rubino

Perché i gioielli di Roberto Coin hanno un rubino nascosto

Pensavamo che fosse una storia nota: invece il motivo per cui nei gioielli di Roberto Coin è nascosto un rubino, non è conosciuta da tutti. Eppure l’idea di inserire all’interno dei gioielli un piccolo rubino è senza dubbio un aspetto distintivo del brand italiano.

Anelli della collezione Roman Barocco
Anelli della collezione Roman Barocco

Dunque, l’idea del rubino come firma simbolica della Maison di Vicenza è legata alla mitologia. Roberto Coin, spinto dalla passione per la storia antica, tanti anni fa ha letto tre racconti legati all storie del passato che hanno acceso la sua fantasia.

Roberto Coin
Roberto Coin

La prima di queste leggende appartiene al mondo dell’antico Egitto e ai faraoni: il rubino era considerato una sorta di amuleto, che indossato a contatto con la pelle garantiva eterno amore, eterna gioia ed eterna salute. La seconda leggenda riguarda, invece, i guerrieri birmani. Pare che indossassero la gemma rossa a contatto con la pelle per sconfiggere le ferite e la morte durante la battaglia. Infine un vecchio mito indù considera i rubini come i preziosi frutti di Kalpa, sacro albero dei desideri e della speranza. Insomma, il rubino come pietra magica, forse associata alla vita per il suo color sangue.

Anello e bracciale della Princess collection
Anello e bracciale della Princess collection

Affascinato d questi miti, Roberto Coin ha quindi deciso di associare il suo marchio con in rubino. Così nel 1996 il lancio della collezione Appassionata ha segnato non soltanto l’inizio della storia del brand di Roberto Coin, ma anche il principio della sua firma: un piccolo rubino incastonato per la prima volta all’interno dei gioielli della collezione. Una firma che è rimasta un segno distintivo della Maison veneta.

Bracciale in oro rosa, diamanti e piccolo rubino della collezione Classique Parisienne
Bracciale in oro rosa, diamanti e piccolo rubino della collezione Classique Parisienne
Anelli della collezione New Barocco
Anelli della collezione New Barocco
Anelli della collezione Pois Moi Luna
Anelli della collezione Pois Moi Luna

Quanto vale la tua pietra?

Quanto vale la pietra del vostro gioiello?

Alzi la mano chi non ha almeno un gioiello con gemme colorate e si è mai chiesto quanto vale davvero quella pietra. Ametista o rubino, smeraldo o citrino, zaffiro o pietra luna: non esistono solo i diamanti. Ma quanto valgono le pietre colorate? Quanto vale un rubino? Oppure uno smeraldo? O, ancora, l’acquamarina? Se volete sapere quanto vale la gemma che avete incastonata sull’anello, oppure in una collana, orecchini o bracciale, leggete qui. Cerchiamo di spiegare in modo semplice quali sono le caratteristiche che determinano il valore di una pietra colorata.

Filippo G&G, pietra ametista
Filippo G&G, gemme di diverso tipo

Naturalmente, c’è subito un aspetto abbastanza ovvio: in linea generale il valore è determinato da quanto è rara una gemma. Un rubino, sempre in linea di massima, ha un valore superiore di un semplice quarzo citrino. Ma questa è solo una considerazione di partenza. Infatti, non è detto che nella realtà sia proprio così. Vediamo, invece, quali sono i criteri che guidano la valutazione di una pietra preziosa o semi preziosa.

Anelli con pietra di colore di Bulgari
Anelli con gemme di Bulgari

Il punto di partenza è che il valore di una pietra colorata dipende da diversi fattori, non da uno solo. Quindi, il prezzo stimato non dipende solo il peso e il volume di una pietra. Quindi, come abbiamo detto, non è nemmeno il tipo di pietra a determinarne il valore assoluto. Se avete un anello con uno zaffiro, è probabile che abbia un valore superiore a quello di una pietra di luna. Probabile, ma non certo. Per esempio, i diamanti sono utilizzati anche nell’industria, dato che sono il materiale più duro che esiste. E, ovviamente, i diamanti utilizzati per tagliare le piastrelle di ceramica non sono della stessa qualità di quelli che trovate in gioielleria. Questo per far capire che lo stesso tipo di minerale può avere qualità molto diverse.

Orecchini in oro, diamanti, pietra di colore
Orecchini in oro, diamanti, gemme colorate

Le 4C

Come per i diamanti, anche le pietre preziose e semi preziose colorate sono valutate per le classiche 4C: colore, chiarezza, taglio (in inglese cut) e peso in carati (che determina anche le dimensioni). Ma tra queste 4C la prima è la più importante: il colore. È ovvio, parliamo di pietre colorate.

Pietra per Liaison de Couleurs
Paul Wild, gemme per Liaison de Couleurs

Il colore

Per le pietre colorate preziose (smeraldo, rubino e zaffiro) o semi preziose (tutte le altre) il colore è valutato con tre diversi criteri: la tonalità (nome del colore), il tono (oscurità e luminosità) e la saturazione (vividezza). La relazione tra tonalità, tono e saturazione è l’aspetto più importante per valutare una pietra colorata. Per questo gli smeraldi (o i rubini, gli zaffiri eccetera) non sono tutti uguali. In generale, quando una gemma ha un colore più saturo sarà anche più scura. Per ottenere un colore più saturo spesso le pietre sono sottoposte a particolari procedimenti: per esempio, sono sottoposte a un intenso calore, alle radiazioni, oppure trattate con sostanze chimiche (non dannose). Le pietre naturali, non trattate, hanno un valore maggiore, ovviamente a parità di aspetto e peso.

Ma se volete osservare qual è il colore esatto della vostra pietra, fate attenzione alla fonte di luce: una lampadina che illumina con tonalità gialla, per esempio, può far apparire la vostra pietra di una tonalità diversa da quella naturale.

The duPont Emerald, anello con pietra smeraldo colombiano di 9,11 carati
The duPont Emerald, anello con smeraldo colombiano di 9,11 carati

Chiarezza

Di solito le pietre, alcune in particolare come lo smeraldo, non sono limpide come un cristallo di vetro. La chiarezza misura il grado di trasparenza interna o in superficie. All’interno delle pietre possono trovarsi delle inclusioni, cioè piccole imperfezioni, tracce di altri minerali che possono determinarne il valore. Di solito, meno inclusioni ci sono e più la gemma ha valore. Ma, attenzione: se vi propongono uno smeraldo assolutamente limpido guardatelo con sospetto. Potrebbe essere sintetico. Al contrario, le ametiste sono generalmente prive di inclusioni. Altre pietre, invece, sono apprezzate proprio per le inclusioni: per esempio, l’occhio di gatto. Oppure lo zaffiro stellato, che ha quel particolare riflesso proprio perché ha una inclusione piuttosto rara.

Pietra zaffiri e rubino
Zaffiri blu, rosa e giallo, con rubino

I carati (cioè il peso)

Le dimensioni contano. Certo, il colore è importante, ma se poi la gemma è minuscola… Il peso delle pietre di colore è indicato in carati. Già, ma a che cosa equivale? Presto detto: un carato è circa un quinto di un grammo. Una gemma con maggiori carati costerà generalmente più di un’altra più piccola, se la qualità è equivalente. Ma la proporzione è molto diversa: le ametiste si trovano anche in dimensioni rilevanti, anche oltre 100 carati e, quindi, la differenza tra diverse dimensioni e peso è relativa. I rubini grandi, invece, sono molto rari: in proporzione il loro valore rispetto al peso crescerà di più rispetto a quello dell’ametista.

Anello in oro bianco con pietra acquamarina taglio ovale e diamanti
Paolo Costagli, anello in oro bianco con acquamarina taglio ovale e diamanti

Il taglio

Non è facile, per chi non è un gemmologo, giudicare se il taglio di una pietra è corretto. Ma dovete sapere che nella valutazione di una gemma conta anche come è stata tagliata. La luce, infatti, sarà riflessa meglio e renderà più brillante una pietra tagliata bene. Proporzioni, simmetria e la lucidatura sono gli aspetti principali. Sul prezzo di una gemma, invece, influisce meno la sua forma, se si tratta di uno dei classici tagli utilizzati, come brillante, smeraldo, navette, eccetera. Un buon taglio può esaltare le sfumature di una gemma colorata. Un taglio non perfetto può, al contrario, deprimere la sua bellezza. E non pensate che il taglio sia una semplice operazione compiuta in automatico: ogni pietra è diversa dall’altra e un taglio che va bene per una può non essere adatto a una simile, ma non uguale.

pietra preziosa rubino birmano a forma di cuscino, di Harry Winston.
Anello con rubino birmano a forma di cuscino, di Harry Winston

Il paese di origine

Ultimo aspetto da considerare: il passaporto della pietra conta. Ci sono miniere che hanno una migliore fama e qualità media di altre. E, quindi, nella valutazione delle pietre conta anche sapere qual è l’origine. I rubini birmani sono più pregiati. Gli smeraldi della Colombia sono i più richiesti, seguiti da quelli dello Zambia. Gli zaffiri blu del Kashmir, ormai introvabili, sono i più ambiti.

