Non lontano da Venezia, a Costabissara, gli artigiani di Murano portano elaborate perle di vetro che sono trasformati in gioielli da Linea Italia, azienda gestita dalla famiglia Loison dal 1986. Linea Italia è oggi guidata da Tranquillo Loison, che ha accumulato un’ampia esperienza nell’oreficeria come imprenditore e come rappresentante di categoria nel settore orafo. Oltre a realizzare gioielli in argento e in vetro di Murano, Linea Italia sviluppa linee di gioielleria per altre aziende del settore.
Il vetro di Murano utilizzato per i gioielli di Linea Italia è la denominazione che caratterizza i vetri artistici lavorati a Murano, isola della laguna di Venezia: una tradizione che affonda le radici nei secoli. I primi documenti sull’arte vetraria veneziana risalgono all’anno 982. Linea Italia, comunque, crea anche gioielli in argento 925 in stile classico. Le collane multifilo rappresentano il top della produzione e si aggiungono alla serie di gioielli con i vetri colorati di Murano.
Il vetro di Murano, isola della laguna di Venezia, in lingua inglese è definito genericamente Venetian glass. È un vetro decorato in modo elaborato, con varie tecniche di formatura a caldo, doratura, smalto o incisione. La produzione è concentrata nell’isola veneziana di Murano sin dal XIII secolo. Murano è stata il principale centro d’Europa per il vetro di lusso dall’alto medioevo al Rinascimento italiano. Nel XV secolo i vetrai muranesi crearono il cristallo, che era quasi trasparente e considerato il vetro più pregiato del mondo. I vetrai di Murano svilupparono anche un vetro di colore bianco (vetro di latte chiamato lattimo) che sembrava porcellana. In seguito sono diventati i migliori produttori di specchi d’Europa. I vetrai veneziani hanno sviluppato metodi segreti per la produzione del vetro: Murano ospita ancora numerose fabbriche di vetro e alcuni studi di artisti individuali.
Venezia ha ispirato poeti, pittori, musicisti. Ma anche gioiellieri e designer. Nel caso della danese Sophie Bille Brahe, però, non è stata proprio Venezia la musa ispiratrice, ma Murano. L’isola vicino alla città lagunare è famosa per i suoi laboratori artigianali di vetro. E sono proprio gli artigiani-artisti di Murano, che lavorano il delicato materiale, che Sophie Bille Brahe ha deciso di combinare perle e sfere di vetro, in un mix inusuale e raffinato.
La designer di Copenaghen, insomma, ha aggiunto qualcosa in più al suo modo di fare gioielli, una passione che ha coltivato sin da quando era bambina. Una volta cresciuta, ha studiato design di gioielleria presso il Royal College of Art di londra e si è formata con maestri gioiellieri nella sua città natale. Ha fondato il suo brand nel 2011. I gioielli sono realizzati a mano utilizzando tecniche orafe secolari.
Divide i suoi gioielli in due grandi linee: perle e diamanti. In tutti e due i casi utilizza quel design semplice e intelligente che è tipico dei Paesi nordici. Le perle sono spesso utilizzate in cluster dai volumi sempre diversi, mentre i diamanti sono allineati con una rivière che fornisce movimento alla composizione. Semplice, ma efficaci.
Ultimi giorni per la scoperta dei gioielli in vetro
Un gioiello che utilizza un vetro non è considerato prezioso. Niente di più sbagliato. Perché il vetro in gioielleria è un materiale nobile, che ispira creatività e passione. Lo testimonia una mostra (23 aprile-16 ottobre) organizzata al Museo del Bijou di Casalmaggiore. Il titolo non lascia equivoci: Vetro. Gioielli italiani tra 800 e 900. L’esposizione, curata da Bianca Cappello, raccoglie oltre 300 pezzi tra gioielli d’autore e documenti d’epoca che hanno utilizzato questo forte fragile materiale: lunghi e colorati sautoir di inizio secolo, bracciali in stile Dèco, murrine millefiori, gioielli in micro mosaico romano realizzati per il Grand Tour, grandi collier multifilo e collarette realizzate con minuscole conterie da abbinare agli abiti da cocktail sartoriali degli anni Sessanta.
