Paola Bagnoli e Alessandro Testi, marito e moglie rispettivamente direttore comunicazione e ad di Rebecca

(Italiano) Quei segreti di Rebecca

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Intuizione, coerenza e innovazione, sono gli ingredienti del successo di Rebecca, marchio del made in Italy della gioielleria, uno dei pochi che in tempi di crisi è in costante crescita. Come spiega Alessandro Testi alla guida dell’azienda nell’articolo sull’inserto Affari e Finanza del quotidiano Repubblica, firmato da Marcella Gabbiano. Ecco il testo:

«Anche in questi anni di crisi economica, non abbiamo mai abbassato la guardia. Non abbiamo inseguito il basso. La vendita facile premia nell’immediato, ma poi finisce per snaturare il marchio». La coerenza di Alessandro Testi, anima e guida di Rebecca – marchio di gioielleria che si fregia dell’etichetta made in ltaly, perché è davvero fatto tutto in Italia – è stata premiata. Dai 15 milioni di euro fatturati nel 2010, la maison è passata ai 26 milioni del 2013. E i risultati raggiunti nei primi sei mesi dell’anno, fanno prevedere con certezza che la crescita la sarà confermata anche nel bilancio 2014. Prima azienda del settore a utilizzare nella gioielleria fashion tecniche in uso solo nel mondo dell’arte orafa, Rebecca (dal nome della figlia primogenita) ha ricevuto da Confindustria il premio per l’eccellenza tecnologica made in ltaly. Un riconoscimento dovuto al costante investimento in ricerca e sviluppo: nel corso degli ultimi tre anni, la Industrie Testi ha messo sul tavolo più di 11milioni di euro nell’innovazione tecnologica. Realizzando un processo produttivo, «dal taglio alla tornitura, dalla fresatura alla saldatura, ad alto valore aggiunto. Mantenendo comunque e sempre un approccio artigianale». Tutte le collezioni firmate Rebecca vengono pensate, disegnate e creale nello stabilimento di Empoli, che dà lavoro a 150 dipendenti, oltre che nei laboratori del distretti più importanti della gioielleria made in Italy.

Performance in continua crescita, dunque, che trovano la loro ragion d’essere in una semplice, ma fondamentale intuizione dell’imprenditore designer, attento osservatore del mercato:  «Stava cambiando l’atteggiamento dei consumatori nei confronti dei gioielli,  vissuti non più come oggetti da esibire per il loro valore materiale o come investimento, ma come accessori fashion. Accessori fantasiosi, intercambiabili, capaci di dare quel tocco di eccentricità e diversità alle diverse mises delle donne alla ricerca di qualcosa di diverso e esclusivo». Così Rebecca è stato tra i primi a utilizzare materiali alternativi all’oro. Primo fra tutti l’acciaio «visto che all’epoca andava per la maggiore l’oro bianco. Poi argento, bronzo e anche il materiale ottenuto con la tecnica del bagno galvanico, che tutti meglio conosciamo come oro placcato». Un successo di mercato che ha convinto Testi e la moglie Paola Bagnoli (direttore della comunicazione del brand) a realizzare nel 2011 una collezione per l’universo maschile che sta dando ottimi risultati. In parallelo è nata una linea interamente in argento 925 e pietre preziose, battezzata “Silver code” e una linea di timewatches uomo e donna che riprende i temi delle collezioni. Oggi, tutto il “catalogo” firmato Rebecca è distribuito attraverso 1.200 selezionati multimarca in Italia e 1.000 all’estero, a cui si aggiungono una ventina di monomarca in Italia, due negli Emirati Artabi e quattro in Cina, dove il brand italiano è arrivato grazie a un retailer locale affascinato dalle produzioni firmate Rebecca».

Orecchini Passion, in bronzo placcato rodio e glam film
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Bracciale Palm Beach, in bronco placcato oro giallo
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