Diamanti rossi, i più rari

Bracciale con pietra ametista, rubini birmani e diamanti su argento e oro
Bracciale con ametista, rubini birmani e diamanti su argento e oro
Pietra citrino con taglio StarBrite da 29,96 carati di John Dyer & Co
Citrino con taglio StarBrite da 29,96 carati di John Dyer & Co
Anello della collezione Aristocrat, in oro bianco e diamanti, pietra alessandrite taglio brillante
Anello della collezione Aristocrat, in oro bianco e diamanti, alessandrite taglio brillante
Orecchini in oro bianco, topazio e diamanti
Tamara Comolli, orecchini in oro bianco, pietra topazio e diamanti
Anello con pietra zaffiro star di Ceylon su ceramica orange e grigia
Anello con zaffiro star di Ceylon su ceramica orange e grigia
Anello con pietra preziosa zaffiro del Kashmir e diamanti
Anello con zaffiro del Kashmir e diamanti

Tutto sui rubini

Il rubino è una delle pietre preziose più amate da secoli ed è anche la gemma del mese di luglio. Ma pochi ne conoscono le sue vere caratteristiche. Ecco una veloce guida per sapere tutto sui rubini ♦

Brillanti, rossi, costosi: i rubini sono uno dei quattro minerali classificati come pietre preziose, assieme a diamanti, zaffiri e smeraldi. Attenti, però: sono molto rari. Spesso sono utilizzate altre gemme rosse simili al rubino ma, di solito, di minor valore, come la rubellite. Vi siete mai chiesti perché si chiama rubino? Semplice: il nome della pietra deriva dalla parola latina ruber, rosso. Tra l’altro, il rubino è anche la pietra del mese di luglio. Volete sapere tutto sui rubini?

Anello in oro bianco con rubino non scaldato taglio smeraldo di 6,54 carati
Anello in oro bianco con rubino non scaldato taglio smeraldo di 6,54 carati

Che cosa sono. Sfatiamo un mito: non tutti i rubini sono rossi. Il colore varia dal rosso fino al rosa intenso. Secondo la scienza, i rubini sono una varietà del corindone, minerale composto da ossido di alluminio. Ma da un punto di vista chimico il colore rosso è indotto dalla presenza al suo interno di cromo. Da un punto di vista minerale, il rubino è parente di un’altra pietra preziosa: lo zaffiro, che è anche lui un corindone. Tanto che a volte è difficile stabilire se una gemma è un rubino e zaffiro. Per esempio, un rubino con un colore non troppo forte da un po’ di tempo è classificato come zaffiro rosa. I rubini sono utilizzati in gioielleria, ma non solo: Sono pietre molto dure, quasi come il diamante.

Rubino sangue di piccione, non scaldato
Rubino sangue di piccione, non scaldato

Guardate dentro. All’interno di un rubino è possibile trovare un asterismo: si tratta di un effetto luminoso a tre o sei punti o a stella che è provocato da inclusioni di rutilio. Questo tipo di rubini è tagliato a cabochon per visualizzare questo effetto luminoso. Gli asterismi sono visibili in modo corretto con una singola fonte di luce: danno un effetto di movimento e sono molto apprezzati.

I riflessi del rubino
I riflessi del rubino

La provenienza è importante. I rubini si trovano in molte zone del mondo, ma quelli della Valle Mogok, a Myanmar (Birmania) sono i più pregiati per il loro colore rosso intenso. Rubini si trovano anche in Thailandia, Cambogia, India, Afghanistan e Pakistan. In Sri Lanka di solito sono rosa chiaro (spesso sono classificati zaffiri rosa). Piccoli depositi di rubini si trovano anche in Tanzania, Madagascar, Vietnam, Nepal, Tagikistan e persino negli Stati Uniti. Oggi, però, l’Africa è la principale fonte di rubini. Si stima che l’80% dei rubini provenga dal Mozambico, principalmente dalla miniera di Gemfields. Ma anche altre aziende sono attive, come Fura Gems, che ha iniziato a mettere all’asta gemme nell’ultimo anno, insieme a un terzo concorrente, Gem Rock, che presto entrerà nel mercato delle aste di rubini. L’Africa, come fonte, è stata però tradizionalmente disprezzata dall’industria, in particolare per i rubini: le gemme più pregiate, infatti, sono quelle della Birmania. Ma dato che i rubini birmani scarseggiano, quelli africani di Mozambico, Madagascar e Tanzania sono in ascesa. Meglio, quindi, non fissarsi sulla provenienza: meglio giudicare il valore della pietra stessa, qualunque sia la provenienza.

Anello La Reine in platino, rubino, diamanti
La Reina, anello in platino, diamanti e rubino

Quanto vale un rubino? Peso, colore e qualità della pietra determinano il suo valore. Prima di tutto conta il colore: quelli con un rosso molto intenso e brillante sono i più ricercati. Il loro colore è definito «sangue di piccione». Raramente i rubini possono anche cambiare colore oppure presentare un effetto «occhio di gatto». È importante anche il loro gradi di chiarezza: i rubini senza inclusioni sono molto rari, specialmente oltre una certa dimensione. Un rubino da 10 carati senza inclusioni di aghiformi rutilo (chiamati anche seta) può indicare che la pietra è stata trattata, oppure è eccezionale.

L'Anfiteatro, anello by Picchiotti con rubino di oltre 8 carati, diamanti, platino
L’Anfiteatro, anello by Picchiotti con rubino di oltre 8 carati, diamanti, platino

Trattati o naturali? Proprio le imperfezioni, comuni praticamente in tutti i rubini, sono utilizzate dai gemmologi per capire se una pietra è stata trattata oppure è un rubino sintetico. Il trattamento, nella maggior parte dei casi, consiste nel scaldare la pietra grezza prima che sia tagliata. In effetti, ormai quasi tutti i rubini oggi sono trattati in qualche modo, di solito utilizzando il metodo termico. Per questo i rari rubini non trattati e di buona qualità raggiungo prezzi molto alti.

Estrazione di un rubino in Groenlandia
Estrazione di un rubino in Groenlandia
Anello con rubino sangue di piccione
Anello con rubino sangue di piccione
Zorab, diamanti bianchi e neri, rubini
Zorab, diamanti bianchi e neri, rubini
Anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34
Anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34 carati
Collana di perle naturali con rubini della Birmania e diamanti bianchi
Collana di perle naturali con rubini della Birmania e diamanti bianchi

Rubino record da 34,8 milioni

Ecco il rubino più costoso del mondo: si chiama Estrela de Fura ed è stato venduto a New York da Sotheby’s per 34,8 milioni di dollari durante l’asta di Magnificent Jewels. La pietra pesa 55.22 carati ed è il più grande rubino di qualità gemma mai comparso in un’asta. Il precedente record mondiale era detenuto dal Sunrise Ruby, un birmano da 25,59 carati battuto sempre da Sotheby’s a Ginevra, nel maggio 2015, per 30,3 milioni di dollari.

Estrela De Fura, 55.22 ct
Estrela De Fura, 55.22 ct

Estrela de Fura è stato ricavato da un rubino grezzo del peso eccezionale di 101 carati, scoperto ed estratto a luglio 2022 nella miniera di rubini di Fura Gems a Montepuez (Mozambico), uno dei più grandi depositi di rubini al mondo. La sua qualità lo rende un rubino particolarmente raro.

L’eccezionale risultato ottenuto oggi è per noi non solo motivo di orgoglio, ma rappresenta una pietra miliare nell’incredibile viaggio della nostra società che, in soli cinque anni, è cresciuta in modo straordinario. Oggi, grazie a Estrela de Fura, siamo passati alla storia: abbiamo fissato un nuovo record mondiale vendendo la più grande e preziosa pietra colorata mai presentata in un’asta. Con i suoi 55.22 carati Estrela de Fura è una vera meraviglia della natura, una pietra sensazionale, dal colore perfetto e dalla limpidezza eccezionale che rappresenta a pieno la straordinaria qualità dei rubini del Mozambico e stabilisce un precedente significativo per i rubini del Mozambico, elevandoli allo stato di quelli Birmani. Questa pietra è stata per Fura un dono della natura, un regalo che viene concesso una sola volta nella vita, un riconoscimento per il duro lavoro che svolge quotidianamente tutto il team. Con l’occasione non possono non ringraziare anche le comunità ed il Governo del Mozambico per il loro continuo supporto.
Dev Shetty, Fondatore e Ceo di Fura Gems

Dev Shetty
Dev Shetty

Fura Gems è una società mineraria attiva nell’estrazione e commercializzazione di pietre preziose colorate rubini, smeraldi e zaffiri, fondata appena cinque anni fa. Ha sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, e conta oltre 1.600 dipendenti in tutti i continenti. Opera con tre filiali operative in Colombia, Mozambico e Australia, per smeraldi, rubini e zaffiri. Fura destinerà il 2% del ricavato della vendita alla creazione della Fura Training Academy a sostegno della comunità in cui opera in Mozambico.

Abbiamo assistito ad una vendita storica: un rubino del Mozambico nonché una delle pietre più straordinarie ed importanti mai battute a un’asta. Estrela de Fura 55.22 lascia letteralmente estasiati. Con la sua grandezza senza precedenti, il suo straordinario colore e il rarissimo grado di trasparenza e purezza, ha stabilito un nuovo record mondiale ed è oggi diventata ufficialmente la pietra colorata più leggendaria del mondo.
Quig Bruning, Head of Sotheby’s Jewelry, Americas

Quig Bruning, Head of Sotheby's Jewelry -Americas &- Emea, versees sale of Estrela de Fura
Quig Bruning, Head of Sotheby’s Jewelry -Americas &- Emea, versees sale of Estrela de Fura

The Eternal Pink e altri gioielli

L’asta di Magnificent Jewels di Sotheby’s aveva in vendita anche altri pezzi eccezionali, come The Eternal Pink, il diamante rosa più vivido che sia mai arrivato sul mercato, venduto per 34,8 milioni. In totale l’asta ha raggiunto i 95,9 milioni di dollari, la cifra più alta di sempre per qualsiasi asta di gioielli mai organizzata da Sotheby’s a New York. È stata anche la prima asta con due gemme vendute per oltre 30 milioni di dollari nella stessa vendita. Il 91% di tutti i lotti ha trovato acquirenti, con oltre due terzi dei lotti venduti che hanno raggiunto prezzi superiori alle loro stime elevate. Il segno dei tempi: più di un terzo dei lotti è stato acquistato online.

