Mikimoto = perle. Questa semplice equazione rimane valida a 130 anni nell’anno dell’anniversario del fondatore della Maison giapponese Kokichi Mikimoto. Che è anche colui che ha capito che si possono coltivar le perle, preziose sfere che un tempo erano rarissime perché frutto del capriccio del mare. Mikimoto è anche un marchio di gioielleria che propone sorprendenti collezioni di alta gamma. Come Praise to the Sea, che si ispira all’ambiente naturale in cui le perle si formano. I gioielli ricordano la spuma, le onde, i flutti, la flora e la fauna marina, ma non utilizzano solo le pregiate perle dei Mari del Sud o le Akoya selezionate da Mikimoto.
L’alta gioielleria di Praise to the Sea comoprende anche diamanti con taglio a rosa, berillo, tanzanite, tormalina, ametista, granato, zaffiro, spinello, alessandrite e acquamarina. Uno dei gioielli più interessanti, per esempio, è una collana di oro bianco e perle Akoya che rievoca una balenottera azzurra madre e figlio che nuotano insieme. Al centro si trova una tormalina da 41,54 carati che simboleggia l’aura della creatura, intorno alla quale sono raffigurati banchi di pesci, composti da gemme di zaffiro, acquamarina, granato e diamanti. Oppure l’anello con una perla South Sea al centro, con una corolla che raffigura le onde con zaffiri e diamanti, in una sfumatura che rimanda alle profondità marine.
Una collezione per i 130 anni di Mikimoto
Compiere 130 anni e sentirsi giovani. È una sensazione che provano i designer di Mikimoto, la Maison giapponese sinonimo di gioielli con le perle, che festeggia l’importante anniversario. E, naturalmente, il modo migliore per festeggiare è presentare una nuova collezione. Il risultato avrebbe soddisfatto Kokichi Mikimoto, il fondatore dell’azienda che nel 1983 ha creato il processo per ottenere le perle coltivate. Oltre alla collezione, per festeggiare l’anniversario Mikimoto ha prodotto video che sottolineano la sostenibilità nella produzione di perle, per implementare un sistema di allevamento a emissioni zero e in grado di raccogliere e riciclare i rifiuti del processo. In precedenza, quando le perle venivano raccolte, i gusci e il resto del mollusco erano gettati: ora Mikimoto riutilizza e ricicla i rifiuti.
Il collagene e la conchiolina, la proteina della perla, sono estratti per essere utilizzati in cosmetici e integratori alimentari, mentre i gusci di ostriche vengono riproposti per uso decorativo. La collezione per il compleanno numero 130 è un mix di gioielli nuovi e modelli del passato, prodotti in edizione limitata. Le perle, per la maggior parte di tipo Akoya, ma non solo, sono state abbinate a oro bianco, diamanti e zaffiri blu. È una collezione molto varia, con prezzi che partono da 640 dollari per arrivare a 246.000 per la collana di diamanti con pendente composto da una rara perla conch rosa.
I gioielli dedicati al Natale
I gioielli dedicati al Natale: da indossare tutti gli anni per almeno dieci giorni ♦
Ci sono gioielli che si possono indossare solo a Natale, subito prima o subito dopo. Certo, in primavera non è vietato scegliere una collana che ha come pendente Santa Claus, ma potreste essere scambiate per un ghiro che si è appena svegliato dal letargo. Il tema natalizio, con stelle, poinsettia (la pianta comunemente chiamata Stella di Natale), fiocchi di neve o pacchetti che simboleggiano i doni, è piuttosto frequente. Ma, prima di acquistare un gioiello dedicato alla festa più celebrata in Occidente, pensateci bene: potrete indossarlo solo per una decina di giorni all’anno.
In ogni caso, sono molte le Maison, anche di alta gioielleria, che hanno dedicato qualche pezzo al Natale.
