Gioielli per uomo, ma senza calcare troppo sul concetto. In perfetta sintonia con il tema corrente del genderless, Vuitton lancia una linea di gioielleria maschile. Oro bianco, giallo e diamanti, ma anche titanio, per bracciali, catene, ciondoli ispirati Gaston-Louis Vuitton, fondatore della Maison francese che fa parte del gruppo Lvmh. La collezione prende il suo nome: Gaston-Louis Vuitton, innovatore e collezionista che ha trasformato un’azienda di valigie in un concetto di lusso, con l’icona del marchio riprodotta (e copiata) su borse, vestiti e gioielli. A concepire la nuova linea è la direttrice artistica per gli orologi e i gioielli Vuitton, Francesca Amfitheatrof.
La collezione è divisa in tre linee con 16 pezzi e due masterpiece. Tutti gli anelli, ciondoli, collane, medagliette, gourmette, bracciali e orecchini riportano come elemento decorativo il classico monogram assieme alle iniziali LV racchiuse in un cerchio. Elementi iconici che si alternano sulla superficie dei gioielli, con l’intermezzo dei diamanti. Sono gioielli che costano 10-15.000 euro, destinati a uomini giovani, che non temono di confrontarsi con il lusso destinato al pubblico femminile. Chissà se li avrebbe indossati anche Gaston-Louis Vuitton.
Le linee che vagheggiano le atmosfere art déco sono una caratteristica della gioielleria di Louis Vuitton. E anche la nuova collezione di alta gioielleria della Maison, denominata Deep Time, rimane fedele alla sua chiave estetica. Questa è la quinta stagione creativa, per il marchio Louis Vuitton, di Francesca Amfitheatrof, direttore artistico orologi e gioielli del marchio francese. Ed è stata probabilmente molto impegnativa, visto che Deep Time ha comportato anche un lavoro altrettanto lungo e profondo: è la più grande collezione di alta gioielleria di Louis Vuitton fino a oggi, con oltre 170 pezzi unici, divisi in 16 temi, con 95 di questi riuniti nel primo capitolo. Un grande impegno anche per quanto riguarda le gemme utilizzate che, data l’ampiezza della collezione, sono rappresentate in tutte le sfumature e provenienze in giro per il mondo.
L’evoluzione della Terra, intesa come storia del pianeta, divisa in ere geologiche che durano milioni di anni, è anche il tema delle diverse linee della collezione, tra riferimenti geografici, filosofici e mitologici. A Gondwana, per esempio, è dedicata una eccezionale collana in platino a sette fili, con altrettanti smeraldi colombiani: al centro c’è una pietra da 4,51 carati dal colore particolarmente saturo. I fili degli smeraldi sono arricchiti da 259 diamanti. Alla collana sono abbinati anche orecchini e anello.
Il nome della collana, Gondwana, si riferisce al super continente che milioni di anni fa ha dato vita all’attuale conformazione di Asia, Europa, Americhe, Africa e Australia. E i fili della collana alludono al movimento circolare della Terra, che ha al centro la V che contrassegna le collezioni di gioielli Vuitton. Anelli, collane, orecchini e bracciali che, in fondo, sono stati realizzati con gemme create nella profondità dalla Terra tante ere geologiche fa, nel deep time.
Charlotte Chesnais a tutto tondo
Nuovi gioielli firmati dalla designer francese Charlotte Chesnais ♦
È stata l’astro nascente del mondo dei gioielli Charlotte Chesnais, vincitrice dell’Andam fashion award 2015, il premio internazionale che supporta i talenti della moda e da quest’anno anche degli accessori, categoria assegnata alla giovane disegnatrice che ha debuttato nel 2014 con l’omonimo marchio. Linee pure e seducenti per l’allieva di Nicolas Ghesquière da Balenciaga (ora lo stilista è il direttore creativo del marchio Louis Vuitton), che per creare i suoi pezzi prima modella l’argilla e poi li fonde in argento, vermeil e oro, in qualche caso con l’aggiunta di piccoli diamanti.