The Eternal Pink
The Eternal Pink

Il risultato da record di oggi è un riflesso diretto e un’ulteriore conferma della posizione di Sotheby’s come leader di mercato ai massimi livelli dell’industria globale della gioielleria. Siamo onorati di aver portato all’asta questa eccezionale selezione di gioielli, ancorata da diverse collezioni private con provenienza storica, che comprende diamanti di alta qualità, pietre preziose colorate superlative e gioielli firmati dalle case più stimate. Non vediamo l’ora di continuare nella nostra tradizione di offrire i gioielli più rari e spettacolari alla nostra clientela mondiale; questo rimane al centro di ciò che facciamo in Sotheby’s.
Catharine Becket, Head of Magnificent Jewels, New York

The Eternal Pink è stato l’altro grande motivo di attrazione dell’asta. Il diamante rosa vivido ha stabilito un nuovo prezzo record per carato 3.292.763 dollari, che è ora il secondo prezzo per carato più alto per un diamante rosa, subito dopo il Williamson Pink Star, venduto per 57,7 milioni da Sotheby’s Hong Kong nell’ottobre 2022.

Cartier, sapphire and diamond ring
Cartier, sapphire and diamond ring

Tra gli altri magnifici gioielli in vendita c’erano 11 pezzi della collezione di Constance Prosser Mellon e Constance Barber Mellon, venduta al 100% per un totale di 6,9 milioni. La collezione comprendeva un anello con zaffiro e diamanti di Cartier, battuto a 3,3 milioni di dollari dopo una lunga battaglia di cinque minuti tra otto offerenti. Con un peso di 33,51 carati, questo zaffiro estremamente raro è di origine birmana classica, non ha alcuna indicazione di riscaldamento e possiede un colore blu reale. Sempre dalla collezione di Constance Prosser, una magnifica collana di zaffiri e diamanti creata da Cartier negli anni Cinquanta ha trovato un acquirente per 2,8 milioni di dollari. La collana è ornata da cinque zaffiri del Kashmir, per un peso totale di circa 34,95 carati, ed è ulteriormente accentuata da diamanti tondi, baguette e taglio quadrato.

Cartier, sapphire and diamond necklace
Cartier, sapphire and diamond necklace

I rubini da sogno di Faidee


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Roop Chand Lunia. Può darsi che questo nome non significhi nulla per voi. Eppure è legato al mondo dei gioielli: Roop Chand Lunia, nato nel 1895, è stato considerato il re del rubino birmano. È lui, scomparso nel 1960, ad aver fondato Faidee, una maison di alta gioielleria specializzata in rubini. Roop Chand Lunia era un commerciante di pietre preziose, noto per la sua collezione di pietre rare ed eccezionali. Ma si è innamorato specialmente della rossa gemma birmana, una delle più rare e pregiate. Per questo l’azienda fondata da Roop Chand Lunia è stata chiamata Faidee, nome che significa buon lustro, cioè splendente, in lingua thailandese. Faidee è specializzata in una pietra, il rubino: propone le gemme più colorate, impressionanti e, ovviamente, costose.

Collana con un motivo a farfalla composta da 30 rubini taglio ovale e diamanti pera e marquise
Collana con un motivo a farfalla composta da 30 rubini taglio ovale e diamanti pera e marquise

La scarsità e la rarità dei rubini Burmese Pigeon’s Blood li hanno resi una delle pietre preziose più ricercate al mondo. Giunta alla quarta generazione, Faidee propone quindi grandi gioielli con splendidi rubini e diamanti. Il discendente del fondatore, Rajeev, per gran parte della sua giovinezza ha imparato a tagliare e classificare i diamanti per continuare l’eredità leggendaria del suo bisnonno. Oggi Rajeev guida gli abili artigiani di Faidee nella lavorazione delle pietre grezze fino alla lucidatura finale.

Anello con rubino di forma ovale di 10,05 carati e diamanti
Anello con rubino di forma ovale di 10,05 carati e diamanti
Collier con 32 rubini taglio cuscino alternati a diamanti
Collier con 32 rubini taglio cuscino alternati a diamanti
Anello con rubino e diamanti di James W. Currens per Faidee
Anello con rubino e diamanti di James W. Currens per Faidee
Bracciale a cinque fila com 60 rubini a forma ottagonale e diamanti baguette e quadrati
Bracciale a cinque fila com 60 rubini a forma ottagonale e diamanti baguette e quadrati
Anello con rubino e diamanti
Anello con rubino e diamanti
Bracciale con 39 rubini taglio cuscino e diamanti
Bracciale con 39 rubini taglio cuscino e diamanti






Il più raro rubino del mondo in asta da Sotheby’s

Uno dei più rari e pregiati rubini di sempre sta per essere messo all’asta da Sotheby’s. Si tratta della gemma estratta nel settembre 2022 dalla miniera di rubini di Fura Gems, a Montepeuz (Mozambico). Il rubino ha ricevuto il nome di Estrela de Fura (stella di Fura in portoghese) e pesava appena estratta 101 carati. È un rubino da record: non solo estremamente raro per qualità e colore, ma anche il più grande, gem quality, mai scoperto e il più prezioso mai battuto a un’asta. Sarà messo in vendita da Sotheby’s durante l’asta di Magnificent Jewels a New York l’8 giugno.

Il rubino Estrela de Fura di 55,22 carati
Il rubino Estrela de Fura di 55,22 carati

Il rubino ha una stima superiore ai 30 milioni di dollari. La pietra grezza è stata trasformata da un gruppo di artigiani in una magnifica pietra cushion cut del peso di 55,22 carati, si appresta a riscrivere la storia sorpassando il Sunrise Ruby, rubino di 25,59 carati di origine birmana, venduto per 30,3 milioni di dollari (oltre 1.185mila dollari per carato) da Sotheby’s a Ginevra nel 2015 e che detiene tuttora il record mondiale d’asta per un rubino. Il tour mondiale di Estrela de Fura, partito da Hong Kong il 5 aprile, girerà in queste settimane il mondo per approdare a Ginevra (unica tappa europea) a maggio, prima di diventare il protagonista indiscusso dell’asta di New York.

Sunrise Ruby, rubino montato su anello con diamanti firmato Cartier. Venduto per oltre 30 milioni di euro
Sunrise Ruby, rubino montato su anello con diamanti firmato Cartier. Venduto per oltre 30 milioni di euro

Quanto sono dure le pietre dei gioielli?




Quanto sono resistenti le pietre dei vostri gioielli? Si possono rovinare facilmente? 

La durezza delle gemme è misurata dalla scala di Mohs. Il nome deriva dallo scienziato tedesco Friedrich Mohs, che la ideò nel 1812. La scala di Mohs assegna un voto da uno a dieci al grado di durezza delle pietre. In questo modo si può sapere quelle che sono più delicate, per esempio, che si graffiano o si rompono più spesso. È un aspetto che è meglio conoscere per non avere brutte sorprese: sapere quanto sono dure le pietre dei vostri gioielli è utile anche per la pulizia. Per esempio, un opale non è resistente quanto un rubino e va trattato con maggiore delicatezza.

Gemme di Filippo G&G
Gemme di Filippo G&G

Insomma, generalmente quando qualcuno compra un gioiello non vi domanda se sarà abbastanza duro da sopportare urti occasionali. Eppure è una domanda che è meglio porvi, specialmente se la pietra è montata su un anello, un gioiello che più facilmente è soggetto al contatto con altri materiali. Ma il discorso vale anche per gli orecchini o la collana se questi gioielli hanno delle pietre.

Diamante taglio cuscino di Jack Reiss. Il diamante è l'elemento più duro in natura
Diamante taglio cuscino di Jack Reiss. Il diamante è l’elemento più duro in natura

Anche se si tende a credere che una pietra sia incredibilmente più solida di un qualsiasi oggetto comune della vita quotidiana, non è così. Le gemme del vostro gioiello potrebbero essere pietre fragili, a rischio di essere graffiate o, addirittura, di finire frantumate in qualche sfortunata circostanza. Persino il diamante non è, in assoluto, al riparo da ogni pericolo. Per fortuna Mohs si è preso la briga, quasi due secoli fa, di misurare la durezza dei diversi minerali, pietre preziose comprese. È possibile, quindi, conoscere il grado di durezza delle pietre con una certa sicurezza.