Per esempio, la serie Rose de Noël di Van Cleef & Arpels. O l’albero di Natale con perla di Mikimoto. Tiffany, invece, propone un ciondolo a forma di pacco dono, nel classico colore azzurro della Maison. Ma forse il più raffinato di tutti è l’anello della londinese Garrard, in oro rosa e diamanti, a forma di fiocco. Anni fa Oscar Herman ha invece dedicato una spilla in platino con diamanti a Babbo Natale, mentre Chanel ha proposto una collana a forma di stella cometa.
La meravigliosa natura secondo Mikimoto
Lezione di geografia secondo Mikimoto. Quali sono i cinque continenti del mondo? Africa, America, Australia, Eurasia, Antartide. La nuova collezione di alta gioielleria della Maison giapponese, famosa per per le sue perle, si chiama a Wild and Wonderful, e ridisegna la mappa del globo, con una libera interpretazione geografica. Il risultato è eccezionale. I gioielli, per la maggior parte spille, sono raggruppati in serie che corrispondono ai continenti e rappresentano motivi che si collegano alla flora e alla fauna. Per esempio, antilopi per l’Africa, un pappagallo per l’America, pinguini per l’Antartide, una tartaruga per l’Australia o dei panda per l’Eurasia.
La natura, sottolinea Mikimoto, è una fonte di ispirazione per la Maison fin dalla sua fondazione, nel 1893. Gli animali selvatici riprodotti con dettagli sorprendenti utilizzano sempre perle, ma di diversa provenienza e tipologia. Possono essere perle naturali di acqua dolce, perle coltivate Akoya, oppure barocche, mentre una spilla utilizza la rara conch. Assieme alle perle la collezione è realizzata con un’accorta scelta di gemme preziose, come diamanti, rubini o zaffiri, e semi preziose, tra cui alessandrite, berillo, spinello, peridoto o acquamarina.
I paesaggi preziosi di Mikimoto
Le rarefatte pitture giapponesi che hanno affascinato la generazione dei pittori impressionisti (e non solo), trasformate in alta gioielleria. A riuscirci non poteva che essere un gioielliere giapponese, Mikimoto. Il nome è sinonimo di perle: 120 anni fa Kokichi Mikimoto è riuscito a trovare il modo per coltivare le perle, che fino ad allora erano soltanto rarissimi frutti del mare. Le perle coltivate sono naturali a tutti gli effetti, con la differenza che i molluschi che le producono sono stimolati a creare le sfere di madreperla. In ogni caso, Mikimoto non è solo un produttore di gioielli con perle.
L’ultima collezione di alta gioielleria, chiamata The Japanese Sense of Beauty, mette insieme l’accurata selezione di perle con la fantasia pittorica trasformata in gioielli con zaffiri, diamanti, pietre semi preziose. Alcuni gioielli di questa collezione sembrano davvero i paesaggi ad acquarello su cartone della tradizione giapponese, in versione bonsai. E a indossare i gioielli è stata chiamata la top model e attrice Ai Tominaga. Anche lei è una perla, a modo suo.
“Cara, mi passi la mia collana di perle?”. Non è una domanda abituale che lui rivolge a lei, ma ora Comme des Garçons e Mikimoto pensano che sia ora di cambiare. Il marchio giapponese di abbigliamento e quello di gioielleria specializzato in perle, infatti, hanno introdotto una collezione di collane di perle unisex. E, per sottolinearlo meglio, anche la pubblicità punta tutto su una figura maschile che indossa una collana di perle. Sopra la cravatta.
Certo, l’industria della moda ha da tempo deciso che il confine tra i sessi sia più sfumato: spesso nelle sfilate è mostrato un abbigliamento maschile che utilizza accessori un tempo tipicamente femminili, come la borsetta. La collana di perle, però, è una novità. E secondo Rei Kawakubo, il visionario fondatore di Comme des Garçons, che ha sede a Tokyo, “anche gli uomini hanno un bell’aspetto quando indossano perle”.
