[wzslider]A gennaio ha fatto scalpore la vendita dell’azienda a un gigante del lusso come gli svizzeri di Richemont, gruppo svizzero che comprende brand come Cartier, Van Cleef & Arpels, Piaget, Vacheron Constantin, Jaeger-LeCoultre, IWC, Panerai e Montblanc. A sette mesi di distanza il brand Mattioli ha girato pagina e, con la nuova gestione, si appresta a lanciare una raffica di novità: sono venti le collezioni in produzione. E la linea guida sembra essere quella dell’esotismo: si va da Tibet (si ispira ai fili di felicità in uso nel Paese asiatico), a Siriana, che invece evoca l’harem di Istanbul (anche se non si sa se le donne ne abbiano nostalgia). African Queen è invece una linea dedicata alle donne Masai. Insomma, molte novità che sono state anticipate in un lungo articolo sul Sole 24Ore da Licia Mattioli, che continua a guidare l’azienda. Il nuovo progetto riguarda una serie di anelli dedicati agli animali. La collezione si chiama, appunto, Urban Animals: «Si tratta di una serie numerata di anelli dedicati a cinque animali. Ne realizzeremo cinque esemplari per ognuno, ed è una traccia di lavoro che seguiremo e implementeremo nei prossimi mesi, accanto alla creazione delle linee vere e proprie». L’imprenditrice spiega anche la sua filosofia: «L’idea è quella di affiancare le collezioni che creiamo ogni anno a pezzi unici, per clienti esclusive». La storia della Mattioli affonda le radici nell’Ottocento: il punzone 1TO, ottenuto dall’Antica Ditta Marchisio, è il primo rilasciato dalla Città di Torino. La famiglia Mattioli ha rilevato la società negli anni Novanta. «Siamo come un vaso d’argilla tra vasi di ferro i nostri concorrenti sono colossi come Pomellato, Buccellati, Bulgari. Combattiamo con dei giganti ma restiamo un’azienda con una forte connotazione di ricerca e design, cercando però di non innamorarci troppo della “nicchia” perché di nicchia si può anche morire», conclude l’imprenditrice. U.A.