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Christie’s vende online (a prezzo fisso)

Volete fare shopping da Christie’s ma non potete (o non volete ) partecipare a un’asta? Ora avete una possibilità in più. Infatti la casa d’aste lancia una selezione di gioielli a prezzo fisso in esclusiva per la vendita online (https://onlineonly.christies.com/s/christies-jewels-online-boutique-featuring-fred-leighton). Insomma, niente rilanci e corse al rialzo: la Boutique è caratterizzato da un assortimento di gioielli contemporanei di alta gamma, ma anche di diverse categorie di prezzi. Se amate il genere, c’è anche una serie di disegni firmati Fred Leighton, tra cui una catena lunga in stile Art Déco e orecchini di goccia di ispirazione vittoriana. La boutique di gioielli è una prima assoluta per la storica casa d’aste. I prezzi sono fissi, e i gioielli saranno venduti in un primo arrivato, primo servire base. Le vendite boutique online verranno eseguite fino a 21 dicembre. Federico Graglia

Fred Leighton, orecchini pendenti con ciitrino e diamanti
Fred Leighton, orecchini pendenti con ciitrino e diamanti. Prezzo. 14.000 dollari
Fred Leighton, disegno
Fred Leighton, disegno
Orecchini con rubini a pendente. Prezzo: 11.500 dollari
Orecchini con rubini a pendente. Prezzo: 11.500 dollari
Bracciale in oro con diamanti. Prezzo: 12.500 dollari
Bracciale in oro con diamanti. Prezzo: 12.500 dollari
Gioielli by Christie's
Gioielli by Christie’s
Gioielli in vendita online da Christie's
Gioielli in vendita online da Christie’s

All’asta le perle di Isabella II

Se siete appassionati di perle, avete un’occasione: il 2 dicembre, a Londra, potete acquistare una collana appartenuta alla regina Isabella II di Spagna. L’asta di Important Jewels di Christie’s comprende, infatti, la collana di perle naturali (originariamente era formata da 46 elementi) del 19esimo secolo appartenuta alla regina. Ora la collana è composta da 43 perle di colore naturali, da circa 13,8 a 6,5 ​​millimetri, in diverse tonalità di nero, grigio e bronzo. La lunghezza della collana è 46,2 centimetri. La stima è di 700mila-1 milione di euro. Le perle furono originariamente acquistate dal re Ferdinando VII di Spagna per la moglie Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie. Poi, la Regina Isabella (nata a Madrid nel 1830), alla morte del padre fu proclamata sovrana all’età di tre anni, con la madre, Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie, in qualità di reggente. Ha regnato fino alla rivolta del 1868, che la costrinse all’esilio in Francia e inaugurò la Prima Repubblica spagnola al potere.

La collana di Isabella II è il pezzo forte dell’asta, che vede anche anche un’altra collana di perle, ma di epoca più recente, valutata fino a 183mila dollari. L’asta, che non prevede pezzi da record, presenta comunque gioielli di pregio. Come una collana Art Decò di Cartier, con diamanti e smeraldi, valutata fino a 274mila dollari. Oppure il set composto da collana e orecchini di diamanti e zaffiri, firmato Bulgari, valutato fino a 916mila dollari. Un anello con grosso zaffiro cabochon, anch’esso di Bulgari, è offerto con una stima fino 458mila dollari. Federico Graglia

Collana composta da 44 perle naturali. Stima: 122-183ila dollari
Collana composta da 44 perle naturali. Stima: 122-183ila dollari
Collana Art Decò di Cartier. Stima: fino a 274mila dollari
Collana Art Decò di Cartier. Stima: fino a 274mila dollari
La collana di perle appartenuta a Isabella II
La collana di perle appartenuta a Isabella II
Isabella II, regina di Spagna
Isabella II, regina di Spagna
Anello Art Deco con grosso diamanti di Cartier. Stima: fino a 290mila dollari
Anello Art Deco con grosso diamanti di Cartier. Stima: fino a 290mila dollari
Collana di Bulgari Quattro Stagioni. Stima: fino a 267mila dollari
Collana di Bulgari Quattro Stagioni. Stima: fino a 267mila dollari
Un paio di orecchini con zaffiri e diamanti di Van Cleef & Arpels. Stima: fino a 305mila dollari
Un paio di orecchini con zaffiri e diamanti di Van Cleef & Arpels. Stima: fino a 305mila dollari
Anello con zaffiro cabochon di Bulgari. Stima: fino a 458mila dollari
Anello con zaffiro cabochon di Bulgari. Stima: fino a 458mila dollari
Set di Bulgari composto da collana e orecchini di diamanti e zaffiri. Stima: fino a 916mila dollari
Set di Bulgari composto da collana e orecchini di diamanti e zaffiri. Stima: fino a 916mila dollari

