L’azzurro è il colore dell’estate e nella bella stagione è facile imbattersi in spettacoli pirotecnici. La collezione Fireworks di Giovanni Raspini è realizzata in argento brunito con elementi modellati completamente a mano. I gioielli sono sintonizzati sull’estate, ispirati a luce e colore grazie all’unione dell’argento brunito con i quarzi mystic con effetto arcobaleno. Si tratta di una particolare lavorazione del quarzo trasparente, a cui è applicata una sottile pellicola che aggiunge effetti colorati, anche con sfumature arcobaleno. E proprio questo aspetto che ha indotto alla scelta del nome Fireworks.
Come un fuoco d’artificio la luminosità dell’argento si combina con i colori cangianti del quarzo mystic. La collezione comprende una grande collana, un pendente, due anelli, due bracciali, e due orecchini. I gioielli sono realizzati con sottili steli in argento alla cui sommità è incastonata una pietra, con uno stile che ricorda volutamente l’esplosione in cielo dei fuochi d’artificio.
Anelli uomo in argento, bracciale uomo in argento, collana uomo in argento: sono alcune delle search più calde su Google. E i gioiellieri confermano: c’è un grande interesse per i gioielli destinati all’uomo. Di questa moda (o necessità?) si fa interprete anche un marchio specializzato in gioielli di argento come Giovanni Raspini. Per questo il brand toscano presenta due linee di gioielli destinati agli uomini. Sono quattro anelli realizzati in argento fuso e brunito, con effetto martellato, che montano una pietra di onice nero di grande profondità cromatica, ma anche con perle di turchese.
Gli anelli sono di due tipi, con pietre piatte tonde o quadrate, e di due misure, grande o piccolo, nella forma del classico anello chevalier. Ma non è detto che debbano essere indossati sul dito mignolo. Giovanni Raspini propone la linea Dadini, con elementi in argento, fuso e brunito, alternati all’onice nero, con due bracciali e due collane con prevalenza dell’onice, oppure con più cubetti in argento.
Eleonora Ghilardi in tuffo con H2O
L’acqua è l’elemento naturale che più è necessario per lo sviluppo della vita. Ed è anche una materia amata dagli esseri umani. In realtà, però, non si tratta di un elemento singolo, ma di un composto chimico di due atomi di idrogeno legati a un atomo di ossigeno. In chimica questo rapporto è sintetizzato dalla formula H2O. L’acqua come elemento naturale rappresentato dalla formula è anche la fonte di ispirazione per la collezione di Eleonora Ghilardi, artigiana-orafa e designer di gioielli lombarda. La sua collezione H2O è proprio un omaggio alla natura e al suo elemento più importante.
Per sottolineare l’attenzione all’equilibrio naturale, inoltre, ogni gioiello della linea H2O è confezionato in un packaging in carta riciclata, profumato con fragranza creata appositamente per la collezione e certificato di autenticità (italiano-inglese), libretto manutenzione gioiello (italiano-inglese) e sacchetto in cotone per il trasporto e la protezione del gioiello. I gioielli ricordano nella forma gli spruzzi irregolari di un’onda e sono realizzati con la tecnica della fusione a cera persa in argento oppure bronzo, con l’aggiunta di pietre dure come diaspro oppure labradorite.
Pianegonda in viaggio nell’universo con Assoluto
La nuova collezione di Pianegonda è in assoluto la prima firmata dalla nuova direttrice creativa Betony Vernon, chiamata a rinnovare il brand che oggi fa parte del gruppo Bros Manifatture. La collezione si chiama, pertanto, Assoluto. Anche se l’ispirazione della designer americana è tutt’altro. Assoluto vola alto ed è ispirata all’origine dell’universo. Un tema che appassiona astronomi e professori di fisica ma, in fondo, è anche quello che si sono chiesti tanti filosofi negli ultimi millenni.
In ogni caso, non è necessario scrutare le galassie per osservare lo stile essenziale della collezione, che punta sulla forma della sfera. I 23 gioielli della collezione Assoluto, in brillante argento, riportano tutti una sfera a indicare quello che si ritiene all’origine del Big Bang, dell’atomo, dell’amore, fate voi. Come abbiamo già scritto qui volto della collezione Assoluto è la modella americana Anna Cleveland.