L’ispirazione viene dal corpo femminile, dalle sue curve, persino dalla maternità. Infatti, i gioielli hanno forme arrotondate, magari un po’ intricate, ma mai aggressive. Addosso le spirali e i cerchi interconnessi come orecchini, anelli o bracciali occupano uno spazio tridimensionale, eppure sono stranamente anche semplici. Almeno quel tanto da poterli abbinare facilmente. Ma la nuova AlplhaJewels Collection si ispira, invece, alle lettere dell’alfabeto, naturalmente interpretate con la creatività della designer, che recentemente ha aperto una nuova boutique al 169 Boulevard Saint-Germain, Parigi.
L’amore di Aimée.Aimer
I gioielli di Carrine Larretgère, che ha fondato il brand Aimée.Aimer. Lo stile? È quello dell’amore ♦
È meglio amare o essere amati? Chi ama di più? L’amore è amato? Domande che, forse, si è posta Carine Larretgère dopo la sua carriera in Louis Vuitton e Marc Jacobs. A un certo punto della sua vita, Carine ha deciso nel 2012 di amare se stessa e le sue passioni. Così ha fondato Aimée.Aimer (in lingua francese significa amato e amare), brand di gioielli del genere in cui la geometria è la base di partenza.
Oro e le classiche pietre preziose rendono ricche le sue creazioni che combinano semicerchi con linee rette, con volumi dettati soprattutto da piccole perle o sfere di pietre semi preziose, come la malachite. Si respirano linee pulite, semplici ma non banali, e un piacere parigino per le cose belle, di valore, ma anche di gusto. Tra oro lucido e satinato, rubini, diamanti, smeraldi e zaffiri, non va dimenticata l’origine della Maison. La spiega lei stessa: «È semplice: amare ed essere amati, motori essenziali per la vita di una che ha incontrato il marito a 20 anni. Questa scelta, semplicemente».
I nuovi Empreinte di Louis Vuitton
Il nome Empreinte è un’icona del marchio Louis Vuitton. Indica una collezione di borse ma anche di gioielli. Empreinte è nata quasi 20 anni fa, nel 2004, ma ora la direttrice artistica per gioielli e orologi, Francesca Amfitheatrof, ha ampliato la collezione. Il design rimane ispirato all’impronta dei rivetti utilizzati sui tradizionali bauli, che è stata incisa sui gioielli in oro giallo, bianco o rosa da 18 carati. Nel solco della ormai visione meanstream i gioielli sono sia per uomo sia per donna. Come le altre creazioni della Maison che fa parte del gruppo Lvmh i gioielli riportano impresse le iniziali LV, disegnate da Georges Vuitton nel 1896, oltre ai classici fiori Monogram traforati.
Il fiore con quattro petali, per esempio, si trova ben visibile su medaglioni e sui bracciali. La collezione comprende una lunga collana sautoir che si trasforma facilmente in un bracciale a più fili o in collane sovrapposte. Ci sono, inoltre, orecchini a cerchio sagomati e un orecchino singolo in oro rosa con diamanti che possono essere indossati da soli o assieme.
Ci si può fidare dei gioielli in ceramica?
C’è da fidarsi a comprare un gioiello in ceramica? I gioielli in ceramica sono fragili? Ecco la risposta ♦
Tranquilli è durevole, molto resistente e incredibilmente leggera: l’uso della ceramica in gioielleria è una tendenza inarrestabile grazie alla tecnologia che permette oggi di ottenere un materiale resistente. Non temete che sia fragile: la nuova ceramica utilizzata in gioielleria è composta da una specie di nuovo acciaio che non ha niente a che fare con la fragilità dei vasi per i fiori o con le stoviglie per contenere il cibo (anche se ci sono piccoli produttori che usano ancora la ceramica tradizionale: fate attenzione). Per chi fosse dubbioso: questa ceramica è realizzata con carburo di titanio, un composto simile al carburo di tungsteno, impiegato nell’industria aerospaziale, nelle produzione di armi e di utensili. E l’aspetto più sorprendente è che si usura pochissimo: in pratica, la ceramica sembra sempre nuova.