Cala la vendita dei gioielli di famiglia

C’è meno gente che va a vendere i propri gioielli. Un segno che l’economia globale sta migliorando è proprio la diminuzione dell’oro proveniente dal riciclo di gioielli, lingotti, monete e prodotti dell’industria, che è sceso a 1.122 tonnellate. Secondo il World Gold Council, l’associazione industriale delle principali aziende minerarie aurifere, il volume non è mai stato così basso dal 2007. In pratica, il rapporto pubblicato in collaborazione con il Boston Consulting Group sostiene che si sia tornati a livelli pre-crisi. Il motivo? Il giro d’affari della principale fonte di metallo prezioso di seconda mano, ossia i gioielli, è diminuito perché se ne vendono sempre meno per avere liquidità. Gli analisti affermano che gli shock economici possono determinare un aumento del 20% delle attività dei cosiddetti compro oro e simili, è successo durante la crisi asiatica alla fine del 1990 e c’è stato un aumento del 25% durante l’ultima crisi nel 2008-2009. Un lucroso commercio che, però, ora sembra in declino, almeno negli Stati Uniti, con alcuni casi eclatanti come quello di Cash4Gold.com. Il sito specializzato nel compro oro nel 2009 aveva un giro d’affari tale da potersi permettere di pagare 3 milioni di dollari per mandare in onda un suo spot pubblicitario durante il Super Bowl, ma dopo appena tre anni è fallito.  Forse la colpa non è solo da imputare a un drastico calo di clienti, ma di fatto questa azienda ha dichiarato bancarotta e ha cambiato

proprietario. Anche la svalutazione dell’oro ha pesato: sempre gli esperti hanno evidenziato una correlazione tra calo dei prezzi dei metalli e e l’attività di compro oro. Per esempio, nel 1999, quando un’oncia (poco più di 28 grammi) di metallo giallo valeva 250 dollari la provenienza era così ripartita: 73% produzione mineraria e 17% riciclo. Dieci anni dopo il valore ha superato per la prima volta i 1000 dollari, il secondo tasso è salito al 42%, un record visto che si attesta al 26%. Certo, in paesi come Cina e India che rappresentano il 60% della domanda mondiale è un settore ancora da sviluppare, ma in Occidente le cose stanno cambiando. Federico Graglia

Lingotti d'oro pakistani
Lingotti d’oro

compro-oro

Compro oro

Gioielli in 3D (d’oro) su Amazon

Anche Amazon punta sulle stampanti 3D e tra le diverse categorie di possibili acquisti online ci sono i gioielli: in un catalogo di più di 200 oggetti, 98 sono proprio bijoux. Collane, orecchini, anelli e gemelli da personalizzare con colori diversi e in alcuni casi persino come materiali e dimensioni. Una volta che il prodotto è stato progettato e il consumatore ha completato il processo di pagamento, l’oggetto verrà stampato in 3D dal fabbricante e inviato direttamente al consumatore. Se siete interessati, questa è la pagina dedicata al 3D http://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=8323871011. G.N. 

