Maurizio Merenda, ad di Stroili Oro

(Italiano) Merenda: Stroili non è in vendita

Désolé, cet article est seulement disponible en Italien. Pour le confort de l’utilisateur, le contenu est affiché ci-dessous dans une autre langue. Vous pouvez cliquer le lien pour changer de langue active.

[wzslider]Dopo il rilancio, il consolidamento. In cinque anni Maurizio Merenda, amministratore delegato di Stroili Oro dal 2008, ha dato nuova luce a una catena di negozi un po’ appannata e l’ha trasformata completamente: è entrato nei centri commerciali, ha introdotto un concetto di punto vendita, nuovo per il settore, senza barriere con l’assortimento in vetrina e il cartellino ben in vista, ha applicato il modello di business del fast fashion, che prevede una rotazione dei prodotti molto veloce, con almeno quattro collezioni a stagione. Risultato? Fatturato in crescita anno su anno: nel 2013 è stato di 210 miliardi. Di ebitda Merenda non vuole parlare, ma le fonti bancarie parlano di 15-20%. Ora, il manager ha un altro obiettivo e lo racconta in esclusiva a Gioiellis.com: «Siamo gli unici sul mercato ad avere un’offerta così ampia, dai bijoux di grande qualità, alle griffe, all’alta gioielleria in oro e diamanti, a prezzi competitivi. Con questi asset vogliamo diventare il punto di riferimento nel mondo dei gioielli».

Domanda: Quali sono le linee guida delle prossime collezioni? E come fate a proporre alta gioielleria a prezzi competitivi? Suona come un ossimoro.

Risposta. Le linee guida sono quelle di sempre: qualità, sensualità e glamour. Il nostro modello di business viene dalla moda, che è fonte d’ispirazione anche per la creatività. Certo, non è l’unica: il design e l’arte hanno un peso rilevante, per esempio abbiamo una collezione battezzata Frida, in omaggio all’artista messicana, di cui è in corso una mostra a Roma. Il collegamento con l’attualità è indispensabile per cogliere e anticipare le tendenze. Per i prossimi Mondiali di calcio abbiamo realizzato per la linea So Funny, in silicone e cristalli Swarosky, un braccialetto con i colori del Brasile. In più, con 368 negozi abbiamo una massa critica tale che ci permette di acquistare le materie prime a prezzi competitivi, anche l’oro e i diamanti. Ma attenzione, produciamo quasi tutto in Italia. Di cinese ci sono solo le copie.

D. Nell’ultimo spot compare un uomo accanto a tre modelle straniere. Non uno ma quattro testimonial, c’è un cambio di strategia nella comunicazione?

R. Il pay off «Vèstiti Stroili», è un invito alle donne a valorizzarsi, a brillare di luce, che si riflette anche sull’uomo al loro fianco, in questo caso il campione del mondo di nuoto Camille Lacourt. È un messaggio diverso dai precedenti, abbiamo scelto tre volti che esprimono diverse personalità ed è pensato per un pubblico internazionale.

D. Quindi puntate all’estero. Non è che siete troppo esposti in Italia, un mercato in evidente difficoltà?

R. Il momento è difficile in generale, ma noi per fortuna non lo stiamo vivendo. Certo, bisogna fare i conti con la realtà e investire al massimo sulla rete che c’è già. La fase di espansione comunque non è finita, ma invece di 30 aperture quest’anno saranno quattro o cinque. Inoltre, vogliamo replicare la logica italiana in Paesi come la Spagna e il Portogallo. Il ritmo lo darà il sell out dei negozi. E poi ci sono gli Stati Uniti, con grandissime potenzialità e gli Emirati Arabi, dove stiamo per concludere degli accordi con dei partner, per attività wholesale e franchising. In queste modalità siamo già presenti in 21 Paesi.

D. Non avete pensato a uno sbarco in Borsa?

R. In Borsa ci si va quando si ha bisogno di soldi e al momento non è una nostra necessità. Chissà, forse in futuro, non si può mai dire. Di sicuro non adesso.

D. Si è parlato nei mesi scorsi di un possibile ingresso di nuovi soci (ora sono Investindustrial con il 31%, 21 Partners e Wise con il 10% a testa e Banca Intesa Sanpaolo con il 12%). A che punto è la discussione?

R. A nessun punto, perché non è mai stata presa in considerazione un’ipotesi del genere. Mi domando da dove venga fuori questa notizia, che smentisco categoricamente.

D. Ma le trattative con Histoire d’Or e Oro Vivo? Il mandato a Lazard come advisor?

R. Ripeto, non c’è nulla di verosimile.

D. Però è vero che lei ha parlato di discontinuità. Può spiegare meglio? È nella strategia? Nella gestione interna?

R. Beh, non ho intenzione di cambiare me stesso, e tantomeno la squadra che va benissimo. Ma non ho nemmeno in mente la continuità se si tratta di marketing: rimane sul mercato chi riesce a stupire il cliente. In questo caso sì, sono il fautore della discontinuità. Monica Battistoni

Laisser un commentaire

Your email address will not be published.

Previous Story

Pasquale Bruni, Bon Ton au citron

Next Story

Volcanique Pesavento

Latest from news