Non stupisce, quindi, che grandi marchi come Louis Vuitton, Chanel, Bulgari, Cartier e Gucci, de Grisogono, Solange Azagury-Partridge oppure Damiani e Demeglio lo abbiano scelto per dare alle loro creazioni, soprattutto ai gioielli icona senza tempo, una robustezza indistruttibile alleggerita dalla bellezza del design. Per esempio, nella linea B.Zero1 di Bulgari, negli anelli con il monogramma di Gucci, nelle fasce del motivo Trinity di Cartier e nel tema Clous di Louis Vuitton. Tutti pezzi intramontabili anche per la loro resistenza.
E Wallace Chan, uno dei più grandi gioiellieri-artisti, un paio di anni fa ha messo a punto una incredibile porcellana indistruttibile e cinque volte più dura dell’acciaio, un materiale che gli consente di creare gioielli, ma anche sculture, che non potrebbero essere realizzate con altri elementi. Un materiale molto diverso, insomma, dalla ceramica che si utilizzava per i gioielli in epoca vittoriana.
Aspetti positivi: i gioielli di ceramica tech non si graffiano, sono molto resistenti, si puliscono facilmente con acqua e qualche goccia di detersivo su un panno umido.
Aspetti negativi: non hanno lo stesso valore dell’oro e in caso di vendita sono meno quotati. Un anello in ceramica non può essere ridotto né allargato.
Che cosa distingue una collezione di alta gioielleria da un’altra? Il design, le pietre utilizzate, lo stile di chi l’ha concepita. D’accordo. Ma c’è di più. Un gioiello è inconfondibile solo se, accanto all’opulenza dei suoi elementi, materiali e gemme, conserva anche un proprio spirito, un qualcosa in più che ne determina il fascino. Come nel caso dei 125 pezzi di alta gioielleria presentati da Louis Vuitton in una collezione che si chiama, appunto, Spirit. È la quarta creazione con la Maison del gruppo Lvmh di Francesca Amfitheatrof, la più cosmopolita direttrice creativa del globo terrestre (padre americano di origine russa, madre italiana, nata in Giappone ha studiato a Londra e lavorato a New York, e ora a Parigi).
Lo spirit in questione, quello nato con le valigie di prima classe di monsieur Louis Vuitton, è il classico monogram a fiore, che ricorre assieme alla sigla LV nei gioielli del brand francese. Ma, a differenza di altre grandi firme della moda e della gioielleria, in questo caso è perfettamente integrato nei gioielli. Per esempio, è stato introdotto e brevettato un nuovo taglio di diamanti con la forma del fiore monogram. Spirit è anche la più grande collezione di alta gioielleria mai creata dalla Maison, che ha richiesto in totale qualcosa come 40.000 ore di lavoro. Un’altra caratteristica della collezione è quella di comprendere molti gioielli scomponibili.
Spirit è alta gioielleria, con pezzi e pietre uniche. Come la collana in stile Liberty con tanti diamanti e, soprattutto, uno zaffiro royal blu dello Sri Lanka del peso di 18,08 carati. Per questo collier Francesca Amfitheatrof ha utilizzato un mosaico di diamanti assieme a un meccanismo a cerniera come quello dei bauli, assieme a smeraldi della Colombia, con una gemma di 8,90 carati, e da un diamante D VVS1 da 2,60 carati nel caratteristico taglio Monogram Flower.
La collana Grace ha un design formato da una doppia V. È stata realizzata da diamanti baguette tagliati su misura, con diamanti tondi che si curvano in una onda morbida su oro bianco. E, soprattutto, dalla collana pende una enorme tsavorite da 65,26 carati. La pietra è anche un ciondolo staccabile. La collana ha richiesto 2.000 ore di lavoro ed è accompagna da anelli con gli stessi materiali e medesimo stile.
Tra le gemme eccezionali presenti nella collezione c’è anche un rubino del Mozambico di oltre 10 carati, con una tonalità rosso intenso con un inconsueto taglio smeraldo. È applicato, assieme ad altri, a una collana e può essere staccato e poi applicato a un anello con diamante, che a sua volta si può scomporre ed essere aggiunto alla collana. Un gioco, insomma, molto prezioso.