PietraDurezza
Diamante10
Rubino9
Zaffiro9
Alessandrite8.5
Crisoberillo8.5
Topazio8
Spinello8
Smeraldo7,5-8
Andalusite7.5
Hambergite7.5
Acquamarina7,5-8
Goshenite7,5-8
Berillo7,5-8
Morganite7,5-8
Granato demantoide7-7,5
Ametista7
Tormalina7-7,5
Quarzo7
Kunzite7
Citrino7
Danburite7-7,5
Iolite7-7,5
Rubellite7-7,5
Tanzanite6,5-7
Peridoto6,5-7
Granato6,5 - 7,5
Diaspro6,5-7
Axinite6,5-7
Crisoprasio6,5-7
Corallo fossile6,5-7
Agata6,5-7
Spessartite6,5 - 7,5
Occhio di tigre6,5-7
Zircone6,5 - 7,5
Diasporo6,5-7
Eliotropio6,5-7
Tsavorite6,5 - 7,5
Onice6,5-7
Corniola6,5-7
Calcedonio6,5-7
Rhodolite6,5 - 7,5
Sillimanite6,5 - 7,5
Labradorite6 - 6.5
Pietra Luna6 - 6.5
Giadeite, giada nefrite6 - 6.5
Amazzonite6 - 6.5
Opale5.5 - 6.5
Ematite5.5 - 6.5
Lapislazzuli05-giu
Turchese05-giu
Ossidiana5-5,5
Malachite3,5-4
Corallo03-apr
Perla2,5-4,5
ChrysocollaDi 2 - 4
Ambra2-2,5

Inizialmente la scala di Mohs si è basata su dieci minerali facilmente disponibili. Successivamente questa graduatoria è stata completata ed è ora un indicatore importante per chi acquista una pietra. Attenzione, però: è una scala speciale. Per esempio, un corindone (come il rubino) è due volte più duro di un topazio, ma il diamante è quasi quattro volte più duro di un corindone. Quella che vedete in questa pagina è una tabella che riassume la durezza delle principali pietre. In testa c’è il diamante. Subito dopo ci sono rubini e zaffiri. Poi…  

Acquamarina e tormalina rosa di Nomads
Acquamarina e tormalina rosa di Nomads
Set di spinelli di diverse sfumature di Paul Wild
Set con spinelli di diverse sfumature di Paul Wild






Gemme che sembrano uguali




In gioielleria attenti ai falsi amici. O, meglio, non acquistate pietre che hanno diverso valore, ma un aspetto simile. Simile, ma non uguale. Eppure, nell’equivoco ci sono cascati non solo autorevoli gemmologi, ma anche clienti disposti a pagare cifre con molti zeri e perfino teste coronate. Volete un esempio? Numerose pietre preziose appartenenti al tesoro dello zar Pietro I di Russia, credute per molto tempo rubini, sono più tardi state classificate come rubellite. La stessa gemma, il rubino, ha ingannato anche i reali di Londra: il cosiddetto Rubino del Principe Nero di circa 170 carati montato sulla corona imperiale britannica in realtà non è un rubino, ma uno spinello, posto vicino al diamante Cullinan II, questo autentico. Insomma, pietre con lo stesso colore e abbastanza simili. Ma una vale più dell’altra.

Al centro della corona il Rubino del Principe Nero, che in realtà è uno spinello
Al centro della corona il Rubino del Principe Nero, che in realtà è uno spinello

Ma come può accadere uno scambio di pietre preziose così clamoroso? Be’, un tempo era più facile: la gemmologia non era una scienza sviluppata e non esistevano strumenti in gradi di misurare le onde luminose rifratte dalle pietre, che ora sono utilizzate in gioielleria. Ancora oggi, però, molti gioielli della nonna potrebbero avere montate pietre che non corrispondono a quelle attribuite. E questo può cambiare drammaticamente anche il valore del gioiello: potreste scoprire di avere un anello con rubellite invece di un rubino: non vi cambia nulla quando lo indossate, ma potreste avere una cattiva sorpresa se volete venderlo. Insomma, attenti alle false amicizie: come nella vita, anche per i gioielli possono essere pericolose.

Spinello di 8 carati
Spinello di 8 carati

Rubino e spinello. Tutte e due sono pietre rosse, anche se lo spinello può assumere anche altre tonalità, per esempio queste pietre possono essere anche nere. Molti spinelli utilizzati in gioielleria hanno un colore e una limpidezza molto simili a quelle del rubino e allo zaffiro (due pietre che sono varietà di corindoni). Non solo: spesso lo spinello si trova in giacimenti attigui a quelli di queste due più preziose pietre. Oltre allo spinello rosso intenso, ne esiste anche una varietà color lampone che si estrae in Tanzania.

Anello con rubino birmano da 8,80 carati e diamanti
Anello con rubino birmano da 8,80 carati e diamanti
Anello in oro bianco, diamanti, rubellite
Anello in oro bianco, diamanti, rubellite

Rubino e rubellite. La rubellite è un’altra pietra rossa, che può avere una tonalità intensa simile a quella di certi rubini. Si tratta, però, di una varietà di tormalina, gemma meno rara dei rubini. La rubellite era conosciuta già ai tempi degli antichi romani e spesso la gemma era confusa con granati e spinelli. La grande diffusione in Occidente è avvenuta all’inizio del Seicento dopo l’importazione da parte degli olandesi della rubellite dello Sri Lanka. Nel 1998 è stata scoperta una grande miniera di tormaline in Nigeria e la rubellite ha invaso le gioiellerie.

Rubellite con tonalità lampone
Rubellite con tonalità lampone

Spinello e taaffeite. Tra queste due pietre è la taaffeite a essere più rara e costosa. La taaffeite prende il nome del suo scopritore, l’irlandese Richard Taaffe, che nel 1945 l’ha individuata confusa con lo spinello. Spedita a Londra per una analisi, è stata identificata come una nuova pietra preziosa, purtroppo molto difficile da trovare. A differenza dello spinello, la taaffeite mostra la proprietà della doppia rifrazione che consente la distinzione tra questi due minerali. Può avere colori diversi, tra cui anche rosso violetto e rosso, che la rendono molto simile a certe varietà di spinello.

Una rara gemma di taaffeite
Una rara gemma di taaffeite

Diamanti e zirconi. Attenzione, non parliamo dei cubic zirconia, che sono pietre artificiali dal prezzo bassissimo e utilizzate per ciondoli e bijoux che costano poche decine di euro o dollari. I veri zirconi sono pietre naturali. Possono avere colori diversi, spesso si trovano nella tonalità blu, ma esistono anche zirconi incolori cone il diamante. Lo zircone, inoltre, ha un indice di rifrazione molto alto, inferiore soltanto a quello del diamante, e per questo è stato scambiato spesso per la gemma a cui assomiglia. Da un punto di vista chimico, però, diamanti e zirconi sono differenti: i primi sono costituiti da carbonio puro, i secondi sono nesosilicati.

Zircone taglio brillante
Zircone taglio brillante

Smeraldo e granato demantoide. Sono tutte e due pietre verdi. Il granato demantoide, proprio come lo smeraldo, assume la tonalità verde a causa della percentuale di cromo e ferro, che portano a tonalità verde vivo o più tendente al verde-giallo, anche verde tendente al blu. Anche un’altra varietà di granato, la tsavorite, ha una tonalità verde che può essere scambiata per smeraldo. Infatti, molti gioiellieri abbinano le due pietre sullo stesso gioiello per abbassarne il costo.

Orecchini con granato demantoide, diamanti
Orecchini con granato demantoide, diamanti by Tenzo
Bracciale caratterizzato da un magnifico smeraldo cabochon ottagonale dello Zambia da 71,88 carati e da 41,06 carati di diamanti rotondi incolori taglio brillante incastonati in platino
Bracciale caratterizzato da un magnifico smeraldo cabochon ottagonale dello Zambia da 71,88 carati e da 41,06 carati di diamanti rotondi incolori taglio brillante incastonati in platino
Bracciale Serpente in titanio, tsavorite, onice, lacca
Bracciale Serpente in titanio, tsavorite, onice, lacca

Topazio, quarzo, acquamarina. A volte il topazio bianco o con colorazioni tenui sul giallo è scambiato con il quarzo fumé o citrino. Ovviamente un semplice quarzo costa meno del topazio. Nella tonalità azzurra, invece, un topazio dal colore pallido può essere scambiato per una acquamarina. Il valore delle due pietre, però, è diverso.

Pezzo unico. Anello con citrino lemon e zaffiri
Vanessa Martinelli, pezzo unico. Anello con citrino lemon e zaffiri
Collezione Petra, collana in bronzo con topazio giallo by Gaia Caramazza
Collezione Petra, collana in bronzo con topazio giallo by Gaia Caramazza
Anello con topazio e zaffiri blu
Anello con topazio e zaffiri blu
Anello in oro bianco con grande acquamarina
Anello in oro bianco con grande acquamarina






Come pulire oro e pietre preziose in tre mosse

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Come pulire oro, diamanti e altre pietre preziose? Ecco una veloce guida con quello che c’è da sapere su come pulire i vostri gioielli ♦

Naturalmente un gioiello molto prezioso va tenuto con cura e, francamente, se ha un grande valore, anche affettivo, è meglio portarlo periodicamente dal gioielliere, che può verificare anche il suo stato di salute: avviene, per esempio, che si possano staccare le pietre, oppure che la superficie sia ricoperta di graffi. Ma non sempre è necessario. Si possono (anzi, si devono) pulire i gioielli periodicamente, proprio come si lava la biancheria. Un gioiello, infatti, è quasi sempre a contatto con la pelle e si copre di una patina opaca dovuta al naturale grasso che esce dai pori, e peggio ancora può essere rovinato da profumi, creme e lozioni utilizzate abitualmente. Ecco, dunque, i consigli per la pulizia dei gioielli da eseguire a casa.

ring A differenza dell’argento, per esempio, l’oro non si annerisce nel corso del tempo, ma può facilmente accumulare polvere e sporcizia. Lo stesso vale per i diamanti che, tra tutte le gemme, hanno maggiore capacità di trattenere frammenti organici. E così i gioiellieri inorridiscono quando i clienti portano anelli da stringere o allargare, orecchini da sistemare, e si domandano perché non li lavano al pari dei vestiti. Ripristinare la lucentezza dei monili da soli si può, bastano alcuni strumenti di uso domestico e pochi ingredienti.

