Boucheron, uno dei grandi marchi della gioielleria mondiale, e lo stile animalier, uno dei grandi filoni del design di oggetti preziosi: insieme fanno una bella coppia. Ed è un matrimonio che dura da oltre un secolo, visto che nel 1888, prima di intraprendere un lungo viaggio, Frédéric Boucheron aveva creato una collana serpente per la moglie, da indossare come un talismano (e in effetti sembra che abbia portato fortuna a tutti e due). La tradizione continua: ora la Maison di place Vendȏme rivisita quel tema con sette nuovi animali, tra cui i braccialetti cigno Cypris in doppia versione, white e black: uno con diamanti bianchi, l’altro con zaffiri neri, tutti e due su oro bianco. Ci sono, poi, un bracciale con il muso da riccio (ma non punge, per fortuna) realizzato in oro rosa, un anello cacatua con zaffiro e una forma radiante, e gli orecchini in diamante e onice che raffigurano due rondini. Piccoli capolavori di gioielleria che, come gli animali e Boucheron, non passeranno mai di moda. Alessia Mongrando
Estate con Sence Copenhagen
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Anche in Danimarca c’è aria di estate con la Capsule Collection di Sence Copenhagen. Il brand nordico di bijoux propone tinte pastello e forme leggere. Bracciali, orecchini, collane, e ciondoli sono realizzati con materiali anallergici, in ottone placcato oro 16 carati oppure argento e pietre dure. Come nel più classico dei design ideati nel profondo Nord d’Europa, anche in questo caso i gioielli presentano un aspetto semplice e chiaro, razionali, ma senza tralasciare un certo gusto. Bijoux, ma non con quegli orpelli inutili che spesso nascondono una lavorazione che lesina su materiali o sulla cura nella realizzazione. Da indossare tutti i giorni senza problemi, perché grazie alla loro semplicità possono accompagnare tutto. Nelle didascalie che accompagnano le immagini ci sono anche i prezzi, molto moderati anche in relazione alla qualità dei pezzi della collezione. Alessia Mongrando
Coin scatenato con Gourmette
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Un gourmette è un gioiello composto da una catena maglia appiattita e una piastra rigida e liscia, su cui può essere incisa solito un nome (nel caso di un braccialetto). Questo tipo di lavorazione è uno dei più comuni nella gioielleria. Ma, naturalmente, c’è modo e modo di realizzare una catena gourmette e c’è un diverso stile nel presentare qualcosa di così tante volte visto. Insomma, la parola gourmette può diventare anche sinonimo di sfida. Ed è questo il caso di Roberto Coin, che ha presentato una collezione che si basa proprio su questa lavorazione ma molto, molto, differente dalle solite catene. Intanto perché le maglie non sono semplici elementi di metallo, ma elaborati pezzi di un puzzle regolare, in oro bianco, giallo o rosa. E poi perché la lavorazione gourmette è arricchita in alcuni casi da diamanti che possono anche costituire un pavé che ricopre l’intero gioiello. A proposito: queste catene che non sono catene diventano bracciale, ma anche orecchini e anelli. Vale la pena di guardare come la creatività riesca a trasformare una forma usuale in qualcosa di nuovo. Lavinia Andorno
Ayala Bar vede l’estate
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Di Ayala Bar, designer con base a Tel Aviv, abbiamo parlato spesso. Un motivo per giustificare la grande frequenza con cui ce ne occupiamo c’è: il brand di gioielli «da passeggio» come li definisce lei, rinnova le collezioni almeno due volte l’anno, in autunno e in primavera, come per l’abbigliamento. Tanto per dare un’idea: per ogni stagione produce circa 400 pezzi fra collane orecchini, bracciali e anelli. I prototipi sono ideati e realizzati da Ayala stessa e dal suo team in laboratorio. Ogni pezzo è poi riprodotto artigianalmente dedicando cura e attenzione ai minimi dettagli. Ovvio, quindi, mostrare l’aggiornamento della sua proposta, in questo caso quella in vista dell’estate, che segue sempre e comunque la sua strada stilistica: choker, collane con medaglioni centrali, sautoir, orecchini, bracciali, anelli e spille realizzati con perle e perline, ma anche oggetti trovati nel deserto, al mare e in città, che diventano fonte di ispirazione. Stoffa, metallo e vetro formano un mix che non si confonde con altre proposte di bijoux di tendenza. Tutto sta a scegliere i pezzi giusti per il proprio outfit. G.N.
