Alcozer

Alcozer, bijoux in stile fiorentino




Lo stile inconfondibile dei bijoux di lusso firmati dalla Maison fiorentina Alcozer ♦︎

A Firenze l’ottone è come l’oro: diventa un materiale di lusso grazie alla lavorazione precisa e artigianale, oltre a un uso illimitato della fantasia. Ma per avere successo bisogna anche avere uno stile. È quello che è riuscita a fare Alcozer & J, azienda artigiana, specializzata nella creazione e produzione di bigiotteria di lusso. I suoi gioielli, infatti, possono partire da poco più di 100 euro per arrivare ai quasi 1000 di una collana semi-rigida in ottone dorato con ramo e foglie di edera in smeraldo, impreziosite da bacche in granato, perle e cristalli Swarovski. L’ottone è dorato o color oro rosa o argento a scelta con un procedimento di galvanica.

Orecchini Tartaruga in ottone dorato e pasta di turchese
Orecchini Tartaruga in ottone dorato e pasta di turchese

Motore di questa macchina è il fondatore e designer Giampiero Alcozer. che dal 1994 ama creare gioielli come fossero per artisti che recitano su un palcoscenico. La sua vocazione alla forgiatura di piccole opere d’arte nasce nel 1973, quando a soli undici anni riceve in dono da un pescatore a Cuba il suo primo corallo, insieme alla parole “fra qualche anno farai un gioiello per la tua amata”. Sono gioielli generalmente grandi, con un volume consistente, forme elaborate, allusioni a favole e miti, tra stile dark e surrealista. Gran parte dei gioielli in catalogo sono realizzati su ordinazione, nel giro di qualche giorno, mentre se si acquistano online ci vogliono 15 giorni per la spedizione.

Anello Castelli in ottone dorato, con tormalina, spinello e onice
Anello Castelli in ottone dorato, con tormalina, spinello e onice
Anello Elefante Anello in ottone dorato con testa di elefante dagli occhi di swarovski e grande granato ovale sulla testa
Anello Elefante in ottone dorato, cristalli Swarovski e granato ovale
Anello in ottone dorato a forma di Mantide Religiosa. In ottone dorato e smeraldi
Anello in ottone dorato a forma di Mantide Religiosa. In ottone dorato e smeraldi
Bracciale Serpente in ottone dorato
Bracciale Serpente in ottone dorato
Collana Tartaruga in ottone dorato con tartaruga pendente dal guscio in pasta di turchese
Collana Tartaruga in ottone dorato con tartaruga pendente dal guscio in pasta di turchese

Orecchini Elefante creati a mano con cristalli Svarovski e granato ovale sulla testa, goccia di agata
Orecchini Elefante creati a mano con cristalli Svarovski e granato ovale sulla testa, goccia di agata







Le gioiellerie che chiudono in Russia




Il vero dramma è quello delle vite umane perse inutilmente, delle vite travolte, delle vite che non saranno più le stesse. Ma la guerra in Ucraina provoca anche un più piccolo, molto più piccolo, ma non per questo irrilevante, dramma legato ai posti di lavoro, in Occidente e in Russia, che saranno persi a causa di una stupida aggressività. Sia i russi sia gli occidentali fanno i conti con le sanzioni, inevitabili e annunciate per tempo, prima dell’invasione, che avranno un impatto sui conti delle aziende, per esempio quelle della gioielleria, oltre che sulle persone che ci lavorano. Il crollo del rublo e il blocco del servizio di carte di credito, infatti, ha indotto molte aziende della gioielleria a sospendere l’attività. Forse chiuderanno del tutto o riapriranno, se tutto finirà, ma chissà quando.