Le collane per uomo sono composte da fili di perle bianche del Mare del Sud o Akoya incastonate in argento sterling. Alcuni pezzi hanno ben visibili elementi di metallo, sempre in argento. La collezione è stata presentata a gennaio durante la settimana della haute couture. Il prezzo delle collane varia da 2800 a 39000 dollari. Collane per uomo sì, ma ricco.
I Jardin Mystérieux di Mikimoto
La collezione di alta gioielleria Jardin Mystérieux di Mikimoto, perle, oro rodiato e pietre preziose ♦︎
A Tokyo raccontano che il fondatore, Kokichi Mikimoto, ha dedicato la sua vita alle perle. Ma ha anche creato la grande Maison di gioielleria che ha il suo nome. Dal 1893 Mikimoto è sinonimo di perle coltivate. È stata la prima azienda a sviluppare l’industria delle perle coltivate (prima erano disponibili solo perle naturali, rarissime: meno di uno su mille ostriche possono produrne una).
Ma Mikimoto da tempo non è più solo un produttore di perle e un gioielliere che monoprodotto. La sua alta gioielleria non ha barriere e utilizza anche oro e gemme preziose oltre, ovviamente, alle perle. Ma un altro aspetto per il quale sono famosi i giapponesi sono i giardini. Ed ecco, allora, la collezione Jardin Mystérieux, appena presentata da Mikimoto. La grazia compositiva giapponese, però, in questo caso sfuma nelle forme arrotondate e barocche che ricordano più Versailles che un giardino zen.
La collezione di alta gioielleria Jardin Mystérieux comprende una ricca collana di perle, anell, due spille e orecchini. Oltre a oro bianco rodiato utilizza pietre preziose e semi preziose, come rubino, zaffiro, ametista, acquamarina, granato, diamante. È alta gioielleria: è misterioso anche il prezzo (su richiesta). Lavinia Andorno
I preziosi nastri di Mikimoto
La nuova collezione di alta gioielleria di Mikimoto: Jeux de Rubans ♦︎
Mikimoto ha approfittato della settimana della haute couture di Parigi, in luglio, per presentare una grande collezione di alta gioielleria. È una collezione speciale, perché celebra compleanno numero 125 della nascita della Maison giapponese specializzata in perle. Il fondatore, Kokichi Mikimoto, oltre un secolo fa è riuscito a inventare il modo per coltivare le perle: grazie a lui, oggi, questo dono del mare è diventato più diffuso. Per celebrare tutto questo, Mikimoto ha quindi lanciato la Jeux de Rubans (giochi di nastri) collection.
Come potete indovinare, anche la nuova collezione gira intorno all’utilizzo delle perle: ce ne sono di tutti i tipi, anche rarissime. Come nel caso delle perle conch. Si tratta di perle rare: non sono composte di madreperla, ma sono prodotte da concrezioni calcaree. Le perle Conch non sono perle con un nucleo di madreperla. Sono, invece, prodotte dal mollusco Strombus Gigas, che vive nella Florida meridionale, vicino ai Caraibi. Questo mollusco produce queste particolari perle che hanno sfumature eccezionali, come quella utilizzata per un anello della collezione. Ma, attenzione: gli esperti consigliano di indossare una perla conch solo di sera, perché il colore di queste perle tende a sbiadire con l’andar del tempo. Giulia Netrese
La natura di Mikimoto
La natura è regina nella collezione di alta gioielleria della giapponese Mikimoto ♦︎
Mikimoto è il nome più noto della grande gioielleria giapponese. La Maison è specializzata in perle ed è nota per la raffinata scelta, dalle Akoya a quelle dei Mari del Sud. Ma, oltre alle perle, sa proporre pezzi di anche alta gioielleria. E lo fa con una sua speciale sensibilità, tutta giapponese. Per il 2018, per esempio, la collezione di alta gioielleria si chiama Praise to Nature, ed è ovviamente ispirata al mondo naturale, floreale e marino. Le perle e i diamanti si combinano in strutture leggere e versatili, quasi fossero disegni ad acquarello di un artista del periodo Meiji. In totale, la nuova collezione comprende 12 collane, ciondoli, orecchini, bracciali e spille. Alcuni pezzi sono davvero straordinari, come la collana con un grosso zaffiro, com perle Akoya e acquamarine taglio navette che sembrano piccoli pesci che nuotano in mezzo ai flutti. Oppure la collana con cinque fili di perle a scalare e una grande tormalina Paraiba, che rappresenta la purezza dell’acqua, circondata da farfalle realizzate con pavé di diamanti. Giulia Netrese
