Non è detto che il gioiello sia per forza leggero, morbido, piacevole da indossare. I talismani, i primi gioielli creati dagli sciamani per donne e uomini, avevano una funzione prima di tutto pratica: tenere lontani gli spiriti maligni o, in alternativa, pericoli di vario genere. Il filone dei gioielli con presunte proprietà magiche, in realtà, non è mai scomparso, come testimonia la creatività di Susan Lenartka, orafa e designer con 25 anni di esperienza, che ha studiato a Chicago e si è laureata alla Southern Illinois University.
Susan Lenartka, che ha partecipato alla Milano Jewelry Week è, insomma, una di quelle persone affascinate dall’eredità etnica del passato e, non per caso, ha studiato gli ornamenti sacri. Durante la scuola d’arte Susan aveva infatti frequentato il Field Museum di Chicago, ispirandosi a reperti e reliquie. Poi, ha lavorato come artigiano riparatore etnografico nell’area di Chicago per la decorazione e l’ornamento dell’ Africa occidentale, della Naga e della Tailandia.
Quindi, non stupitevi della collezione Alchemy of Talisman, che ha l’ambizione di essere decorativa, ma avere anche con funzioni protettive, per chi ci crede. I diversi pezzi utilizzano metallo, ma anche cristalli rotondi, citrino e quarzo fumé. Pietre che hanno, secondo gli amanti della new age, anche effetti benefici sulla salute e sullo spirito.
x
Migliaia di anni fa i gioielli sono nati come talismani, come protezione da malattie, belve e spiriti maligni. Poi, sono diventati un ornamento. Ora tornano a essere un talismano, anche se la funzione ornamentale resta prevalente. La collezione Talisman di De Beers riprende, infatti, il concetto di gioiello come protezione da qualcosa. Ma, a dire il vero, è una semplice ispirazione, dato che i gioielli proteggono soprattutto il buonumore di chi li riceve in regalo. La collezione, in ogni caso, sfoggia uno speciale stile che si ispira agli antichi gioielli. Utilizza, infatti, diamanti lucidati, ma con taglio irregolare, come quelli che si trovano incastonati su storiche corone e bracciali.
I diamanti, grezzi, accanto a piccoli diamanti taglio brillante, sono pietre fancy, di colore champagne o brown. Nella composizione a forma di corona dell’anello maggiore, per esempio, la fascia centrale presenta diamanti grezzi ottaedrici brown, mentre le due fasce esterne sono punteggiate da diamanti tondi brillanti e lucidi taglio baguette accanto ai diamanti grezzi. Inoltre, le gemme sono incastonate proprio come nei gioielli antichi, con la tecnica del serti poinçon, cioè inserite in una incassatura creata con il bulino. I gioielli sono in gran parte realizzati con oro giallo 18 carati, anche se sono presenti alcuni pezzi in oro bianco.
Un Talisman per De Beers
Un diamante è per sempre, anche se grezzo come quello che De Beers ha volutamente lasciato nella sua forma originale a ottaedro nella collana della collezione Talisman. Una pietra da 13 carati di color arancione bruciato che segna il ritorno all’alta gioielleria dopo quattro anni con nuovi pezzi creati per festeggiare una linea nata dieci anni fa. Il grande medaglione Wondrous Sphere, dalle dimensioni di un piattino, è la star della collezione, un pezzo unico composto da tre cerchi mobili tridimensionali che richiama le sfere celesti punteggiato da diamanti come fossero stelle. Un gioiello per intenditori che costa 1 milione di dollari (pari a circa 900 mila euro). Decisamente più accessibili, ma sempre classificabili come alta gioielleria, altri piccoli talismani, bracciali, orecchini e anelli, ma su tutti i pezzi la designer Hollie Bonneville-Barden ha inserito pietre non lavorate in una vasta gamma di tonalità di verde, rosa, blu e marroni, montate a filo per esaltarne la luce naturale abbinate abbinate ad altre invece classicissime perché lucidate e tagliate a baguette, rosa brillante e altri tagli misti. Non è la singola pietra a fare il gioiello ma l’armonia tra grezzo e lavorato, sebbene al centro comunque ci sia sempre un diamante colorato e grezzo. Una digressione per lo specialista di diamanti bianchi con l’obiettivo di raggiungere nuovi clienti, meno tradizionali. Forse un azzardo nello stile ma la compagnia se lo può permettere visto che come ha spiegato il suo amministratore delegato François Delage, gli affari crescono a doppia cifra, persino in Cina nonostante il giro di vite del governo, perché sembra che i clienti cinesi tendano ad acquistare i gioielli De Beers per se stessi e non come regali. A settembre nei negozi, intanto ecco le immagini. Lavinia Andorno