Boutique De Beers a Mosca
Boutique De Beers a Mosca

Al momento in cui scriviamo questo breve articolo, l’ultima insegna occidentale a chiudere la boutique a Mosca è stata Swarovski, mentre Tiffany è stata tra le prime ad abbassare la saracinesca, assieme a Vuitton. Altri lo hanno già fatto, altri seguiranno. L’elenco di Maison occidentali che hanno aperto una boutique a Mosca, San Pietroburgo o in altre città russe, è lungo. A Mosca, per esempio, hanno una boutique Chopard, Van Cleef & Arpels, Akillis, Piaget, De Beers, H. Stern, Stephen Webster, Carrera y Carrera, Mauboussin, Mont-Blanc, Dior, Chaumet, Pandora, Frey Wille, Cartier, Trollbeads, Vuitton, Thomas Sabo, Bulgari, Pomellato, Adamas, Damiani, Buccellati. Altre marche, come quelli Pasquale Bruni o Alcozer sono distribuiti in gioiellerie non di proprietà, oppure nei duty free degli aeroporti.

Boutique Damiani a Mosca
Boutique Damiani a Mosca

Secondo un’analisi che riguarda la gioielleria italiana condotta dall’Ice (l’organismo statale per l’export) in generale, il compratore russo è orientato verso la gioielleria di livello medio o medio-alto. Sempre secondo l’analisi, l’utilizzo quotidiano di anelli, orecchini, braccialetti e collane soprattutto nella capitale e nelle grandi città, è ormai visto come una forma di accessorio alla propria immagine, non necessariamente abbinato a indumenti di lusso o in occasione di eventi speciali. Gli articoli preferiti dalle donne russe sono anelli, catenine e orecchini; gli uomini preferiscono catenine e braccialetti, mentre spille e collier vengono acquistati da una minoranza della popolazione femminile, mentre i gioielli tipicamente maschili come gemelli e spille per cravatte sono poco richiesti. Negli ultimi anni, però, ha avuto successo più la gioielleria in argento che in oro, a causa del cambio rublo-euro sfavorevole. L’Italia (dati 2019) esporta verso la Russia gioielli per circa 77 milioni, la Francia circa 22 milioni, gli Stati Uniti 21 milioni e il Regno Unito 23 milioni. Chi esporta di più in Russia è però la Cina con oltre 88 milioni.

Boutique Tiffany a Mosca
Boutique Tiffany a Mosca

Boutique Cartier a Mosca
Boutique Cartier a Mosca







Le elaborate fantasie di Alcozer

Dall’Africa alle boutique di mezzo mondo: la storia di Giampiero Alcozer sembra un’avventura. Che è stata vinta: il brand fiorentino ha appena compiuto 20 anni. La Alcozer&J è nata per passione e per caso. Il fondatore, ha raccontato, da piccolo si rifugiava nel laboratorio di un artigiano camerunese, dove ha imparato a intagliare ebano e avorio. «Avrei dovuto seguire le orme della mia famiglia, percorrere le strade della media borghesia. Stavo per laurearmi in Scienze Politiche, ma poi ho scelto la via più dura», ricorda. Imparato il mestiere di intagliatore, ha cominciato dal basso, con la vendita dei suoi gioielli nei mercatini, per strutturarsi come un’azienda sulle ali delle richieste sempre maggiori dei suoi monili. L’azienda ha preso vita nel 1994 e ora figura a pieno titolo tra i brand con una buona personalità. Propone tre linee di bijoux: Classic, Opera Unica e Uomo. Sono utilizzate pietre semipreziose, perle e cristalli Swarovski, su fusioni a cera persa di ottone, successivamente dorato con il sistema dei bagni galvanici. Lo stile è originale, con echi di quelle complicate costruzioni che si usavano nell’Ottocento: animali, piante e fiori intrecciati in disegni elaborati, spesso con superfici che utilizzano la tecnica del cameo. Sono realizzati artigianalmente: per acquistarli online ci vogliono 45 giorni. D’altra parte, ogni anno Alcozer  crea circa 15mila modelli che si vanno ad aggiungere all’archivio storico che ne vanta più di 300mila. Giulia Netrese

Alcozer, collana con pendente
Alcozer, collana con pendente
Alcozer, collana con cameo
Alcozer, collana con cameo
Collana con pendente
Collana con pendente
Alcozer, anello
Alcozer, anello
Anello con pietre
Anello con pietre
Anello con pietre
Anello con pietre
Bracciale, alcozer
Bracciale, alcozer
Bracciale in ottone con pietra
Bracciale in ottone con pietra
Alcozer, orecchini
Alcozer, orecchini