1-detersivo

1 Versare qualche goccia di detersivo per piatti liquido in una ciotola di acqua poco più che tiepida,  ma non calda. Mescolare delicatamente. Anche se l’acqua del rubinetto normale funziona bene , per ottenere risultati ancora migliori, è possibile utilizzare quella gasata senza sodio: l’anidride carbonica dà luogo a un processo, la carbonatazione, che nei tensioattivi, ossia i detersivi, aiuta a sciogliere sporco e detriti accumulati. Non utilizzare acqua molto calda o bollente perché alcune pietre, come opali, perle e coralli, possono rompersi con rapido e drastico cambio di temperatura. Quindi, lasciare a bagno per circa 15 minuti  in modo che  la soluzione penetri in fessure e crepe, altrimenti difficili da raggiungere.wash

2 Strofinare delicatamente i gioielli con uno spazzolino a setole morbide, le più morbide possibili (esistono dei prodotti specifici, ma uno spazzolino per i denti o per sopracciglia andrà benissimo), per evitare di graffiare la superficie. Attenzione, delle setole rigide potrebbero rimuoverne lo strato superiore in caso di oro placcato o gioielli con trattamento galvanico. Particolare attenzione va posta per pietre molto sensibili e morbide, come gli opali, oppure le perle.

Leggi anche: Come pulire cammei, perle, smeraldi, opali, cristallispazzolino--2

3 Risciacquare in acqua corrente (sempre tiepida) per rimuovere gli ultimi residui ricordandosi di coprire il tappo di scarico con un colino pasta o caffè filtro metallico. Gli incidenti domestici sono più frequenti di quanti ci si immagini e anche l’anello o gli orecchini nel tubo del lavandino sono un classico! Un’ultima accortezza. Lasciate asciugare completamente i gioielli prima di indossarli di nuovo: se sono ancora bagnati, anche leggermente,  possono trattenere l’umidità  sulla pelle e causare lievi irritazioni cutanee.
rubinetto

Che fare quando le pietre non sono incastonate ma incollate? Accade, per fortuna non è frequente, per gli orecchini.  L’acqua calda potrebbe sciogliere la colla e nella fase di spazzolatura le pietre potrebbero staccarsi. E allora, basta fare qualche modifica: immergere un panno morbido in acqua calda con poche gocce di detersivo, strizzare e  strofinare i gioielli. Anche il risciacquo va eseguito con un panno inumidito con acqua, tamponando delicatamente.

C’è un altro metodo, quello del dentifricio, utile in viaggio o per gioielli di uso quotidiano

1 Mescolare in una ciotola una piccola quantità di dentifricio e acqua per ottenere una pasta fluida.
2 Strofinare con un vecchio spazzolino da denti a setole morbide.spazzolino

3 Risciacquare abbondantemente.

Ma se lo sporco rimane, prima di provare metodi più radicali come acqua bollente o ammoniaca, che invece noi sconsigliamo vivamente, è meglio rivolgersi a un professionista.
dentrifricio







Il lusso di Caram




Se siete appassionati di gemme preziose dovete conoscere Caram. È stata fondata da un indiano, Raj Kumar Jain nel 1975, ma in Germania, a Idar-Oberstein. L’azienda è però presente anche a Hong Kong e Jaipur, la città di origine, che è anche la capitale indiana delle gemme. L’azienda è specializzata nel commercio di diamanti, pietre preziose colorate, ma produce anche alta gioielleria. Per dare un’idea di quello che tratta Caram, vi proponiamo alcune immagini che sintetizzano l’attività del brand.

Anello con smeraldo Muzo di 4 carati
Anello con smeraldo Muzo di 4 carati

A cominciare dalla collana in stile Moghul (dominazione araba della parte nord dell’India, tra il Seicento e l’Ottocento) con smeraldi intagliati, rubini e zaffiri. Una composizione che non passa inosservata. Lo smeraldo colombiano taglio cushion da 65 carati è eccezionale per dimensioni, qualità e colore. Anche l’anello è stato realizzato seguendo i dettami di uno stile del passato. È fatto con platino e uno zaffiro del Kashmir: si tratta di gemma naturale (non riscaldata) di 5.09 carati. Altri gioielli, invece, sono realizzati secondo i modelli estetici classici, con diamanti o pietre di colore di grandi dimensioni e alta qualtà.

Orecchini smeraldi e diamanti
Orecchini smeraldi e diamanti
Anello con rubino taglio ovale e diamanti
Anello con rubino taglio ovale e diamanti
Orecchini con zaffiri taglio cuscino e diamanti
Orecchini con zaffiri taglio cuscino e diamanti
Anello con zaffiro Padparadscha e diamanti
Anello con zaffiro Padparadscha e diamanti
Anello con zaffiro rosa taglio cuscino e diamanti
Anello con zaffiro rosa taglio cuscino e diamanti

Anello con zaffiro ovale e diamanti
Anello con zaffiro ovale e diamanti







Il fascino dei rubini birmani all’asta Bolaffi




Asta Bolaffi di gioielli il 13 e 14 aprile a Milano: il primo giorno si svolgerà dal vivo, mentre il secondo proseguirà online. Il catalogo è piuttosto vasto: comprende oltre 500 lotti selezionati da committenze private, con gioielli firmati da Maison internazionali. Tra i gioielli spiccano una collezione firmata Buccellati oltre a numerosi diamanti di varie carature e monili antichi. Tra i top lot è un anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34 carati accompagnato da certificato Ssef che assicura l’origine birmana e l’assenza di riscaldamento (la base d’asta è di 23.000 euro). Inoltre, il catalogo comprende una piccola collezione di tabacchiere francesi del Settecento.

Anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34
Anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34 carati

L’asta è preceduta dall’esposizione al pubblico sabato 9 aprile nella sede Bolaffi (via Manzoni 7, Milano, orario 10-18, domenica inclusa). L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino a martedì 12 aprile, mentre la vendita all’incanto inizierà mercoledì 13 aprile in sala, presso l’Hotel Mandarin Oriental (via Andegari 9), e proseguirà giovedì 14 aprile solo internet live sul sito di Aste Bolaffi.

Anello con rubino e diamanti indossato
Anello con rubino e diamanti indossato

Pendente in diamanti e rubini parte di un girocollo firmato Romolo Grassi
Pendente in diamanti e rubini parte di un girocollo firmato Romolo Grassi

Anello in oro, zaffiro blu e diamanti di Buccellati
Anello in oro, zaffiro blu e diamanti di Buccellati

Anello in oro e diamanti di Buccellati
Anello in oro e diamanti di Buccellati







Bina Goenka, incredibile India




Gli straordinari gioielli della designer indiana Bina Goenka, pezzi di virtuosismo orafo tra Mumbai e Londra ♦

Un gioiello di Bina Goenka ha spesso un prezzo superiore ai 100.000 euro o dollari. Eppure sono venduti anche online, per esempio da Net-a-Porter.  Le immagini in questa pagina aiutano a capire perché questa designer indiana, con base a Mumbai, ma che si può incontrare anche a Londra (su appuntamento) sia una delle star dell’alta gioielleria. Lo sanno bene i clienti del Grand Hyatt Plaza Hotel di Mumbai, dove la designer è presente con i suoi gioielli dal 2007, quando ha aperto il suo flagship store.

Orecchini con smeraldi di Colombia e Zambia, turchesi
Orecchini con smeraldi di Colombia e Zambia, turchesi

Non stupisce che i suoi collier elaborati, gli orecchini che sembrano puzzle per maharaja, le spille che ricordano i lavori di certi pittori fiamminghi del Seicento, siano ambiti da stelle del cinema, ricchi industriali, e membri delle famiglie reali. Lei, Bina Goenka, fondatrice e Ceo del marchio che porta il suo nome e moglie di un famoso immobiliarista, disegna e produce solo pochi pezzi all’anno: non potrebbe essere diversamente, dato che per realizzarne uno ci vogliono tre-quattro mesi, senza contare la selezione delle pietre e il tempo dedicato al disegno dei pezzi unici. Motivi geometrici e pattern che si trovano nel mondo della natura sono fonti ispiratrici per questa artista della gemma.

Orecchini in oro giallo e bianco, madreperla, rubini, diamanti
Orecchini in oro giallo e bianco, madreperla, rubini, diamanti
Anello in oro bianco 18 carati, perle e diamanti
Anello in oro bianco 18 carati, perle e diamanti
Orecchini con rubini Gemfields del Mozambico, turchesi, diamanti, perle South Sea
Orecchini con rubini Gemfields del Mozambico, turchesi, diamanti, perle South Sea
Anello con rubini Gemfields del Mozambico
Anello con rubini Gemfields del Mozambico
Orecchini con smeraldi colombiani, perle Akoya
Orecchini con smeraldi colombiani, perle Akoya
Orecchini con rubini, perle Akoya
Orecchini con rubini, perle Akoya







Perché le gemme preziose vengono riscaldate?




Le pietre preziose e semipreziose in buona parte sono riscaldate ad alte temperature. Oppure sottoposte a radiazioni. Ecco perché ♦

Se le pietre preziose vi scaldano il cuore è forse perché a loro volta sono state riscaldate. Non dal vostro sguardo, ma da un forno elettrico che può arrivare a 1600 gradi, oppure con un semplice trattamento sul fuoco effettuato subito dopo l’estrazione delle gemme dal sottosuolo. Il trattamento termico delle pietre preziose e semipreziose è noto a gioiellieri e gemmologi, ma poco conosciuto dal grande pubblico, che acquista i gioielli che ostentano rubini di profondo rosso, zaffiri blu intenso, acquamarine azzurre e trasparenti. In realtà le pietre colorate vendute e davvero naturali come sono state estratte sono una piccola minoranza: la maggior parte finisce al forno, senza l’intervento di uno chef. Vediamo, quindi, in che cosa consiste il trattamento termico delle gemme.

