pratiche scorrette di estrazione dell’oro.

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Nel 2006, l’associazione americana Oxfam e l’iniziativa Eearthworks hanno pubblicato un annuncio in bianco e nero sul «New York Times» caratterizzano da un medaglione d’oro a forma di cuore. All’interno del gioiello c’era l’immagine di un giovane, a piedi nudi ragazzo africano spalare immondizia in una miniera. Nella didascalia sotto il medaglione si legge: «Non c’è niente di romantico in una miniera d’oro tossico». Sedici gioiellieri in Usa sono stati elencati nella pubblicità come «leader» oppure «ritardatari», in base alla loro collaborazione con (o alla resistenza) alla campagna No Dirty Gold, per l’oro prodotto in modo sostenibile.

Sara Sampaio per Graff
Sara Sampaio per Graff

Celebrities

C’è, invece, il filone più tradizionale delle celebrities. Stelle del cinema, eroi sportivi e leader abbinati a monili d’oro e diamanti. Per essere davvero convincente, però, la celebrità deve essere coerente con il prodotto di cui è testimonial e, soprattutto, raccontare una storia. Per esempio, anni fa la campagna pubblicitaria stampa del gioielliere britannico Stephen Webster ha scelto una rock star un po’ ribelle, Christina Aguilera, come sua musa in una serie di immagini ispirate ad Alfred Hitchcock, dove la cantante interpreta una fanciulla sexy.

Christina Aguilera per Stephen Webster
Christina Aguilera per Stephen Webster

Andando indietro nel tempo, un altro caso di celebrity prestata alla gioielleria, per la maison italiana Damiani, è quello di Sharon Stone, che ha concesso il suo volto e un’occhiata seducente per pubblicizzare le creazioni del brand piemontese. Da notare l’ironia indiretta verso De Beers. Il claim della pubblicità, infatti, recita: Damiani, a girl’s best friend, parole che ricordano la famosa definizione per i diamanti, di cui abbiamo parlato.

Sharon Stone
Sharon Stone

Indossando Damiani, Sharon si pone come Eva nel Giardino dell’Eden, come pioniere dell’aviazione Amelia Earhart e come Gertrude Ederle, la prima donna che ha attraversato a nuoto il Canale della Manica. Gucci ha invece creato un video sulla realizzazione della campagna per la Chiodo collection, in cui l’attrice Clare Danes provvede al makeup indossando i gioielli.

Ma le ambasciatrici famose per la gioielleria sono tantissime, per anni Carla Bruni è stata il volto di Bulgari, così come Cara Delevigne lo è per la fine jewelry di Dior, mentre Buccellati ha scelto Beatrice Borromeo per aggiungere del sangue blu alla sua immagine.

Carla Bruni per Bulgari
Carla Bruni per Bulgari
Cara Delevingne indossa i gioielli della collezione Rose des Vents
Cara Delevingne indossa i gioielli della collezione Rose des Vents di Dior
Beatrice Borromeo indossa la collezione Macri di Buccellati
Beatrice Borromeo indossa la collezione Macri di Buccellati







Eleuteri, gioielli d’epoca da Roma a New York




Gioielli d’epoca firmati da prestigiose Maison: è la specialità di Eleuteri, che ha aperto una vetrina anche in Madison Avenue, a New York ♦︎

C’è Bulgari, c’è Chaumet, c’è Faraone. E poi ci sono Cartier, David Web, Buccellati… Tutti assieme. Ma non è un party per gioiellieri: le grandi Maison si trovano da Eleuteri, una delle grandi gioiellerie di Roma specializzata in gioielli speciali. Pezzi d’epoca, più o meno antichi, ma tutti di grande livello. Da sempre Eleuteri è in via Condotti, la strada dello shopping di lusso nella capitale, a cui si sono aggiunte Milano, Venezia, Cortina e Porto Cervo.

Spilla di Van Cleef & Arpels con turchese, rubini, zaffiri, diamanti su oro giallo
Spilla di Van Cleef & Arpels con turchese, rubini, zaffiri, diamanti su oro giallo

Carlo Eleuteri e il figlio Wagner hanno poi aperto una vetrina anche a New York, nella centrale Madison Avenue. Un approdo che è stato sottolineato da un lungo articolo sul New York Times. È una scelta strategica. Non a caso Wagner Eleuteri ha conseguito una laurea alla London School of Economics. L’azienda di gioielli è alla quarta generazione: la storia di Eleuteri è iniziata, infatti, nel 1894, anche se con un negozio di canditi. La trasformazione in gioielleria avviene, invece, nel 1963, con Pietro Eleuteri, collezionista appassionato di arte antica, che apre un negozio di antiquariato. Dall’antiquariato ai gioielli antichi il passo è breve. Tanto che ora la Maison romana ha accumulato una collezione di pezzi di considerevole valore e bellezza che, al momento, sono ricercati soprattutto dai ricchi turisti che fanno shopping in via Condotti. E ora anche a Manhattan.

