Gabriele Aprea

In aumento le vendite di gioielli italiani

L’export italiano di oreficeria è in (quasi) generalizzata ripresa. Ma il Club degli Orafi manifesta anche qualche dubbio ♦︎

Un primo trimestre d’oro per l’oreficeria. A testimoniarlo sono i diretti interessati: il Club degli Orafi ha diffuso le cifre relative al periodo gennaio-marzo 2017, secondo i dati del World Gold Council. Pare in tutto il globo sia diffusa una febbre per anelli, collane e bracciali, anche se gli orafi definiscono la domanda mondiale di gioielleria in oro in «crescita  modesta», condizionata anche dalla ripresa dei prezzi dell’oro, e limitata ad alcuni Paesi, lasciando i livelli inferiori rispetto alla media storica. Insomma, non certo euforia, a dispetto dei numeri: il settore orafo italiano ha registrato una crescita delle esportazioni in valore (+10,4%), con una ripresa significativa a Hong Kong (+23,1%), negli Stati Uniti (+31,4%), in Francia (+45,4%) ed in Turchia (+27,5%). In calo, invece, i valori venduti negli Emirati Arabi Uniti (-14,1%) e nel Regno Unito (-16,5%). La Svizzera, principale destinazione delle esportazioni italiane, evidenzia invece una sostanziale stabilità (-0,2%). Tra i territori, spicca il dato della provincia di Alessandria (distretto di Valenza Po), che ha registrato un incremento del 24,7%, con un forte sviluppo degli invii verso la Francia. Meno brillanti ma comunque in positivo le esportazioni di Arezzo (+4,9%) e Vicenza (+2,9%).





Gabriele Aprea
Gabriele Aprea

Bene, ma…

Non sembrerebbe un quadro così grigio. «Lo scenario internazionale del 2017 è sicuramente migliore rispetto al deludente 2016: non mancheranno, pertanto, per le imprese italiane dell’oreficeria le opportunità di crescita sui mercati esteri», è il commento di Stefania Trenti, della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, banca a cui è affidato il compito dell’analisi. «Il contesto continuerà però ad essere caratterizzato da rischi, in particolare di natura politica: gli elevati livelli di incertezza, peraltro, dovrebbero continuare a sostenere le quotazioni dei preziosi».

VicenzaOro September
VicenzaOro September

Aprea: conta il marketing

Anche Gabriele Aprea, presidente del Club degli Orafi Italia, legge i dati con cauto ottimismo: «Sebbene il valore raggiunto dalle esportazioni della gioielleria italiana nel primo trimestre 2017 sia più rassicurante, il mercato mondiale sta vivendo una grande trasformazione. I dati diramati a maggio dall’agenzia Bloomberg indicano un significativo calo di fatturato da parte di alcuni dei gruppi più grandi a livello internazionale operanti nel settore della gioielleria classica. Al tempo stesso gruppi emergenti operanti nel campo della gioielleria entry-price in argento e/o metalli non preziosi, che appena 10 anni orsono apparivano di scarsissima rilevanza, hanno raggiunto dimensioni importanti in breve tempo, e continuano tuttora a crescere a ritmi significativi. I cambiamenti socio economico culturali in veloce evoluzione devono essere tempestivamente interpretati al fine di agganciare i consumatori più giovani e avvicinarli al mondo del gioiello, adeguando sia il prodotto, che le modalità di vendita e di comunicazione, al loro universo di valori. Su tali premesse, appare evidente che le strategie delle aziende orafe dovranno essere sempre più guidate dal marketing che dal mero gusto del bello e ben fatto. Le aziende della filiera, caratterizzate da una dimensione media molto ridotta (circa 25.000 per un totale di 75mila addetti, con una media di appena tre addetti per azienda) devono crescere almeno fino alla soglia necessaria per potersi strutturare in modo tale potersi assicurare le vitali attività di pianificazione, esecuzione e controllo. Il Club degli Orafi Italia è in prima linea con un ambizioso progetto formativo imprenditoriale e manageriale, anche di svecchiamento culturale, a sostegno delle piccole e medie imprese del gioiello per avviare percorsi di crescita e/o di aggregazione di imprese. Negli ultimi anni diverse imprese orafe italiane sono passate in mani straniere. È ora di rimboccarsi le maniche e farsi valere».