Marco Bicego sulla Luna
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Il satellite della Terra continua a ispirare Marco Bicego: Lunaria Lapis è l’ultima declinazione di Lunaria, collezione classica del designer veneto (lo abbiamo anticipato qui). Lapis sta per lapislazzulo, pietra celeste impiegata assieme all’oro per rendere i colori delle stelle e, in particolare, della Luna. Dopo aver presentato a VicenzaOro e Baselworld l’anticipazione delle sue novità, ora la collezione è completamente visibile: abbiamo riunito le immagini in modo da offrire una visione comparabile di alcuni pezzi, come orecchini e collane. Contorni irregolari ma morbidi, come piccole isole (o crateri lunari), sono composti dalla pietra variamente sfaccettata e da superfici di oro satinato. In tutto 15 pezzi lunari da indossare sulla Terra. Margherita Donato
Vuitton, un lucchetto per i bambini
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Pare che Michael Burke, ceo di Louis Vuitton, si sia arrabbiato quando gli hanno spiegato che l’azienda disperdeva circa 10 milioni di dollari in operazioni di beneficenza. Non perché la cifra sia troppa, ma perché era divisa in tanti piccoli rivoli di denaro con poco impatto, sia dal punto di vista concreto che sotto il profilo mediatico (tra le iniziative c’era il contributo a un allevamento di ostriche giapponese). Per contrastare questa pioggia di iniziative benefiche con modesti risultati, il manager ha deciso di lanciare una campagna di charity che ha come punto di partenza il ciondolo d’argento Lockit. Obiettivo: aiutare i bambini che ne hanno bisogno. Per ogni pezzo venduto, 200 dollari saranno donati, a nome di chi fa l’acquisto, all’Unicef, per aiutare i bambini in situazioni di emergenza. Il ciondolo a forma di lucchetto in argento è prodotto in due versioni, come pendente per collana e per bracciale. Il primo ha un prezzo di 800 dollari, il secondo di 700 (si acquistano anche online). Si fa beneficenza anche così. Federico Graglia
Hermès nella pietra
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Hermès, è uno dei brand francesi di moda più famosi nel mondo. E dire che ha la storia dell’azienda è iniziata nel 1837, quando Thierry Hermès, sellaio, ha aperto a Parigi una bottega per bardature e finimenti da cavallo. Quasi due secoli dopo, la Maison è famosa per alta moda e prêt-à-porter, accessori, pelletteria, borse, arredamento, accessori per la casa e, infine, gioielli. Ha diverse collezioni in catalogo: l’ultima, per il 2016, si chiama Hermès Chevauchée. Comprende 17 pezzi, tra anelli e bracciali, realizzati con disegni in calcografia incisi nella pietra. Sono pietre rosse, nere, gialle o verdi, e riportano le incisioni e immagini di ispirazione classica, come le teste di cavallo e mitologici sandali alati oltre, naturalmente, al logo della Maison parigina. Sono realizzate in onice, diaspro, o altri materiali pregiati. Molti dei gioielli sono realizzati con argento rodiato e linee di diamanti a contorno del perimetro. Il prezzo dei gioielli varia da 2.200 a 26.600 dollari. Rudy Serra
Si allarga l’Aura di Roberto Demeglio
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L’Aura di Roberto Demeglio, figlia di oro e ceramica (https://gioiellis.com/aura-figlia-di-oro-e-ceramica) continua a crescere. E con qualche mese di età in più rispetto alla nascita, si evolve, cambia forma. Ma senza perdere quelle rotondità che hanno caratterizzato il debutto della collezione. La doratura su ceramica high-tech, ottenuta attraverso un sistema protetto da brevetto, è articolata in bracciali, anelli, orecchini e ciondoli che hanno sinuose curve, in diversi volumi. I gioielli sono disponibili nelle varianti dorate giallo, rosa e bianco, che abbinate alla ceramica, nera e bianca, offrono un contrasto che non passa inosservato, anche grazie alla trama di rombi creata dalla alternanza di ceramica nera o bianca con finiture lucide o opache, e dorata nelle tre varianti dei colori dell’oro. Nonostante l’aspetto scultoreo, anelli e bracciali si indossano facilmente grazie a un sistema elastico a molla nascosto, anche questo protetto da brevetto, che rende più semplice la vestibilità del gioiello. Lavinia Andorno