Lodevole l’idea di comunicare la tecnica di realizzazione: Assoluto è realizzata in microfusione e assemblata e ultimata interamente a mano. L’argento 925 è protetto da due micron in argento 999, ovvero argento puro. In seguito, al gioiello viene applicata un’ulteriore protezione antiossidante di nanoceramica che aumenta la resistenza agli agenti atmosferici e all’uso quotidiano, senza alterare la matericità e il colore dell’argento.
Nascere a Valenza, come è capitato a Dario Scapitta, significa spesso essere destinati a lavorare nel mondo dei gioielli. Valenza è la capitale italiana dell’alta gioielleria. Ma non sempre le strade sono diritte. A volte portano fuori dalla città. Dario Scapitta, per esempio, ha imboccato prima la direzione per Milano, dove si è dedicato allo studio di scenografia e interior design presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Poi, ha puntato verso nord, fino ad arrivare in Olanda.
Nel Paese dei Tulipani il designer si è ricordato delle sue radici e ha deciso di occuparsi di gioielleria. Ma a modo suo, con uno stile molto minimal e molto nordico. I gioielli del suo brand, Dario Scapitta Design, sono progettati e prodotti in Olanda in un numero molto limitato di pezzi, su ordinazione. Le linee di bracciali e collane sono semplici, così come i materiali impiegati: argento e smalto. Gioielli che nel 2023 ha portato anche a Inhorgenta, la fiera di Monaco che offre un ampio spazio al mondo dei bijoux.
Argento con pietre colorate nell’Olimpo di Desmos
Desmos in greco antico significa pressapoco connessione, legame. E il brand di gioielli in argento 925 Desmos, creato da un’azienda specializzata nella lavorazione di questo metallo, Chrysos, propone gioielli che traducono in pratica il concetto contenuto nel nome. A Vicenzaoro Desmos ha presentato la collezione Olympia in argento 925, placcato oro giallo e rodio, con topazi verdi. Una collezione che segue Divina, una linea sempre in argento, ma che utilizza granati rossi. Le caratteristiche di queste collezioni sono due: l’utilizzo di bande con la struttura del cavo, cioè composte da molti fili intrecciati, oppure con palline diamantate unite una all’altra a formare bracciali e collane, ma anche accostate come bordo per gli anelli.
Chrysos, azienda che si trova vicino a Treviso, produce gioielleria da 30 anni anche conto terzi ed è specializzata catene e palline diamantate in argento 925 e oro, con un campionario di più di 4000 modelli. Una tecnica produttiva che è poi utilizzata per il brand Desmos.
Le fantasiose architetture di Mikky Eger
Gioielli in argento, ma non solo, di Mikky Eger, designer che trasporta le onde del mare su orecchini o collane ♦
Sono dei veri gioielli d’artista quelli di Mikky Eger, tedesca trapiantata a Milano con uno studio laboratorio abitazione nella creativa zona Tortona. Micro e macro sculture con pietre semipreziose che in alcuni modelli avvolgono il braccio o le dita. Ovunque domina il tema della natura espresso in molteplici forme: il mare e le sue grandi onde sono riprese nelle curve e nelle spirali di ciondoli, orecchini e collane della collezione New Wave, in argento e nell’argento bagnato oro rosa o giallo.
Sembrano conchiglie o chiocciole che circondano le pietre semipreziose sfaccettate e colorate quelle della collezione Surf’n’Turf, ma in realtà sono le dune mosse, in argento, del deserto africano. Il metallo è piegato, ritorto e finito in modo da dare l’idea del movimento e della materia, per esempio, in Vulcano Passion la texture non può che essere quella della pietra lavica. Dalle forme organiche a un’altra realtà, Metropolis, lo si capisce già dal nome, è il futuro fatto di geometriche sovrapposizioni che danno vita a fantasiose architetture. Senza l’inquietudine del film di Fritz Lang.
Produrre catene, ma senza rimanere incatenati solo alla fornitura ad altre aziende: sono oltre 30 anni che Karizia, azienda di Bassano del Grappa (Vicenza), è nel mondo della gioielleria. Così, accanto alla fornitura di metallo lavorato, ha pensato di trasformare la propria abilità in collezioni proprie. L’azienda è stata fondata nel 1987 da tre amici: Giorgio Ferronato, Luigi e Carlo Marostica, ancora al timone. I mercati principali dell’attività restano sempre gli Stati Uniti, anche se si sono affacciati clienti dall’Asia e dai Paesi dell’Est.