Tra gli stand di VicenzaOro
Tra gli stand di VicenzaOro







Chantecler, campanelle di compleanno

I 70 anni di Chantecler e la collezione che celebra la Maison di Capri ♦

Chantecler, maison nata a Capri con Salvatore Aprea e Pietro Capuano,protagonista quest’ultimo della Dolce Vita dell’Isola Azzurra, compie 70 anni con la collezione celebrativa intitolata Anima 70: un omaggio ai simboli del marchio, come la Campanella, il Gallo, il Corno e Joyful, che racchiudono l’atmosfera di Capri, e i colori iconici della maison che utilizza coralli, turchesi, kogolong e onice. Sono collane leggere, vivaci bracciali multi-charme e proposte inedite, come gli orecchini a lobo con la piccola campanella e gli hoop earrings, rilettura dell’avventura cominciata nel 1947. La presentazione di Anima 70, a Roma, con i fratelli Aprea, Costanza, Maria Elena e Gabriele eredi della tradizione di Chantecler che oggi oltre alla boutique a Capri, conta su altri negozi a Cortina, Tokyo, Astana e Hong Kong.

Leggi anche L’anima di Chantecler 

La storia
Alla fine degli anni Quaranta, il napoletano Pietro Capuano apre una gioielleria a Capri assieme a Salvatore Aprea, giovane isolano molto creativo. Con il periodo della Dolce Vita Capri vive una favola irripetibile: sull’Isola arrivano le donne più belle e famose del mondo, gli uomini più ricchi del mondo e tanti intellettuali. Pietro Capuano, soprannominato Chantecler, come il gallo dell’opera di Edmond de Rostand, il cui canto ha il potere di evocare la nascita del sole, è l’eccentrico maestro di cerimonie di Capri, l’imperatore delle notti sull’Isola.

I protagonisti del jet set internazionale portano via dall’Isola della Dolce Vita i gioielli Chantecler, simbolo della magia di Capri, la cui fama risale ai tempi dell’Impero Romano: tra i primi ad apprezzarla Cesare Augusto e Tiberio che la scelse come sua dimora. Ma furono gli anni Cinquanta a decretarne il successo mondiale. La mitica Piazzetta divenne il centro mondano dell’Isola, tanto che nel corso degli anni viene soprannominata «salotto del mondo».

Hollywood a Capri
Negli anni Cinquanta Liz Taylor, Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Maria Callas, Rita Hayworth, l’imperatrice Soraya e la principessa Grace Kelly s’innamoravano dei gioielli Chantecler. Anche Jacqueline Kennedy Onassis divenne cliente della boutique di Capri: nel 1970 l’armatore greco le regalò una stella di diamanti dal valore inestimabile. Pietro Capuano creava i suoi gioielli ispirandosi alla donna che li avrebbe indossati. Nascevano così pezzi unici realizzati con gemme rare. Collier di diamanti e turchesi come il mare caprese; zaffiri blu che ricordano il cielo stellato; fuochi d’artificio di rubini; smeraldi preziosi per colore, grandezza e taglio.

Riprende il nome da uno dei luoghi più belli di Capri, l’anello Grotta Azzurra, in oro bianco, diamanti e una splendida acquamarina centrale. I diamanti taglio rosa sorreggono l’acquamarina azzurra come il mare, dal taglio a cuscino. Il girocollo Galli è una delle creazioni più iconiche della maison che ne riproduce il logo in modo originale. Il gioiello, in oro rosa e pavé di diamanti simboleggia la lunga tradizione del brand con numerosi galletti di dimensione decrescente. Le Campanelle sono ispirate da un’antica leggenda: a un pastorello in cerca della sua unica pecorella scomparsa a Capri, apparve su una nuvola San Michele, che si sfilò dal collo una campanella e la donò al giovane, dicendogli che al suo suono avrebbe ritrovato la pecora smarrita. E così fu. La leggenda si ripetè nel 1944 quando Chantecler realizzò una campana in bronzo e la donò al presidente americano Franklin Delano Roosevelt per celebrare la auspicata fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1950 Chantecler creò la prima campanella gioiello, Premiere, regalata alla contessa Edda Ciano. Di recente Chantecler ha disegnato la Campanella Daisy per le figlie del presidente Obama. Patrizia Vacalebri (Ansa)




Anello in oro e rubini
Anello in oro e rubini
Orecchini della collezione Anima 70
Orecchini della collezione Anima 70
Bracciale in oro e kolong
Bracciale in oro e kolong
Bracciale in oro e corallo
Bracciale in oro e corallo
Bracciale in oro e kolong
Bracciale in oro e kolong
Orecchini in oro e onice
Orecchini in oro e onice
Collana in oro e corallo
Collana in oro e corallo
Campanella in oro e diamanti
Campanella in oro e diamanti

Campanella in oro, turchesi e corallo
Campanella in oro, turchesi e corallo







VicenzaOro, accordo con il Club degli Orafi

Marzotto (Fiera Vicenza) e Aprea (Chantecler) siglano un accordo per VicenzaOro.

