Lo storico marchio Unoaerre, rinato dopo un periodo di appannamento, ha presentato le sue novità a OroArezzo ♦
L’Italia è uno dei Paesi che vanta una lunga tradizione nell’oreficeria. È anche uno dei principali protagonisti sul mercato dell’oro e della lavorazione dei gioielli. Questa tradizione si manifesta in diversi modi: può essere continuata da designer, piccole Maison che producono pochi pezzi all’anno, oppure da grandi realtà che coniugano l’artigianato con l’organizzazione industriale, come Unoaerre.
A OroArezzo 2017 l’azienda, che ha sede proprio nella città toscana, ha presentato alcuni nuovi esempi della sua produzione. Gioielli che sono destinati a mercati e a clienti diversi e stanno a testimoniare l’ampiezza dell’offerta del marchio di Arezzo. Oro giallo oppure oro rosa, catene, collier, anelli: la proposta è quanto mai varia.
Unoaerre, fondata nel 1926 da Leopoldo Gori e Carlo Zucchi, ha appena compiuto i 90 anni e si prepara a festeggiare un secolo di attività: è considerata la prima azienda orafa al mondo, e non è un’esagerazione. Il nome deriva da quello che è stato il primo punzone rilasciato nella città: 1Ar. La sigla si è trasformata nel nome esteso Unoaerre. Per dare un’idea della dimensione, l’azienda ha un fatturato di 140 milioni di euro. Entrata in crisi qualche anno fa, nel 2013 è stata rilevata e rilanciata da Sergio Squarcialupi, attraverso Chimet, azienda specializzata nell’affinazione, recupero metalli preziosi (che ha un fatturato di 2 miliardi). E ora per Unoaerre è iniziata una nuova vita. Federico Graglia