Ukraine

Gemme per l’Ukraina da Nomad’s




Gemme preziose in asta per l’Ucraina. A lanciare l’idea è Nomad’s, azienda nata in Ucraina, ma che ormai opera nel taglio e commercio delle pietre preziose in tuto il mondo. Nomad’s ha iniziato un’asta il giorno della festa d’indipendenza dell’Ucraina, il 24 agosto, che segna anche i sei mesi dall’invasione delle truppe russe. L’asta online ha l’obiettivo di sostenere il Paese. Nomad’s devolverà l’intero ricavato a United24, il programma di sostegno lanciato dal presidente Volodymyr Zelenskyy .

L'asta di gemme di Nomad's
L’asta di gemme di Nomad’s

In vendita ci sono 13 gemme, tra cui un topazio ucraino e il berillo eliodoro dalla miniera di Volodarsk-Volynskii, una coppia di tanzaniti da 3,63 carati, una tormalina blu-verde da 10,11 carati e una pietra di ametista da 72,40 carati. Anche se di solito Nomad’s vende solo a acquirenti professionali, la società ha aperto l’asta a tutti in modo che tutti possano essere coinvolti.

Tormalina di Nomad's
Tormalina di Nomad’s
Granato spessartite
Granato spessartite

Rubellite
Rubellite







Svetlana Lazar, l’Ucraina in California




Dall’Ucraina alla California, ma ben prima che il Paese dell’Est fosse invaso dall’esercito russo. Svetlana Lazar si è trasferita a San Francisco quando aveva solo otto anni, poi si è diplomata al liceo e ha frequentato corsi di scultura e gioielleria, per imparare la tecnica orafa necessaria per avviare la sua attività. Ma, prima, ha fatto tanta pratica: per 11 anni ha lavorato al banco di un rivenditore di gioielli, con l’intaglio e l’incastonatura delle pietre. Un duro lavoro che, in compenso, ha dotato Svetlana di precisione e consapevolezza nei propri mezzi.

Anello in oro 18 carati con tormalina e piccoli diamanti
Anello in oro 18 carati con tormalina e piccoli diamanti

Come per tanti altri designer americani con radici in lontani Paesi è lecito chiedersi se i gioielli di Svetlana Lazar rispecchiano anche la sua storia e la cultura di origine. La risposta è no. I gioielli sono realizzati in oro 18 carati, con l’aggiunta di pietre come tormalina, o opale, acquamarina o sodalite, assieme a piccoli diamanti o zaffiri. Alcune pietre sono incastonate in modo da suggerire un movimento attraverso le superfici translucide delle gemme.

Orecchini in oro 18 carati con sodalite a goccia, tormaline rosse e zaffiri
Orecchini in oro 18 carati con sodalite a goccia, tormaline rosse e zaffiri
Orecchini The Moth in oro 14 carati e diamanti
Orecchini The Moth in oro 14 carati e diamanti
Anello in oro con pietra luna rainbow e diamanti
Anello in oro con pietra luna rainbow e diamanti
Orecchini in oro con pietra luna rainbow, zaffiri e diamanti
Orecchini in oro con pietra luna rainbow, zaffiri e diamanti
Collana in oro con pietra luna rainbow, diamanti e zaffiri
Collana in oro con pietra luna rainbow, diamanti e zaffiri
Anello con opale etiope, su oro 22 carati e argento annerito
Anello con opale etiope, su oro 22 carati e argento annerito






Nuovi gioiellieri in supporto all’Ucraina




Gioiellieri in supporto dell’Ucraina. A marzo, alcuni gioiellieri hanno promosso una raccolta di fondi per i bambini vittime della guerra. Finora hanno raccolto circa 25.000 sterline per Hope and Homes for Children, una ONG che attualmente lavora in Ucraina, in combinazione con le gemme estratte da una miniera brasiliana di Cruzeiro. L’azione di supporto continua e altri design si sono aggiunti in questi mesi. La designer di origine brasiliana Ana Khouri, per esempio, ha appena donato un paio di orecchini in berillo giallo e tormalina indicolite blu, i colori della bandiera ucraina.