Il presidente di Fiera di Vicenza, Matteo Marzotto, non tralascia nulla nel tentativo lodevole di fare sistema, soprattutto nel mondo della gioielleria. Si legge sotto questa luce l’accordo di collaborazione con Il Club degli Orafi Italia, associazione indipendente che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana. Come recita il comunicato ufficiale, «l’obiettivo è unire le forze più innovative, dinamiche e attente al mondo del gioiello in alleanze strategiche di business, in quanto in un contesto globale le piccole e medie imprese italiane, in generale e in particolare del gioiello, non possono più agire da sole e hanno sempre più bisogno del sostegno e di coordinamenti istituzionali».  due realtà si riconoscono reciprocamente quali interlocutori preferenziali per rafforzare la propria attività e impatto sul contesto globale. Club degli Orafi Italia riconosce così il ruolo della Società vicentina quale principale player italiano del settore. L’intesa, firmata durante VicenzaOro September, com porta la promozione, da parte del Club degli Orafi, dei progetti di VicenzaOro.

Da parte sua, Fiera di Vicenza metterà a disposizione de Il Club degli Orafi Italia un’area multifunzionale durante VicenzaOro January e September. L’area avrà l’intento di essere un luogo di incontro con i membri attuali e potenziali del Club, un luogo di promozione della cultura imprenditoriale e manageriale del settore e del gioiello, di confronto e di elaborazione di idee, dove stringere nuove alleanze strategiche e operative. Qui il Club degli Orafi Italia ha deciso di proporre il workshop di formazione imprenditoriale per l’autunno denominato  #Rigeneriamoci!

Tutto bene quindi. Ma con un dubbio: il presidente del Club degli Orafi è Gabriele Aprea, alla guida di Chantecler, brand che è presente a Baselworld, ma non a VicenzaOro. Magari adesso cambierà idea.

Matteo Marzotto con Gabriele Aprea. Foto: La Presse
Matteo Marzotto con Gabriele Aprea. Foto: La Presse

Aprea presidente del Club degli Orafi

Il numero uno di Chantecler, Gabriele Aprea, diventa presidente del Club degli Orafi Italia. Il Club è una specie di pensatoio che riunisce i principali operatori della filiera dei gioielli. L’idea è quella di fare squadra, mentre all’estero i grandi gruppi fanno sentire una pressione sempre più forte. «Ci tengo molto anche ad allargare il dialogo con il dettaglio, che molto ha sofferto in questi anni di difficile congiuntura economica», è il commento di Aprea. «Con la sua specificità di grande diffusione territoriale rappresenta un patrimonio da valorizzare per la sua storia unica di servizio e attenzione al cliente imparagonabile che va preservato e riproposto anche ai giovani come un’occasione di possibile impiego e sviluppo professionale. Soltanto nell’incontro nella filiera e nelle alleanze tra i diversi attori attraverso momenti di acculturamento imprenditoriale e manageriale, di scambio e di servizi ci possono essere occasioni di crescita reciproca in un mondo sempre più sfidante. Inoltre, la lunga collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo permette al Club di avere un ruolo di protagonista per le informazioni del settore».

Il settore orafo ha registrato nel 2015 un miglioramento nel fatturato (+3,8) rispetto all’anno precedente. La spinta è arrivata, ancora una volta, dai mercati esteri con un incremento dell’8,8 % Nel 2015, le esportazioni hanno registrato un andamento favorevole verso la Svizzera (+12,9%), tornata al primo posto tra gli sbocchi commerciali, Hong Kong (+12,9%), Stati Uniti (+10,4%) e Francia (+37,2%), dove spiccano, in particolare, i flussi di gioielli originati dalla provincia di Alessandria. Continua invece il rallentamento delle vendite verso gli Emirati Arabi Uniti (-10,8%).

Le prospettive per il 2016, secondo Stefania Trenti, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, «appaiono molto simili a quanto già visto nella seconda metà del 2015: la domanda interna dei paesi più maturi appare infatti solida mentre maggiori sono le incertezze per le economie dei paesi emergenti, in particolare i produttori di materie prime energetiche, forti acquirenti di gioielli made in Italy negli scorsi anni».

Gabriele Aprea
Gabriele Aprea

Chantecler porta Capri all’Expo

Un debutto in grande stile per Chantecler, marchio storico del made in Italy, amato anche da celebrity come Jacqueline Kennedy e Ingrid Bergman. Gabriele Aprea, il maggiore dei tre figli di Salvatore Aprea, co-fondatore del marchio assieme a Pietro Capuano, racconta a Gioiellis.com i progetti dell’azienda guidata con le sorelle Maria Elena e Costanza «La nostra sfida è mantenere la medesima qualità estetica e artigianale del prodotto, ma anche di soddisfare le esigenze di una clientela internazionale», spiega Aprea.

Gabriele Aprea presidente di Chantecer
Gabriele Aprea, presidente di Chantecer

Domanda. Dopo la pubblicazione di un libro sulla storia della Maison, avete in cantiere altre iniziative?