Merito anche della qualità della produzione. Assieme a un importante centro di ricerca svizzero è nato It-prolux, descritto come un elisir di lunga vita per l’argento: è un processo antiossidante che mantiene il colore nel tempo. Premesso questo, Karizia propone anche alcune linee di gioielli con la propria firma. Come quella dedicata alla dea Fortuna, la fanciulla bendata che è anche l’icona del marchio aziendale. Ci sono, inoltre, orecchini, collane e bracciali in cui l’argento è accostato all’oro con tecnica galvanica. L’azienda, inoltre, è certificata dal Responsible Jewellery Council, associazione che garantisce un utilizzo sostenibile delle risorse, come per l’estrazione dei metalli.
Con l’estate e il caldo aumentano in pericoli per i gioielli in argento. Ecco quattro consigli utili su come conservare e pulire i gioielli d’argento. Il primo consiglio è… ♦
Anche l’argento soffre il caldo, molto più dell’oro. Quando le temperature si alzano e l’umidità aumenta, i vostri gioielli d’argento sono in pericolo e tendono a diventare neri. Ecco che cosa dovete fare (se riuscite a sopravvivere alle torride giornate estive).
Regola numero uno: tenerli asciutti. Più umido è il clima, più velocemente si appannano i gioielli. Per mantenere il vostro argento splendente e luminoso, cercate di riporre i gioielli in un luogo fresco e asciutto, lontano dall’aria afosa. Non mischiate più pezzi di gioielleria nello stesso contenitore: l’argento è un metallo morbido e specialmente con il caldo i singoli pezzi si possono graffiare l’un l’altro. Se avete dei gessi (come quelli che si usano per la lavagna), potete riporli vicino ai gioielli, perché il gesso assorbe l’umidità. In alternativa, va vene anche un sacchetto con gel di silice, cioè la silice colloidale. È un polimero del diossido di silicio (una specie di plastica) che ha proprietà disidratanti e assorbenti, di solito si trova inserito in piccoli sacchetti nelle scatole che contengono materiale elettronico. La prossima volta che ne trovate uno non buttatelo via: mettetelo nel cassetto dove conservate i gioielli.
Regola numero due: evitare gli acidi. Umidità, alcuni acidi e cosmetici come lozioni e profumi o il contatto con gli elastici possono causare appannamento dell’argento. La reazione sul metallo è dovuta alla presenza di zolfo nel materiale elastico. L’argento è da proteggere anche in cucina. Il metallo, infatti, è sensibile anche a sostanze come maionese, uova, senape e cipolle, che contengono zolfo. Quando fa caldo, la reazione chimica al contatto con queste sostanze può essere accelerata. Non indossate gioielli in argento neppure per nuotare e prendere il sole.
Regola numero tre: la pulizia. L’igiene aiuta i vostri gioielli a risplendere più a lungo, specialmente quando il caldo insidia la loro integrità. Potete pulire i vostri gioielli in argento semplicemente utilizzando gli ingredienti dalla vostra cucina. Immergete in acqua tiepida e sapone il gioiello, e pulitelo con una spazzola morbida, come uno spazzolino da denti cin setole naturali. Poi basta sciacquare il gioiello con acqua corrente. Dopo aver fatto questo, asciugate i gioielli con panno morbido.
Regola numero quattro: lucidatura. Se il vostro argento si è appannato, potete scegliere di passare alla lucidatura: basta utilizzare un panno di cotone morbido o mussola. Strofinate con cura, ma senza utilizzare troppa energia: il calore deforma facilmente il metallo, specialmente nelle parti più sottili del gioiello. Giulia Netrese
A Milano un designer che segue la tradizione popolare degli ex voto e la interpreta in modo raffinato: Laurent Gandini ♦
La tradizione popolare, come quella degli ex-voto (oggetti preziosi che si trovano nelle chiese cattoliche per una grazia ricevuta da qualche santo) trasformata in gioielli: Laurent Gandini è un designer che ama il presente guardando al passato. Vive e lavora a Milano dal 1990, con uno stile in controtendenza rispetto al minimalismo di molti suoi colleghi. Della tradizione popolare Gandini riprende l’ispirazione ma, naturalmente, rielaborata per realizzare gioielli molto complessi, che richiedono una lunga e precisa lavorazione. Simboli e miti sono trasformati in ricami di metallo, in pizzi preziosi che compongono orecchini, collane o anelli.