Bracciale in oro 18 carati con diamanti, zaffiri, smeraldi, citrini, ametiste
Bracciale in oro 18 carati con diamanti, zaffiri, smeraldi, citrini, ametiste
Bracciale in oro rosa con diamanti fancy
Bracciale in oro rosa con diamanti fancy
Anello di Verdura in oro con ametista cabochon e peridoti
Anello di Verdura in oro con ametista cabochon e peridoti
Orecchini di Bulgari in oro, corallo, crisoprasio
Orecchini di Bulgari in oro, corallo, crisoprasio
Collana con diamanti e turchesi
Collana con diamanti e turchesi

Bracciale-orologio di Cartier
Bracciale-orologio di Cartier in oro e zaffiri







I gioielli con il Lego di Emiko Oye

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Gli elementi del Lego diventano bijoux e gioielli nella inconsueta interpretazione del creativo Emiko Oye a San Francisco ♦

Emiko Oye è un’artista di San Francisco davvero originale: ha reinventato i mattoncini Lego trasformandoli in bracciali, orecchini e collane. Alcuni dei pezzi sono considerati opere d’arte che reinterpretano gioielli famosi di Cartier, come La Reine de Pèlerin, ispirato alla Peregrina, celebre perla a goccia montata dal gioielliere parigino per Richard Burton che la regalò ad Elizabeth Taylor, oppure La ceremonia de la Mémoire, collare cerimoniale commissionato nel 1928 dal Maharajá indiano Sir Bhupindra Singh de Patiala. Decisamente meno impegnativi i bracciali in varie misure e i pendenti acquistabili sul suo sito.

Bracciale Cayenne
Bracciale Cayenne

I bijoux costano poco, anche perché sono realizzati in plastica, ma in compenso sono divertenti da indossare. Per chi ama un outfit allegro, informale e non convenzionale, oppure per chi ha nostalgia dell’infanzia, possono essere una soluzione. Una serie di collane e bracciali con i colori dominanti rosso e verde strizza l’occhio anche al periodo delle feste invernali.

Pendente Cayenne
Pendente Cayenne
Orecchini Holly Tile
Orecchini Holly Tile

Bracciale Sunray Kids
Bracciale Sunray Kids







Il potere dell’anello di Grace Kelly

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La storia di uno degli anelli più famosi: quello di Cartier regalato dal principe Ranieri a Grace Kelly nel 1956.

Storia e potere di un anello: quello con diamante da 10,47 carati appartenuto a Grace Kelly. Il prossimo 5 gennaio, infatti, sarà l’anniversario del fidanzamento dell’attrice americana con il principe di Monaco, Ranieri. Che nel 1956, per smuovere il cuore della eterea star di Hollywood, in quel momento al top della carriera, mosse mari e monti per trovare una pietra che potesse fare colpo. Il principe, infatti, aveva regalato a Grace un anello eternity di Cartier con diamanti rubini. Bello, ma non eccezionale.

grace kelly anello new york
Grace Kelly a New York con l’anello di fidanzamento

Il risultato della ricerca è il diamante montato su platino, taglio smeraldo, posto sull’anello di fidanzamento. A fianco ha altri due diamanti più piccoli taglio baguette. È una pietra speciale, perché solo i diamanti perfettamente privi di impurità possono essere tagliati a smeraldo: una forma con solo 49-50 sfaccettature lascia intravedere più facilmente eventuali inclusioni o impurità. In confronto, il taglio brillante, che ha 58 sfaccettature, nasconde meglio eventuali difetti. Era il 1956 e il principe Ranieri III propose il suo terzo incontro con Grace, e con l’aiuto di Cartier, conquistò l’attrice. L’anello, in effetti, deve essere piaciuto molto a Grace Kelly, tanto che decise di indossarlo sul set del suo ultimo film, High Society, prima di diventare Principessa di Monaco. Lo vedete in queste immagini, dove recita assieme a Franck Sinatra.  

L'anello di Cartier è stato esposto diverse volte dalla Maison francese
L’anello di Cartier è stato esposto diverse volte dalla Maison francese
L'anello di fidanzamento di Grace Kelly con diamante da 10,47 carati
L’anello di fidanzamento di Grace Kelly con diamante da 10,47 carati
Grace Kelly e l'anello di fidanzamento
Grace Kelly e l’anello di fidanzamento
Grace Kelly con l'anello di diamanti taglio smeraldo
Grace Kelly con l’anello di diamanti taglio smeraldo
Grace kelly con anello
Grace kelly con anello






Michele della Valle & friends con Christie’s online




In vista del Natale, dal 23 novembre al 7 dicembre Christie’s propone un’asta online intitolata Jewels Online & Colorful Whimsy: Jewels by Michele della Valle. La vendita comprende gioielli di alta gamma, con pezzi d’epoca, manche contemporanei, oltre che diamanti bianchi e pietre preziose. I gioielli in vendita hanno prestigiose firme come Buccellati, Bulgari, Cartier, David Webb, Graff, Harry Winston, JAR, Tiffany & Co. e Van Cleef & Arpels: in tutto oltre 400 lotti, che coprono tutte le fasce di prezzo e con diversi lotti offerti senza riserva.