Rosato impugna la racchetta
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Rosato (brand del gruppo Bros Manifatture) all’attacco con dritto e rovescio in occasione degli Internazionali di tennis, come sempre ospitati al Foro Italico di Roma(2-16 maggio). Per gli appassionati e le appassionate di palline e racchetta, e per la 73esima edizione del torneo, il brand ha deciso dunque di proporre un bracciale dedicato a questo sport. Al bracciale, in argento, si legano tre ciondoli: una scarpa, una racchetta e una pallina gialla. Per chi si sente come Flavia Pennetta e Venus Williams.
Le nuove anime di Giorgio Visconti
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Abbiamo già anticipato un po’ di gioielli che fanno parte delle novità 2016 del brand Giorgio Visconti (https://gioiellis.com/le-18-anime-di-giorgio-visconti), azienda piemontese che segue i percorsi sicuri della gioielleria tradizionale, ma con uno stile ben individuabile. La collezione Anima, divisa in 18 linee diverse, segue però lo stesso stile: forme arrotondate, a onde, con oro e diamanti, in cui spuntano pavé, pietre come smeraldi, zaffiri e rubini. Tutto è prodotto a Valenza. Promessa, per esempio, è un bracciale elasticizzato in oro rosa con scritta centrale impreziosita da diamanti. Passione, invece, è una linea composta da tre anelli con differenti pietre semipreziose: rossa, blu o verde. Si chiama Pensiero un anello in oro rosa con diamanti centrali, mentre Segreto comprende un anello dalle linee morbide in oro bianco e diamanti e un paio di orecchini coordinati. Infine, Sogno comprende tre anelli in oro bianco con smeraldo, zaffiro o rubino incastonati e pavé di diamanti. Rudy Serra
Morellato a tutto tondo
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Il cerchio è l’essenza di tutte le cose, la forma perfetta: probabilmente ha pensato così Morellato quando ha progettato una delle collezioni per la primavera-estate 2016. La linea di gioielli con un basso stress per il portafogli si chiama, appunto, Essenza. Piccoli e grandi cerchi si uniscono insieme per creare bracciali, pendenti, orecchini e anelli rodiati in argento. I gioielli sono proposti nelle versioni mono o bicolor, oltre a quella con pietra color zaffiro circondata da un pavé di cristalli a contrasto. Nelle versioni bicolor piccoli elementi si abbinano insieme e si tingono di rose o yellow gold a contrasto, diventando un cerchio o un cuore con texture differenti. Anche la collezione Fior di Cielo si ispira alla natura con rotondità in acciaio, con una pietra azzurra centrale. Pendenti e anelli come fiori e petali creano spessori inusuali e profondità asimmetriche. Lavinia Andorno
Salvini regale con Catherine
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Il 2016 di Salvini (gruppo Damiani) è denso di novità. Iniziamo con la collezione più innovativa presentata: Catherine. Innanzitutto è differente al primo sguardo rispetto alla produzione classica del brand, anche se mantiene il suo stile classico, pulito, essenziale. Ma è anche un tripudio di diamanti rose cut. Dieci a uno che non avete mai sentito nominare questo tipo di taglio. Non siete ignoranti, è davvero un tipo di sfaccettatura poco utilizzata: il rose cut è un tipo di lavorazione in voga nei laboratori olandesi nel XVII secolo. L’idea era un taglio che dia maggiore luminosità ai diamanti da utilizzare nella creazione di gioielli di grande prestigio. Anche se ha meno facce e non ha il classico retro a punta del classico taglio a brillante, il rose cut riesce egregiamente a brillare, anche grazie alle nuove tecnologie che arricchiscono la pietra con sfaccettature sui bordi della tavola.