Ancora: orecchini a bouquet degli anni Cinquanta, bijoux anni Sessanta stile figli dei fiori ispirati ai nativi americani, cristalli degli anni Ottanta, fino alle creazioni sperimentali di grandi designer e artisti. Prima dell’avvento della plastica, il vetro era considerato il materiale per eccellenza nella creazione di gioielli, una sorta di simbolo dell’evoluzione sociale della donna: da angelo del focolare a flapper, da signorina della buona società a donna in carriera, da figlia dei fiori a eterea minimalista.
Dalla preistoria a oggi, il gioiello di vetro è stato capace di muoversi al passo con il linguaggio, l’ingegno e l’estetica della società riuscendo sempre a raccontarla e a mostrarne le caratteristiche. Il vetro nel gioiello è fragile e indistruttibile al tempo stesso, è un materiale che racconta l’altissimo livello raggiungibile con l’artigianato artistico e che, negli ultimi due secoli, è entrato da protagonista nei gioielli del sistema moda, così come nel gioiello di ricerca e in quello di design.
Bianca Cappello, curatrice della mostra
Il vetro è un materiale difficile da ottenere e da lavorare tanto che nella storia era considerato un segreto di pochi maestri e per tale motivo da essi gelosamente conservato. Tra Ottocento e Novecento, a seguito del processo di industrializzazione, il vetro ha diversificato la sua identità: da una parte un prodotto di finissimo e altissimo artigianato oggetto di sperimentazione tecnica e artistica per gioielli di lusso e ricercati, dall’altra un articolo industriale per il grande pubblico usato in gioielli a basso costo. L’allestimento della mostra è stato progettato e realizzato dalla designer iraniana Sogand Nobahar, rielaborando vetro di recupero.
Agli inizi del XX secolo la perla di vetro diventa accessorio indispensabile nell’abbigliamento elegante e seducente della donna moderna e si riappropria di quel fascinosissimo ruolo avuto nel corso dei secoli, da Cleopatra a Elisabetta Gonzaga.
Augusto Panini, co-curatore della mostra
Vetro. Gioielli italiani tra ‘800 e ‘900
a cura di Bianca Cappello e Augusto Panini
Dal 23 aprile al 9 ottobre 2022 – inaugurazione sabato 23 aprile ore 15.30
Museo del Bijou
Via Porzio 9, 26041 Casalmaggiore (Cremona)
Orari di apertura: dal martedì al sabato: 10.00-12.00 / 15.00-18.00; domenica e festivi: 15.00- 19.00.
Ingresso mostra e museo: intero € 3,00; ridotto € 2,50. Gratuito per le scolaresche e i possessori dell’Abbonamento Musei Lombardia.
Distanze: 25 km da Parma, 40 da Cremona e Mantova, 140 da Milano.
Telefono: 0375 284424 205344
Catalogo
Bianca Cappello, Augusto Panini, Gioielli di Vetro dalla Preistoria al III Millennio, Antiga edizioni, 300 pagine, testo in italiano con oltre 300 immagini a colori. Formato 24×30 cm, cartonato. Prezzo di copertina 39 euro
Le trasparenze di Adam & Stoffel
Gioielli e vetri smerigliati: gli anelli sostenibili della coppia Adam & Stoffel ♦
Diciamo la verità: la sostenibilità va di moda, ma non sempre il rispetto per l’ambiente pubblicizzato corrisponde poi a quello che viene messo in pratica. Nel cuore della Germania, a Stipshausen, a metà strada tra Francoforte e il Lussemburgo, ci sono però due designer-artigiani che hanno preso alla lettera la necessità di proporre monili sostenibili da un punto di vista della natura. I due green designer sono Claudia Adam e Jörg Stoffel. La loro piccola Maison, Adam & Stoffel, in passato è stata presente alla più importante fiera di gioielleria, Baseworld. Eppure, è un paradosso, perché loro propongono fondi di bottiglia. Non false pietre, vetri contrabbandati per gemme preziose. Loro del vetro delle bottiglie ne fanno una bandiera. La storia è inusuale e vale la pena di essere raccontata.