Un sacchetto di rubini estratti in una miniera birmana
Un sacchetto di rubini estratti in una miniera birmana

Caldo e colore

Le pietre si riscaldano soprattutto per farne risaltare i colori. Durante il trattamento la pietra viene riscaldata a temperature molto elevate (fino a circa 1600 gradi Celsius). A questa temperatura le inclusioni (le piccole quantità di altri minerali) presenti nella pietra si sciolgono e aggiungono il proprio colore alla pietra. Di solito, quindi, la pietra scaldata diventa più scura, di una tonalità più intensa. È il caso, per esempio, del rutilo negli zaffiri blu. Ci sono anche zaffiri, noti come Gouda, che sono estratti dalla terra colore bianco latte e zaffiri diventano blu solo quando sono riscaldati. Anche i rubini sono quasi sempre riscaldati (tranne eccezioni): con il calore l’ossido di alluminio nella pietra crea una nuova struttura cristallina e il cromo si combina in modo diverso, permettendo una migliore tonalità di colore rosso. Un altro effetto del calore è che può migliorare la trasparenza della pietra, grazie alla distruzione di gas o delle inclusioni fluide.

I rubini sono stati messi in un recipiente al centro del fuoco, dove vengono riscaldati
I rubini sono stati messi in un recipiente al centro del fuoco, dove vengono riscaldati

Come scoprirle

Avete un anello con una pietra naturale o riscaldata? La domanda dovrebbe essere: che cosa ve ne importa? Ma se siete curiosi di saperlo, dovete rivolgervi a un gemmologo dotato di microscopio e buona esperienza. E anche così non sarà facile scoprirlo. I gemmologi, comunque, possono esaminare lo stato interno della pietra, le inclusioni, e cercare i segni del trattamento termico. In generale, se la pietra è perfetta, o ha un valore eccezionale, oppure è perfetta perché è stata trattata.

Quali pietre sono riscaldate

Ecco le pietre che più facilmente finiscono al forno: ametista, citrino, ametrino, acquamarina, tormalina, topazio, zaffiro, rubino, tanzanite, zircone blu.

A sinistra, una tanzanite prima di essere riscaldata. A destra, la tanzanite dopo il trattamento con il calore
A sinistra, una tanzanite prima di essere riscaldata. A destra, la tanzanite dopo il trattamento con il calore

Irradiazione

Oltre a essere riscaldate, le pietre preziose e semi preziose possono essere sottoposte a radiazioni. La domanda che sorge è: ma allora sono pericolose? No, nessun problema: sono sottoposte a un rigido controllo, proprio come quando si va in ospedale per una schermografia al torace. E, in ogni caso, prima di lasciare il laboratorio le pietre sono controllate per verificare che non emettano radiazioni pericolose. Dopotutto molte gemme sono sottoposte a radiazioni naturalmente, quando sono sotto terra. L’irradiazione che avviene in laboratorio serve a rafforzare o cambiare il colore. Una pietra spesso sottoposta a radiazioni è il topazio blu, che in natura si trova con una tonalità molto chiara. Spesso i due trattamenti, quello termico e quello radioattivo sono abbinati: ognuno riesce a migliorare un aspetto diverso della pietra.

A sinistra, un rubino naturale. A destra il rubino dopo essere stato riscaldato
A sinistra, un rubino naturale. A destra il rubino dopo essere stato riscaldato
Rubino grezzo riscaldato
Rubino grezzo riscaldato
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Un rubino non trattato: notare le inclusioni e la luce irregolare






 

Un rosso rubino scalda Dorotheum 





Un rubino rosso sta per infiammare Vienna. La pietra è montata su un anello stile cocktail di Cartier del 1960, che sarà messo all’asta il 23 giugno da Dorotheum assieme ad altri 200 gioielli. La gemma è un raro rubino Burma, incastonato al centro dell’anello, non è trattato e proviene dalle miniere di Mogok. Secondo l’esame gemmologico, la pietra ha una sfumatura rara, tra il rosso violaceo e il rosato, ed è circondata da diamanti incastonati singolarmente. La stima è tra i 160.000 e i 260.000 euro.

Anello di Cartier con rubino Burma non trattato, 5,59 carati, diamanti ottagonali e brillanti, 1960 circa
Anello di Cartier con rubino Burma non trattato, 5,59 carati, diamanti ottagonali e brillanti, 1960 circa

Il cocktail ring divenne famoso negli anni Venti del secolo scorso, negli Stati Uniti del proibizionismo e oggi tutti i più noti gioiellieri hanno incluso questa tipologia di gioiello nel loro catalogo. Un altro esempio dell’asta di Dorotheum proviene da Bulgari: uno zaffiro blu non trattato di 3,25 carati dello Sri Lanka, incorniciato da numerosi diamanti e brillanti. un altro lotto che spicca è una parure di gioielli a forma di farfalla firmata da Chantecler e composta da un anello e un paio di orecchini. Numerosi brillanti, rubini e smeraldi sono lavorati in un insieme affascinante e ricco di dettagli.

Anello Bulgari con zaffiro non trattato, circa 3,25 carati, oro bianco, brillanti e diamanti taglio marquise
Anello Bulgari con zaffiro non trattato, circa 3,25 carati, oro bianco, brillanti e diamanti taglio marquise

Tra i gioielli in vendita si distinguono anche un altro zaffiro birmano non trattato (4,59 carati) in un anello di brillanti, gli orecchini con due smeraldi di 14 carati e con diamanti per circa 2,40 carati. Ancora: un set del 1970 di Van Cleef & Arpels, composto da quattro bracciali con circa 6 carati di diamanti e una collana di Massoni incastonata con circa 30 carati di diamanti. Infine, una collana con circa 45 carati di zaffiri e diamanti, che proveniente da «antica nobiltà europea».

Collana di diamanti con zaffiri non trattati per circa 45 carati e diamanti a rombi circa 10 carati
Collana di diamanti con zaffiri non trattati per circa 45 carati e diamanti a rombi circa 10 carati
Orecchini con smeraldi per circa 14 carati, brillanti per circac2,40 carati
Orecchini con smeraldi per circa 14 carati, brillanti per circac2,40 carati
Parure a forma di farfalla di Chantecler, con brillanti, rubini e smeraldi
Parure a forma di farfalla di Chantecler, con brillanti, rubini e smeraldi

Uno dei bracciali in oro e diamanti di Van Cleef & Arpels
Uno dei bracciali in oro e diamanti di Van Cleef & Arpels







Rubini della Groenlandia tracciabili su Gemolith




Gemolith è il primo marketplace di pietre preziose colorate B2B alimentato da GemCloud. Ha un catalogo con oltre 10.000 pietre preziose di 28 tipi diversi. Ora avrà anche una sezione specifica filtrata attraverso una ricerca avanzata e dedicata alle gemme tracciabili. La prima gemma a entrare in questa selezione è il rubino della Groenlandia (Greenland Ruby), disponibile solo su Gemolith.com.

Minerale con rubini della Groenlandia. Foto: Vincent Pardieu
Minerale con rubini della Groenlandia. Foto: Vincent Pardieu

Gemolith mira a diventare la vetrina digitale delle migliori pratiche nel settore delle pietre preziose colorate. Vogliamo consentire ai nostri fornitori di essere riconosciuti per i loro sforzi nell’acquisizione di gemme tracciabili, dare visibilità alle aziende che stanno implementando soluzioni tracciabili e contribuire a restituire alle comunità locali. Tutti i designer di gioielli che abbiamo già coinvolto sono entusiasti perché questo sta rispondendo alle loro esigenze attuali. Possono avere accesso alle gemme del mondo solo con un clic e ottenere informazioni in tempo reale su di loro.
Veronica Favoroso, Ceo di GemCloud

Veronica Favoroso
Veronica Favoroso

I rubini e gli zaffiri rosa della Groenlandia provengono dalla miniera che si trova ad Aappaluttoq. Sono unici e le loro inclusioni raccontano la storia di un viaggio di 3 miliardi di anni attraverso il tempo e la temperatura. I colori vanno dal rosso intenso alle tonalità più chiare del rosa.

Greenland Ruby e Gemolith sono una partnership perfetta, con entrambe le società che hanno responsabilità e sostenibilità come valori fondamentali. Insieme promettiamo di portare autenticità e provenienza sul mercato delle pietre preziose, offrendo al contempo un’esperienza cliente innovativa e creativa oltre alle nostre gemme rare e belle.
Magnus Kibsgaard, Ceo di Greenland Ruby

Estrazione di un rubino in Groenlandia
Estrazione di un rubino in Groenlandia

Greenland Ruby ha aperto ufficialmente la sua miniera nel 2017 in un paesaggio ghiacciato nel sud-ovest della Groenlandia. Si ritiene che queste gemme siano le più antiche sulla Terra, mentre la miniera e l’impianto di lavorazione sono le più nuove e sofisticate nell’industria delle pietre preziose colorate. Ogni gemma viene tracciata dalla miniera al mercato, grazie alla soluzione di gestione aziendale GemCloud. Tutte le gemme sono estratte, tagliate e lucidate aderendo a pratiche di rispetto ambientale, sociale e di governance responsabili e hanno un certificato di origine, approvato dal governo della Groenlandia che convalida la provenienza.

