Le opere di oreficeria di Kent Raible al Gia, tra gotico e barocco americano.
Tempo fa una sua opera è stata esposta al Gia, il Gemological Institute of America. Opera è la parola giusta, perché quelli di Kent Raible non sono semplici gioielli, ma piccoli labirinti di oreficeria, tra neo gotico americano, come quello ritratto nel famoso quadro di Grant Wood, e un barocco ottocentesco, un po’ stile impero. Insomma, virtuosismo ed eclettismo a braccetto. Lo stile fa storcere la bocca a chi ama le linee semplici della gioielleria moderna, le forme del design nordico, le linee condite da geometrie elementari.

Raible fa tutto il contrario: intarsi, volumi che si moltiplicano, metalli incisi, anelli che racchiudono un altro anello. Il tutto montato con oro giallo dal sapore vagamente indiano. Quello che è considerato uno dei maestri dell’oreficeria made in Usa ha iniziato la sua carriera nel 1973. In gran parte autodidatta, Kent è anche andato all’estero per due anni, in Germania, per affinare le tecniche di lavorazione. I suoi gioielli sono esposti anche in musei, come lo Smithsonian.

Un esempio: all’inizio del 2015 Kent Raible è stato contattata da un nuovo cliente che voleva un pezzo importante: la sua unica richiesta era che fosse progettato attorno al tema Vanishing Illusions, un concetto buddista sull’impermanenza delle cose. L’idea si è trasformata in una ruota della preghiera in oro e platino, che ruota dietro un cristallo di acquamarina una grande acquamarina scolpita. Al gioiello sono state aggiunte gemme come zaffiri di diversi colori.