Dopo questa digressione tecnica, spieghiamo l’origine del nome della collezione: si ispira ai gioielli dell’imperatrice di Russia, Caterina la Grande. Il rose cut centrale della collezione si collega al diamante Orlov (d’accordo, quello è di 200 carati), pietra donata a Catherine con intenti seduttori dal conte che ne voleva i favori. Anche se i carati dei gioielli della collezione Catherine sono un po’ più piccoli del «mostruoso» diamante Orlov, ora nel museo del Cremlino, incastonato nello scettro dello zar.
Per fortuna la nuova collezione Catherine di Salvini è invece disponibile in Italia. Si compone di collier, anelli e orecchini, realizzati su una struttura in oro bianco, con diamanti che avvolgono la gemma centrale disegnano cerchi concentrici. Prezzi indicativi: circa 1200 euro per le boccole, dai 3000 euro in su per gli anelli, fino a 34000 euro per la collana. F.G.
Quattro pietre per Philo Milano
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Philo Milano adesso ha il cuore di pietra. Nel senso buono: non è diventato un brand insensibile ma, al contrario, ha deciso di abbinare i sui bracciale a pietre che hanno, per chi ci crede, una benefica influenza su corpo e umore. Diciamolo subito: non vediamo perché una pietra debba essere associata a una qualche proprietà magica. Non sono belle così come sono prodotte dalla natura? Che bisogno c’è di fantasticare su medioevali influssi? Mah. In ogni caso, se siete dei fans della cristalloterapia, il brand propone ora un filo d’oro 9 carati, con 4 ciondoli di pietre naturali dure. Per esempio, con il topazio azzurro, che secondo Philo dona vitalità e buonumore sciogliendo le tensioni (se poi siete di cattivo umore non prendetevela con noi, vi abbiamo avvertito). Oppure il peridoto «conosciuta in passato come Pietra d’Oro, per i suoi bellissimi riflessi, il riduce lo stress, stimola la mente, combatte la malinconia e i pensieri negativi. È la pietra dell’amore e della purezza». Altri lirici sentimenti sono espressi per l’Ametista («rafforza l’animo di chi la indossa»), e il granato. Ma potete indossare i bracciali serenamente senza credere che vi cambino la vita. Lavinia Andorno
Nouvelle Bague tra Zen e Time
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A Baselworld si sono viste anche le novità di Nouvelle Bague (https://gioiellis.com/una-novella-per-nouvelle-bague), le collezioni Tempo e Zen. Le due collezioni, che si basano sui consueti bracciali, sono legate tra loro. I pezzi che compongono la linea Zen si ispirano, come è facile intuire, alla filosofia buddista, intesa come sintonia con la natura. La collezione Tempo, caratterizzata dai numeri arabi e romani, che decorano i bracciali, riflette invece sul concetto della quarta dimensione, quella temporale. Come si conciliano questi profondi pensieri con la gioielleria? Mah. Si può pensare, però, che la lancetta in smalto nero e oro decorata sui bracciali della linea Tempo sia un motivo per non considerare i gioielli del brand fiorentino semplici ornamenti, ma un meme di qualcosa di più alto. A voi la scelta. Ceramica e oro sono unite, in questo caso, per nobili propositi, oltre quello di adornare i polsi di chi li indossa. Margherita Donato