Un modo per farsi apprezzare dagli altri è volere bene a se stessi. Se, poi, si tratta di un brand celebrato in tutto il mondo, sottolineare la propria esclusività diventa quasi un obbligo. Per questo sono molte le Maison della moda e della gioielleria che lanciano collezioni ispirate ad anniversari o alla propria storia. È il caso di Louis Vuitton, marchio principe del gruppo Lvmh, che durante la settimana della moda di Parigi ha presentato la sua collezione Bravery II. Il numero romano che indica il due è necessario, dato che si tratta del secondo capitolo della collezione di alta gioielleria che rende omaggio all’anniversario dei 200 anni della nascita del fondatore, Louis Vuitton. Che, ricorda la Maison, ha mostrato coraggio nell’intraprendere il suo percorso da imprenditore (ne abbiamo parlato qui).
La collezione presentata, in ogni caso, è composta da 20 nuovi pezzi di alta gioielleria divisi in quattro temi diversi (Le Multipin, Le Magnétisme, La Mini Malle e Cocktail Ring). Al centro dei motivi individuati dalla direttrice creativa Francesca Amfitheatrof sono sempre le forme di lucchetti, fermagli e lettere V, che rimandano al marchio della Maison. Simboli che utilizzano diamanti e pietre preziose colorate. Per esempio, lo zaffiro di oltre 20 carati che costituisce il pendente della collana Le Magnétism è sospeso da una V composta da diamanti taglio baguette. Il pendente può essere staccato e diventa una spilla. E questa è una caratteristica dell’intera collezione: la maggior parte dei pezzi di Bravery II sono trasformabili e possono essere indossati in diversi modi.
Un altro esempio riguarda, invece, la linea chiamata Mini Malle, in oro bianco e diamanti. Il nome e l’aspetto di questi gioielli è legato alla forma geometrica del baule Petite Malle, creato da Louis Vuitton nel 2014. Come per la collana girocollo a maglie strette, composta da tre Mini Malles che si ispirano al monogramma della casa realizzato in diamanti.
La iconica V, la lettera dell’alfabeto che si è tramutata nel segno distintivo di Louis Vuitton, non manca. La nuova collezione di alta gioielleria del marchio francese, scaturita dalla creatività della direttrice artistica Francesca Amfitheatrof, però, ha ambizioni più impegnative rispetto alla semplice riproduzione in scala lusso del logo della Maison regina del gruppo Lvmh. La collezione, non a caso, si chiama Bravery, e del coraggio fa la sua bandiera. Anche in questa collezione il filo conduttore scaturisce dalla storia del marchio, o meglio, del suo fondatore, in coincidenza con i 200 anni dalla nascita, il 4 agosto 1821.
La collezione, infatti, è divisa in otto linee che si ispirano ad altrettanti episodi della vita di monsieur Louis Vuitton, l’uomo che ha creato i bauli impilabili e, forse, anche il concetto di lusso. Il celeberrimo marchio LV è da allora un simbolo, amato, desiderato (e copiato). Per esempio, la prima tappa della collezione è La Constellation d’Hercule, che indica la combinazione stellare testimone della nascita di Louis Vuitton. Oppure la collana La Flêche è ispirata al lungo (tre anni) viaggio del giovanissimo Vuitton verso Parigi, dove avrebbe creato le basi per il suo impero. La forma a freccia termina con un grande zaffiro blu. La collezione, insomma, non tradisce le aspettative e neppure la bicentenaria storia della Maison parigina.
La collezione B Blossom di Louis Vuitton si arricchisce di nuovi pezzi, che sono variazioni sul tema originale. La collezione è stata presentata due anni fa e ha rappresentato il debutto della ex Tiffany Francesca Amfitheatrof, come direttore artistico per l’area Orologi e Gioielli di Louis Vuitton. La collezione ha raccolto consensi ed è rimasta tra le line di gioielleria più gettonate del marchio francese. L’estetica della collezione gioca attorno al caratteristico fiore Monogram che contraddistingue la Maison.
Nella variante del 2021, all’oro e diamanti si aggiungono un mix di pietre di colore come onice, corniola, malachite, agata, selezionate per scaldare visivamente l’aspetto dei gioielli. Sono presenti due varianti, in oro giallo o rosa. Le novità comprendono bracciali oppure i pendenti leggeri, che possono essere indossati anche tutti assieme. La linea comprende anche orecchini a bottone e anelli con le pietre tagliate a cabochon e fissate sul gambo al vivo, senza incastonatura.
