Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Alessio Boschi con la spilla Great White Shark

Speciale Alessio Boschi



L’arte, la fantasia e i virtuosismi di Alessio Boschi: i suoi straordinari gioielli spiegati da lui stesso ♦︎

Sono tanti i gioiellieri. Sono pochi gli artisti. Gli artisti-gioiellieri, poi, sono ancora meno. E ancora meno. Uno di questi scultori prestati alla oreficeria, visionario che guarda il futuro attraverso il passato, raffinato intenditore delle pietre e dell’anima delle pietre, è Alessio Boschi. Eclettico, ma attaccato alla tradizione, fantasioso, ma senza cadere nello stravagante, sfarzoso, ma nei limiti del buon gusto: Alessio Boschi è un unicum che dovrebbe essere salvaguardato come la pittoresca Bagnoregio, piccolo paese vicino a Orvieto, da cui parte per i suoi giri intorno al mondo alla ricerca di pietre, perle e ispirazioni.

È forse l’atmosfera millenaria che si respira A Civica di Bagnoregio (se non conoscete il paese andate a visitarlo) a spingere Alessio Boschi in un viaggio attraverso i segno che la storia dell’arte ha disseminato in giro per l’Italia. La collezione del 2017, per esempio, è stata ispirata alle fontane di Roma, che fa parte della linea Historica.

Alessio Boschi
Alessio Boschi

Milano

La linea con le finestre dell’abside del Duomo di Milano, che è bellissima, come il bracciale molto chic. C’è la versione con pavé e quella più accessibile solo incisa. La chiusura ha diamanti piccolissimi incassati e poi è modellata a forma di bifora per tenere insieme la chiusura. C’è anche bracciale versione ridotta con tre fili di perle. Milano è una collezione di gioielleria che testimonia il collegamento del gotico fiorito francese con il capoluogo lombardo: c’è anche nella versione diamanti e perle Akoya gialle.

Bracciale della linea Milano con perle Akoya bianche
Bracciale della linea Milano con perle Akoya bianche
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle indossato
Bracciale della linea Milano con perle Akoya gialle indossato

Firenze

La linea Firenze invece vola a un livello più alto. È realizzata in oro rosa e morganite: riprende lo stile gotico e le bifore delle finestre della chiesa di Santa Maria del Fiore e del campanile di Giotto e la a Firenze. Il bracciale Florence è in oro rosa, con molle e morganiti montate per formare delle bifore senza metallo ai lati, ma tenute da delle griffe sorrette da doppi ponti che seguono la forma della pietra agganciata alle estremità da motivi trilobati. In pratica, chi indossa il bracciale non vede nulla del metallo su cui sono montate le morganiti. L’ordine delle bifore è scandito da colonnine tortili in oro lavorato a scanalature con incastonati piccolissimi diamanti: si vede solo da vicino, ma l’effetto è estremamente luminoso e prezioso. Da notare i minuscoli capitelli satinati in oro, micro-pavé e gigli rifiniti in oro diamanti. Gli orecchini Del Fiore sono separabile in diversi pezzi, con decori sul retro di motivi della cattedrale in diamanti brown. Anche la collana Del Fiore è separabile: si staccano le colonne.

Bracciale della linea Firenze
Bracciale della linea Firenze
Firenze, collana Del Fiore
Firenze, collana Del Fiore