Miniera di rubini in Groenlandia. Foto: Vincent Pardieu
Miniera di rubini in Groenlandia. Foto: Vincent Pardieu

Un software consente di avere visibilità sull’inventario globale di Greenland Ruby e di contrassegnare digitalmente le gemme come se fossero state controllate una volta controllate fisicamente. GemCloud, inoltre, si è impegnata con la Pink Polar Bear Foundation, un’iniziativa di Greenland Ruby per supportare la ricerca polare internazionale in tutte le discipline, in particolare supportando gli abitanti della Groenlandia (esseri umani, animali e vegetazione) colpiti da cambiamento climatico e cambiamenti culturali di accompagnamento. GemCloud offrirà una percentuale delle vendite di rubini groenlandesi tagliati e lucidati su Gemolith.com

GemCloud sta lavorando per aggiungere sempre più pietre preziose tracciabili nei prossimi mesi, come parte di un programma più ampio per promuovere la trasparenza e la tracciabilità, sviluppato insieme a TDI Sustainability.

Selezione di rubini della Groenlandia
Selezione di rubini della Groenlandia
Rubini della Groenlandia
Rubini della Groenlandia

Rubini della Groenlandia
Rubini della Groenlandia







Fabergé celebra l’anniversario di Game of Thrones




Che cosa c’entrano le famose uova di Fabergé con un fantasy che ha tenuto incollati al televisore milioni di persone? Eppure, l’alta gioielleria della Maison famosa per le sue uova preziose che allietavano gli zar, ha deciso di celebrare l’anniversario del primo episodio del Trono di Spade (Game of Thrones,) che ha debuttato giusto dieci anni fa.  Per The Iron Anniversary Gemfields, azienda mineraria che dal 2013 detiene il marchio Fabergé, ha deciso di collaborare con Warner Bros.Consumer Products per produrre l’uovo Game of Thrones Fabergé, definito di classe imperiale.

Il bozzetto dell'uovo di Fabergé per Game of Thrones
Il bozzetto dell’uovo di Fabergé per Game of Thrones

Per creare il gioiello la designer di Fabergé, Liisa Tallgren, ha collaborato con il costumista di Game of Thrones Michele Clapton. Il design dell’uovo è ispirato al personaggio Daenerys Targaryen, interpretato dall’attrice Emilia Clarke. La forma dell’uovo si ispira al viaggio della protagonista e all’importanza del colore nei suoi costumi, alla sua passione per i suoi draghi e al modo in cui ha interpretato i messaggi attraverso i suoi gioielli durante il suo viaggio nello show. Le scaglie dell’uovo sono dipinte a mano in smalto viola, rosso, blu e grigio, lo schema dei colori dei costumi del personaggio, e accentate con diamanti e pietre di luna.

Disegno preparatorio per l'uovo di Fabergé
Disegno preparatorio per l’uovo di Fabergé

Il gioiello è realizzato in oro bianco 18 carati, con un drago che avvolge la base dell’uovo, punteggiato di diamanti bianchi. L’uovo si apre in tre sezioni, che rappresentano i tre draghi del fantasy, mentre l scaglie fiammeggianti sono rappresentate da un pavé di rubini rosso intenso nella parte inferiore e sfumate in zaffiri rosa e diamanti bianchi nella parte superiore, con le gemme colorate che spiccano dalla placcatura rodio nero su oro bianco. All’interno, inoltre, si trova un secondo uovo d’oro, con diamanti bianchi incastonati. Dentro questo uovo più piccolo, infine, c’è una corona in miniatura su una base di cristallo, incastonata con un rubino taglio a pera proveniente dalla miniera di rubini Montepuez di Gemfields in Mozambico.

Daenerys Targaryen
Daenerys Targaryen

Il simbolo di Game of Thrones
Il simbolo di Game of Thrones







Francis Chiu, messaggio tailandese

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I gioielli preziosi di Francis Chiu, firma del design classico tailandese ♦︎

Non è un segreto che buona parte della gioielleria e dell’alta gioielleria di grandi Maison europee sia realizzata nei laboratori e nelle fabbriche tailandesi. L’abilità manuale degli artigiani del Paese asiatico, unita a un costo del lavoro più basso, ha spinto parecchie marche ad affidarsi agli operosi tailandesi. Ma, a parte produrre gioielli per conto terzi, che cosa sono capaci di fare? Vale la pena, come esempio della capacità di realizzare gioielli di grande valore, di guardare il lavoro di Francis Chiu.

Anello in oro rosa e morganite
Anello in oro rosa e morganite

La sua storia professionale è iniziata nel 1999. Quando la maggior parte delle imprese di gioielleria tailandesi si concentrava sui gioielli di massa, Francis Chiu ha scelto di creare un marchio di gioielli esclusivo in Asia, per il pubblico più esigente. Oggi i suoi gioielli sono apprezzati anche in Occidente e sono venduti anche attraverso case d’asta internazionali. Sono gioielli basati su grandi e considerevoli pietre preziose, dai rubini agli zaffiri, a cui si aggiunge la giada. Attorno a queste pietre, sempre di grande impatto, è costruito il gioiello. Lo stile è quello classico, ogni tanto con qualche concessione al gusto orientale.

Anello con giada cabochon, rubini e diamanti
Anello con giada cabochon, rubini e diamanti
Anello con rubino, diamanti e zaffiri gialli
Anello con rubino, diamanti e zaffiri gialli
Anello con rubino taglio a cuore e diamanti
Anello con rubino taglio a cuore e diamanti
Classico anello con rubino e petali in diamanti
Classico anello con rubino e petali in diamanti
Orecchini pendenti con smeraldi e rubini
Orecchini pendenti con smeraldi e rubini
Orecchini con smeraldi taglio a goccia, diamanti e perle
Orecchini con smeraldi taglio a goccia, diamanti e perle
Orecchini con giada e zaffiri
Orecchini con giada e zaffiri







I colori indiani di Varda Goelka e di Diagold

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Lo stile ricco e tanta tradizione nei gioielli della designer indiana Varda Goenka e della sua Diagold ♦

L’India è uno dei Paesi che ama di più i gioielli. È logico, quindi, che abbia una lunga tradizione. Ma ci sono anche marchi nuovi, come Diagold, che senza rinnegare la tradizione propongono gioielli di classe elevata, con uno stile che può piacere anche alle donne occidentali, tanto che ha aperto un negozio anche a Londra. Se andate in India, insomma, andate a visitare uno dei negozi (Kolkata, Mumbai, Delhi) del brand fondato da una donna, Varda Goenka, circa 15 anni fa.

Set in diamanti e smeraldi
Set in diamanti e smeraldi

Non si tratta di gioielleria etnica: pietre e materiali passano attraverso una selezione pari a quella delle grandi Maison dell’Occidente. Basta osservare i gioielli proposti dal Diagold per accorgersi subito che il modello a cui si ispira è quello dell’oreficeria classica italiana o francese, con una ovvia impronta orientale in alcuni pezzi. Tutti i gioielli sono comunque molto elaborati, con ampio utilizzo di pietre colorate accanto a diamanti e perle, mentre l’oro è giallo, la tonalità che è più apprezzata dagli indiani. Questa selezione di gioielli firmati Diagold può dare l’idea dello stile del brand.

Anello in oro rosa e diamanti di Diagold
Anello in oro rosa e diamanti di Diagold
Collana di diamanti e rubini di Varda Goelka
Collana di diamanti e rubini di Varda Goelka
Orecchini con diamanti e smeraldi
Orecchini con diamanti e smeraldi
Orecchini a forma di goccia con diamanti e smeraldi
Orecchini a forma di goccia con diamanti e smeraldi
Orecchini con diamanti e rubini
Orecchini con diamanti e rubini
Orecchini con perle, diamanti e zaffiri di Diagold
Orecchini con perle, diamanti e zaffiri di Diagold







Van Cleef & Arpels lancia Jasmin, nuovo solitaire

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Un anello di fidanzamento o un anello di matrimonio, la fede nuziale, sono il simbolo di una promessa che dura nel tempo: ed è questo messaggio che Van Cleef & Arpels affida alla storia dei suoi gioielli.

La Maison parigina ha sintetizzato la storia, l’evoluzione e lo stile delle sue creazioni o, più precisamente, degli anelli di fidanzamento o di matrimonio. Un racconto che parte nel 1895 nel cuore di Parigi, con il matrimonio di Estelle Arpels, figlia di un commerciante di pietre preziose, e di Alfred Van Cleef, figlio di un tagliatore di gemme. Nel 1906, al numero 22 di place Vendôme, la Maison Van Cleef & Arpels unisce questi due nomi in un destino comune all’insegna della gioielleria. Da allora, come una sorta di legame immutabile, il logogramma & simboleggia quest’unione di anime e di competenze.

L'interno della boutique di Roma di Van Cleef & Arpels
L’interno della boutique di Roma di Van Cleef & Arpels

Pietre d’eccezione

Da oltre un secolo, le pietre d’eccezione sono protagoniste del processo creativo di Van Cleef & Arpels. Nel solco di una maestria tramandata fin dalle origini, la Maison seleziona le sue materie sulla base dei criteri più severi. Beneficiando della medesima rigorosa attenzione, sia i pezzi unici sia le fedi incastonate montano solo le migliori qualità di diamanti. Di purezza da IF a VVS2 e di colore D o E per i solitari e D, E o F per le fedi nuziali, offrono alle creazioni una lucentezza eccezionale.

Solitario Bonheur
Solitario Bonheur

Per i diamanti, come per gli zaffiri, i rubini o gli smeraldi, Van Cleef & Arpels cerca, infatti, non solo l’eccellenza, ma anche il carattere. Oltre ai criteri assoluti sopraggiunge un incontro, una segreta alchimia capace di risvegliare i sensi. In particolare, con Le Pierres de Caractère (che è un marchio della Maison).