Abbinare orecchini differenti: si può. Ecco i consigli su come indossare orecchini differenti con successo ♦
Avete perso la metà di un paio dei vostri orecchini preferiti o preziosi e vi siete tristemente chieste che cosa fare dell’orecchino superstite? Beh, siete fortunate. Sul red carpet, di coppie di gioielli spaiate se ne sono viste molte. Non solo alle orecchie delle star, ma anche nelle sfilate di grandi nomi della moda francese, da Dior a Louis Vuitton a Céline. Per fortuna non è necessario essere una modella o un’attrice per potersi permettere di mixare cerchi, solitari e chandelier senza indurre gli altri a supporre che vi siete vestite al buio. Anzi, per avere un look originale ecco quattro semplici consigli.
1 Utilizzate lo stesso metallo
Oro con oro, argento con argento, rame con rame… meglio indossare gioielli realizzati con lo stesso metallo, anche se di sfumature diverse. Sfumature, però, non colore: in generale, è meglio non scegliere, per esempio, di indossare oro rosa con oro giallo. Libertà, invece, nella scelta di smalti e pietre. Tutto è più semplice, comunque, se gli orecchini sono di piccola dimensione: in questo caso si noteranno meno eventuali abbinamenti stonati.
2 Viva il contrasto
Un altro modo di indossare orecchini differenti è quello di puntare sul contrasto. Per esempio, stile punk assieme allo stile romantico. Un corno in acciaio o in finta tartaruga con una pietra classica, una spilla da balia con una perla, o ancora un teschio con fiore. Insomma, simboli contrastanti, forme che stridono, perfino colori opposti: l’importante è che si notino. Ma, naturalmente, fate prima una prova allo specchio: ok alla diversità, ma gli opposti devono avere un effetto piacevole.
3 Cercare i single
Ormai molte aziende di gioielli vendono anche orecchini singoli: un buon punto di partenza per chi vuole indossare orecchini diversi e spendere meno. In questo caso si può optare per un orecchino di grande pregio, mentre sull’altro orecchio si può indossare un gioiello meno costoso, a patto di saperlo abbinare bene. Un orecchino con pendente, per esempio, sta bene con con un altro a bottone.
4 Il gioco delle coppie
Acquistate i vari set di fashion jewelry nelle grandi catene di abbigliamento e mischiateli: costano poco e sono pensati per questo. È il modo più semplice per provare un nuovo look. In questo caso potrete indossare assieme, con uno strano mix, anche griffe molto lontane tra loro, come Armani e Dolce & Gabbana, Gucci e Ferragamo. Monica Battistoni
Nell’opinione comune una mascotte è una persona o un animale che porta fortuna. Louis Vuitton, però, non ha avuto bisogno della mascotte del brand, che si chiama Vivienne, per avere fortuna: il successo lo aveva raggiunto anche prima. In ogni caso, anni fa l’azienda del gruppo Lvmh ha introdotto la mascotte Vivienne, in origine pensata come oggetto decorativo, e che si è successivamente trasformata in borse, accessori e, adesso, in gioielli.
Il design dei gioielli è ispirato ai due fiori Monogram, quelli rotondi a quelli appuntiti, sempre a quattro lobi. Sono i fiori che compongono il logo dell’azienda francese. Vivienne, però, ha un aspetto simile a un piccolo pupazzo: sta in piedi sulle gambe ha gli occhi spalancati. Possiede anche due braccia mobili, libere di oscillare. Questi piccoli pupazzi preziosi sono utilizzati come pendenti. Sono disponibile in due taglie e in stili diversi, nei tre colori dell’oro, con diamanti e lacca rossa o nera. Infine, una versione più grande e media può essere utilizzata anche come spilla.
Louis Vuitton ha lanciato la seconda collezione di fine jewelry firmata da Francesca Amfitheatrof, direttrice artistica dei settori orologeria e gioielli del marchio francese parte del gruppo Lvmh. Lo stile della nuova linea di gioielli è esattamente quello semplice e sofisticato che caratterizzava la creativa quando era in Tiffany: linee pulite, moderne, con l’aggiunta di qualche diamante qua e là per arricchire i gioielli. Ma, allo stesso tempo, la collezione è perfettamente nello stile Vuitton, dato che ripropone variazioni sul tema del logo della celebre Maison, caratterizzato dalle lettere L e V, variamente intrecciate.