Non sono solo riferiti all’ambiente sacro, ma anche a quello profano della superstizione o, magari, della iconografia ottocentesca. È quasi ovvio che un simile genere di gioielli sia il frutto di un lavoro anch’esso ancorato al passato, alla tradizione manuale, alla realizzazione attraverso la tecnica della cera persa. Bando alla galvanizzazione: qui si usa la lima sul metallo, accanto a qualche pietra anch’essa popolare, come il cristallo di rocca. I prezzi: dipende dalla versione del gioiello, se in argento oppure in oro. Per esempio, un paio di orecchini in filigrana d’argento costano 350 euro, mentre per lo stesso modello, ma in oro, si sale di prezzo.
Cammei personalizzati e gioielli in corallo dal ponte di Rialto, a Venezia, con Eredi Jovon ♦︎
Non bisogna lasciarsi ingannare: oltre ai bijoux per turisti, la gioielleria Eredi Jovon, che si trova proprio sul ponte di Rialto, a Venezia, vende anche pezzi più interessanti. In particolare, la gioielleria è specializzata in cammei, anche su misura, e in gioielli in corallo.
La storia della gioielleria risale al 1934, quando Luciano Jovon ha aperto il negozio su quello che è uno dei ponti più famosi del mondo. Specializzata inizialmente nell’arte di intagliare conchiglie e agata per realizzare cammei su montatura in argento, negli anni Cinquanta Eredi Jovon ha allargato il raggio d’azione al corallo e può proporre oggi anche pezzi di un certo pregio. Dato che i tempi cambiano, oggi la gioielleria da Rialto si propone di vendere in tutto il mondo attraverso internet. Ma, in più, propone anche un servizio particolare: la realizzazione di cammei personalizzati con il profilo del committente (ma anche di una coppia), basato su foto o disegno. Qualcosa di meglio della solita foto del fidanzato/fidanzata sul cellulare. Tutti i gioielli sono progettati e realizzati in Italia.
Rosato al cubo e a colori. Il brand per l’autunno 2022 ripropone una linea che utilizza l’argento nel colore naturale, oppure con una placcatura di oro rosa pvd. Ma non solo: i gioielli della collezione Cubica si distinguono per il design molto geometrico, completamente astratto rispetto ai ciondoli. E, dopo il debutto con l’utilizzo di zirconia cubica incolore, arrivano nuovi gioielli che utilizzano anche pietre colorate: le tonalità scelte sono ora viola, rosso e arancio, che si affiancano a quelle bianche già presenti.
Il nome Cubica ha un duplice riferimento. Allude, infatti, alle geometrie precise dei gioielli, composti da piccoli elementi dal volume squadrato, ma anche all’utilizzo di zirconia cubica, pietre sintetiche con l’aspetto di un cristallo, che aumentano la brillantezza del gioiello. Morbidi bracciali a fascia, anelli a banda e orecchini piccoli oppure lunghi, a filo, assieme a collane d’argento compongono la collezione, che si adatta bene a un abbigliamento anche non convenzionale. Fondato nel 2004 da Simona Rosato, il brand omonimo si è sempre concentrato sui ciondoli da aggiungere a bracciali e collane. Con l’acquisto da parte del gruppo Bros Manifatture, nel 2011, il range di gioielli proposti da Rosato si è allargato fino a comprendere anelli, bracciali e orecchini. Ma senza dimenticare nuove collezioni di charms.
Dallo Yemen a New York, con un filo che lega due Paesi tanto lontani: i gioielli. Sharon Chandally, nata negli States, ha fondato Chandally nel 2009. Suo nonno, i suoi fratelli e le generazioni precedenti erano argentieri e ora la designer segue la storia delle sue origini. Si è trasferita, infatti, a Tel Aviv (Israele) dove ha aperto la sua boutique.