Mikimoto, neve giapponese
La neve vista dal Giappone nella nuova collezione di Mikimoto ♦︎
La neve in Giappone è leggera come quella che cade negli Stati Uniti oppure sulle Alpi Svizzere. E proprio per questo incanta allo stesso modo. Ma, naturalmente, la sensibilità giapponese è ancora più delicata. Ne è un esempio la collezione dedicata alla neve di Mikimoto, Maison giapponese famosa per le sue perle. Come la maggior parte dei giapponesi Mikimoto ha una particolare attenzione per la natura. Il fondatore stesso della Maison, Mikimoto Kamamuri, voleva proteggere la natura e ispirarsi alle fonti creative dall’ambiente giapponese per trasformare la bellezza dell’universo in nell’arte della gioielleria. Le perle, altro elemento naturale, sono un elemento perfetto, assieme ai diamanti e all’oro giallo o rosa. Con questa collezione Mikimoto ha catturato i fiocchi di neve, utilizzando perle e oro lavorato con un ricamo che riprende la geometrie dei cristalli. E, accanto alla poesia della neve, spunta un omaggio al Natale: una festività Occidentale che, però, piace anche in Oriente. Margherita Donato
Lode alla natura di Mikimoto
Natura e mare, ecco l’alta gioielleria di Mikimoto ♦︎
Praise to Nature, cioè Lode alla Natura: si chiama così la nuova collana di alta gioielleria di Mikimoto. Grande nome della gioielleria giapponese, Mikimoto ha una lunga storia e una lunga tradizione. È stata fondata nel 1893 da Kokichi Mikimoto, che ha creato con successo il metodo di coltivazione delle perle. Oltre alla tecnica di produzione delle perle, Mikimoto è famosa, però, anche per le sue creazioni di gioielli. E una particolare sensibilità la dimostra nella alta gioielleria. La natura, d’altra parte, è uno dei temi che ispirano da sempre la cultura giapponese: la collana Praise to Nature si aggiunge agli altri pezzi unici con un’idea del mare. È composta da uno straordinario insieme di perle, zaffiri, diamanti e da una acquamarina di 54 carati incredibilmente rara. Le pietre e le perle sono montate su oro bianco 18 carati. Ma non è l’unico grande pezzo di gioielleria dedicato al mare, come testimonia il ciondolo ispirato all’oceano, con pietre preziose parzialmente nascoste in una montatura fantasiosa di coralli impreziositi da diamanti, opali e perle. Lavinia Andorno
Perle sorprendenti
Non è detto che le perle siano per forza utilizzate con gioielli tradizionali, come la classica collana a uno o due fili. Ecco alcuni gioielli con perle che sono sorprendenti ♦
Cinque gioielli con perle che rompono gli schemi, contraddicono la classica forma dei gioielli che utilizzano questo frutto delle ostriche, così pregiato e utilizzato. Ma, attenzione, questi cinque gioielli non scaturiscono dalla bizzarra idea di qualche designer in venda di stupire. Al contrario, sono grandi e raffinati gioielli proposti da affermate Maison oppure da rodati creatori di pezzi unici. La selezione, presentata dal New York Times, va semplicemente controcorrente, con una piccola sfilata di gioielli capaci di sfatare l’utilizzo comune delle perle: collane, orecchini, qualche volta anelli, ma in un contesto di semplicità. Al contrario, in questo caso le perle sono capaci di stupire, anche quando sono bianche, le più comuni. Il segreto è nella reinterpretazione del ruolo della perla, in coppia oppure sola, ma decisa a recitare in coppia con le estrose montature d’oro. Una gallery tutta da guardare. Lavinia Andorno
Mikimoto da sfogliare
Le collane di perle di Mikimoto ritratte in un grande libro illustrato: per chi ama i gioielli dell’antica Maison giapponese ♦
Dici Mikimoto e dici perle. Già, e che perle. Non solo si può dire che le tonde sfere translucide sono di prima qualità, ma bisogna aggiungere che la Maison giapponese ha interpretato le perle come elementi di una rappresentazione teatrale. E, giustamente, arriva anche il libro che raccoglie storia e immagini del brand. Il libro è edito da Assouline e si intitola The Pearl Necklace (introduzione di Vanessa Friedman, 300 pagine, 200 immagini, 85 dollari), ed è curato dalla specialista Vivienne Becker.