Claudia Adam era assistente medico, ma nel 1991 ha iniziato a studiare gemmologia e design del gioiello. Assieme al marito orafo, Jörg Stoffel, nel 1998 ha iniziato a proporre il proprio lavoro. Lo stile è molto nordico, privo di fronzoli, quasi austero. Accanto ai consueti materiali, argento o oro e pietre più o meno preziose, la coppia ha quindi iniziato a proporre anelli ricavati dal collo di particolari bottiglie. Il vetro è smerigliato, con forme morbide come quello che si trova sulle spiagge levigato dal mare. Anche se il mare, a Stipshausen, non c’è.
Gripoix, il massimo dei bijoux
Si trova a Parigi la boutique di Gripoix. Può un bijou essere prezioso e raffinato come un pezzo di alta gioielleria? La risposta sta proprio nella produzione di Gripoix, che ora ha appena trasferito il suo nuovo workshop, studio, showroom e boutique in rue d’Aboukir. Fondata nel 1890, la Maison è una delle più antiche di Francia. Gli artigiani di Gripoix sono stati tra i primi a utilizzare la tecnica della smaltatura della pasta di vetro.
La produzione dell’azienda assomiglia molto a un artigianato di haute couture, tanto che hanno prodotto pezzi straordinari per marchi come Chanel, Lanvin, Paul Poiret, Valore, Givenchy, Yves Saint-Laurent. Ma, in particolare, la Maison diretta da Marie Keslassy è famosa per lo sviluppo della pearl sheening, tecnica che imita perfettamente le perle coltivate. Volete una dimostrazione di che cosa sa fare Gripoix? Guardate le raffinate immagini della collezione Winter 2015.
Trollbeads al mare
Bracciali e nuovi elementi componibili nella collezione per l’estate di Trollbeads ♦︎
Tutti al mare, tutti in spiaggia, tutti con i gioielli adatti alla stagione. Le aziende che propongono gioielli con collezioni stagionali non si lasciano scappare l’estate. È proprio quando i vestiti diventano leggeri, o scompaiono quasi del tutto, che i gioielli indossati si vedono di più. Nel caso di Trollbeads, Maison danese che vicino al mare è nata, ecco la collezione dedicata all’estate e, in particolare, al mare. E, nel caso qualcuno avesse dubbi, i bracciali e gli elementi componibili della collezione sono ispirati ai flutti marini.
La nuova collezione introduce cinque nuovi beads e una chiusura in argento. Ci sono conchiglie, maree e alghe marine per sentirsi a proprio agio anche sulla spiaggia. E, naturalmente, da indossare quando le vacanze sono finite, per non perdere il ricordo delle ore passate in spiaggia. Tre le tonalità degli elementi componibili da aggiungere ai bracciali: l’azzurro, il giallo e un violetto color polipo.
A Damiani l’intera quota della vetreria Venini
Non solo gioielli: la parola d’ordine della famiglia Damiani è diversificare nel settore del lusso. La società che controlla l’azienda di Valenza, infatti, ha annunciato l’acquisizione dell’ultima tranche del pacchetto azionario di Venini, storico marchio di Venezia. Si tratta delle quote che erano ancora in possesso dei precedenti azionisti, alcuni dei quali, precisa Damiani, continueranno a collaborare con l’azienda.
La nuova mossa era iniziata tre anni fa con l’acquisizione da parte di Damiani della maggioranza del marchio Venini, in precedenza di proprietà di Chimento, altro nome della gioielleria che, però, si è trovato in difficoltà finanziare.
