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Sempre più gioielli con avventurina




Si chiama avventurina, ma non è in cerca di avventure: è una pietra sempre più utilizzata dai gioiellieri. Ecco quali sono le caratteristiche dell’avventurina ♦

Questa pietra che assomiglia alla giada, è un materiale emergente nella gioielleria. Spesso definita come «giada indiana», in realtà è una varietà di quarzo. I suoi riflessi verdi piacciono molto, ma qualche volta è confusa con con la malachite. Errore. Anche se alcune varietà di avventurina e malachite possono essere difficili da distinguere, è un minerale molto più duro. Anche se è generalmente verde, esistono anche varietà di avventurina gialle, color pesca, rosso, rosa e marrone. C’è anche una versione arancione, indicata come avventurina, ma si tratta in realtà dalla famiglia del feldspato e non del quarzo. Questa varietà è più comunemente indicato come sunstone. Nell’avventurina verde, il cromo contenuto nelle inclusioni, la fuchsite, produce un effetto brillante. C’è anche l’avventurina verde e opaca.

Collana in quarzo avventurina, giada e rubini
Seaman Schepps, collana in avventurina, giada e rubini

L’avventurina arriva a 7 sulla scala di Mohs, quella che misura la durezza delle pietre, mentre la malachite è nella scala classificata tra 3,5 e 4. Alcuni geologi considerano l’avventurina come una roccia, più che una pietra semi preziosa, a causa della presenza della fuchsite. E per i geologi qualsiasi sostanza che contenga più di un minerale non è una è pietra omogenea, ma è considerata una roccia. Nonostante questo, la maggior parte dei gemmologi e dei gioiellieri vede l’avventurina semplicemente come una varietà di quarzo da utilizzare per orecchini, anelli o collane. Ma da che cosa deriva il nome? Avventurina si riferisce a un tipo di vetro che è stato inventato nel 1700. Era un vetro opaco, accidentalmente riempito con macchie di rame, e a cui è stato dato il nome di avventurina, dalla definizione in lingua italiana «per ventura», cioè per caso. La pietra che assomigliava a questo particolare materiale ne ha preso il nome. Quanto vale l’avventurina? Dipende dalla sua qualità, per esempio dalla sua purezza: molte inclusioni possono diminuire il suo valore. In ogni caso costa molto meno della giada.

Orecchini in acciaio-brunito, perno in ottone pietra avventurina
Monica Trevisi, orecchini in acciaio-brunito, perno in ottone, avventurina
Orecchini della collezione Rainbow Shades in oro giallo 18Kt, zaffiri verdi e avventurina verde
Dml, orecchini della collezione Rainbow Shades in oro giallo 18Kt, zaffiri verdi e avventurina verde
Orecchini in quarzo citrino con madreperla e avventurina
Bigli, orecchini in quarzo citrino con madreperla e avventurina
Bracciale con avventurina rosa, perle su ottone dorato
Martina Mondadori, bracciale con avventurina rosa, perle su ottone dorato
De Beers, collezione Aria, anello con un diamante taglio brillante centrale circondato da diamanti taglio brillante e baguette e pavé di avventurina
De Beers, collezione Aria, anello con un diamante taglio brillante centrale circondato da diamanti taglio brillante e baguette e pavé di avventurina
Avventurina al naturale
Avventurina al naturale
Anello di Yves Saint-Laurent con avventurina
Anello di Yves Saint-Laurent in oro e avventurina
Anello con pietra avventurina
Anello con pietra avventurina
Orecchini in oro e avventurina
Orecchini in oro e avventurina
Orecchini in argento e avventurina
Orecchini in argento e avventurina
Collana con avventurina
Collana con avventurina






 

Le ultime da Dml

Alcune delle nuove proposte di Dml, azienda vicentina che opera a tutto campo nella gioielleria ♦

Dml, azienda orafa di Olmo di Creazzo, in provincia di Vicenza, si avvia al mezzo secolo di vita senza perdere il passo con i tempi. Se fosse un’atleta, Dml sarebbe probabilmente un marciatore, oppure un maratoneta. Insomma, qualcuno che bada alla lunga distanza piuttosto che avventurarsi in attività che provocano affanno.

A OroArezzo, per esempio, l’azienda ha portato una selezione di quelle che sono le sue più recenti proposte: il catalogo è piuttosto vario e dimostra la duttilità con la quale artigiani e laboratorio dell’azienda fondata da Luigino Dal Maso (l’acronimo del nome è diventato il brand dell’azienda) prosegue nel suo regolare cammino. Mentre il figlio del fondatore, Marco Dal Maso, ha deciso di percorrere una strada molto più avventurosa, con il suo marchio Marco Ta Moko, Dml prosegue sulla strada della gioielleria classica, come nelle collezioni Marrakech o Rainbow, con oro e pietre come diamanti, quarzo o iolite sono liberamente accostate per realizzare gioielli con una forte impronta di italianità. Giulia Netrese





Collana della collezione Marakech in oro e pietre naturali
Collana della collezione Marakech in oro e pietre naturali