Bracciale in 3D
Bracciale in 3D
Bracciale Constructionist stampato in 3D in nylon. Prezzo: 59 dollari
Bracciale Constructionist stampato in 3D in nylon. Prezzo: 59 dollari
Bracciale Constructionist stampato in 3D in acciaio placcato oro. Prezzo: 199 dollari
Bracciale Constructionist stampato in 3D in acciaio placcato oro. Prezzo: 199 dollari

ukJewels in 3D also on Amazon

Also Amazon focuses on 3D printers and between different categories available online there are jewels: in a more than 200 objects catalog, 98 are their own jewelry. Necklaces, earrings, rings and cufflinks can be personalized with different colors and in some cases even as materials and sizes. Once the product has been designed and the consumer has completed the payment process, the object will be printed in 3D and sent directly from the manufacturer to the consumer. If you are interested, this is the page dedicated to 3D http://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=8323871011.

france-flagBijoux en 3D aussi sur Amazon

Amazon se concentre également sur ​​des imprimantes 3D et entre les différentes catégories de possible achats en ligne il ya les bijoux: un catalogue de plus de 200 objets, 98 ont leurs propres bijoux. Colliers, boucles d’oreilles, bagues et boutons de manchette peuvent être personnalisés avec des couleurs différentes et, dans certains cas, même en tant que matériaux et tailles. Une fois que le produit a été conçu et le consommateur a terminé le processus de paiement, l’objet sera imprimé en 3D et envoyé directement du fabricant au consommateur. Si vous êtes intéressé, c’est la page dédiée à la 3D http://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=8323871011.

german-flagJuwelen in 3D auch auf Amazon

Auch Amazon konzentriert sich auf 3D-Drucker und zwischen verschiedenen Kategorien online verfügbar sind Juwelen: In einem mehr als 200 Objekte Katalog, 98 sind ihre eigenen Schmuck. Halsketten, Ohrringe, Ringe und Manschettenknöpfe können mit verschiedenen Farben und in einigen Fällen sogar als Materialien und Größen personalisiert werden. Sobald das Produkt wurde entwickelt, und der Verbraucher hat den Zahlungsvorgang abgeschlossen ist, wird das Objekt in 3D gedruckt und direkt vom Hersteller an den Kunden versandt werden. Wenn Sie interessiert sind, ist dies die Seite gewidmet 3D http://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=8323871011.

flag-russiaДрагоценности в 3D также на Amazon

Также Amazon фокусируется на 3D-принтеров и между различными категориями доступных в Интернете Есть драгоценности: в каталоге более 200 объектов, 98 являются их собственные ювелирные изделия. Колье, серьги, кольца и запонки можно персонализировать с различными цветами и в некоторых случаях даже в качестве материалов и размеров. После того, как продукт был разработан и потребитель завершила процесс оплаты, объект будет напечатан в 3D и отправлен непосредственно от производителя к потребителю. Если вы заинтересованы, это страница, посвященная 3D http://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=8323871011.

spagna-okJoyas en 3D también en Amazon

Amazon también se centra en las impresoras 3D y entre las diferentes categorías de posibles compras en línea no son las joyas: un catálogo de más de 200 objetos, 98 tienen su propia joyería. Collares, pendientes, anillos y gemelos se pueden personalizar con diferentes colores y en algunos casos incluso como materiales y tamaños. Una vez que el producto ha sido diseñado y el consumidor se ha completado el proceso de pago, el objeto se imprimirá en 3D y se envía directamente desde el fabricante hasta el consumidor. Si usted está interesado, esta es la página dedicada a 3D http://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=8323871011.

 

 

 

Braccialetti Cruciani al Qatar?

Luca Caprai
Luca Caprai

I braccialetti Cruciani pronti a emigrare all’estero. Ne dà notizia il settimanale «il Mondo», in un articolo firmato Daniela Polizzi e Carlo Turchetti. I due giornalisti rivelano il piano di Luca Caprai, l’imprenditore e manager del brand che ha fatto boom con i braccialetti in tessuto macramè.

Da «il Mondo»