Orecchini di Ana Khouri con tormalina indicolite e berillo
Orecchini di Ana Khouri con tormalina indicolite e berillo

L’idea dei gioielli per l’Ucraina è di Annabel Davidson di Vanity Fair on Jewellery: quando la Russia iniziato la guerra era in Brasile in visita alla miniera di Cruzeiro, che si trova nello stato di Minas Gerais, a nord di San Paolo. La miniera produce tormalina, quarzo, morganite, acquamarina e granato, ma anche tormalina indicolite blu ed eliodoro giallo, i colori della bandiera ucraina. Davidson ha fatto due più due.

Anello di Carla Amorim con tormalina indicolite e berillo giallo
Anello di Carla Amorim con tormalina indicolite e berillo giallo

Il Ceo della miniera, Douglas Neves, ha subito accettato di donare le gemme per il progetto di sostegno al popolo ucraino. Hanno aderito subito: dal Brasile Carla Amorim, Ara Vartanian, Prasi e Kika Alvarenga, a Londra Jessica McCormack, Ana Khouri a New York e Maggi Simpkins con sede a Los Angeles, assieme a Ruth Tomlinson e Sophie Breitmeyer. Altri gioiellieri, come Solange Azagury-Partridge, Anabela Chan e Robinson Pelham, hanno invece deciso di sostenere la Croce Rossa oppure organizzazioni come Care and Save the Children UK.

Bracciale di Robinson Pelham venduto al prezzo di 100 sterline
Bracciale di Robinson Pelham venduto al prezzo di 100 sterline

Il supporto è un’opportunità anche per gli appassionati di gioielli, che sono estratti a sorte. Ogni tre settimane un gioiello viene messo in palio su JustGiving.com tra chiunque faccia una donazione di 10 euro o sterline. La somma raccolta viene girata a Hope e Homes for Children, che supporta i volontari che si trovano in Ucraina.

Gioielli a forma di girasole, il fiore dell'Ukraina, di Anabela Chan
Gioielli a forma di girasole, il fiore dell’Ucraina, di Anabela Chan

Anelli Hot Lips di Solange Azagury-Partridge
Anelli Hot Lips di Solange Azagury-Partridge







I gioiellieri Ucraini a GemGèneve




La gioielleria non può e non è estranea a quello che avviene nel mondo. Così GemGèneve, evento che ospita aziende specializzate nel commercio di gemme, di gioielli di alta gamma vintage e una pattuglia di nuovi designer, ha ospitato anche il progetto Strong & Precious, con l’obiettivo di presentare il lavoro di alcuni designer di gioielli ucraini. L’idea è quella di presentare l’Ucraina come un Paese con un forte potenziale di gioielleria. L’Ucraina, in effetti, è la terra di origine di gioiellieri come Oscar Heyman e Marshak, entrambi avevano radici ucraine e sono gli esempi più brillanti dell’artigianato orafo ucraino.

Orecchini di Zhernov
Orecchini di Zhernov

I designer presenti a Ginevra sono stati selezionati da Olga Oleksenko e Natalia Kietiene. Sono lavori molto diversi tra loro, secondo lo stile e la tecnica dei diversi designer. Alcuni si ispirano alla tradizione orafa delle origini, altri si propongono invece come innovatori, con soluzioni originali. È una gioielleria, insomma, tutta da sviluppare, a patto di superare il difficile momento che sta attraversando il Paese.

Anelli di Oberig
Anelli di Oberig

Lavoro nel settore della gioielleria da anni e ho sempre avuto una passione per il collezionismo. La mia collezione è composta prevalentemente da pezzi di alta gioielleria del XX secolo di nomi noti. Tuttavia, ora mi sento distante da loro, sono irrilevanti per me. Ammiro invece i piccoli marchi ucraini indipendenti. Fanno cose che hanno un senso, riflettendo la situazione attuale nel mio Paese natale.
Olga Oleksenko

Gioiello di Brua
Gioiello di Brua
Anello di Guzema
Anello di Guzema
Orecchino di Inesa Kovalova
Orecchino di Inesa Kovalova
Collana di Lutiki
Collana di Lutiki
Anello Megapolis di Inesa Kivalova. Photo: Ira Merk
Anello Megapolis di Inesa Kivalova. Photo: Ira Merk

Gioielli di Nomis
Gioielli di Nomis







La guerra spacca il Responsible Jewellery Council




La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina sta sconvolgendo anche il mondo dei diamanti. Dopo i provvedimenti contro Alrosa (azienda mineraria russa) decisi dagli Stati Uniti, a spaccarsi è il Responsible Jewellery Council. E Iris Van der Veken, direttore esecutivo del Rjc, associazione con circa 1500 membri che definisce gli standard della catena di approvvigionamento dei diamanti, si è dimessa. L’associazione, infatti, fino a questo momento ha evitato di sospendere Alrosa.