Risposta. Come membri del Club degli Orafi Italia, in occasione di Expo 2015, realizzeremo un’esposizione delle nostre creazioni presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano. Riportare il tema del food nel gioiello non è cosa semplice, ma devo dire che ci siamo riusciti piuttosto bene, realizzando una collezione che si lega al tema del food e al tempo stesso alle nostre radici mediterranee. L’abbiamo battezzata L’oro di Capri, collezione in smalto cattedrale e argento vermeil dove protagonisti assoluti sono gli agrumi con le loro sfumature di colore.

D. Il marchio Chantecler è molto riconoscibile con i suoi tanti pezzi iconici, ma ce n’è uno a cui siete più affezionati

Una delle creazioni che ha segnato fortemente la storia di Chantecler risale al 1944, quando Pietro Capuano e Salvatore Aprea presero ispirazione dalla leggenda di San Michele e fecero forgiare una campana di bronzo da donare come portafortuna e simbolo di pace a Franklin Delano Roosevelt, allora presidente degli Stati Uniti. La collezione Campanelle affonda le proprie radici in questo evento, ed è diventata un simbolo iconico del nostro marchio a cui siamo molto affezionati.

La celebre Campanella nella versione Maiolica
La celebre Campanella nella versione Maiolica

D. Nel 2015 siete andati per la prima volta alla fiera di Basilea. Con quali novità?

R. Per Baselworld abbiamo realizzato tre nuove collezioni, molto raffinate nel design, nella realizzazione tecnologica e nei materiali utilizzati. Per esempio, le leggerissime volute in oro e smalto dipinto a mano di Giardino Improbabile, che si intrecciano a formare fiori e farfalle svolazzanti, lievi e preziose. Oppure di Dandelion, dove le punte dei fiori del soffione si rivestono di luccicanti diamanti e colorati coralli e turchesi. Infine, Maioliche, una collezione preziosa non solo nei materiali (diamanti, turchesi, coralli, zaffiri) ma anche nella lavorazione, realizzata con le tecniche dell’ intarsio tipiche della lavorazione della penisola sorrentina.

Anello collezione Giardino Improbabile
Anello collezione Giardino Improbabile

D. È chiaro che puntate ai mercati internazionali, ma con quali obiettivi?

Certo, Baselworld ha rappresentato una scelta strategica, dettata dalla volontà di aprirci ai mercati internazionali. Negli ultimi anni abbiamo preparato il terreno per la crescita, investendo più sull’essere che sull’apparire. Siamo convinti che il mercato premierà i nostri sforzi, tanto che per quest’anno prevediamo una crescita di fatturato dell’ordine del 20%.

Orecchini collezione Giardino Improbabile
Orecchini collezione Giardino Improbabile

D. Come mai avete scelto la fiera svizzera invece di VicenzaOro?

Perché ci è sembrata più in sintonia con la nostra strategia di internazionalizzazione. Sentivamo la necessità di aprirci a nuovi orizzonti, la fiera svizzera è la piazza internazionale più importante per la gioielleria di alta gamma, in linea sia con la tipologia merceologica di Chantecler che con i nostri obiettivi.

Orecchini collezione Maiolica
Orecchini collezione Maiolica

D. L’apertura verso nuovi mercati vi porterà a introdurre altri stili, pietre e colori? A un ritorno ai pezzi unici?

Uno dei nostri punti di forza sta nell’avere una gamma di prodotti piuttosto ampia, offrendo un ventaglio di proposte adatto a diverse esigenze sia per fascia di prezzo che per tipologia di design e materiali. Le nostre creazioni spaziano da pezzi unici di alta gioielleria a gioielli in argento o in oro nove carati. È possibile l’inserimento di nuovi materiali, pur rimanendo fedeli all’identità del brand.

Collana collezione Maiolica
Collana collezione Maiolica

D. Chantecler con i suoi gioielli vestiva il jetset internazionali e le attrici del passato. Ora quale star di Hollywood, principessa o it girl vi piacerebbe avere come cliente?

Abbiamo sempre avuto e ancora abbiamo celebrities che indossano i nostri gioielli ma la nostra miglior testimonial è la donna che ama quello che facciamo e lo porta con gioia.

Ingrid Bergman con Salvatore Aprea
Ingrid Bergman con Salvatore Aprea

Altri progetti?

La sfida è mantenere la medesima qualità estetica e artigianale del prodotto, la sua identità e riconoscibilità venendo sempre più incontro alle esigenze della clientela internazionale. L’obiettivo è rappresentato da una crescita controllata, che permetta di coniugare il modello dell’Italian family business, vincente in termini dimensionali e produttivi, con i processi distributivi e comunicativi del lusso globale, in modo da preservare il Dna dell’azienda, la sua filosofia caprese e, soprattutto, quel patrimonio di relazioni che ci distingue fin dalla nascita. Monica Battistoni