marcuzzi
Alessia Marcuzzi con braccialetti Cruciani

Un piano industriale ambizioso quello disegnato da Luca Caprai, 47 anni, terza generazione di imprenditori nel distretto del cachemire di Perugia, l’inventore del marchio Cruciani C. Tre anni fa era poco più di una start-up nata a fianco della filatura per maglieria e capispalla, oggi è un’attività che genera 42 milioni di ricavi (+40%) e 8,5 di ebitda con 95 negozi monomarca per bracciali in macramè, accessori in pelle e foulard. Il 2014 sarà l’esercizio chiave per il brand che fa capo alla Maglital dell’ad Luca e dei fratelli Marco e Arianna che sfiorerà 70 milioni di fatturato con ebitda del 20%. Il perno sarà l’apertura di un altro centinaio di punti vendita (boutique, corner e stand) tra Cina, Stati Uniti e Brasile, Paese dove la società ha siglato una joint venture al 51 % con il retailer locale Platinum: verranno inaugurati un centinaio di spazi in più anni, tra diretti e franchising. Lo scopo è arrivare a 500 negozi, 200 milioni di ricavi (75% generato all’estero) e un margine ebitda superiore al 25% grazie a nuovi accordi con gruppi del retail. Nei piani di Caprai questo traguardo è fissato al 2017, anno in cui l’azienda potrebbe avviare i lavori per l’approdo a Piazza Affari. Il percorso è tutto finanziato, con la cassa generata. L’imprenditore umbro pensa però a come dare continuità all’azienda anche qualora gli impegni e lo stato di salute (a «Vanity Fair» ha raccontato della sua battaglia contro la malattia) gli imponessero un periodo di distacco. Per questo sta valutando assieme a Unicredit, la banca a lui più vicina, le proposte ricevute in questi mesi. Candidature per entrare nel capitale con una quota ampia ma di minoranza, sono arrivate da Qatar Investment, dalla Li & Fung dei fratelli Victor e William (un colosso del retail, ha anche il marchio Cerruti), dagli investitori libanesi della Big e dai fondi L-capital, 21 investimenti e Progressio, quest’ultimo propostosi per la quota di maggioranza.

Laura Pausini (a sinistra) e Belen Rodriguez, testimonial dei braccialetti Cruciani
Laura Pausini (a sinistra) e Belen Rodriguez, testimonial dei braccialetti Cruciani

L’identikit del partner preferito da Caprai? Un investitore in grado di apportare competenze e management nella distribuzione all’estero. Il focus è sul mercato Usa che oggi vale il 4% dei ricavi e salirà entro l’anno al 12%: anche per questo è in arrivo Margaret Spaniolo, ex top manager dei magazzini newyorkesi Bergdorf Goodman. Ma la stessa attenzione è riservata alla Grande Cina, dove sono in apertura sei negozi a Hong Kong, Macao e Taiwan ed è partita la ricerca di un partner retail. Altro fronte è l’e-commerce con un possibile accordo per l’ online con la canadese Nuron. Daniela Polizzi e Carlo Turchetti

Braccialetto Cruciani Viola
Braccialetto Cruciani Viola

Clamoroso: Stroili in vendita

Clamoroso: Stroili in vendita, come è avvenuto due anni fa a Bulgari e come è stato lo scorso anno con Pomellato. E mentre aspetta un acquirente che compri l’azienda, Stroili sta preparando l’espansione all’estero, con nuove cento gioiellerie tra Russia e Cina. Ne dà notizia il settimanale «il Mondo». Vi proponiamo l’articolo a firma di Daniela Polizzi e Carlo Turchetti

Da sinistra: Luca Argentero, Ilary Blasi e Maurizio Merenda
Da sinistra: Luca Argentero, Ilary Blasi e Maurizio Merenda

Da «il Mondo»

Le somme verranno tirate entro un paio di settimane, con i risultati delle vendite di Natale e delle promozioni in corso, un passaggio chiave per il pre-consuntivo di bilancio del gruppo Stroili e il suo network di 370 gioiellerie. Poi l’ad Maurizio Merenda e il board selezioneranno l’advisor che dovrà vagliare le opzioni future per il maggiore retailer italiano di preziosi in mano ai private equity Investindustrial (31% in via indiretta), 21 partners e Wise (10% a testa) più Intesa Sanpaolo (12%), ossia la cordata che otto anni fa affiancò i precedenti soci L-capital (6,6%) ed Ergon (2,4%). La review strategica passerà in rassegna le opportunità di mercato: alleanze, fusione con un altro retailer, vendita a un big del settore o a un altro fondo di buyout. Non c’è ancora un incarico formale ma una short list di banche d’affari che hanno fin qui presentato idee e credenziali. E tra queste primeggia l’ipotesi di un mandato alla Lazard, già introdotta nel mondo Stroili con alcuni suggerimenti recepiti nel piano industriale al 2017.