Solitario Couture
Solitario Couture

Coppie leggendarie

Dalla parure in perle e diamanti offerta alla principessa Grace di Monaco come regalo di nozze al solitario ornato di un favoloso rubino di 8,25 carati regalato da Richard Burton a Elizabeth Taylor nel 1968, dalla celebre collana in rubini e diamanti della Duchessa di Windsor che ha sul fermaglio l’iscrizione “My Wallis from her David, 19.VI.1936”, alla parure Océan realizzata per la Principessa Charlène di Monaco in occasione del matrimonio nel 2011: molte coppie famose si sono rivolte alla Maison al fine di celebrare i momenti salienti del loro amore.

Solitario con diamanti e zaffiro
Solitario con diamanti e zaffiro

Gli anelli

Ogni creazione beneficia dell’esperienza di Alta Gioielleria di Van Cleef & Arpels, tramandata da oltre un secolo dalle Mains d’Or (altro marchio della Maison) dei suoi atelier. Questa competenza si esprime attraverso una successione di gesti meticolosamente eseguiti a mano. E questo vale anche per le collezioni di fedi nuziali e solitari.

Solitario Perlée
Solitario Perlée

I solitari Icône e Couture avvolgono in un tenero abbraccio la pietra centrale, mentre gli anelli Perlée ed Estelle sono ritmati da un profilo di perle d’oro o di platino. Le creazioni Bonheur e Romance sublimano la bellezza del diamante grazie a un’estetica femminile e senza tempo. Le gemme risplendono altresì sui solitari unici, evocando il legame con la persona amata mediante la carezza di una voluta o di un petalo prezioso.

Solitario Jasmin di Van Cleef & Arpels
Solitario Jasmin di Van Cleef & Arpels

Il nuvo solitario Jasmin

Bonheur, Jasmin, Icône, Romance, Menuet, Entrelacs, Motifs Pétales o Boucle: le differenti montature permettono di conferire risalto alle Pierres de Caractère selezionate dalla Maison. Il nuovo Solitario Jasmin s’iscrive in questi criteri di eccellenza gioielliera. Ispirato al fiore di gelsomino, simbolo di amore e bellezza, questo modello dal delicato andamento curvilineo è ornato di diamanti taglio marquise a evocare una natura poetica. Il solitario è realizzato in platino, oro rosa, un rubino taglio cuscino di 5,02 carati (Tailandia), diamanti taglio rotondo e navette.

Solitario Romance
Solitario Romance

Personalizzazione

Per poter abbinare facilmente l’anello di fidanzamento alla fede nuziale, la Maison ha concepito le sue creazioni in modo che si armonizzino con praticità ed eleganza. Se alcuni modelli (Romance, Couture, Perlée, Estelle) sono fatti apposta, altri offrono ai futuri sposi numerose combinazioni. Gli ensemble possono, infatti, essere composti secondo la propria personalità: classici e senza tempo oppure moderni e audaci. Giocando sulla larghezza degli anelli, coniugando la semplicità alla lucentezza dei diamanti, unendo le perle d’oro: le possibilità sono molteplici. La Maison offre inoltre ai futuri sposi la possibilità di personalizzare ogni anello di fidanzamento o nuziale attraverso un’esclusiva incisione.

Solitario Estelle
Solitario Estelle

Gli anelli di fidanzamento

Per i suoi solitari Van Cleef & Arpels seleziona esclusivamente diamanti dai colori impeccabili e dalle qualità più pure. Ogni anello in platino, oppure in oro bianco o rosa per il modello Perlée, può essere incastonato con un diamante taglio rotondo di almeno 0,30 carati.

Van Cleef & Arpels propone a ogni coppia un servizio personalizzato: è possibile scegliere il diamante, unico, tra un insieme di pietre selezionate in base ai più alti criteri di qualità. La pietra scelta è poi abbinata a una selezione di montature della Maison: Icône, Romance e Bonheur.

Solitario Menuet
Solitario Menuet

Fede nuziale Felicité, oro giallo e diamanti
Fede nuziale Felicité, oro giallo e diamanti

Fede nuziale Tendrement Signature
Fede nuziale Tendrement Signature
Fede nuziale Toujours Etoiles
Fede nuziale Toujours Etoiles

Fede Nuziale Toujours in oro rosa
Fede Nuziale Toujours in oro rosa







Pietre vere e false, come riconoscerle





Come riconoscere una pietra vera da una falsa? Spesso per i gioielli sono utilizzati trucchi che possono ingannare chi non è esperto. Ecco che cosa controllare ♦︎

Attenti alle pietre false. Ma anche a quelle che sono finte a metà. Forse non sapete che i modi per simulare pietre preziose sui gioielli sono molti, e altrettanti sono i sistemi per rendere una pietra più interessante di quanto non sia in realtà. Naturalmente, il pericolo maggiore si corre quando si acquista un gioiello senza le normali garanzie e la certificazione di un istituto gemmologico. Oppure qualche sospetto può sorgere per qualche vecchio gioiello di famiglia, del quale non si conosce la provenienza. Ecco qualche aspetto che dovete considerare.

Analisi di un diamante
Analisi di un diamante

Pietre false. Plastica e vetro sono materiali utilizzati spesso per simulare pietre preziose. La tecnologia oggi permette di creare in laboratorio qualcosa che per gli occhi non è distinguibile da pietre naturali, come rubini, smeraldi o resine fossili come l’ambra. Naturalmente un gioielliere esperto o un laboratorio specializzato possono individuare se si tratta di pietre autentiche oppure di imitazioni. Se avete dubbi, chiedete la consulenza di un esperto.

Orecchini oro e ambra
Orecchini in oro e ambra

Pietre artificiali. Zirconia cubica e moissanite sintetica (esiste anche quella naturale, piuttosto rara) sono due delle pietre create in laboratorio e che presentano caratteristiche a prima vista simili alle gemme autentiche, come i diamanti. Simili, ma non uguali. Naturalmente se le volete vendere hanno un valore molto basso, ma al momento dell’acquisto solo un gemmologo o un esame ravvicinato può distinguere una zirconia cubica, spesso fatta passare per uno zircone, che invece è una pietra naturale. Come essere sicuri di non essere imbrogliati? Semplice: un diamante, anche piccolo, ha sempre un certificato che ne attesta le caratteristiche come la trasparenza, il colore, la chiarezza e, ovviamente, i carati. La zirconia cubica, no.

Anello con cubic zirconia
Anello con cubic zirconia

Pietre composite. Uno dei trend tra i gioiellieri è la proposta di sovrapporre pietre o materiali diversi. È un modo per ridurre i costi: si compone una specie di sandwich di pietre diverse: quala più pregiata sta sopra, quella che serve a creare spessore sta sotto. L’obiettivo è far apparire più grandi le pietre utilizzate in superficie, aggiungendo un’imitazione o una gemma a buon mercato, magari nella parte inferiore della pietra, nascosta dalla montatura. Questo sistema è meno frequente per le pietre trasparenti, mentre è utilizzato con più facilità in quelle opache, come gli opali o i turchesi. A volte la pietra autentica è solo un piccolo strato che è incollato su un minerale meno pregiato. Un altro sistema, invece, riguarda le pietre trasparenti. Per ottenere una sfumatura interessante, un espediente consiste nell’incollare con uno speciale adesivo invisibile due o tre pietre differenti, in modo da farle sembrare una sola e trasformarla in una «preziosa» pietra con una sfumatura affascinante. I migliori marchi non nascondo questa scelta. Ma come fare per evitare imbrogli? Oltre ad affidarsi a un marchio che gode della vostra fiducia, è bene osservare attentamente, magari con una lente, la lavorazione del gioiello.

Andreoli, anello con opale rosa
Andreoli, anello con opale (vero) rosa

Pietre di fantasia. Un’altra idea di chi non vuole essere trasparente con chi acquista gioielli è cambiare il nome delle pietre. Se leggete che un anello ha uno «smeraldo orientale», per esempio, sappiate che si tratta di uno zaffiro verde, che è meno pregiato. Altri esempi: un «rubino americano» in realtà è un granato, che vale molto, molto meno. E la «giada australiana»? È semplice quarzo trattato. Conclusione: quando leggete nomi un po’ esotici di pietre, che non avete mai sentito, controllate su Google. O su Gioiellis.com, naturalmente.

Anello con la cosiddetta giada australiana
Anello con la cosiddetta giada australiana

Pietre ricostituite. Ci sono pietre che sono stabilizzate o ricostruite. Spesso accade con il turchese. La stabilizzazione consiste nel sottoporre la pietra a una pressione per renderla più compatta ed eliminare la consistenza gessosa. Inoltre, spesso il turchese o altre pietre morbide sono ricostituite mescolando polvere con un elemento legante, una colla. Insomma, sono una specie di pasta, a cui spesso è aggiunto anche del colorante, per rendere più vivido il colore.

Anello con turchese: solo 6,99 euro da Claire's
Anello con turchese: solo 6,99 euro da Claire’s

Come difendersi. Non è semplice riconoscere questi trucchi. Un prezzo molto basso è un indizio infallibile che qualcosa non quadra: nessuno vi regalerà una pietra preziosa a poco prezzo e la probabilità che un gioielliere offra sconti consistenti su uno smeraldo, diamante o rubino è rara come l’acqua nel deserto. I certificati, per le pietre molto costose, sono un buon inizio per evitare l’acquisto di falsi. Il parere di un gioielliere che possa garantire l’autenticità di un gioiello è un altro elemento da tenere presente. Infine, una maggiore sicurezza la può garantire un gemmologo esperto.  

Diamante rosa sotto la lente del gemmologo
Diamante rosa sotto la lente del gemmologo







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