Iris Van der Veken
Iris Van der Veken

L’unico cambiamento rilevato, infatti, sono le dimissioni dalla carica di vicepresidente del RJC del Ceo di Alrosa, Sergey Ivanov. Ma l’azienda, controllata dal governo russo, è rimasta tra i soci. La mancanza di una sospensione ha scontentato molti. A cominciare da Pandora, che è anche la più grande azienda di gioielleria del mondo, che ha annunciato la sua decisione di lasciare l’organizzazione proprio a causa della mancata sospensione da parte di RJC delle società russe (non solo Alrosa) e ha esortato i suoi membri a interrompere gli affari con il Paese: “Pandora non può, in buona fede, essere membro di un’associazione che non condivide i nostri valori”, ha scandito il Ceo del gruppo danese, Alexander Lacik.

Sergey Ivanov, Ceo di Alrosa
Sergey Ivanov, Ceo di Alrosa

Poche ore dopo è arrivata anche la comunicazione del gruppo Richemont (Cartier, Van Cleef & Arpels e Buccellati), che ha specificato di non desiderare di essere membri di “un’organizzazione di settore che include aziende che contribuiscono al finanziamento di conflitti e guerre”. Due uscite di peso, insomma. Ne seguiranno altre?

La miniera di diamanti Cullinan
La miniera di diamanti Cullinan

Il diamante trovato nella miniera di Karowe, in Botswana
Il maxi diamante trovato nella miniera di Karowe, in Botswana







La guerra fa alzare il costo dei diamanti?




La guerra in Ucraina farà aumentare anche il prezzo dei diamanti? La domanda è lecita. Nel mirino dele sanzioni contro la Russia, infatti, è finita anche Alrosa, gigante minerario controllato dallo Stato e che controlla il 90% della produzione del Paese ed è la prima azienda estrattiva al mondo. Per dare un’idea della dimensione: nel 2021 Alrosa ha venduto 32,4 milioni di carati di diamanti grezzi, che equivale a quasi il 30% della produzione mondiale. Insomma, un diamante su tre arriva dalla Russia. E l’amministratore delegato di Alrosa, Sergey Ivanov, è nell’elenco dei miliardari ricchi russi finiti nel mirino delle sanzioni.

Sergey Ivanov, Ceo di Alrosa
Sergey Ivanov, Ceo di Alrosa

Tra l’altro, è figlio dell’ex ministro della Difesa Sergei Ivanov, stretto collaboratore del presidente Vladimir Putin ed è anche membro del consiglio di Gazprombank, emanazione del gigante petrolifero e del gas. Come reazione, Alrosa ha sospeso la sua adesione al Natural Diamond Council, un’alleanza di mercato dei principali produttori mondiali di pietre preziose.

Il diamante è stato ricavato da una pietra grezza di 179 carati
Diamante di Alrosa ricavato da una pietra grezza di 179 carati

Allo stesso tempo, però, lo Stato russo controlla anche una riserva segreta di diamanti, il Gokhran, che utilizza per stabilizzare i prezzi e per generare entrate in periodi di crisi. Inoltre, finora Alrosa ha bypassato le sanzioni degli Stati Uniti ed è riuscita a garantire un flusso regolare di diamanti in India, dove sono lucidate e tagliati un buon numero di diamanti, circa il 10%. Ma Tiffany, per esempio, ha appena annunciato che non acquisterà più diamanti provenienti dalla Russia.