La linea di gioielli, non a caso, si chiama LV Volt. È composta da 36 pezzi in oro e diamanti. Ma presenta anche un altro aspetto: è unisex. Il mondo maschile, infatti, è la nuova frontiera per le grandi aziende della gioielleria, che sperano di convincere gli uomini a indossare orecchini, bracciali e collane non più solo di rude metallo, ma anche in oro e pietre preziose. Infatti, la campagna pubblicitaria, fotografata da Jean-Baptiste Mondino, ha arruolato sia donne sia uomini: l’attrice Alicia Vikander, ambasciatrice della Maison e premio Oscar, il ballerino dell’Opera di Parigi Hugo Marchand, la pittrice e modella belga Sharon Alexis e la modella XiaoXing Mao.
A Valenza per anni ha sviluppo collezioni di gioielleria per marchi come Louis Vuitton, Gucci, Asprey, de Grisogono, De Beers, Tiffany, Bulgari e aziende americane come Bailey, Banks and Biddle, Mayors e Jlg. Poi, Francesca Villa ha detto basta. Ma non alla gioielleria: ha deciso di creare gioielli per se stessa, con il proprio marchio. Dopo viaggi e spostamenti è tornata vicino a Valenza, nel piccolo paese di Solonghello. Lontano dal rumore delle grandi città, eppure vicinissima al mondo. La specialità di Francesca Villa, infatti, è viaggiare nel tempo.
Attraverso i gioielli, ovviamente. Nei suoi viaggi acquista oggetti e figure di altre epoche e li utilizza per le sue collezioni, che si affiancano a gioielli più tradizionali, con oro e gemme preziose. Si potrebbe dire che la designer vive nel presente con gioielli come i suoi gioielli com sfere e triangoli, e nel passato con gli Object Trouvé, pezzi unici che diventano preziosi per la storia che portano dentro. «Io riconosco a questi frammenti tutta la loro forza evocativa, perché un oggetto rimanda sempre a un soggetto, a noi, al nostro tempo perduto e ritrovato», è la sua filosofia. «È quindi dall’unione tra objéts trouvés e materiali preziosi, attraverso il sapiente lavoro di maestri orafi italiani, che nasce e si sviluppa il gioiello che ho ideato, connubio inaspettato tra mondi sino ad ora lontani ma dalla cui unione sboccia un oggetto irripetibile, che della propria unicità fa un valore assoluto». Lavinia Andorno
Gioielli di lusso? Ve li presta Vivrelle
Vi piacerebbe sfoggiare un gioiello di Bulgari, ma non avete abbastanza soldi per acquistarlo? O forse preferite Van Cleef & Arpels? Oppure, ancora, di Cartier? Negli Stati Uniti hanno trovato la soluzione: si chiama Vivrelle. L’idea è di Wayne e Blake Geffen ed è molto semplice: un club che offre a chi si iscrive la possibilità di indossare marche di lusso. Per ora il servizio è riservato agli Usa, ma i fondatori progettano di estenderlo ad altri Paesi. A proposito: oltre ai gioielli, Vivrelle propone anche borse, abiti e altri prodotti firmati. L’idea è piaciuta, anche perché consente facilmente di cambiare guardaroba e gioielli indossati.
Funziona così: l’iscrizione al club costa un minimo di 99 dollari al mese, oppure 199 o 279. Nel primo caso (Classique) consente di prendere in prestito un articolo al mese con un valore al dettaglio stimato inferiore a 4.000 dollari. Con la seconda opzione (Couture) si può prendere in prestito un articolo al mese con un valore superiore a 4.000 dollari, compresi pezzi rari, unici e in edizione limitata. La terza possibilità aumenta il prestito a due oggetti alla volta: un pezzo dall’armadio Classique e uno oggetto dall’armadio Couture.