Michele della Vallem pupazzo di neve  in cristallo di rocca smerigliato, zaffiri gialli tondi, smeraldi e rubini, smalto nero, zaffiro arancione cabochon tondo, diamanti tondi, oro bianco, giallo e annerito 18 carati
Michele della Vallem pupazzo di neve in cristallo di rocca smerigliato, zaffiri gialli tondi, smeraldi e rubini, smalto nero, zaffiro arancione cabochon tondo, diamanti tondi, oro bianco, giallo e annerito 18 carati

Ma il dessert di questo menu stellato è rappresentato da 64 fantasiosi gioielli di Michele della Valle, tutti offerti senza riserve. Designer, artista, gioielliere: Michele della Valle è uno dei più grandi creativi in attività, che unisce l’abilità progettuale all’ironia, alla piacevolezza e alla ricchezza di idee e materiali. Spesso con risultati sorprendenti. Per esempio, la spilla a forma di pupazzo di neve con gemme e diamanti: alta gioielleria più in pizzico di allegria-

Collana con diamanti, zaffiri di diversi colori e granati
Collana con diamanti, zaffiri di diversi colori e granati
Orecchini con diamanti e zaffiri gialli
Orecchini con diamanti e zaffiri gialli

Orecchini con zaffiri rotondi arancioni e gialli, tsavorite, diamanti, oro bianco e giallo
Orecchini con zaffiri rotondi arancioni e gialli, tsavorite, diamanti, oro bianco e giallo







Nel paese delle meraviglie con Mimi So

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Mimi So, designer di New York, sorprende con gioielli di alta qualità ispirati a soggetti inusuali ♦︎

Fascino orientale, ma accento americano: Mimi So è nata e cresciuta a New York. È una di quelle designer partite con un vantaggio: ha visto da vicino fin da piccola le pietre preziose nell’atelier dei genitori. Figlia di immigrati dalla Cina e da Hong Kong. È la più giovane di tre fratelli. I suoi genitori hanno faticato dopo essere emigrati negli Stati Uniti, ma alla fine hanno aperto tre gioiellerie nella Chinatown di Manhattan. La designer ha iniziato a lavorare nel negozio dei suoi genitori a otto anni, diventando un gioielliere di terza generazione. Poi, si è laureata presso la Parson’s School of Design e ha iniziato lavorare in un’agenzia pubblicitaria. Ma è tornata all’azienda di famiglia, gestendo uno dei negozi e creando gioielli per i clienti. Mimi ha aperto la sua boutique all’angolo tra la 5th Avenue e la 47th Street, nel Diamond District di Manhattan nel 1998.

Anello Wonderland in oro e diamanti con pappagallino africano
Anello Wonderland in oro e diamanti con pappagallino africano

Non è sorprendente, quindi, che dopo gli studi Mimi abbia scelto di lanciare il brand con il suo nome. Ha fatto centro. Tanto che nel 2007 Johann Rupert, allora presidente del gruppo Richemont (in cui ci sono marchi come Cartier, Van Cleef & Arpels, Giampiero Bodino) ha proposto di acquistare la quota di maggioranza di Mimi So. Niente da fare, la designer ha deciso di restare indipendente e, a conti fatti, non ha sbagliato. I suoi gioielli, che raggiungono spesso anche cifre a quattro zeri, sono apprezzati e ricercati.

Orecchini a bottone in oro bianco 18 carati, diamanti neri e rubini
Orecchini a bottone in oro bianco 18 carati, diamanti neri e rubini

Moderno e allo stesso tempo classico, lo stile di Mimi So utilizza pietre colorate, la passione della designer, assieme a fonti di ispirazione non convenzionali, come per la collezione dedicata ad Alice nel paese delle meraviglie. Da regalare per ogni giorno di non-compleanno.

Orecchini in oro bianco e nero, con diamanti, zaffiri rosa e opale acqua
Orecchini in oro bianco e nero, con diamanti, zaffiri rosa e opale acqua
Anello in oro bianco e giallo, con diamanti e opale intagliato a forma di coniglio
Anello in oro bianco e giallo, con diamanti e opale intagliato a forma di coniglio
Orecchini Phoenix in oro giallo e diamanti
Orecchini Phoenix in oro giallo e diamanti
Anello con fiocco in oro bianco e diamanti
Anello con fiocco in oro bianco e diamanti
Anello con ape in oro giallo e diamanti
Anello con ape in oro giallo e diamanti






 

5 suggerimenti prima di acquistare gioielli all’asta




I consigli di un grande esperto di gioielleria per chi vuole acquistare gioielli d’epoca all’asta. Può essere conveniente a patto di…  ♦

Vi piace frequentare le aste di gioielli, ma siete titubanti nell’acquisto? Vi domandate quando un gioiello potrebbe essere un investimento sicuro e quando invece il suo prezzo è giustificato solo una moda passeggera? E poi meglio i pezzi d’epoca o contemporanei? Tempo fa David Warren, senior international jewellery director di Christie’s, grande esperto di gioielli e (ovviamente) di aste, ha voluto offrire dei consigli agli appassionati di gioielli, specialmente quelli d’epoca e di grande pregio. Possono essere anche un’affare, un ottimo investimento.  Il testo integrale dell’intervento di Warren si trova sul sito della casa d’aste qui. Ecco, quindi, i cinque consigli da seguire per chi vuole acquistare un gioiello.

Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940

1 Il periodo Art Déco di Cartier
Dalla fine del 20 ° secolo al 1920, Cartier ha ingioiellato i polsi, il collo e il cuore delle case reali e dell’aristocrazia internazionale, spiega David Warren. L’inarrestabile vena creativa dei fratelli Pierre, Louis e Jacques era pervasa da un’etica che nessun altro aveva: non copiare, creare sempre. Il risultato è che questi i gioielli di questo periodo con il loro stile pulito e lineare non passano mai di moda. I gioielli Art Déco, tra l’altro, sono firmati anche da altre grandi firme della gioielleria, come Van Cleef & Arpels o Verdura.