È la storia di Mikimoto, ma anche delle perle: un racconto che si incrocia e si sovrappone. Le perle che adornano i turbanti dei maharaja, che sono indossate da regine e da principesse come Diana, dalle star di Hollywood come Marylin Monroe e da cantanti come Lady Gaga. un simbolo, una tradizione, una passione che Mikimoto ha saputo interpretare anche con gioielli che sono entrati nella storia della creatività orafa. La collana di perle vista da vicino segue i 124 anni di storia di Mikimoto, ma porta anche per mano chi sfoglia il volume attraverso la pura bellezza di questo elemento della gioielleria che ha qualcosa di mistico. Federico Graglia
Mikimoto ha fatto Splash
Splash, la spilla intercambiabile di Mikimoto, presentata a Parigi.
Il re delle perle, Mikimoto, ha fatto Splash a Parigi. Si chiama così, infatti, un gioiello intercambiabile, che si può utilizzare come spilla, oppure agganciare a una collana, presentato nel negozio di Place Vendôme. La forma della spilla ricorda, appunto, uno spruzzo di tante gocce di acqua, quello che si forma quando si getta qualcosa su una superficie liquida. Solo che gli spruzzi in questo caso sono composti da 13 perle Akoya attentamente selezionate e montate su oro bianco assieme a 3,6 carati di diamanti. Dopotutto le perle si trovano in acqua e, dunque, il riferimento non è per nulla fuori posto. Il fondatore dell’azienda, Kokichi Mikimoto, nel 1893, sull’isola di Kashikojima, in Giappone, ha inventato la tecnica della coltivazione delle perle. Oggi sia le perle Akoya, dei Mari del Sud o quelle barocche sono frutto di quella innovazione: è uno splash che dura da oltre un secolo. Margherita Donato
Mikimoto al cioccolato
Kokichi Mikimoto è stato definito «il re delle perle»: dal 1983 il brand di gioielleria nato in Giappone ogni anno propone gioielli basati sulle preziose sfere figlie del mare. Ma ora anche del cacao. Il brand, infatti, ha deciso di festeggiare il suo flagshipstore Ion Orchard di Singapore con l’aiuto di una famosa chef asiatica, Janice Wong. La quale, per rimanere in tema, ha presentato delle perle, ma commestibili e con il contenuto di cioccolato, opportunamente soprannominate Treasure of the Sea. Circondate da zucchero colorato di blu, a simboleggiare spugne e coralli, dove si trovano le ostriche perlifere, la dolce barriera corallina è stata apprezzata dagli ospiti, almeno quanto i gioielli presentati per l’occasione. Come la collana con perle 17 perle dei Mari del Sud dorate, circondate da nastri formati da diamanti, annodati in un fiocco con al centro due pietre taglio marquise. Questo gioiello è proposto in set con un paio di orecchini nello stesso stile. Oppure la collana composta da una sottile fila di perle della stessa dimensione, chiusa a metà da un fermaglio tondo con pavé di diamanti. Gioielli che piacciono anche se non sono zuccherati. Giulia Netrese
Anteprima: le perle d’oro di Mikimoto
A Baselworld 2016 Mikimoto è un ospite fisso. Il re giapponese delle perle, dal 1996 non ha mai mancato un’edizione della grande fiera svizzera dedicata a orologi e gioielli. E spesso è riuscito a stupire con le sue creazioni: anche se la perla è associata nell’opinione comune a un tipo di gioiello tradizionale, Mikimoto ha saputo trasformare questo frutto delle conchiglie e del mare in un elemento sorprendente. Quest’anno Kokichi Mikimoto ripropone un ormai classico connubio tra oro, diamanti e perle. Nel caso specifico, perle dei mari del Sud. Il motto del designer è «East meets West», Oriente incontra Occidente. Il matrimonio, come si può vedere da queste prime immagini, è sontuoso: collane con perle dorate una corona di diamanti assemblati come fossero una ghirlanda, oppure la collana con fiocco e nappe di diamanti secondo uno stile che si richiama al Giappone tradizionale. E questa è solo un’anteprima di quello che si potrà vedere nello stand del gioielliere di Tokio. Lavinia Andorno