Firenze, orecchini con Morganite
Firenze, orecchini con Morganite




Venezia

Gondola ring, anello one of a kind, rappresenta la laguna di Venezia. È realizzato con un opale nero australiano blu dalle sfumature nere. È una pietra difficilissima da tagliare senza romperla, come la laguna, appunto. L’anello utilizza anche smeraldi e zaffiri ai lati, tormaline Paraiba e perle baby Akoia blu e gialle. All’interno della galleria dell’anello, che raffigura il ponte di Rialto, c’è un gondoliere. Ci sono, inoltre, due versioni di orecchini combinati all’anello Gondola. Il primo ha una gondola in legno fossile che sembra onice, con clip e butterfly diverse con motivo veneziano. La seconda versione ha un topazio imperiale e il gondoliere sembra arrampicarsi. Le gallerie dei due anelli sono completamente diverse: una ha Rialto, con il gondoliere sul riflesso delle onde. Nell’altra, il gondoliere è in primo piano con il tramonto in diamanti gialli tagliati come finestra. Sempre a Venezia, uno dei luoghi più famosi è il Ponte dei sospiri, che ha ispirato un anello. Il Ponte dei Sospiri, per chi non lo sapesse conduceva alle inospitali carceri veneziane e i sospiri erano di chi vedeva la luce del sole per l’ultima volta. Boschi ha completamente inciso a mano i diamanti, tagliati appositamente per seguire la forma del ponte. Ogni singolo varco è un diamante, e al centro tra nove pietre mistery setting c’è uno spinello naturale, viola come il colore dell’aristocrazia veneziana. Nella galleria si trova la Porta della carta, uno degli ingressi monumentali di Palazzo Ducale, che porta e all locale del Gran Consiglio, con l’incisione del Leone di San Marco con il doge Foscari, i rosoni con i diamanti, le maschere. All’interno dell’anello si trova la classica sorpresa di Alessio Boschi: una dama veneziana con il marito condotto in prigione dalle guardie armate di alabarda.

Anello Ponte dei Sospiri
Anello Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri
Anello Ponte di Rialto indossato
Anello Ponte di Rialto indossato
Anello Ponte di Rialto
Anello Ponte di Rialto
Orecchini Gondola
Orecchini Gondola
Anello Gondola
Anello Gondola

Pendente Paper Gate Venice
Pendente Paper Gate Venice




Verona

L’anello Romeo e Giulietta nasce dall’acquisto di un grande zaffiro con una finestra, ossia la luce passa attraverso la pietra. Lo zaffiro era già con taglio smeraldo, e di colore giallo naturale, quindi non riscaldato. «Volevo creare un gioiello con una pietra così pura e trasparente da poter mettere qualcosa di visibile a occhio nudo sotto», spiga Boschi. «Lo zaffiro trovato a Bangkok è stata l’occasione per celebrare l’amore impossibile tra Romeo e Giulietta, il dramma scritto da Shakespeare. All’interno del gioiello c’è, infatti, uno scomparto inciso a mano, che rappresenta la tomba dei giovani amanti. Custodisce un piccolo ciondolo in micro mosaico, di manifattura romana della scuola del Vaticano, uno stile diverso da quello di Ravenna di Sicis o dello stile bizantino di Istanbul. È una miniatura che evoca la drammatica scena di Giulietta mentre si avvelena. Ecco perché la parte superiore dell’anello ha forma rettangolare: la finestra dello zaffiro è funzionale al disegno. Quando l’anello si apre, grazie a un movimento meccanico simile a quello dell’uovo Fabergé, si alza un ciondolo con incisi gli stemmi dei Capuleti e dei Montecchi. Il ciondolo si trasforma anche in un braccialetto, adornato da un piccolo cuore trafitto da una freccia per ricordare che l’amore è più forte di ogni altra cosa. Ai lati dell’anello si trovano le incisioni che riproducono il famoso balcone dei due amanti, ornato di micro-diamanti di 0,5 millimetri. Un secondo vano segreto ospita una statua in miniatura di Romeo in ginocchio, con una rosa in mano. Dall’altra parte, invece, la tomba di Giulietta, che ha i capelli non incisi in uno solo pezzo d’oro (chiunque potrebbe farlo). Invece, i capelli sono realizzati uno per uno, fili d’oro intrecciati insieme: l’ennesima sfida di Boschi verso l’impossibile. Impossibile da imitare, di sicuro. L’anello è frutto di due mesi di lavorazione solo per il micromosaico. C’è anche l’orecchino con la scritta «amor vincit omnia», l’amore vince tutto. Come la fantasia.