Guido, Giorgio e Silvia Damiani, nipoti del fondatore del marchio di alta gioielleria hanno deciso di investire nella fornace poiché avevano individuato nei valori e nell’heritage del marchio una grande attinenza con la storia e la mission del brand Damiani. L’obiettivo dei tre fratelli è, infatti, dare un nuovo impulso a una delle più autentiche eccellenze del made in Italy e, nello specifico, del made in Murano, isola vicino a Venezia dove si trova da quasi cent’anni la vetreria Venini.
Il forte impegno della famiglia Damiani (anche con un aumento di capitale 4 milioni) nei confronti del marchio Venini prevede un consistente piano di sviluppo estero, specie nei mercati asiatici che dimostrano un notevole interesse per ciò che rappresenta il marchio in termini di contenuti artistici e valoriali. In linea con questa strategia, per esempio, Venini ha aperto da poco un nuovo show room in Corea del Sud, nel più vivace e dinamico quartiere fashion di Seul: Gangnam. Inoltre, è stato aperto il flagship store di Via Monte Napoleone a Milano.
Gioielli d’artista in vetro
A New York una mostra organizzata da Adornment con i gioielli in vetro creati da artisti ♦︎
Il vetro non è prezioso, a meno che non diventi un gioiello. Lo testimonia Adornment, società che cura progetti dedicati ai gioielli d’arte contemporanea, che dal 12 al 17 novembre ha organizzato in occasione della New York City Jewelry Week, un’edizione speciale di Cutting Edge. Si tratta di una mostra di design e ricerca di gioielli in vetro, che si tiene negli spazi di R & Company (64 White Street). La mostra si intitola Cutting Edge – Contemporary Glass Jewelry ed è dedicata alle creazioni di artisti e designer che usano il vetro come veicolo di espressione.
Anelli e collane di vetro creativo sono visti con gli occhi di Paolo Marcolongo, Biba Schutz e Agustina Ros, oltre a pezzi realizzati dall’ospite speciale e ambasciatore nel campo della gioielleria in vetro Linda MacNeil.
La selezione mira a fornire una prospettiva insolita e d’avanguardia sui gioielli in vetro, un’affermazione dell’identità di una ricerca oggi sempre più indipendente, anche se ancora connessa, alla tradizione. Sono utilizzati vari processi e tecniche, poi personalizzati da ciascuno dei creatori attraverso tecniche sperimentali: dalla lavorazione del vetro di Murano, alla lavorazione del vetro borosilicato soffiato a mano; dall’unione e miscelazione di diversi componenti chimici, alla lavorazione combinata di vetro e metalli.
Nella gioielleria di Linda MacNeil, per esempio, i metalli (sia preziosi che non preziosi) e il vetro hanno pari dignità e funzionalità.
Entrambi sono progettati e realizzati per comporre un’unità di forme, geometria e ritmo visivo, funzione e decorazione; entrambi trasmettono un risultato perfettamente bilanciato.
Il tema del viaggio secondo Trollbeads: ai bracciali e alle collane si aggiungono cerchietto e pettine per capelli ♦︎
Bracciali e collane con ciondoli da aggiungere o togliere, gioielli componibili, sembrano essere diventati un accessorio frequente quanto lo smartphone in tasca o nella borsa. E proprio perché sono personalizzabili, questi gioielli si rinnovano in continuazione. Ecco, dunque, la collezione autunno inverno 2018 proposta dal marchio danese Trollbeads. Una delle idee chiave della collezione ruota attorno al concetto di partenza, di viaggio, di scoperta. Lo indicano ciondoli come la locomotiva, la valigia, la mongolfiera.
Questi charms sono fatti apposta per inserirsi sui bracciali in argento tra un anello in vetro colorato e l’altro.