Carier, bracciale Art Deco del 1928 in platino con 40 carati di diamanti taglio rosa e tondo e al centro un diamante taglio brillante di 3,35 carati
Cartier, bracciale Art Deco del 1928 in platino con 40 carati di diamanti taglio rosa e tondo e al centro un diamante taglio brillante di 3,35 carati

2 I diamanti colorati
I diamanti colorati sono le star degli ultimi anni e alle aste segnano prezzi stratosferici. Ma, attenzione: di sicuro devono avere una certificazione che ne attesti le caratteristiche, per esempio, se sono stati trattati o no per far risaltare il colore. Un diamante scaldato può essere più vivace, ma certo una pietra naturale ha più appeal. Non solo. Una pietra piccola, ma raffinata, è sempre preferibile a una grande ma con difetti. «Che senso ha avere uno smeraldo da 50 carati, se però è pieno di inclusioni?», si domanda Warren. «Meglio una pietra da 8-10-carati che è un gioiello, del valore tra i 40 mila e i 60 mila dollari per carato, piuttosto che una pietra di 50 carati che però ne vale massimo 3 mila a carato». Insomma, se volete acquistare una pietra, oltre al prezzo complessivo considerate anche quello per carato.

Diamanti giallo, rosso, blu, rosa
Diamanti colorati di diversi tagli e colori

3 Portabilità
I profitti nelle aste di gioielli crescono e per Christie’s ogni anno è migliore del precedente. Parte di ciò pare che sia dovuto alla portabilità, cioè al fatto che gioielli e diamanti si possono muovere facilmente da un luogo all’altro. In altre parole, sono un investimento che sta in una tasca. «Non si può comprare una casa nel centro di Parigi e poi, quando il mercato scende, spostare l’investimento a Londra. Ma con un diamante in tasca si può andare ovunque». Così se qualcuno avesse comprato dei diamanti colorati nel 1970 e li avesse rivenduti venduti nel 1990 il guadagno sarebbe stato grande, ma chi li avesse acquistati nel 1990 e rivenduti ora avrebbe un profitto molto più ampio». E attenzione, si dice che conti anche la provenienza e il prestigio del precedente proprietario, ma secondo l’esperto questo è vero ma non fondamentale. Quello che conta è la qualità.

Chanel Comètes, orecchini Étoile Filante, con 93 diamanti taglio brillante e montatura in oro bianco a forma di stella
Chanel Comètes, orecchini Étoile Filante, con 93 diamanti taglio brillante

4 Non è solo una questione d’epoca
Alcuni pezzi contemporanei scatenano delle vere e proprie guerre in sede d’asta e il loro valore finale supera di molto le stime. È stato il caso, tanto per fare un esempio, del bracciale Parrot Tulip di Jar, venduto anni fa all’asta di Magnificent Jewel di Ginevra per oltre 3 milioni e mezzo di dollari, nonostante la stima fosse tra i 200 mila e 300 mila dollari. Insomma, ci sono brillanti designer contemporanei che lavorano in tutto il mondo: Lorenz Bäumer a Parigi, Vicente Gracia a Valencia, e Michelle Ong, Wallace Chan e Edmond Chin a Hong Kong. Si può anche trasformare un vecchio gioiello, con un risultato che può essere sorprendente. Per esempio, Warren racconta di un suo cliente in possesso di alcuni zaffiri e diamanti montati da Gérard, che li ha affidati a Jar per farne un nuovo gioiello. Secondo l’esperto di Christie’s, sebbene dispiaciuto che l’eredità artistica di un nome così importante fosse andata perduta, la trasformazione in una croce grossa e massiccia con cinque zaffiri circondata da un pavé di brillanti è una delle migliori creazioni di un vero genio, l’equivalente contemporaneo di Fabergé.

Jar, bracciale Parrot Tulip in oro modellato a forma di foglie due che circondano il polso con diamanti e granati verdi
Jar, bracciale Parrot Tulip in oro modellato a forma di foglie che circondano il polso, con diamanti e granati verdi

5 Andare a caccia
Collezionare gioielli, spiega Warren, è come andare a caccia: bisogna essere pazienti e aspettare la preda giusta. In questo modo si può concludere un buon affare e, allo stesso tempo, impiegare bene i propri soldi.

 

Anna Hu con David Warren di Christie's (da Facebook)
Anna Hu con David Warren di Christie’s (da Facebook)
christie's collana
Collana con diamanti tagliati a pera e pendente da 20,20 carati. Venduta da Christie’s per 4,5 milioni di euro
collana Art Deco con ciondolo composto da un diamante eccezionale (colore D, Internally Flawless) di 16,24 carati, all'asta da Christie's
Collana Art Deco con ciondolo composto da un diamante eccezionale (colore D, Internally Flawless) di 16,24 carati, all’asta da Christie’s
Asta di Christie's
Asta di Christie’s
Bracciale venduto per 3,5 milioni da Christie's
Bracciale venduto per 3,5 milioni da Christie’s
Anello di Etcetera venduto da Christie's per 3,3 milioni di dollari
Anello di Etcetera venduto da Christie’s per 3,3 milioni di dollari






Cartier e l’arte islamica, matrimonio a Parigi




Che cosa unisce l’arte islamica a un gioielliere di lusso come Cartier? Più di quanto si possa immaginare. Una mostra a Parigi (dal 21 ottobre 2021 al 20 febbraio 2022) organizzata al Musée des Arts Décoratifs scopre legami e influenze sorprendenti. La mostra si intitola Les Arts de l’Islam. Aux sources de la modernité, ed è co-organizzato dal Musée des Arts Décoratifs, Parigi e dal Dallas Museum of Art, dove è già apparsa lo scorso anno.

Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947
Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947

Si scopre, dunque, che Cartier ha utilizzato nel design dei suoi gioielli alcuni dei motivi ornamentali tradizionali nell’arte islamica. La mostra comprende oltre 500 pezzi tra gioielli e oggetti di Cartier, capolavori dell’arte islamica, disegni, libri, fotografie e documenti d’archivio. La mostra esplora le origini di questa influenza attraverso il contesto culturale parigino e la figura di Louis e Jacques Cartier, due dei nipoti del fondatore, che hanno avuto un ruolo importante nella creazione di una nuova estetica soffusa di modernità.

Diadema in oro, corallo, diamanti
Diadema in oro, corallo, diamanti

Fondata nel 1847 da Louis-François Cartier, la Maison parigina si era inizialmente specializzata nella vendita di gioielli e opere d’arte. Il figlio del fondatore, Alfred, assunse la direzione dell’azienda nel 1874 e il figlio maggiore, Louis, si aggiunse nel 1898. A quel tempo, Cartier disegnava i propri gioielli, pur continuando a rivendere pezzi antichi. All’inizio del 20esimo secolo, Louis Cartier cercò nuova ispirazione. E Parigi era l’epicentro del commercio d’arte islamica: attraverso le grandi mostre organizzate al Musée des Arts Décoratifs di Parigi nel 1903 e poi a Monaco nel 1910, Louis scoprì il design esotico.

Ornamento per turbante in piume, platino, oro e diamanti, 1924
Ornamento per turbante in piume, platino, oro e diamanti, 1924

La mostra esplora anche i viaggi di Jacques Cartier, come quello in India nel 1911, dove incontrò i Maharajah del subcontinente. Queste fonti di ispirazione e i gioielli orientali hanno arricchito le collezioni della Maison Cartier, come gli ornamenti per turbanti, le nappe, i bazubands (un braccialetto allungato indossato sulla parte superiore del braccio). Cartier ha utilizzato questi format per diverse gioielli, con un esito eccezionale. Forme a mandorla, palmette, fogliame, paillettes, volute, squame, sono state interpretate con lapislazzuli e turchesi, abbinando il verde della giada o dello smeraldo al blu del lapislazzuli o dello zaffiro per creare il suo famoso modello pavone.

Portasigarette in oro e smalto, 1924
Portasigarette in oro e smalto, 1924
Cartier, diadema in platino e diamanti, 1923
Cartier, diadema in platino e diamanti, 1923
Cartier, bracciale in oro e diamanti
Cartier, bracciale in oro e diamanti

Cartier, tiara in platino, diamanti e turchesi, 1936
Cartier, tiara in platino, diamanti e turchesi, 1936







Il sesto senso di Cartier per il lusso




Per Cartier l’alta gioielleria è come giocare nel cortile di casa. Ci è abituata, è il suo regno. Ma questo non toglie che ogni collezione di alta gioielleria sia un traguardo non semplice da raggiungere, perché le aspettative sono altissime. E Pierre Rainero, director of image, heritage and style assieme a Jacqueline Karachi, direttrice della creazione di alta gioielleria, hanno lavorato parecchio alla nuova collezione Sixième Sens: 250 pezzi, tra cui 80 nuovi design. Pare sia già tutta prenotata. Il sesto senso, che comunemente significa una facoltà intuitiva che dà consapevolezza non spiegabile in termini di normale percezione, è stato probabilmente utilizzato per creare il mix di eleganza e lusso, ricercatezza e vestibilità che caratterizza la collezione.

Anello Parhelia, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. Foto di Maxime Govet
Anello Parhelia, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. Foto di Maxime Govet

Grandi pietre, grandi composizioni, originalità, fantasia sono gli elementi di questi pezzi unici capaci di ipnotizzare ogni donna. Anche perché in alcuni casi, come nella collana Alaxoa con smeraldi e diamanti alternati o nel collier Meride con cristallo di rocca, diamanti e onice incastonati su più livelli, creano un effetto ipnotico. Per riuscirci Cartier ha fatto appello alla più raffinata arte orafa: nella collana Alaxoa, per esempio, i fili delle perle di pietra sono legati con minuscoli ponti in oro tra le gemme assicurano la flessibilità della collana.

Anello Phaan, con diamante taglio rosa da 4,01 carati inserito sotto un rubino da 8,20 carati. Foto di Maxime Govet
Anello Phaan, con diamante taglio rosa da 4,01 carati inserito sotto un rubino da 8,20 carati. Foto di Maxime Govet

La collana Pixelage, invece, si ispira alle immagini dell’elettronica, con piccole geometrie di topazio imperiale, onice, diamanti bianchi e colorati. In questo caso l’effetto illusione ottica si unisce a un riferimento esplicito all’art déco e ha i colori che ricordano alcune classiche Panthére della Maison. Un altro pezzo eccezionale è l’anello Parhelia, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. L’estetica è quella ispirata al motivo del pavone creato da Louis Cartier, e rientra quindi nella tradizione di casa.