Verona, gli orecchini
Verona, gli orecchini
Verona, anello Romeo e Giulietta
Verona, anello Romeo e Giulietta

Pisa

L’anello che si ispira alla famosa torre pendente, riproduce la parte alta, quella con il lucernaio. È un one-of-a-kind, con zaffiri viola e rosa taglio princess, incorniciati da microdiamanti, con gli ordini di archi che sembrano leggermente bizantini. In qualunque modo si possa girare la torre, non starà mai diritta sul dito ma, ovviamente, penderà sempre da un lato. Il gioiello è realizzato con la tecnica mistery setting da un lato, mentre dall’altro si trova una rosetta laterale composta da zaffiri viola taglio buff top (sopra cabochon, sfaccettato sotto) circondati da un micro pavé. Anche questo anello ha una sorpresa: si apre e dentro si trovano i simboli della antica Repubblica Marinara (Pisa era un piccolo stato durante il Medioevo) incisi e una piccola torre come pendente.

Anello Torre di Pisa, con i secrets
Anello Torre di Pisa, con i secrets

Roma

Il Colosseo diventa un doppio gioiello, ma con l’aspetto che aveva in origine, in epoca imperiale. Il gioiello è in oro bianco, con tre ordini di colonne e altrettanti capitelli in stile ionico, dorico e corinzio. In basso si scorge il rilievo sabbiato con i legionari, i loro elmi e le lance, l’aquila e le insegne imperiali dell’antica Roma. Nella prima galleria del Colosseo ci sono diamanti princess, tagliati a mano. Non solo: sono tagliati in modo da poter assecondare la curvatura della montatura. Qui sta l’arte di Boschi: scegliere un taglio brillante con le sfaccettature che riflettono la luce, di forma quadrata come in questo caso, comporta un dispendio notevole di materiale. Sarebbe stato più economico un taglio a gradini, anche di una forma rettangolare quindi baguette. Ma avrebbe donato una luce meno bella, più fredda. Invece, le entrate sono in taglio a gradini baguette, apposta per avere luce diversa. Nel primo anello con il Colosseo si trovano i più piccoli diamanti neri al mondo: 0,7-0,8 carati. Sotto questa dimensione i diamanti neri non si possono tagliare. Per questo il secondo e il terzo anello sono in smalto nero. La cosa più difficile è stato trovare il modo di scalare la parte bianca: è difficilissimo trovare 0,6 carati in India (dopo la crisi, dice Boschi, questa dimensione non la taglia più nessuno). Invece, l’ultimo gradino vicino all’arena è di 0,5 carati, così come le punte che incassano le pietre sono microscopiche. L’anello più grande verso l’alto ha dei diamanti neri princess cut montati al contrario, per dare l’idea delle borchie. Rappresentano le finestre del Colosseo e ogni anello-settore è diviso da fila di diamanti baguette neri. Così la luce complessiva che è molto bella è data dagli incastri dei vari tagli delle pietre.

C’è anche una seconda versione del Colosseo: quella che lo rappresenta come è ai giorni nostri. È in oro rosa, con lo stesso lavoro di incassatura, ma questa volta con smeraldi: una pietra difficilissima da lavorare, che si crepa facilmente. Al centro si trova la biga e i cavalli utilizzati nei giochi dell’antica Roma. C’è, infine, la lupa capitolina sabbiata, e quando si gira l’anello dall’ipogeum escono la tigre e il leone, trattenuti dalle catene montate su dei binari.




Colosseo, ciondolo interno
Colosseo, ciondolo interno
Anello Colosseo, seconda versione in oro rosa
Anello Colosseo, seconda versione in oro rosa
Anello Colosseo, prima versione
Anello Colosseo, prima versione
Anello Colosseo
Anello Colosseo

Natura, animali

Accanto alla collezione Historica, Boschi coltiva altre linee continuative come Naturalia, ispirata a piante, fiore e animali, e Thalassa, che celebra le creature del mare. Un esempio da incorniciare è The Great White Shark, è una spilla della linea Thalassa, un pezzo unico e il più importante della produzione 2017: una grande (ma leggera) spilla dalla forma di pesce. Il muso, le pinne e la coda sono in perle keshi, mentre il corpo ricorda le sfumature del pesce che in natura può essere di due colori, con il dorso di un blu tendente al grigio e la parte inferiore in blu pallido. Nel gioiello questo effetto è reso da una combinazione di tormaline indigo light e acquamarina Santa Maria: due varietà simili alle sfumature dell’oceano.

