Pepite e lingotti
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(Italiano) Report: l’oro non tornerà a correre

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Ubp,Union Bancaire Privée, ha analizzato la situazione dell’oro. Sale? Scende? Se siete interessati al prezzo dell’oro, ecco un report riservato, firmato da di Nevine Pollini, senior analyst commodities di Ubp.

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Il prezzo dell’oro si è impennato bruscamente ed è in rialzo di circa l’8,2% YTD grazie alla maggior domanda di beni rifugio, legata alle preoccupazioni per l’economia mondiale, dopo l’annuncio della Cina di una crescita nel 2014 al ritmo più lento dal 1990 e il taglio delle stime sulla crescita globale da parte del Fondo Monetario Internazionale.

Al rally dell’oro ha contribuito anche l’azione a sorpresa della Banca nazionale svizzera, che ha rimosso la soglia minima del tasso di cambio tra franco ed euro e ha portato i tassi da -0,25% a -0,75%. Un altro fattore è costituito dalle aspettative sugli effetti del QE della Banca centrale europea.

Considerando la forza del dollaro, riteniamo che la capacità di resistenza del metallo giallo sia davvero notevole, ma riconosciamo anche che i tassi d’interesse negativi e/o molto bassi (il rendimento del Treasury USA a 10 anni è sceso al livello più basso dalla metà del 2013) stanno riducendo il costo opportunità di detenere l’oro.

Abbiamo inoltre visto una ripresa della domanda d’investimenti in oro, come dimostrano i considerevoli afflussi sugli ETF sull’oro per la prima volta da novembre 2014. Un ulteriore fattore che di recente ha sostenuto i prezzi del metallo prezioso è stato un recupero della domanda fisica in vista del capodanno cinese del 19 febbraio.

Rimaniamo tuttavia scettici riguardo a un ulteriore rialzo delle quotazioni dell’oro per via della forza del dollaro (al momento sui massimi da 11 anni) e delle aspettative sull’avvio in primavera del ciclo di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, fattore che manterrà i prezzi del metallo giallo sotto controllo.

Inoltre, non crediamo che la vittoria del partito di sinistra Syriza in Grecia comporterà una disgregazione dell’Eurozona, poiché Syriza cercherà un compromesso con la Troika nel tentativo di ottenere un abbassamento del costo legato al debito greco e/o una nuova estensione delle scadenze dei prestiti.

Le condizioni macro continuano a non favorire assolutamente l’oro; ci aspettiamo che i prezzi del metallo giallo restino sotto pressione o che, nella migliore delle ipotesi, rimangano in un range tra i 1.050 e i 1.350 dollari l’oncia nel 2015, purché, ovviamente, le crisi politiche che si stanno scatenando a livello globale non peggiorino.

 

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