Prima di studiare design industriale ed entrare nel mondo della gioielleria, Sharon ha viaggiato molto: Nuova Zelanda, India, Ghana, Benin e Giappone. I viaggi hanno risvegliato la connessione con le sue radici. Ha appreso per tre anni la lavorazione dei metalli in Israele, dove si erano trasferiti i suoi famigliari, e dove ha imparato ad attingere dalla tradizione degli artigiani yemeniti, dagli antichi miti e dai luoghi della sua famiglia di origine. Una storia antica e affascinante, con un artigianato che ha alle spalle una storia secolare.
Prima di applicare quello che ha imparato nella gioielleria, dopo la laurea, Sharon ha concentrato le sue energie sullo sviluppo di una raffinata comprensione della forma e dell’ergonomia. Tra arte e metallurgia, ha iniziato a studiare la costruzione di strumenti musicali, ma anche argenteria, i meccanismi e la lavorazione dei metalli. Con queste premesse, la designer ha recuperato icone e stile della elaborata tradizione mediorientale per proporre uno stile decisamente originale e pieno di fascino.
La rambla è un viale costituito da due carreggiate laterali e una vasta area pedonale al centro, generalmente alberata. È una tipologia di strada molto usata in Catalogna: le più famose ramblas sono quelle di Barcellona, meta obbligatoria dei turisti che vistano la città. E, ora, sono anche una linea di gioielli proposta da Alviero Martini 1A Classe, brand milanese di accessori e abbigliamento da poco approdato anche al mondo della fashion jewelry. Il marchio ha avuto successo anche grazie all’idea di raffigurare mappe sulle borse da viaggio. E le nuove linee di gioielleria del brand, realizzate tramite Thom Trade Italy, si riferiscono a varie località del mondo.
I gioielli Rambla sono realizzati in argento, con applicazione oro giallo e rosa, assieme a cubic zirconia: un classico per quel tipo di bijoux. Collane, bracciali, bangle, anelli e orecchini, riportano la firma Alviero Martini 1A Classe, società che dal 2003 fa parte del Gruppo Final, nelle incisioni dei charms, cesellati con la mappa geo e il monogramma 1C.
Tartarughe al polso. O, più precisamente, un bracciale che supporta le tartarughe marine. Rosato, marchio del gruppo Bros Manifatture, per il secondo anno consecutivo si unisce alla campagna Tartalove di Legambiente, organizzazione italiana non profit. L’iniziativa si collega alla tutela delle tartarughe marine, che quest’anno amplia il focus verso l’attenzione alla biodiversità dell’ecosistema marino, che va protetto con azioni volte a ridurre l’impatto ambientale e sociale.
Il supporto a Legambiente e alle tartarughe Rosato ha realizzato un bracciale con stella marina limited edition in argento, smalto azzurro e cubic zirconia bianchi. Una parte del ricavato della vendita del charm della collezione Storie sarà destinata a supportare la campagna.
Bisanzio è il più antico nome dell’odierna città di Istanbul, sulle rive del Bosforo, maggior centro urbano della Turchia. La città si chiamava Bisanzio nel periodo greco-romano, sino alla rifondazione della città nel 330, per opera dell’imperatore romano Costantino, con il nome di Nuova Roma, ma poi nota come Costantinopoli. Bisanzio venne fondata da coloni di Megara nel 659 a.C. ed era chiamata così in onore del loro re Byzas. A quel periodo storico si fa risalire il modello di catena a maglia bizantina, che ha un particolare intreccio.
Ora anche Giovanni Raspini propone quel tipo di intreccio con la collezione Bizantina, realizzata completamente a mano, con gioielli ottenuti martellando maglie in argento a sezione quadrata. La collezione comprende bracciali, collane e orecchini in argento naturale, oppure in argento bagnato in oro: un trattamento che, dato il volume dei gioielli, rende bracciali e collane particolarmente visibili. D’altra parte, Bisanzio era famosa per i suoi ori.
Tra moda, gioielli e orologi: a otto anni dal debutto Olivia Burton è ormai una start-up di successo. Il marchio è stato lanciato da due amiche: Lesa Bennett e Jemma Fennings, compagne di scuola al London College of Fashion, poi fashion buyers e, infine, imprenditrici con un’idea precisa in testa: conquistare le vintage lovers di tutte le età. Persino il marchio è vintage: Olivia Burton, infatti, è il nome di una zia. Nel 2016 e nel 2017 l’azienda è stata premiata come migliore brand di orologi britannico, grazie anche al design di Jemma. Dalle lancette ai bijoux il passo è stato breve.