Uno degli aspetti che hanno riscosso maggiore successo è che abiti o gioielli presi in prestito possono essere tenuti per tutto il tempo desiderato. Le spese di spedizione sono comprese nell’abbonamento. Le lista delle marche di gioielli presenti nel catalogo, che si può sfogliare online, comprende Stephanie Gottlieb, Cartier, Bulgari, Van Cleef & Arpels, Ermete, Chanel, Tiffany, Louis Vuitton, Gucci, oltre a una serie di collane, anelli e bracciali con diamanti messi a disposizione direttamente da Vivrelle.
Alta gioielleria al Pad London
Torna il Pad London con un gruppo di Maison e designer di alta gioielleria. Ecco chi sono ♦︎
Si chiama Pad London ed è la fiera sorella dell’analogo evento parigino. Ma non per questo è meno importante, perlomeno per la gioielleria. L’International Exhibition for Modern Art, Design, Decorative Arts, Photography, Jewellery & Tribal Art (30 settembre – 6 ottobre 2019), infatti, offre ai fortunati che possono acquistare pezzi di alta gioielleria alcuni capolavori di Maison o designer selezionati.
A Berkeley Square, Londra, Regno Unito si sono dati appuntamento 69 importanti gallerie internazionali, che espongono pezzi di design contemporaneo, vetri e ceramica, e gioielli da collezione. Come quelli del designer francese Lorenz Bäumer, ex direttore artistico dell’alta gioielleria di Louis Vuitton. Ma anche di Boghossian, Fabio Salini, Taffin, Elisabetta Cipriani Wearable Art, Anna Hu Haute Joaillerie, Karry Berreby, Glenn Spiro, Hemmerle, Objet D’emotion, Valery Demure, The Beautiful Watch, Suzanne Syz, Walid Akkad.
Pad London
Berkeley Square , Berkeley Square , Mayfair , Londra W1J 5AX
TELEFONO
+33 (0) 1 53 30 85 20
Dal 30 settembre al 6 ottobre 2019
ORARI DI APERTURA
Lunedì: anteprima dei collezionisti 11: 00-20: 00, martedì apertura VIP 11: 00-20: 00, da mercoledì a sabato 11: 00-20: 00, domenica 11: 00-18: 00
www.pad-fairs.com
Dame e cavalieri di Louis Vuitton
Louis Vuitton alla ricerca di pulzelle da salvare con l’alta gioielleria della collezione Riders of the Knights ♦︎
Una spada, un destriero, una dama da salvare o proteggere. I racconti cavallereschi sono lo spunto per la collezione di alta gioielleria Riders of the Knights di Louis Vuitton. In fondo, non si dice che le donne cercano un principe azzurro? Eccole accontentate, a patto che il nobile cavaliere abbia i mezzi per acquistare uno dei gioielli della collezione. Si tratta di 50 pezzi eccezionali ispirati ai codici medievali di cavalleria e stemmi araldici. Se poi la pulzella ha un castello a disposizione è ancora meglio.
Il codice medioevale, per esempio, è utilizzato per il choker Royaume, che si ispira alla gorgiera, protezione per il collo delle armature. Al centro spicca uno zaffiro blu royal di 19,31 carati, attorno il gioiello è realizzato con un prezioso ricamo realizzato con 1600 diamanti e altri zaffiri. Oppure la collana Reine, con nove acquamarine per 143 carati dalla tonalità profonda: il nome del gioiello evoca consessi regali, menestrelli, musica di liuto. Non mancano gli anelli, ovviamente chevalier, come quello con smeraldo e quattro diamanti taglio marquise che compongono il classico fiore Louis Vuitton. Il cavaliere di oggi si presenta, infatti, con una borsa Lv. Alessia Mongrando
La collezione B Blossom di Louis Vuitton: il marchio ripetuto è la vera star dei gioielli ♦︎
Dopo la collezione Blossom è arrivata la Star Blossom e, ora, è la volta della B Blossom. Si parla sempre di fiori, ma di petali particolari: quelli che compongono la stella creata da Georges-Louis Vuitton nel 1896. Il marchio più conosciuto e copiato da anni festeggia se stesso riproducendosi su vestiti, borse e gioielli. Come, appunto, nelle diverse versioni delle collezioni Blossom.
