Venini

A Damiani l’intera quota della vetreria Venini





Non solo gioielli: la parola d’ordine della famiglia Damiani è diversificare nel settore del lusso. La società che controlla l’azienda di Valenza, infatti, ha annunciato l’acquisizione dell’ultima tranche del pacchetto azionario di Venini, storico marchio di Venezia. Si tratta delle quote che erano ancora in possesso dei precedenti azionisti, alcuni dei quali, precisa Damiani, continueranno a collaborare con l’azienda.

Vetri Venini
Vetri Venini

La nuova mossa era iniziata tre anni fa con l’acquisizione da parte di Damiani della maggioranza del marchio Venini, in precedenza di proprietà di Chimento, altro nome della gioielleria che, però, si è trovato in difficoltà finanziare.

La fornace di Venini
La fornace di Venini

Guido, Giorgio e Silvia Damiani, nipoti del fondatore del marchio di alta gioielleria hanno deciso di investire nella fornace poiché avevano individuato nei valori e nell’heritage del marchio una grande attinenza con la storia e la mission del brand Damiani. L’obiettivo dei tre fratelli è, infatti, dare un nuovo impulso a una delle più autentiche eccellenze del made in Italy e, nello specifico, del made in Murano, isola vicino a Venezia dove si trova da quasi cent’anni la vetreria Venini.

Da sinistra, Giorgio Damiani, Silvia Damiani e Guido Grassi Damiani
Da sinistra, Giorgio Damiani, Silvia Damiani e Guido Grassi Damiani

Il forte impegno della famiglia Damiani (anche con un aumento di capitale 4 milioni) nei confronti del marchio Venini prevede un consistente piano di sviluppo estero, specie nei mercati asiatici che dimostrano un notevole interesse per ciò che rappresenta il marchio in termini di contenuti artistici e valoriali. In linea con questa strategia, per esempio, Venini ha aperto da poco un nuovo show room in Corea del Sud, nel più vivace e dinamico quartiere fashion di Seul: Gangnam. Inoltre, è stato aperto il flagship store di Via Monte Napoleone a Milano.

Il negozio Damiani di via Monte Napoleone, a Milano, dove si è svolta la Masterpiece Couture
Il negozio Damiani di via Monte Napoleone, a Milano







Rocca brilla a Torino



Rocca (gruppo Damiani) rinnova la storica boutique di Torino ♦︎

Rocca (brand del gruppo Damiani) ha rinnovato la boutique torinese nella centrale via Roma, a Torino, 290 con un design coerente con il concept utilizzato in tutti i negozi della catena, compreso il flagship di Piazza Duomo a Milano. La boutique Rocca di Torino, narra la cronaca, ha avuto clienti come Giuseppe Verdi, Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello ed è stata punto di riferimento anche per i reali di Casa Savoia. «In questo nuovo progetto di Torino abbiamo voluto continuare con l’idea di innovazione che da qualche anno ci accompagna nel rifacimento delle nostre boutique, offrendo un’immagine elegante e coordinata. L’obiettivo è accogliere in un ambiente raffinato e conviviale un folto pubblico, che possa esplorare gli spazi con curiosità e senza impegno e che venga a scoprire i valori dell’arte orafa e orologiera, sotto la guida di un personale attento e competente. Da piemontese, penso che Torino sia una città splendida e in forte crescita, molto apprezzata dal pubblico internazionale: vogliamo che il negozio diventi un punto di riferimento nella città della Mole Antonelliana», ha commentato Giorgio Damiani, vicepresidente del Gruppo Damiani, che nel 2008 ha acquisito la catena Rocca.

La boutique di 400 metri quadri è distribuita su due piani, ha nove vetrine e propone una serie di marchi top: oltre a Damiani, ci sono Rolex, Omega, Breitling, Venini, Salvini, Bulgari, Blancpain, Lange & Sohne, Ulysse Nardin, Baume & Mercier, Longines, Bliss, Tissot.




Interno della boutique Rocca a Torino
Interno della boutique Rocca a Torino
La boutique Rocca di via Roma
La boutique Rocca di via Roma

Esterno della boutique
Esterno della boutique







Sorpresa Damiani nei vasi Venini

Oro, diamanti e cristalli: i Damiani allargano il loro campo d’azione ai vetri di Venini, famoso brand veneziano che produce suppellettili di design. Non è chiaro se i vetri di Venini potranno, prima o poi, entrare in sinergia con la produzione dei gioielli di uno dei marchi controllati dall’azienda, come Damiani, Salvini, Rocca, Calderoni e Pomellato. L’aspetto curioso è che l’acquisizione del 60%, portata avanti direttamente dalla famiglia di Valenza, si incrocia con un altro nome storico della gioielleria: Chimento. A vendere Venini, infatti, sono state le famiglie Chimento e Tabacchi, che avevano acquisito l’azienda nel 2001. Secondo i patti, rimarranno nella compagine azionaria con il 40% e la famiglia Chimento continuerà a svolgere un proprio ruolo operativo nella gestione della società coadiuvando Damiani nelle nuove strategie di crescita. Giancarlo Chimento, fondatore dell’omonimo marchio di gioielleria, aveva rilevato Venini nel 2001. Ma, forse, il momento poco brillante del mercato della gioielleria, ha consigliato Chimento a vendere per concentrarsi sul core business.

Venini è un brand noto in tutto il mondo: è nato nel 1921 (su iniziativa dell’avvocato milanese Paolo Venini) nel distretto produttivo di Murano. E, a differenza di altre vetrerie, si è messo in luce per l’abbinamento tra un materiale così tradizionale come il vetro e il design moderno. Hanno disegnato per Venini firme dell’architettura come Tomaso Buzzi, Tobia Scarpa, Carlo Scarpa, Gio Ponti, Gae Aulenti, Ettore Sottsass e Massimiliano Fuksas, la ceramista svedese Tyra Lundgren, i fratelli Fernando e Humberto Campana il pittore e stilista americano Ken Scott, Fulvio Bianconi, il designer e scultore finlandese Tapio Wirkkala e, ancora, Alessandro Mendini, il giapponese Tadao Ando.

«Venini è una realtà unica al mondo che vanta una tradizione di eccellenza, creatività, artigianalità made in Italy e unicità. Questi sono i valori chiave che da sempre guidano la società unitamente ad una profonda passione per l’arte. Sin dalla nascita Venini ha potuto contare sulla disponibilità in loco di un know-how esclusivo e antico qual è quello di Murano», ha commentato Guido Damiani, presidente del gruppo. «Sono gli stessi punti di forza che da sempre caratterizzano il gruppo Damiani e la famiglia, uniti alla profonda passione per un’arte, quella orafa, che si tramanda di padre in figlio».

Da sinistra, Giorgio Damiani, SIlvia, la madre Gabriella e Guido Damiani
Da sinistra, Giorgio Damiani, SIlvia, la madre Gabriella e Guido Damiani
L'interno della fornace di Venini
L’interno della fornace di Venini
Vetri di venini
Vetri di venini