 

Il diamante brown di Alrosa da 27,02 carati utilizzato per una collana di Anna Hu
Il diamante brown di Alrosa da 27,02 carati utilizzato per la collana di Anna Hu

C’è, poi, un altro fattore di cui tenere conto: nei giorni che hanno preceduto le sanzioni molti dei cosiddetti oligarchi o, perlomeno, un buon numero di ricchi russi si è precipitato nelle gioiellerie di mezzo mondo, ma in particolare negli Emirati, per acquistare gioielli e pietre. È un patrimonio facilmente trasportabile e, a differenza del conto in banca, difficilmente può essere individuato e sequestrato. Al contrario, un diamante si può rivendere facilmente in qualsiasi parte del mondo, anche se la carta di credito è bloccata. Un diamante è, insomma, una specie di polizza di assicurazione in tempi difficili. Ma, naturalmente, molti acquisti significano anche tensione sui prezzi. Senza contare che da anni ci sono gruppi criminali russi che operano in Europa e negli Usa e utilizzano proprio i diamanti per riciclare i propri guadagni illeciti. Un’operazione che potrebbe essere ulteriormente incentivata dal clima di guerra.

Diamante nel laboratorio Tiffany di Anversa
Diamante nel laboratorio Tiffany di Anversa

Tutto questo preoccupa le aziende specializzate nella lavorazione di diamanti. L’Anversa World Diamond Center ha suggerito che le restrizioni possano rivelarsi dannose per il settore, dato che la Russia può continuare a vendere diamanti a Paesi come India e Cina. Vero. Ma certo non è facile sostituire in fretta gli specialisti di Anversa nel delicato lavoro del taglio dei diamanti. E la Russia i diamanti li vende grezzi.

Un problema, in ogni caso, che si somma a scorte di diamanti molto ridotte: secondo Bain & Company, nei forzieri degli operatori a inizio anno, prima della guerra, le scorte erano diminuite del 40% circa, spinte dall’elevata domanda e dalla lenta ripresa della produzione. Insomma, di diamanti ce n’erano già meno in circolazione. E ora regalare il classico solitaire rischia di essere molto più costoso.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa







Aiuto per l’Ucraina da Yana Nesper




Gioielli per l’Ucraina. O, meglio, una designer di gioielli ha organizzato una sottoscrizione in favore delle popolazioni colpite dalla guerra. A organizzarla è Yana Nesper, designer che vive e lavora in Germania. E che è particolarmente coinvolta in quello che è successo: lei stessa è orgogliosamente ucraina. È nata, infatti, nella città di Mykolayiw, messa sotto assedio dall’esercito russo. Per questo Yana ha promosso una catena di aiuti per la popolazione.

Yana Nesper assieme al presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelenskiy
Yana Nesper assieme al presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskiy

Yana Nesper, imprenditrice e madre di due figli, è anche un’ottima pianista. È originaria di Mykolayiw, in Ucraina, città sul Mar Nero vicino a Odessa. Nel 1994 la designer ha sposato Frank Nesper, amministratore delegato di Heinz Nesper, azienda di gioielleria specializzata in perle a Pforzheim, Germania. E dal 2010 Yana è anche la designer dei gioielli: le sue collezioni sono raffinate, eleganti, sobrie. Ma di fronte al dramma della guerra la sua professione passa ora in secondo piano.

Bracciale Charmant in oro 18 carati e perle Akoya
Bracciale Charmant in oro 18 carati e perle Akoya
Bracciale in oro e perla
Bracciale in oro e perla
Orecchini in oro giallo18 carati e perle
Orecchini in oro giallo18 carati e perle








Da Kidult sostegno ai rifugiati dell’Ucraina




Anche dal mondo della gioielleria arrivano segnali di solidarietà per l’Ucraina. Come quello di Kidult, brand italiano di bijoux a prezzi accessibili, che si è attivato con un nuovo progetto.  assieme a Cesvi, organizzazione umanitaria laica e indipendente nata nel 1985, che si è da subito attivata con il progetto Emergenza Ucraina per supportare i milioni di rifugiati, di cui quasi la metà sono bambini, sui diversi varchi con i Paesi confinanti.

Bracciale per la festa del papà
Bracciale per la festa del papà

Mabina (la società che possiede il marchio Kidult) ha deciso di supportare Cesvi, devolvendo  il 20% del fatturato generato dagli acquisti effettuati sul sito www.discoverkidult.com nel periodo di tempo compreso tra il 15 di marzo e il 15 aprile. Nel 2020 Kidult ha già sostenuto diverse iniziative per la lotta al covid.

Bracciale con pietre brown
Bracciale con pietre brown

Bracciale in acciaio
Bracciale in acciaio