Ornamento per capelli Kheon con smeraldi e diamanti. Foto di Maxime Govet
Ornamento per capelli Kheon con smeraldi e diamanti. Foto di Maxime Govet
collana Pixelage MAXIME GOVET
Collana Pixelage, con topazio imperiale, onice, diamanti bianchi e colorati. Foto di Maxime Govet
collana Meride di Cartier crea unillusione ottica in diamanti onice e cristallo di rocca MAXIME GOVET
Xollana Meride di Cartier in diamanti, onice e cristallo di rocca. Foto di Maxime Govet
collana Alaxoa in perle di smeraldo e diamanti MAXIME GOVET
Collana Alaxoa con perle di smeraldi e diamanti alternati. Foto di Maxime Govet

L'Anello Phaan. Foto di Maxime Govet
L’Anello Phaan. Foto di Maxime Govet







Magnificent Jewels a New York con Sotheby’s




Il declino (finalmente) della pandemia ha riacceso i motori della gioielleria, ma anche il piacere di fare shopping di Magnificent Jewels come quelli che Sotheby’s mette in vendita a New York il 9 giugno. L’asta ha anche un titolo: The Roaring Twenties 2.0. La vendita comprende una selezione di 94 lotti, inclusa una serie di diamanti bianchi e colorati. Oltre ai prezzi elevati raggiunti per le gemme colorate e i pezzi firmati a Ginevra all’inizio di questo mese, la vendita si distingue ulteriormente per gli eccezionali zaffiri Kashmir e Ceylon, smeraldi colombiani e rubini birmani incastonati in design iconici firmati dalle maison più prestigiose. Subito dopo la vendita di Magnificent Jewels, si apriranno le offerte online per l’asta per lotto unico di un grande diamante rotondo colore G da 50,03 carati, offerto senza riserva.

L'anello con diamante fancy yellow The Sienna Star
L’anello con diamante fancy yellow The Sienna Star. Courtesy of Sotheby’s

I pezzi in vendita saranno in mostra presso le gallerie Sotheby’s di York Avenue dal 4 all’8 giugno nell’ambito della Sotheby’s Luxury Week, una serie di nove aste che abbracciano le categorie in più rapida crescita nella sfera del lusso. Il clou della vendita è un Fancy Vivid Yellow Diamond realizzato dall’alta gioielleria londinese di Mayfair, Glenn Spiro. La gemma è di 73,11 carati, e ha il nome di The Sienna Star, con la più alta classificazione di colore per un diamante giallo dal Gemological Institute of America. La gemma rappresenta anche uno dei più grandi diamanti Fancy Vivid Yellow mai messi all’asta. L’assoluta scarsità di diamanti gialli fini che superano i 50 carati rende l’apparizione in asta di questa pietra un momento fondamentale nel mondo delle gemme pregiate e “un oggetto straordinario nello straordinario mondo delle pietre preziose” secondo il Gia. The Sienna Star è offerto in vendita con una stima di 3 milioni di dollari.

Il diamante Fancy Vivid Yellow di 73,11 carati, anello di Glenn Spiro
Il diamante Fancy Vivid Yellow di 73,11 carati, anello di Glenn Spiro. Courtesy of Sotheby’s

All’asta di giugno è protagonista di una distinguished private collection che vanta sei gioielli mozzafiato, stimati complessivamente in oltre 13 milioni di dollari: il ricavato andrà a una fondazione di beneficenza. Su tutti, una impressionante collana di smeraldi colombiani e diamanti by Harry Winston, che combina un design elegante e delicato con pietre eccezionali e squisita fattura (stima 1,5-2,5 milioni di dollari).

Collana con diamanti e smeraldi colombiani di Harry Winston
Collana con diamanti e smeraldi colombiani di Harry Winston. Courtesy of Sotheby’s

A complemento c’è un anello con rubino birmano da 13,02 carati, montato da Carvin French (stima 1-2 milioni) e una collana spettacolare di Andrew Clunn, con 28 diamanti a forma ovale graduata per un totale di oltre 168 carati (stima 2-3 milioni). La collezione è ulteriormente completata da un anello di diamanti 23,59 carati D Color, Internally Flawless, di tipo IIa (stima 1,8-2,8 milioni) e un paio di ciondoli di diamanti D Color, del peso di 27,01 e 29,84 carati e stimati a 1-1,5 milioni e 1,2-1,8 milioni, rispettivamente.

Anello con rubino birmano da 13,02 carati
Anello con rubino birmano da 13,02 carati. Courtesy of Sotheby’s

Van Cleef & Arpels show

Della grande Maison francese l’asta di New York propone una combinazione collana-bracciale in oro rosa, zaffiro rosa e diamanti Zip Antique Udaipur. Lo zip applicato ai gioielli è stata, come noto, un’idea della duchessa di Windsor negli anni Trenta, ma il primo degli ormai iconici modelli Zip di Van Cleef & Arpels è del 1950. Lo zip trasforma un oggetto funzionale in un gioiello tecnicamente brillante e glamour che può essere indossato aperto come una collana o chiuso come un braccialetto. Pochissimi esempi sono stati realizzati durante questo periodo, consolidando ulteriormente il design come uno dei gioielli più ambiti al mondo. Più di recente, Van Cleef & Arpels ha prodotto un numero limitato di Zip: il modello Antique Udaipur è tra le più eleganti e sostanziali.