Anello e Schiava della collezione Rainbow Shades in oro rosa 18kt, diamanti bianchi, quarzo rosa e iolite
Anello e Schiava della collezione Rainbow Shades in oro rosa 18kt, diamanti bianchi, quarzo rosa e iolite
Orecchini della collezione Rainbow Shades in oro rosa 18kt, diamanti bianchi, quarzo rosa e iolite
Orecchini della collezione Rainbow Shades in oro rosa 18kt, diamanti bianchi, quarzo rosa e iolite
Collana della collezione Rainbow Shades in oro giallo 18Kt, zaffiri verdi e avventurina verde
Collana della collezione Rainbow Shades in oro giallo 18Kt, zaffiri verdi e avventurina verde
Orecchini della collezione Rainbow Shades in oro giallo 18Kt, zaffiri verdi e avventurina verde
Orecchini della collezione Rainbow Shades in oro giallo 18Kt, zaffiri verdi e avventurina verde
Schiava della collezione Essential in oro giallo 18kt e zaffiri colorati
Schiava della collezione Essential in oro giallo 18kt e zaffiri colorati

Schiava e anello della collezione Essential in oro rosa 18kt e zaffiri colorati
Schiava e anello della collezione Essential in oro rosa 18kt e zaffiri colorati







Dml, la tradizione continua

Luigino Dal Maso è un uomo maturo, che conserva però quel diminutivo: assieme al nome non ha perso lo stile che caratterizza la Dml, acronimo che condensa, appunto, le iniziali del fondatore. La storia è quella di molte altre aziende che costituiscono il mercato italiano della gioielleria: il piccolo laboratorio che nel tempo si specializza, si ingrandisce, conquista i clienti. E si fa un nome. Oggi Dml è una firma riconosciuta per la scelta dei materiali, la particolarità nei tagli delle gemme e l’abbinamento dei colori. È un Made in Italy che continua: i gioielli sono progettati e realizzati esclusivamente in Italia dalle agili mani dei suoi artigiani. Sono gioielli veri: oro, pietre naturali e preziose come diamanti, zaffiri e perle, servono a realizzare le collezioni, che comprendono linee di successo. Un paio di esempi sono quelli testimoniati dalle immagini in questa pagina: le collezioni Flowers e Giardini. Nel primo caso sono stati utilizzati oro bianco e diamanti, ma in una sobria tonalità tra bianco e grigio. Nella seconda collezione, i diamanti e l’oro brunito si accompagnano ai topazi. Alessia Mongrando

Anello della collezione Giardini, in oro, diamanti e topazi
Anello della collezione Giardini, in oro, diamanti e topazi
Collana della collezione Flowers, oro bianco e diamanti
Collana della collezione Flowers, oro bianco e diamanti
Anello della collezione Flowers
Anello della collezione Flowers
Orecchini della collezione Flowers
Orecchini della collezione Flowers
Collezione Flowers, indossato
Collezione Flowers, indossato
Bracciale della collezione Giardini
Bracciale della collezione Giardini
Orecchini della collezione Giardini
Orecchini della collezione Giardini
Collezione Giardini, indossato
Collezione Giardini, indossato
Collana della collezione Giardini: oro brunito, diamanti e topazi
Collana della collezione Giardini: oro brunito, diamanti e topazi

Marco Ta Moko, sulla pelle dell’uomo

[wzslider]Può un designer innamorarsi della lingua maori e adottarla addirittura come brand? Sì, può: il risultato è Marco Ta Moko, nuovo marchio di gioielli per uomo. Le immagini dei pezzi proposti le vedete. Ma è anche interessante conoscere la genesi, come la racconta lo stesso fondatore di Marco Ta Moko che, tra parentesi, all’anagrafe è semplicemente Marco Dal Maso.

«Ho imparato l’arte della gioielleria con mio padre, nella DML (sul sito della Dml Jewels c’è infatti una sua foto assieme a padre, madre e sorella ndr). Poi ho deciso di continuare il mio percorso personale, scrivere e viaggiare. Il viaggio è quello che mi motiva e mi tiene ispirato. Sperimentare nuovi luoghi, persone diverse, sfondi alternativi, ecco è quello che io sono nato per fare», racconta Del Maso. «Durante un viaggio attraverso la Nuova Zelanda nel 2006, un viaggio spirituale, sono stato assorbito da dal significato e la cultura Ta Moko. Parola che significato tattoo, cioè tatuaggio, nell’antica lingua maori. Il Ta Moko rappresenta le conquiste di una persona e lo status sociale nella tribù, ed è considerato un grande onore. Il Ta Moko è stato indossato da uomini e donne. È applicato al viso e ai glutei degli uomini, e al mento, labbra e spalle delle donne. Il Ta Moko era come una storia di successi di una persona e ha rappresentato lo status di chi lo porta nell’ambito della tribù. Come un curriculum».

E, in fondo, anche un gioiello fa parte del curriculum, è un segno di distinzione, di appartenenza.

«So che guardare, toccare e indossare i miei gioielli vi farà sentire quello che sento: il tocco infinito di essere vivo!», assicura Marco. «Ta Moko è il processo di iscrivere, di segnare la pelle, di collocare la narrazione; Moko è il risultato, il lavoro finito, la storia strutturata, le memorie pittoriche incise in modo permanente, Ngahuia te Awekotuku».

Insomma, non si finisce mai di imparare. A proposito, l’intera collezione utilizza diamanti e oro 18 carati. Giulia Netrese