Viaggio nel tempo con Alcozer & J

[wzslider]Milano ha ospitato Alcozer & J, marchio di bijoux di Giampiero Alcozer, stilista con base a Firenze. Nelle strade che in primavera ospitano la kermesse del Fuorisalone, la maison creata nel 1993 ha esposto le sue novità, oltre alla produzione già affermata. I bijoux di Alcozer non passano inosservati. Sono grandi, vistosi e colorati, con metallo dorato e pietre dure di forte impatto. Il design ha un certo gusto teatrale, il contrario di minimal. Si ispirano al Rinascimento, alle corti sfarzose, ma anche alla bigiotteria di fine Ottocento. Oppure all’America degli anni trenta e Quaranta. In una parola, sono eclettici. Se volete farvi notare è quello che fa per voi.

Tre le collezioni ideate, create e prodotte a mano nella sede e laboratorio artigianale di Firenze: Classic (gioielli in metallo dorato in stile antico), Unic (pezzi d’autore, unici, di spirito più etnico, in metallo e con pietre dure), Dorella (pendente-bambolina). Tutti i bijoux sono realizzati in ottone senza nickel, dorati mediante bagni galvanici e dorati in più passaggi, per essere infine smaltati a forno e decorati mediante l’utilizzo di pietre dure: granati, coralli, topazi, turchesi, ametiste, oltre a perle e cristalli Swarovski. Ogni anno vengono creati circa 1.500 modelli che si vanno ad aggiungere all’archivio storico di Alcozer&J che vanta più di 35mila diversi bijoux. Le collezioni Alcozer & J sono distribuite nel negozio monomarca a Firenze, Roma, in quello di recente apertura di San Pietroburgo e in negozi multibrand di tutto il mondo. L’ispirazione della collezione autunno/inverno 2013/14 riprende i temi classici della maison: il ranocchio-principe, le corone, i gufi portafortuna, gli animali e i fiori. Tra le novità, anche un motivo floreale (calle) e scarpette. M.d.B.

 

 

 

 

 

Macché Arezzo d’Egitto

[wzslider]Orecchini con tessuti recuperati da antichi kimono giapponesi. Gioielli con scarabei (della Alcozer) a rievocare l’antico Egitto. Collane con minitelevisori con i grandi personaggi degli Anni Sessanta (Roberto Magi). Sono solo alcune delle nuove tendenze che emergono dalla 34esima edizione di OroArezzo, la manifestazione dedicata all’oreficeria, argenteria e gioielleria in corso in questi giorni ad Arezzo Fiere e Congressi. Curiosa anche la «collana vivente», gioiello realizzato dai creatori di Living Jewellery (https://gioiellis.com/il-pendente-che-lampeggia). La collana «vivente», è esposta al pubblico per la prima volta. Il gioiello è stato realizzato e creato dalle aziende D’Orica e Torand, in collaborazione con la svizzera Solaronix. È un mix di tecnologia e artigianato: attraverso un processo che emula quello della fotosintesi, la collana sembra essere «viva» perché crea un particolare collegamento tra i pezzi che la compongono e l’energia di chi la indossa. Oltre a questa curiosità le tendenze che conquistano i mercati internazionali alla 34esima edizione di OroArezzo non lasciano dubbi: i gioielli devono essere stravaganti. Così il Giappone, l’Egitto e gli anni Sessanta diventano l’ispirazione per la gioielleria dei mesi a venire. Collo, dita e braccia delle signore più alla moda saranno avvolti da gioielli che ammiccano ai kimono giapponesi, con i loro tessuti colorati e ricamati, alle collane dei faraoni e a tutti quei gioielli con gli scarabei che evocano l’antico Egitto. Ma anche agli anni Sessanta, con un pezzo che diventa icona di questo trend: una collana con mini-televisori che ricordano i grandi personaggi di quegli anni. G.N.