Bracciale Zip di Van Cleef & Arpels
Bracciale Zip di Van Cleef & Arpels. Courtesy of Sotheby’s

Tra le molte innovazioni di Van Cleef & Arpels, la loro più celebrata è senza dubbio il mystery setting, sistema di incassatura invisibile. Brevettata nel 1933, la tecnica ha dato origine ad alcuni dei gioielli più spettacolari del XX secolo, come la spilla con foglie di agrifoglio della Duchessa di Windsor (1936) e la clip di peonia straordinariamente naturalistica della Principessa Faiza d’Egitto. Il processo meticoloso richiede circa 90 minuti per pietra preziosa, ciascuna scanalata in modo che possa essere fatta scorrere su un sistema di binari, eliminando la necessità di punte che altrimenti interrompono il passaggio della luce. Dopo centinaia, addirittura migliaia, di ore di lavoro, si crea un gioiello di straordinaria fluidità. Con solo una manciata di pezzi creati ogni anno, i mystery setting di Van Cleef sono il massimo dell’alta gioielleria e un requisito per chiunque desideri avere il canone completo del design di gioielli.

Spilla con Mystery setting, diamanti e zaffiri, di Van Cleef & Arpels
Spilla con Mystery setting, diamanti e zaffiri, di Van Cleef & Arpels. Courtesy of Sotheby’s

Cartier Art Déco

La vendita di giugno presenta gioielli eccezionali degli anni Venti e Trenta, il periodo più ricercato di Cartier. Tra i lotti in catalogo ci sono due fermagli di smeraldi, perle e diamanti, una spilla jabot in diamanti e onice, una spilla jabot con smeraldo e diamanti con motivo jardinière e un braccialetto di diamanti, con diamanti dell’Europa antica, taglio singolo e smeraldo.

Cartier, spilla Jabot con smeraldo e diamanti
Cartier, spilla Jabot con smeraldo e diamanti. Courtesy of Sotheby’s
collana di Andrew Clunn con 28 diamanti a forma ovale graduata per un totale di oltre 168 carati
collana di Andrew Clunn con 28 diamanti a forma ovale graduata per un totale di oltre 168 carati. Courtesy of Sotheby’s






 

Più Love per Cartier

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Proprio quest’anno è stato pubblicato un libro che ripercorre le opere firmate Aldo Cipullo. E proprio quest’anno Cartier ha deciso di ampliare la storica collezione ideata dal designer italiano con un nuovo collier. La collezione è la celebre Love, disegnata nel 1969 da Aldo Cipullo, che allora lavorava per Cartier. Il gioiello che è stato abbinato al nome di Cipullo è il bracciale Love, composto da due semplici archi d’oro che si uniscono. Il bracciale ha avuto successo ed è diventato un’icona. Da allora la collezioneLove è rimasta nel catalogo di Cartier, che l’ha rinnovata anno dopo anno.

Il collier Love di Cartier
Il collier Love di Cartier

La collana in oro giallo o rosa è l’ultima arrivata di una linea che comprende, oltre ai bracciali originari, anche anelli e orecchini, anche in versioni con quattro oppure dieci diamanti incastonati nel metallo. La storia della collezione, ma anche degli altri gioielli disegnati dall’artista italiano è raccontata nel libro Cipullo: Making Jewelry Modern, che ricorda la sua storia che parte da Napoli e arriva a New York. Il libro comprende naturalmente la collezione Love, ma anche le sue creazioni per David Webb, Tiffany & Co. e, infine, dai gioielli prodotti con il proprio marchio.

Anello Love in oro giallo e diamanti
Anello Love in oro giallo e diamanti
Anello Love in oro giallo
Anello Love in oro giallo
Bracciale Love in oro giallo e 4 diamanti
Bracciale Love in oro giallo e 4 diamanti
Bracciale Love in oro bianco e 10 diamanti
Bracciale Love in oro bianco e 10 diamanti
Bracciale Love in oro rosa e 10 diamanti
Bracciale Love in oro rosa e 10 diamanti
Orecchini Love in oro rosa e diamanti
Orecchini Love in oro rosa e diamanti
Cipullo: Making Jewelry Modern scritto da Vivienne Becker
Cipullo: Making Jewelry Modern scritto da Vivienne Becker






Il Chrysler e The Dancing Sun, due super diamanti con Christie’s




La primavera è uno dei due periodi dell’anno in cui si concentrano le grandi aste di gioielli. Dopo quella di Ginevra, Christie’s propone un’altra asta di Magnificent Jewels a New York per l’8 giugno, preceduta dalla vendita online di gioielli dal 20 maggio al 4 giugno. L’asta include una significativa selezione di diamanti colorati, diamanti incolori e pietre preziose, insieme a pezzi firmati da Bulgari, Cartier, Graff , Harry Winston, Jar, Tiffany & Co e Van Cleef & Arpels. Le stime vanno da 10.000 a 3.500.000 dollari.

The Dancing Sun, 204,36 carati, e altri diamanti gialli originari della stessa pietra grezza
The Dancing Sun, 204,36 carati, e altri diamanti gialli originari della stessa pietra grezza

L’asta dell’8 giugno è guidata da The Dancing Sun, un enorme diamante giallo intenso di 204,36 carati, purezza VVS2 (stima 3,5-5,5 milioni di dollari). The Dancing Sun è il più grande diamante levigato estratto in Nord America. Questa pietra eccezionale, insieme a sei diamanti aggiuntivi (lotti 62-67) che vanno da 14,52 a 1,06 carati, sono stati tagliati e lucidati dal diamante grezzo di qualità più grande rinvenuto in Nord America: con un peso di 552,74 carati, la pietra è stata scoperto nel 2018 dalla Diavik Diamond Mine in Canada.