Le collane zen di Mikimoto
Vista a Baselworld anche una delicata collana di Mikimoto. Per chi non lo sapesse è una delle più grandi firme della gioielleria giapponese, una maison di Tokyo che ha 122 anni. Da sempre la maison del Sol Levante è specializzata in perle coltivate, considerate tra quelle di migliore qualità del mondo. Ma, naturalmente, oltre a scegliere le perle per la loro forma e il loro colore, bisogna saperle utilizzare. Un esempio è questa collana di una semplicità, come i giardini zen giapponesi, di una raffinatezza esemplare. Un solo filo di perle Akoya abbinate a perline turchesi. La collana fa parte della Blue Sonnet Collection e costa circa 24mila dollari. Un altro esempio di quanto è capace di fare Mikimoto, è la collana Mikimoto. Chiamato il collana Legend, con un opale iridescente circondato da zaffiri rosa e diamanti. L’opale è incorniciato con oro rosa e bianco 18 carati. Sotto, immancabile, c’è una perla South Sea da 24 millimetri. Questo pezzo di alta gioielleria è valutato 345mila dollari. G.N.
5 gioielli da 1 milione
Che fareste con 1 milione di dollari in tasca? Le idee non mancano, d’accordo. Ma una ve la suggeriamo noi: investirli in un gioiello meraviglioso e, soprattutto, capace di rivalutarsi nel tempo. In questo modo si accontenterà il proprio gusto estetico, ma allo stesso tempo sarà sicuro di aver concluso un buon affare, dato che i migliori pezzi di gioielleria si sono rivelati un ottimo impiego per il denaro. Ecco cinque idee. Nel caso vinciate alla lotteria… Giulia Netrese
1 Collana seprente a doppio giro di Bulgari. La creazione del gioielliere romano è stata originariamente concepita nel 1940. La sua lunghezza di 30 pollici (76 centimetri), significa che può essere indossata come una cintura o una collana, con la testa del serpente nella parte anteriore o posteriore. Questo straordinario gioiello brilla e ondeggia proprio come un serpente. Contiene 3.318 (215 carati) di diamanti a taglio brillante, cioè circa a forma di cono. La collana è in oro bianco, la testa del serpente sfoggia due diamanti a forma di pera da 0,85 carati.
2 Nel 1979 il commerciante di diamanti Laurence Graff ha acquistato un piccolo dipinto di Renoir per circa 150mila dollari. Quando gli chiesero perché avesse acquistato una opera di dimensioni così modeste, il gioielliere rispose: «Così posso metterlo in cassaforte con i miei diamanti». Da allora, il Renoir è uscito dalla cassaforte, ma i diamanti di Graff rimangono ancora gelosamente custoditi. Graff continua ad operare come impresa familiare, con il figlio Francois Graff come ceo. La sua presenza a livello mondiale con 35 store si estende al di là dei principali negozi di Londra e New York per includere hot-spot come Dubai e Shanghai. La più famosa opera del gioielliere è The Graff Constellation, con il più grande diamante del mondo di classe D rotondo e perfetto. Ci è voluto un anno e migliaia di ore di minuziosa precisione di taglio, per Graff a cedere un gioiello lucido, a forma di una pietra affascinante 102.79 carati.