Negozio Stroili a Palermo
Negozio Stroili a Palermo

Certo non sarà una vendita lampo perché il retail nei gioielli vive una fase di riflessione in tutta Europa. E perché Merenda vuole prima accelerare il percorso che dovrà portare il gruppo a guadagnare posizioni all’estero. Oggi l’Italia pesa per il 95% dei 220 milioni circa di ricavi, in linea con quelli 2012, e questo non è il migliore viatico per attrarre investitori internazionali e spuntare multipli di valore vantaggiosi. La priorità è quindi spostare il peso sull’estero portando i ricavi al 15-20% del totale. E questo vuol dire mettere in pista cento nuove gioiellerie tra Cina (ora Stroili ne ha solo sei), Russia (una) e altri mercati dell’Est Europa. La chiave per velocizzare il riposizionamento saranno gli accordi di master franchising con catene di mall commerciali e specialisti del retail, capaci di garantire location appetibili nelle arterie commerciali di molte città. L’altra leva sarà il wholesale per i marchi Stroili Oro, Franco gioielli ed Exx. L’Italia assorbirà solo una piccola parte dei nuovi investimenti completando il network fino a 390 negozi. Tra Milano e Udine, le due sedi Stroili, la parola ricorrente è «discontinuità», un termine condiviso da Merenda, il board e la compagine dei soci, anche  con diversi accenti e sensibilità sul modo di tradurla in pratica. E questo significa un cambio di passo su estero, strategia commerciale, prodotti, concept dei negozi al fine di accrescere la redditività (oggi l’ebitda è al 15-16% dei ricavi) e la scalata a multipli più alti, che riflettano un mix più attraente. E quindi una way-out sperabilmente vantaggiosa per la cordata che otto anni fa investì 130 milioni equity con 70 tra prestiti bancari e mezzanini. Oggi i numeri del gruppo sono raddoppiati e così anche la possibile valutazione. Dipenderà dall’appetito degli investitori per un business che nei gioielli replica il modello Zara quanto a prezzo, riassortimento e contenuto moda. Tra i candidati naturali a un’aggregazione con Stroili figurano per esempio due nomi. Il primo è Histoire d’Or, maggiore catena in Europa di gioielli per tutte le tasche, 540 negozi e 344 milioni di ricavi, nata in Francia con presidi anche in Italia e Portogallo. Bridgepoint la controlla da oltre tre anni e in passato ha valutato un investimento nel concorrente italiano, senza andare avanti. L’altro nome è la Oro Vivo, base a Ginevra e 170 gioiellerie in Svizzera e Francia, parte del gruppo orafo Christian Bernard controllato dal fondo Butler capital e partecipato dal fondatore Bernard Nguyen. Daniela Polizzi e Carlo Turchetti

Ilary Blasi per Stroili
Ilary Blasi per Stroili

Pandora, monomarca a Firenze

Pandora inarrestabile. Ora anche a Firenze si apre un monomarca del colosso danese della gioielleria. Dopo l’inaugurazione di due nuovi concept store all’interno dei centri commerciali Il Globo di Busnago (in provincia di Monza e Brianza) e Shopville Gran Reno a Casalecchio di Reno (in provincia di Bologna), Pandora inaugura il primo monomarca in Toscana, in via Por S. Maria 15r, a Firenze, a due passi dal Ponte Vecchio. Il nuovo store Pandora ha una superficie di 50 metri quadri e si sviluppa su due piani. Il piano terra introduce i clienti agli spazi espositivi che ospitano la collezione e gli highlights di stagione. Il primo piano è invece un salottino dove visionare e scegliere con calma un gioiello particolare. Insomma, i vichinghi del gioiello alla conquista dell’Italia. Ma non solo: Pandora è presente in oltre 70 Paesi, in sei continenti, attraverso una rete di più di 10.300 punti vendita, tra i quali oltre 900 negozi monomarca. E questo in trent’anni. Chissà dove sarà tra altri 30. Ulderico Andorno

L'interno dello store Pandora a Firenze
L’interno dello store Pandora a Firenze

 

L'esterno dello store
L’esterno dello store

 

Andrea Poggi, titolare dello store di Firenze, con Massimo Basei, direttore generale di Pandora
Andrea Poggi, titolare dello store di Firenze, con Massimo Basei, direttore generale di Pandora

 