Nuovi petali per Yvone Christa
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Yvone Christa New York, brand che si identifica con le due designer svedesi trapiantate nella Grande Mela, è in un mood botanico. A dicembre ha presentato la collezione Ginko (https://gioiellis.com/una-foglia-per-yvone-christa-ny/), a gennaio è stata la volta dei fiori di loto (https://gioiellis.com/fiori-di-lotus-per-yvone-christa/). Ora la pianta da trasformare in collane e orecchini è Phlox, fiore composito. Per la verità, pare non sia molto diffuso nei giardini italiani, mentre pare che questo fiore sia molto amato in America e nel resto d’Europa. In ogni caso, la scelta dei gioielli non dipende certo dalla diffusione sulle terrazze, ma dalla forma e della loro fattura. La collezione è composta da diversi accessori: orecchini pendenti, ear cuff, bracciali, anelli, soutoir realizzati in filigrana argentata, che viene impreziosita dagli effetti chiaroscuro dei cubic zirconia in tonalità che vanno dal bianco perla, al verde, al rosa. Ecco immagini e prezzi (nelle didascalie). Lavinia Andorno
Per Ferragamo Gancino e zaffiri
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Agganciato al gancino: Salvatore Ferragamo Jewels torna a elaborare la sua famosa e sperimentata forma, uno dei simboli della Maison. Questa volta la linea di gioielli si chiama Gancino Zaffiri. Come abbiamo già scritto, il gancino nasce negli anni Settanta come elemento per la chiusura delle borse e deriva dall’accessorio utilizzato nei finimenti per i cavalli. Trasportato su scarpe, stampato sui foulard e, successivamente, trasformato in gioiello, ora il gancino in oro rosa 18 carati è ornato da 18 zaffiri rosa, che contribuiscono a rendere più preziosi e luccicanti orecchini, collana, anello e bracciale. La linea Salvatore Ferragamo Jewels Gancino Zaffiri si affianca alla linea Gancino Diamonds e Gancino Gold per completare la collezione Gancino. Ecco immagini e prezzi.
Fope, il nuovo che continua
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Fope presenta ogni anno una versione aggiornata dei suoi bestseller. Per esempio, la catena Eka vista a Baselworld diventa più leggera e sottile (si chiama Eka Tiny) e alla collana si possono anche agganciare due nuovi pendenti: uno è tondo e l’altro è a forma di goccia, entrambi hanno micro pavé. Variazioni anche per la collezione Solo e riguardano come sempre la forma delle rondelle: in questo caso la bombatura è smussata secondo una lavorazione definita a schiena d’asino, cioè arcuata. In pratica, i lati molto obliqui si congiungono in alto e danno l’illusione ottica di amplificare le forme. E le rondelle che sono tre sembrano raddoppiate, ma la percezione di ricchezza è ancora più visibile grazie al micro pavé di diamanti. Sono tutti gioielli con la maglia Flex’it, la tecnologia brevettata di Fope che è l’unica interamente in oro (persino le micro molle nascoste, che rendono flessibile il gioiello, sono realizzate con il prezioso metallo giallo).
