La gioielleria di lusso è in declino? Forse. Intanto l’argento di Pandora fa affari d’oro ♦︎
Ogni tanto per rendersi conto di come va il mondo, anche quello dei gioielli, è bene analizzare i fatti. I numeri, per esempio. Per quanto riguarda la gioielleria, da tempo gli esperti si chiedono se sia in declino il ciclo della produzione di alto livello, bella, ma costosa. Secondo questa interpretazione, i millennial, i giovani nati a cavallo del secolo, preferirebbero gioielli poco costosi, sotto il tetto dei 200-300 euro, piuttosto che impegnarsi in acquisti costosi. Secondo un’indagine condotta negli Usa, i giovani sono disposti a spendere non oltre l’equivalente di un mese di stipendio per un anello di fidanzamento, spesso il gioiello più importante della loro vita. Un riflesso di questo trend può essere il bilancio di un gruppo come Pandora, che ha costruito un impero sulla gioielleria accessibile.
Mentre molte grandi Maison non brillano o, addirittura, soffrono il calo dei consumi, Pandora nel secondo secondo trimestre del 2017 segnala una crescita del 12% (in valuta locale) a circa 649 milioni di euro, rispetto al secondo trimestre del 2016. Vanno a gonfie vele i negozi Pandora: il fatturato generato negli store dell’azienda danese è cresciuto del 36%. In Europa e area Mediterraneo la crescita è stata del 10%, mentre non hanno brillato le Americhe (+1%), e nella regione Asia Pacific c’è stato un boom del 35%. Se siete curiosi di sapere che cosa acquistano di più i clienti Pandora, ecco qui: il fatturato dei charm è cresciuto del 6%, quello dei bracciali del 19%. Sappiate anche che su ogni gioiello, Pandora guadagna il 33,4% (Ebitda, cioè all’incirca il margine lordo). Federico Graglia
Collezione autunno 2017 Luminose Geometrie
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