I gioielli della nuova linea sono in oro rosa e giallo e diamanti, e comprendono sette anelli, bracciali, orecchini, ciondoli e collane a catena.
Il Monogram di Vuitton è il re incontrastato della collezione. Nel caso qualcuno avesse il dubbio di quale marca sono i gioielli, be’, durerà poco. Oltre all’oro e ai piccoli diamanti, i gioielli utilizzano pietre semi preziose come malachite, onice, agata bianca, opale rosa. Tre anelli sono chevalier, entrambi in pietra scolpita o in pavé di diamanti. Anche in questo caso, inutile aggiungere, con il fiore a forma di stella in diamanti incastonati su oro bianco.
Altro pezzo forte della collezione è un bracciale in oro con cinque perle e diamanti, oppure onice. Vi abbiamo detto quanto si ripete l’icona fiore di Vuitton? Giulia Netrese
La collezione easy-to-wear Star Blossom di Louis Vuitton, il celebre logo in oro rosa e diamanti ♦︎
Louis Vuitton da tempo non è più un brand identificato solo nelle famose borse decorate con l’altrettanto famoso marchio. L’offerta della Maison francese che fa parte del gruppo Lvmh, infatti, spazia anche ai gioielli. Una delle collezioni più semplici e di maggior successo è Blossom, che si rinnova con nuovi pezzi e un nome rifiorito: Star Blossom. Questi gioielli easy-to-wear hanno il vantaggio del prezzo abbordabile (da 3.000 a 8.000 euro in media) e di essere per loro natura indossabili in qualsiasi occasione. Come nella collezione da cui ha origine, e che ha ormai molti anni alle spalle, anche Star Blossom gioca tutto sul logo della Maison, creato nel 1896 da Georges-Louis Vuitton e utilizzato come elemento decorativo, proprio come per la pelletteria.
In questo caso, però, i quattro petali del fiore sono realizzati in oro rosa e piccoli diamanti.
Ai gioielli (collana, bracciale, orecchini, anelli) si aggiungono un orologio per donna, sempre nello stesso stile dei gioielli. È in oro rosa e diamanti, con movimento al quarzo e uno sfondo in madreperla con il fiore del Monogram LV. L’orologio permette anche di cambiare con facilità il cinturino. Giulia Netrese
Alta gioielleria, le Régalia di Vuitton
Louis Vuitton presenta la nuova collezione di alta gioielleria, Régalia, che segna il debutto di Francesca Amfitheatrof ♦︎
Aveva sorpreso molti l’uscita di Francesca Amfitheatrof da Tiffany e il successivo approdo a Louis Vuitton, in aprile. E, sempre molti, erano curiosi di osservare le prime mosse della nuova direttrice creativa per la gioielleria. Eccoli accontentati, anche se la nuova collezione di alta gioielleria, Conquêtes – Régalia, è probabile sia frutto almeno in parte del lavoro precedente, visto che gioielli di quel tipo sono realizzati in lunghe settimane di lavoro, preceduti da una altrettanto lunga selezione delle pietre.
Régalia è, dunque, un nuovo capitolo della collezione Conquêtes, ed è ispirata ai segni di re e imperatori, vale a dire all’araldica (i codici degli stemmi) e faleristica (lo studio delle onorificenze, ordini e decorazioni). Detto così sembra qualcosa di un po’ polveroso. Ma è solo un’ispirazione. In realtà si tratta della classica collezione di alta gioielleria tipica di Vuitton, dove per stemma si intende quello della Maison, la lettera V che si ripete sotto forma di oro coperto di diamanti e diventa il design attorno a cui ruota il gioiello, oppure i quattro lobi del fiore del logo Vuitton, sempre accennati, senza che il brand possa sopraffare l’equilibrio del gioiello.
La collezione è piuttosto vasta: Régalia si compone di sette parure e circa 60 pezzi. Diamanti a pioggia, ovviamente, ma anche una accurata ricerca delle pietre di colore, attorno a cui sono composti i diversi pezzi. Grandi smeraldi, ma anche rossi spinelli, tormaline verde menta, grandi zaffiri gialli, tsavorite. Sono le stesse pietre a essere un emblema, di lusso e ricchezza. Giulia Netrese