Oltre ai bracciali, sono utilizzabili anche sulle collane o su lacci in cuoio. Colori nuovi anche per i beads in vetro, che presentano striature e sfumature irregolari.
Ma Trollbeads presenta anche un’altra novità: gioielli per capelli. Cioè cerchietti e pettine da inserire nella chioma per fermare la piega nella forma preferita. Anche in questo caso l’argento di cerchietti e pettine si può arricchire con ciondoli e beads. Lavinia Andorno
I colori trasparenti di Toao
Il vetro diventa nobile con il design di Toao Glass e di Shiri BenSinai.
Non ci sono solo gioielli realizzati con materiali preziosi. A noi piace segnalare, ogni tanto, chi riesce a rendere preziosa un’idea. Insomma, mette la creatività al primo posto e riesce a proporre qualcosa di interessante. È il caso di Toao Glass, una piccola azienda israeliana. Come è facile intuire già dal nome, Toao Glass produce oggetti di vetro. Il nome indica anche una delle abbreviazioni che sono popolari tra gli utenti di internet: sta a significare, infatti, The One and Only. E che i bijoux siano unici non c’è dubbio: innanzitutto sono realizzati a mano. Inoltre, il mix di colori e forme rende orecchini e collane di Toao Glass davvero differenti. Il designer che è l’autore dei gioielli si chiama Shiri BenSinai e lavora sulle montagne nei dintorni di Gerusalemme. Forse i colori di quelle natura un po’ aspra ispirano gli elementi di vetro che compongono i gioielli. Date un’occhiata. Da segnalare anche che per qualsiasi acquisto importante Toao donerà il 5 % del ricavato a Shine, Centro di recupero – per le vittime di aggressioni sessuali. I gioielli sono in vendita sulla piattaforma Etsy. Giulia Netrese
Nei colori di Venezia
In Italia ci sono diverse tradizioni: una di queste è la produzione del vetro di Murano, isola della laguna di Venezia. Un materiale che è stato più volte impiegato per realizzare monili. Quindi se amate Venezia, adorate il vetro e vi piacciono gli anelli di grandi dimensioni, potete dare un’occhiata ai bijoux di LeConterie. Il nome ha bisogno di una spiegazione: le conterie sono le perle di vetro veneziane, colorate, tirate in canne più o meno sottili, piene o forate. Secondo la leggenda, a Venezia la produzione delle conterie iniziò con il ritorno di Marco Polo dall’Oriente. Generazioni di artigiani si sono tramandate la non semplice tecnica di lavorazione. Una volta realizzate, perle di vetro erano trasportate in grandi ceste di paglia e consegnate alle donne, che le infilavano per realizzare collane, passamanerie o monili. Fine della spiegazione.
LeConterie è, dunque, un nuovo brand di gioielli in vetro di Murano creati artigianalmente: nessun pezzo è completamente uguale all’altro. I monili, in queste pagine vedete gli anelli, sono creati secondo la secolare tradizione dai maestri della Scuola del Vetro Abate Zanetti: un’istituzione che risale al 1862, quando venne fondata dall’Abate Vincenzo Zanetti con l’intento di riportare lo stile e il design nella produzione di Murano. I prezzi: gli anelli costano 59 euro, tranne Mimosa Raggiante, che sale a 77 euro. Giulia Netrese
Jelly Series, il ciondolo per le foto
Si ispira ai vecchi filtri usati per le luci nei teatri la collezione Jelly Series, realizzata da TaliaYStudio: tre ciondoli in vetro soffiato giallo, magenta e blu ciano montati in ottone lucido. Le tinte non sono scelte a caso dall’azienda viennese, visto che sono quelle usate per la sintesi dei colori in fotografia e nel cinema: perché questi pendenti funzionano come lente, basta sovrapporli alla fotocamera del cellulare o della camera digitale e l’effetto filtro è assicurato. Un’idea, spiegano in azienda, ispirata dal grande successo di social network come Instagram o Facebook. Il prossimo passo sarà la presentazione di una collezione stagionale con colori più tenui come verde scuro, marrone e grigio screziato, da sovrapporre per creare nuove gradazioni. Ora il viraggio delle immagini, con uno stile un po’ retro, si può ottenere anche con un monile. Lavinia Andorno