Lo stile è molto british, con motivi floreali e piccoli animali. In particolare, le api, diventate il simbolo di Olivia Burton e principale motivo dei bijoux. Si tratta di una serie di bracciali, anelli, collane e orecchini in metallo o argento placcato oro oppure rodiato, dal prezzo molto accessibile di qualche decina di euro. In alcuni casi sono arricchiti da perle finte e cristalli Swarovski.
Quando un gioiello viene copiato è un danno per l’azienda che vende gli originali, ma è anche il segno di un successo. Come è successo al brand del romagnolo Roberto Spadarella, che è riuscito a creare un piccolo impero di bijoux in argento, con 23 punti vendita diretti in Italia, oltre a un servizio di e-commerce efficiente. Una storia nata nel 1983, con l’apertura della prima bottega orafa a Riccione, cittadina sul Mare Adriatico.
Negli anni Novanta, dopo aver appreso i segreti dell’oreficeria, Spadarella ha deciso di conquistare spazio nella gioielleria in argento e pietre, che è diventata la caratteristica della Maison. L’azienda di chiama Le Roi Soleil – Spadarella Gioielli e nel 2006 il fondatore riceve il premio come miglior stilista all’Eclat de Mode a Parigi. Un riconoscimento che serve a far arrivare Spadarella anche su altri mercati europei, come Spagna,Portogallo, Francia, Grecia, Inghilterra, ma anche in America e Medio Oriente. Il catalogo dei gioielli in argento è molto vasto e abbraccia stili diversi: da quello gotico-punk, a quello geometrico, floreale, animalier… I prezzi sono contenuti: per un paio di orecchini il prezzo massimo è di 100 euro, ma in media è di circa la metà.
Il brand romagnolo ha radici ben piantate nella realtà: a primavera 2022 ha proposto un bracciale in edizione speciale del modello classico, con i colori dell’Ucraina. Per ogni bracciale venduto l’azienda ha deciso di domare 10 euro alle campagne di aiuto che Unicef e Medici senza frontiere hanno messo in campo in Ucraina.
Amen, marchio italiano di bijoux nato a partire dall’ispirazione di coniugare monili e preghiera, da tempo ha allargato il suo orizzonte a traguardi più laici. Bijoux, insomma, che si rivolgono a un pubblico indifferenziato e, soprattutto, senza particolari connotazioni spirituali. Per l’estate 2022, per esempio, Amen propone diverse linee di gioielli a prezzi super abbordabili, caratterizzati da colori e forme vivaci. Come nel caso della collezione cocktail.
La linea comprende una serie di anelli in argento con finitura rodiata, a cui sono abbinati cubic zirconia di diverse forme e colori, così come prevede lo stile cocktail. Sfumature vivaci, in sintonia con l’estate, come blu, arancione, viola, verde brillante, rosa fucsia. Anelli da indossare senza farsi troppi problemi, incoraggiate anche dal prezzo: sono proposti a 59 euro.
Giovani designer si fanno avanti. Uno di questi, a Londra, è Castro Smith. La sua frontiera di avanguardia, però, è la riscoperta di un’antica abilità: quella dell’incisione. Per secoli questa tecnica è stata utilizzata da orafi che usavano il bulino in maniera virtuosa. E oggi Castro Smith usa la lavorazione del metallo in maniera creativa, con la riscoperta del passato, ma con un utilizzo nuovo. I suoi gioielli sembrano usciti da una favola medioevale, sfilati dal dito dei cavalieri di Re Artù. Ma in realtà non è quello il modello del designer, che usa l’anello chevalier per creare elaborati sigilli. Ma l’idea di incidere anche i lati dell’anello è scaturita semplicemente da un errore commesso all’inizio della carriera, utilizzando un programma di modellazione 3D. Un errore che, però, si è rivelato un’ottima idea di successo.
Curiosamente Smith, che è nato vicino a Newcastle, Nordest dell’Inghilterra, aveva come obiettivo occuparsi di videogiochi. Nell’attesa ha fatto un apprendistato di cinque anni in un’azienda di incisione, che ha fatto scaturire la sua passione. È seguito un tirocinio in Giappone sotto la guida del maestro argentiere Hiroshi Suzuki. I suoi anelli con elaborate figure incise in argento oppure oro e ceramica, sono diventati oggetti di culto per molti appassionati.