Clienti nello store fiorentino
Clienti nello store fiorentino

 

Anello con fiori di ciliegio e perle. Prezzo: 79 euro
Anello con fiori di ciliegio e perle. Prezzo: 79 euro

 

Charm con pendente in goccia di vetro di Murano rosa. Prezzo: 39 euro
Charm con pendente in goccia di vetro di Murano rosa. Prezzo: 39 euro

 

Ciondolo in argento. Prezzo: 99 euro
Ciondolo in argento. Prezzo: 99 euro

 

Pandora unstoppable. Now also in Florence opens a flagship of the Danish giant of the jewelry. After the inauguration of two new concept stores in shopping centers The Globe Busnago (in the province of Monza and Brianza) and Shopville Great Reno in Reno (near Bologna), Pandora opens its first flagship store in Tuscany, in via Por S. Maria 15r, Florence, a few steps from Ponte Vecchio.

Pomellato chez Pinault

Ormai è ufficiale (vedi https://gioiellis.com/adieu-pomellato-a-giorni-diventa-francese).  Pomellato, come previsto, finisce nelle mani bretone di monsieur François-Henri Pinault, finanziere che nella sua Ppr, oggi ribattezzata Kering, forse per darle un tono anglosassone, conta già Boucheron. Secondo le attese, Pinault acquisterà la RaMo, che è la società a cui fa capo l’81% di Pomellato (peraltro in garanzia di Unicredit) di proprietà del fondatore di Pomellato, Giuseppe Rabolini. Il francese compra tutto prenderà in carico anche il 5% dell’amministratore delegato Andrea Morante (che rimarrà al suo posto). «Abbiamo grandi ambizioni per l’azienda», ha spiegato l’amministratore delegato di Kering, Francois-Henri Pinault, «e metteremo a disposizione la nostra esperienza e il nostro know-how al fine di intensificarne la crescita e l’espansione geografica, preservando i valori della sua identità italiana».  Curiosamente resteranno in azienda, sembra, quelli che volevano uscirne (o acquistarla), cioè i Damiani con il loro 18%. Chissà che non rimpiangano di aver investito in un’azienda in cui non conteranno più nulla. Pomellato diventerà una delle tante divisioni dell’esercito francese, ed è un peccato. Se si fosse quotata in Borsa e, con il ricavato, avesse iniziato una campagna acquisti in Italia, dove l’industria del gioiello è frammentata in centinaia di piccole aziende, avrebbe forse fondato quel polo del lusso che, perlomeno nel settore, manca.

Bandiera francese sui gioielli di Pomellato
Bandiera francese sui gioielli di Pomellato

In ogni caso, Pinault pagherà caro lo shopping, ma acquista un’azienda con numeri interessanti: 146 milioni di ricavi (dati 2012), 21,3 milioni di margine operativo lordo (Ebitda) e 7,5 milioni di utile netto nel bilancio consolidato 2012 (per la verità un po’ poco per un’azienda del lusso). Au revoir Pomellato. Federico Graglia

François-Henri Pinault
François-Henri Pinault
Salma Valgarma Hayek Jiménez-Pinault, in arte Salma Hayek, con il marito, Francois-Henry Pinault
Salma Valgarma Hayek Jiménez-Pinault, in arte Salma Hayek, con il marito, Francois-Henry Pinault

Il diamante rosa venduto per 39 milioni di dollari

Oltre 39 milioni di dollari è la cifra pagata per aggiudicarsi il Pink diamond di 34.65 carati venduto all’asta da Christie’s a New York. Il celebre diamante rosa, appartenuto alla collezione privata di Renato Angiolillo, fondatore del quotidiano «il Tempo», è al centro, insieme ad altri 23 preziosi, di una disputa legale intentata dagli eredi dell’editore per la quale il pm Fabio Papa della Procura di Campobasso indaga da circa tre anni, dopo una denuncia per appropriazione indebita presentata dal legale della famiglia, Luigi Iosa (https://gioiellis.com/un-giallo-rosa-sullasta-di-christies). Del tesoro Angiolillo, il cui valore è stimato in oltre 100 milioni di euro, si era persa traccia dopo la morte di Maria Girani, seconda moglie dell’editore, avvenuta a Roma nel 2009. Ulderico Andorno

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