Gli Ori di Venezia nel Nevada
[wzslider]La tecnica è millenaria eppure è sempre attualissima quando alla lavorazione tradizionale si applica uno stile contemporaneo. Come nelle nuove collezioni de Gli Ori di Venezia presentate al JCK Show di Las Vegas: un mix di perle di vetro trasparente e lucido abbinate a quelle di vetro acidato dall’effetto mat, e declinate in tutte le tonalità dei colori pastello. Qui intrecci e forme geometriche fanno da contraltare a un decoro più leggero, diverso dalla tipica perla in foglia oro, icona della produzione di Murano. Se questa è la nuova tendenza, c’è da dire che la Murrina come pendente, sta tornando di gran moda ed è uno degli articoli più venduti dall’azienda veneziana insieme ai charm in vetro della linea Valentina beads. Un classico sono i pezzi della collezione Spring-Summer della linea Venice Flair, realizzata per i Duty Free, che rappresentano le diverse tecniche di esecuzione: dal vetro colore alabastro con polvere di avventurina marrone, alla foglia d’argento, al vetro trasparente con polvere di vetro (pestaccio). M.d.B.
Natale in classico con Francesca Mo
[wzslider]Natale come vuole la tradizione, con i colori giusti: rosso, oro e argento. È la filosofia a cui si è ispirata Francesca Mo nel disegnare e proporre la sua produzione in vista delle feste di fine anno. La collezione Vetri di Mare si ispira ai vetri di bottiglia che i bambini raccolgono sulla spiaggia, scambiandoli per pietre preziose. Qui sono davvero dei gioielli, incastonati in oro rosso, giallo e bianco, per diventare orecchini, collane, bracciali, gemelli. La collezione Bamboo, invece, utilizza scaglie di vetro e oro, mentre la collezione Ghiaccio utilizza una lavorazione del vetro con un taglio netto e preciso per far risaltare il colore e la brillantezza con forme geometriche. Il supporto in oro diventa quasi invisibile negli orecchini e collane che accendono di colore e carattere chi li indossa. M.d.B.
L’autunno-inverno di Pandora
[wzslider]Anticipazione dell’anticipazione: oggi i nostri emissari sono andati a curiosare all’evento organizzato da Pandora (http://www.pandora.net/it-it) a Milano. Obiettivo: presentare le collezioni autunno-inverno. D’accordo, fuori faceva caldo, ma gli ambienti allestiti dal brand danese hanno abbassato subito la temperatura. Come vedete nelle immagini, la collezione autunno è stata organizzata in un contesto di foglie gialle giù, rami secchi e, ovviamente i gioielli (di cui parleremo meglio più avanti). La sala dedicata alle collezioni invernali invece (a proposito, ora c’è anche l’oro accanto all’argento nei classici charms per bracciali e orecchini), era cosparsa di neve (finta, ovvio) e richiami ai motivi classici della stagione fredda, compresi elementi d’argento che rappresentano angioletti o canditi da appendere all’albero di Natale. Appena avremo immagini più nitide della collezione le pubblicheremo. Matilde de Bounvilles
Dior a pallini per l’estate
Dior si cambia gli orecchini. Il marchio francese del lusso ha creato per l’estate un paio di orecchini a forma di perle a diverse dimensioni e colori: l’idea si chiama Mise en Dior. Insomma, due perle, ma asimmetriche, la più piccola sul lobo anteriore, la più grande dietro. Realizzate in vetro fuso, sono proposte in tonalità che vanno dal rosa delicato al blu profondo. Sono talmente sofisticate da apparire semplici. Prezzo: 230 euro al paio. M.d.B.