Gioielli realizzati esclusivamente con oro etico e diamanti di laboratorio: è la formula della parigina Jem, acronimo di Jewellery Ethically Minded ♦
Oro, ma buono oltre che bello. È il credo di Jem, sigla che sta per Jewellery Ethically Minded. A dispetto del nome anglofono, è una Maison di Parigi che ha deciso di percorrere la strada della gioielleria che non impatta sull’ambiente e non sfrutta chi lavora. Insomma, oro politicamente corretto, che offre piena tracciabilità del prodotto e si impegna per una trasparenza totale. Le miniere in cui Jem ricava l’oro sono piccoli insediamenti, mentre sta alla larga dalle aree soggette a sfruttamento economico, violazioni dei diritti umani, abusi sul lavoro minorile, rischi per la salute e disuguaglianze ambientali.

Premesso, dunque, che l’oro utilizzato da Jem non vi farà sentire in colpa, si può passare a quello che propone il brand lanciato nel 2008 da Erwan Le Louër assieme a Véronique le Bansais, all’epoca direttore europeo del marketing dei cosmetici Dior. Il laboratorio nel cuore dei Vosges sono lavorati i gioielli, che hanno forme semplicissime. Si può dire che l’impegno morale di Jem si riflette nelle linee pulite delle collezioni. Anelli, bracciali e collane sono ovviamente in oro, con cerchi o linee che ne tracciano la superficie. Tutto qui. Eppure a volte sono capaci di sorprendere: etica e design, in fondo, sono concetti che vanno a braccetto, perché il bello è buono. Giulia Netrese








