Il modello è quello di Avon, l’azienda di vendita porta a porta di cosmetici, ma con i gioielli di Stella & Dot è molto più divertente. Certo, merito del prodotto, ma anche perché ha trasformato la venditrice come fosse una protagonista di Sex and the City, l’ha ribattezzata ambassador e le dimostrazioni si chiamano trunk show, ossia collezioni itineranti, prendendo a prestito il linguaggio della moda. La tecnologia poi, ha fatto il resto: iPad e tablet come supporto e una piattaforma per informare e formare chi collabora. Braccialetti, orecchini e anelli creati da un team interno, con una qualità superiore al fast fashion low cost, e più accessibili delle gemme chiuse nelle vetrine delle gioiellerie tradizionali, venduti con quel tocco personale che manca nei negozi di moda. E pure ad Amazon.
Questa l’idea di Jessica Herrin, che ha fondato la società nel 2007, due anni dopo fatturava 33 milioni di dollari e ha continuato a crescere. Oggi conta migliaia di venditori, anzi ambassador, negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda, Germania e anche in Francia, che guadagnano il 20-40% sulle vendite. Molti usano la vendita di bijoux come lavoro stagionale o temporaneo: è molto popolare tra insegnanti e infermiere, ma quello che sembra conquistare tutte le donne è la flessibilità nell’organizzarsi il lavoro e guadagnare. Le statistiche dicono che la metà degli stilisti-venditori organizza un trunk show in casa al mese e almeno otto su dieci persone che partecipano sono al loro primo acquisto con Stella & Dot. Dunque un grande potenziale da sfruttare con altri prodotti: l’idea è quella di allargare la gamma degli accessori, senza cambiare la modalità di vendita sociale.