Novità anche nella linea Vendôme: l’introduzione dell’oro bianco per la maglia ornata da motivi a onda o a «S», che nella sua versione più preziosa, è completamente nascosta dalle rondelle con diamanti. Il bracciale in questa edizione super lussuosa costa circa 18 mila euro. Alta gioielleria disegnata per essere indossata da sola o abbinata qualcosa di più basico, perché si tratta sempre di eleganza discreta e infatti i bracciali Fope sono pensati per essere portati insieme, anche se di linee differenti. Insomma, Eka in oro giallo sta bene con Solo e con Vendôme. Altra novità: la linea Phylo, una catena con minuscoli elementi simili per forma a quelli della catena Novecento, così piccoli che per passare dall’idea al prototipo alla modellazione e, infine, alla produzione ci è voluto circa un anno. Il risultato sono gioielli leggeri, morbidi e tanto confortevoli da sembrare un tessuto. Ogni pezzo è realizzato nello stabilimento di Vicenza di Fope, che sembra essere più protetto di Fort Knox non tanto e non solo per la quantità di oro, ma per custodire i preziosi segreti dei sistemi brevettati, dei macchinari costruiti su misura e l’abilità di una lavorazione ancora in gran parte manuale. Monica Battistoni
Bicego dai Masai
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I Masai sono un popolo che vive tra la Tanzania e il Kenya. Pastori, ma anche guerrieri, sono famosi anche per i colorati gioielli di perline che indossano. La nuova collezione di Marco Bicego accanto a Lunaria Lapis (https://gioiellis.com/bicego-blue-moon), presentata a Baselworld 2016 si ispira proprio ai Masai, ne acquista il nome, ma rinuncia all’arcobaleno di colori dell’estetica etnica africana e opta invece per un più sobrio oro 18 carati, bianco o giallo, intervallato da quadrati con un pavé in cui risiedono nove diamanti. I bracciali sono morbidi, realizzati con la tecnica della serpentina, forse per renderli più facilmente indossabili. La collezione Masai sarà disponibile nei negozi a maggio. Lavinia Andorno
Van Cleef & Arpels e i Bouton d’Or
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Dopo l’art deco, ecco gli anni Quaranta irrompere con decisione nel mondo della gioielleria: Van Cleef & Arpels propone una nuova collezione ispirata ad alcuni suoi pezzi storici di quel periodo. La collezione si chiama Bouton d’or, cioè botton d’oro, il nome del comune fiore di prato della famiglia dei ranuncoli. Ma di comune i gioielli proposti in questa rielaborazione dei suoi pezzi classici, ha poco. Innanzitutto per la forma dei gioielli e, poi, per la lavorazione che non è affatto semplice. Quella che in origine era chiamata paillette, è una elaborazione complessa perché mette insieme tanti minuscoli elementi che concorrono a comporre i fiori. Non solo: i materiali sono forati al centro, dove spunta un piccolo tondo d’oro rosa oppure un diamante. Piuttosto complicato, anche se l’effetto finale è di armonia. Inoltre, tutti i pezzi della collezione, dalla collana al bracciale, sono morbidi, per favorire la vestibilità. La collana, per esempio, si adatta alle forme del corpo, così come il bracciale (leggermente asimmetrico), mentre gli orecchini si muovono seguendo i passi di chi li indossa. Ci sono anche un anello in rilievo e un pendente. La collezione è composta da due parure di cinque gioielli ciascuna: una è in rosso e l’altra è giocata sulla tonalità verde. Tutte e due utilizzano oro rosa: la prima utilizza la madreperla e la cornalina (rossa). L’altra onice (nero) e crisopraso (verde). In più, piccoli diamanti (D, E o F per il colore; IF e VVS per la purezza) aumentano il tasso di luminosità.
La Costiera al polso
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Un po’ per accontentare i turisti, un po’ per accontentare chi ama i bijoux artigianali: è l’idea di Costiera Collection by Knots Luxury. Si tratta di una linea di bracciali in maiolica interamente realizzati e dipinti a mano in Campania da artigiani ceramisti, eredi di una tradizione secolare. Una limited edition, anche perché per dipingere a mano i bracciali ci vuole tempo, dedicati alle cittadine della Costiera Amalfitana: Positano, Ravello, Cetara e il piccolo fiordo di Furore, ma anche a Capri, che è un’isola, ma non molto distante. Sono bijoux da indossare in estate, con colori caldi e, magari, un vestito a maniche corte.