La collana di diamanti che vedete nella foto, è stata realizzata in oro bianco, e ha una caratura totale di 46.57. I 94 diamanti diventano progressivamente più grandi, a partire dalla parte posteriore del collo, a 0,75 carati, il centro più basso-appeso filo davanti, che dispone di un carato di diamanti 2.80. Costa giusto 1 milione di dollari.
3 Il 28 luglio scorso un ladro armato ha rapinato 136 milioni dollari in gioielli Leviev dall’hotel Carlton di Cannes, in Francia. La rapina è il più grande furto di gioielli nella storia francese. Ma il miliardario israeliano, titolare della società Lev Leviev, era già noto. A metà degli anni Novanta, Leviev ha giocato un controverso ruolo nel settore dei diamanti. Ora la sua azienda è in grado di produrre, tagliare e lucidare alcuni dei più bei diamanti nel mondo. Come quelli che formano questa collana con sei diamanti taglio smeraldo, per una caratura totale di 16,59. Il platino si abbina alla catenina d’oro giallo a 18 carati, che fa da filo conduttore alle pietre. Il pezzo forte è un diamante giallo a forma di cuore da 10.05 carati, di straordinaria chiarezza, che produce un bagliore color champagne.
4 Nel 1893, Kokichi Mikimoto ha coltivato le prime perle Akoya a Toba, in Giappone. Le sue tecniche hanno rivoluzionato l’industria della perla, che fino a quel momento aveva usato solo quelle naturali. Mikimoto ha abbinato la produzione di massa con un sistema di classificazione rigorosa, che fissa gli standard per la produzione di perle ed è utilizzato ancora oggi. Il sistema di classificazione per le perle parte dal basso: A, A+, AA, AAA al più alto. Solo dal 3 al 5% delle perle raccolte è utilizzata nelle creazioni della Mikimoto. La lucentezza di una perla è data da una sostanza chiamata madreperla iridescente, che l’ostrica produce naturalmente. Colori tipici sono il bianco, nero e dorato. Questa collana Bianco South Sea nella foto è lunga di 43 centimetri (17 pollici), con 25 perle e una fibbia di 13 millimetri. La chiusura è composta con 128 pietre, per un totale di 3,05 carati ed è in platino. Le perle, ben distanziate su un filo di seta, vanno da 17 a 19,5 millimetri di diametro. Trovare una collana con 25 perle tutte classificate A, con colore simile, la perfezione sferica, e la dimensione non è poco. Un gioiello così può richiedere una produzione lunga da 3-5 anni.
5 Sin dalla sua fondazione nel 1906, il gioielliere parigino Van Cleef & Arpels è stato chiamato alla produzione di opere di altissima qualità. Tra le sue più famose c’è questo intreccio di rubini e diamanti: la collana Zip, commissionato da re Edoardo VIII per la Duchessa di Windsor, cioè Wallis Simpson. Dopo che la collana Zip è stata creata per la duchessa, nel 1938, Van Cleef ha apportato molte variazioni. Il pezzo nella foto è parte della collezione del gioielliere, Palais de la Chance, ispirata a una miriade di simboli fortunati. Nella collana ci sono 48 perle rotonde e 251 diamanti tondi. La caratteristica di questa collana è che si trasforma in un braccialetto quando lo zip è completamente chiuso. In questa forma, le coccinelle di fissaggio possono pendere delicatamente oltre il polso. Come collana, il gioiello si blocca sul petto. Il peso totale dei diamanti della collana è di 28,5 carati.