The Chrysler Diamond, diamante a forma di pera di 54,03 carati, colore D, Internally Flawless
The Chrysler Diamond, diamante a forma di pera di 54,03 carati, colore D, Internally Flawless

In evidenza anche il Chrysler Diamond, un magnifico diamante a forma di pera di 54,03 carati, colore D, Internally Flawless (stima 3,5-4,5 milioni). La storia di questa pietra eccezionale è iniziata nel 1958, quando Harry Winston ha acquistato quello che allora era conosciuto come il diamante Louis XIV di proprietà di Thelma Chrysler Foy, figlia di Walter Chrysler, imprenditore del settore automobilistico che ha dato il nome anche al famoso grattacielo Art Déco di New York. Incastonato per la prima volta in una tiara ed esposto al Musée du Louvre (1962), il diamante è stato venduto da Winston nel 1963, assieme a un diamante da 61,80 carati, a Eleanor Loder. L’attuale proprietario ha acquisito la coppia di gemme nel 1983: ora i diamanti sono indicati come i Gemelli e inclusi in Notable Diamonds of the World. Il diamante Chrysler è ora montato in una collana e andrà all’asta giustamente a New York.

Orecchini con perle e diamanti di Jar
Orecchini con perle e diamanti di Jar

La vendita di Christies comprende un’importante selezione di gioielli del mitico Jar, che comprende quasi 20 creazioni. Il pezzo più importante è un paio di orecchini di perle naturali e diamanti (stima 700.000-1.000.000 di dollari). La passione di Joel Arthur Rosenthal  per la perfezione e l’innovazione senza pari gli è valsa una retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York nel 2013: è il primo gioielliere vivente a cui è stato concesso questo onore. Tre gioielli in vendita della presente collezione, Lotti 150, 152 e 154, sono stati presentati in questa prestigiosa mostra.

The Flawless Match, anello composto da un diamante blu brillante a forma di pera di 2,52 carati e un diamante a forma di pera di 2,43 carati, colore D, Internally Flawless, Tipo IIa
The Flawless Match, anello composto da un diamante blu brillante a forma di pera di 2,52 carati e un diamante a forma di pera di 2,43 carati, colore D, Internally Flawless, Tipo IIa

Ulteriori punti salienti dell’asta includono The Flawless Match, anello composto da un diamante blu brillante a forma di pera di 2,52 carati e un diamante a forma di pera di 2,43 carati, colore D, Internally Flawless, Tipo IIa. In vendita ci sono anche un altro diamante da collezione, di colore rosa violaceo intenso di 2,58 carati, un raro anello di diamanti grigio-blu fantasia di 4,10 carati e un diamante taglio smeraldo di 11,93 carati, colore G, purezza VS2, di Harry Winston.

Diamante di colore rosa violaceo intenso di 2,58 carati
Diamante di colore rosa violaceo intenso di 2,58 carati

La vendita online di gioielli (20 maggio-4 giugno) presenta un’ampia selezione di gioielli raffinati e design iconici di Bvlgari, Cartier, David Webb, Elsa Peretti per Tiffany & Co., JAR e Van Cleef & Arpels.

The Dancing Sun prima di essere tagliato
The Dancing Sun prima di essere tagliato

The Dancing Sun, analisi della pietra. Photo: Arctic Canadian Diamond Company
The Dancing Sun, analisi della pietra. Photo: Arctic Canadian Diamond Company







Cartier punta su Torino con un nuovo impianto




Il Piemonte ha il suo fascino. Dopo il maxi investimento di Bulgari sul polo di Valenza un paio di anni fa, ora è la volta di Cartier, che ha deciso di puntare su Torino per un polo manifatturiero di 12 mila metri quadrati, che impiegherà circa 300 addetti. L’investimento è cospicuo: 25 milioni di euro. Secondo la Maison, che fa capo al gruppo svizzero Richemont, quello che sarà realizzato a Torino, più precisamente nel vicino comune di Basse di Stura, sarà un impiando 4.0. Tradotto: sarà molto automatizzato.

Bracciale di Cartier con diamante taglio pera di 63,66 carati e cristallo di rocca
Bracciale di Cartier con diamante taglio pera di 63,66 carati e cristallo di rocca

Cartier è anche il brand più forte del gruppo Richemont, dal punto di vista dei ricavi: il bilancio indica vendite per circa 6 miliardi. I lavori per la costruzione del nuovo impianto dovrebbero durare circa un anno e mezzo. A Torino Richemont anni fa aveva acquistato la storica Antica Ditta Marchisio dalla famiglia Mattioli, che ha continuato a produrre gioielli per Cartier sotto l’insegna manifatturiera del Polo Gioielleria Italia (mentre, a sua volta, Licia Mattioli ha dato vita al brand  Mattioli). Lo spazio produttivo a Torino, però, non basta più: da qui l’esigenza di costruire un nuovo impianto.

La sede di Richemont a Bellevue (Ginevra, Svizzera)
La sede di Richemont a Bellevue (Ginevra, Svizzera)

Anello in oro e corallo, con tre acquamarina taglio smeraldo e diamanti
Anello in oro e corallo, con tre acquamarina taglio smeraldo e diamanti

I tre fratelli Cartier con il padre nel 1922. Da sinistra, Pierre, Louis, Alfred e Jacques Cartier. Credit: Archivi della famiglia Cartier
I tre fratelli Cartier con il padre nel 1922. Da sinistra, Pierre, Louis, Alfred e Jacques Cartier. Credit: Archivi della famiglia Cartier