Le pietre sono montate a jour (a giorno), ossia senza un fondo in metallo per ricevere la luce anche dal basso. E, in vero stile Boschi, persino la forma della montatura a jour è inconsueta: ogni singola trama riprende la forma delle squame dei pesci, un virtuosismo artistico che non pregiudica la resa.

Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Alessio Boschi con la spilla Great White Shark

Il pesce con sorpresa

L’incassatura risulta perfettamente liscia al tatto, perché le pietre sono ritagliate nuovamente sul bordo per eliminare qualsiasi dislivello. Per rendere portabile la spilla, tutta la struttura o montatura è in palladio, il nuovo lusso della gioielleria. Il metallo è forgiato con una difficile fusione, perché il palladio è un metallo che richiede alte temperature, più del platino. Per lavorare il palladio ci vuole una macchina particolare e si può utilizzare solo in lega con un altro metallo. Un’azienda tailandese è l’unica in Asia a consentire questa lavorazione.

Il risultato è una spilla 40% più leggera rispetto alle tradizionali montature. I gioielli di Boschi, come sempre, nascondono dettagli inaspettati. In questo caso, lo stomaco del pesce si apre e rivela uno scomparto in oro rosa, dove sono incisi a mano le creature della barriera corallina: polipo, pesce pagliaccio, pesce violino. Non solo: con una molla lo sportello della spilla si apre e si chiude per contenere anche un paio di orecchini. La forma del gioiello è tondeggiante e la spilla non si indossa solo per un verso, ma in tre dimensioni. Gli orecchini in perla e diamanti rappresentano la pinna dorsale che emerge dal mare e si ispirano ai famosi disegni di onde dell’artista giapponese Hokusai: hanno una lunga catenella pendente removibile in oro intervallata da piccole perle, e la clip di chiusura è sagomata a squalo.

Spilla Great White Shark
Spilla Great White Shark
Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Alessio Boschi con gli orecchini Great White Shark
Orecchini Great Shark
Orecchini Great Shark

I fiori di Alessio

Di solito Boschi ogni modello lo replica da uno a dieci pezzi. Per il mercato cinese ha disegnato una serie di anelli Peony inseriti nella linea Naturalia. La novità è il tema del loto, fiore da cui si estrae un preziosissimo olio essenziale, più costoso dell’oro. L’anello è realizzato con zaffiri, baby perle Akoia rosa e tsavoriti sfumate, con una tormalina volutamente selezionata con inclusioni, perché rende l’idea delle gocce di essenza scaturite dal suo pistillo: una scelta coraggiosa, perché sottolinea come il designer privilegi la creatività, piuttosto che adattarsi alle regole del mercato. «Secondo me le inclusioni non sono necessariamente imperfezioni», racconta Boschi a gioiellis.com. «In certi casi danno vitalità e luce alla pietra e conferiscono unicità, per esempio la tormalina Paraiba». Ci sono, poi, i pezzi ispirati al glicine (wisteria collection) altro fiore cinese in giada viola di grande qualità e tsavoriti mischiati con diamanti gialli per le foglie e il tralcio.

Anelli Peony
Anelli Peony
Anello Wisteria indossato
Anello Wisteria indossato

Un tocco di India

The Palace Flowered è anello che rappresenta la foglia di acanto rivisitata nello stile del Rajastan, con i colori dell’India su una montatura che ricalca il doppio arco, come dei palazzi moghul, con zaffiri viola, taglio rosa forma a pera, tsavoriti in diverse sfumature e gocce di smeraldi.

Anello The Palace Flowered
Anello The Palace Flowered







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