rubini

I consigli dell’esperto per acquistare diamanti

Diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri: quanto valgono? Come riconoscerli? C’è chi li compra per farsi perdonare qualcosa, chi per passione, chi come investimento in un bene rifugio. Qualunque sia la motivazione, il parere di un esperto è fondamentale. Soprattutto perché quando si tratta di diamanti esistono dei parametri che sono una sorta di listino di base per la quotazione, ma nel campo delle gemme colorate, come smeraldi, rubini e zaffiri la faccenda non è semplice. A che cosa stare attenti e quali criteri adottare per la scelta, lo spiega Pio Visconti, docente dell’Istituto Gemmologico Italiano, consulente di molti enti regionali e titolare del Centro analisi gemmologiche di Valenza. La prova che sia un insigne gemmologo, sta nel fatto che la sua perizia è citata come garanzia nei cataloghi delle aste, in caso di una sua certificazione del gioiello. «Come valutare una pietra? Se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?», spiega in questa intervista a Gioiellis.com.

Pio Visconti in tenuta da golf
Pio Visconti in tenuta da golf

Domanda. Quale delle famose quattro C carati (carat), colore (colour), chiarezza (clarity) e taglio (cut), è più importante nella scelta di un diamante?

Risposta. Il criterio che deve prevalere, secondo me, è il taglio. Certo peso, colore e chiarezza sono importanti, ma poiché la spesa per una pietra IF di 40 punti e una Vs2 di 70 punti magari è abbastanza simile, rimane il fatto che il diamante quando è incastonato deve brillare sulla montatura, deve essere una montagna di luce, come dicevano gli antichi, e questo lo si ottiene solo con un buon taglio.

Fedi eternity in diamanti
Fedi eternity in diamanti

D. Ma chi non è del settore come fa a capire se si tratta di un buon lavoro? Si affida al suo senso estetico?

R. Nel certificato si leggono dei numeri che si riferiscono ai valori della tavola, ossia della parte superiore, per esempio 57%, e all’altezza della corona 14%. Al cliente non dicono nulla e per questo a fianco è scritto il giudizio dell’analista: ottimo, buono, medio, sia come proporzioni sia come accuratezza. In definitiva, io consiglierei un diamante tagliato in maniera ottima, perché gli altri criteri sono legati al prezzo.

D. Che cosa fare se la certificazione non esiste?

R. Le faccio io una domanda: se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?

Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi

D. Molti marchi conosciuti ci tengono a evidenziare l’utilizzo esclusivo di diamanti certificati, ma non c’è il rischio di ricevere il certificato di un’altra gemma? 

R. Tutto può succedere, però rovinarsi la reputazione per un comportamento poco trasparente per gemme di poco valore non vale la pena, tanto più che basta poco a trasformarsi in una catastrofe commerciale. In casi di pietre molto rare, il diamante è sigillato con il suo certificato all’interno, addirittura negli ultimi dieci anni è sempre più frequente la richiesta dell’incisione del numero di certificato sulla cintura della pietra stessa.

D. La corsa alla certificazione non dipende anche dalla notevole evoluzione tecnologica nella produzione diamanti sintetici che derivano sì dal carbonio, ma realizzati in laboratorio, e dall’aumento del numero di pietre naturali modificate dall’uomo per farle sembrare più belle. Il Gemological Institute of America(Gia), ha addirittura messo a punto un software 3D per smascherare i falsi. Funziona? 

R. È uno strumento in più, ma da solo non basta. Il lavoro del gemmologo è quello di identificare l’autenticità della pietra con una strumentazione adatta. Inoltre, esiste un listino prezzo di massima per ognuna delle 4 C, poi il valore preciso è determinato dalla domanda e dall’offerta. I commercianti addirittura possono valutare la pietra senza nemmeno vederla perché, appunto, fa fede il certificato. Le cose invece, si complicano terribilmente con le pietre di colore: nessun ente certificatore al mondo è riuscito a identificare in maniera seria parametri che possano suggerire il valore di uno smeraldo, di un rubino e uno zaffiro. E per le pietre semipreziose è ancora peggio.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello com diamante

D. Si dice che la provenienza delle gemme ne determini la qualità. È vero che i rubini più belli sono birmani, così come gli smeraldi devono essere colombiani?

R. È una semplificazione: si sa che un rubino birmano solitamente ha delle caratteristiche cromatiche eccezionali perché è di un bel rosso vivo, brillante, senza saturazioni di bruno o di viola, quasi la tonalità delle auto Ferrari per intendersi. Questo non vuol dire che pietre simili non si possano trovare anche nei giacimenti di altri Paesi, ma sicuramente sono più rare. Per esempio quelli tailandesi hanno un’ottima trasparenza, ma anche una sfumatura violacea, per una piccolissima saturazione blu. Lo stesso vale per gli smeraldi: alcuni esemplari, magnifici per colore e trasparenza ossia con caratteristiche tipiche dei berilli colombiani, sono stati scoperti in Brasile. Gli zaffiri del Kasmhir sono di un blu incomparabile, ma rarissimi, mentre quelli di Ceylon sono più chiari ma più caldi e, ancora, quelli del Siam sono di una tonalità molto intensa.

D. Se la provenienza non garantisce la qualità, che dire del taglio?

R. Le pietre colorate hanno dei sistemi cristallini più complicati del diamante, quello che conta è una buona simmetria e un’uniformità colore vista dall’alto, perché di profilo questo non si otterrà mai. Per questo un taglio non perfettamente centrato è accettabile negli smeraldi, rubini e zaffiri. Al contrario, è inaccettabile in un diamante.

Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms
Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms

D. E si torna sempre al taglio…

R. Sfruttare al massimo sia il peso che il colore della gemma dipende dall’abilità del tagliatore: gli zaffiri australiani molto scuri con un sovratono verdastro e per questo poco amati, sono solitamente tagliati abbastanza sottili per evitare di accentuarne la cupezza. Invece, quelli Ceylon dalla tonalità molto bella, ma poco intensa hanno un padiglione molto più ampio per rafforzarne il colore.

D. Ma allora il criterio di scelta per queste pietre è il colore?

R. Sì, deve essere il più puro possibile, rispecchiare l’idea di verde o rosso o blu che abbiamo. Ovviamente, non devo vedere inclusioni a occhio nudo, magari posso aiutarmi con occhiali da una diottria o due, perché le imperfezioni ne abbassano il valore. E se capita di voler fare shopping durante un viaggio, prima di comprare una pietra meglio passare prima da un ente certificatore del luogo.

Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti
Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti

D. Quali sono le contraffazioni più comuni e quelle più dannose economicamente? Si sente spesso parlare di smeraldi «No Oil» come segno di autenticità. Vale anche per rubini e zaffiri? 

R. Tra tutti i trattamenti quello citato è più innocuo e anche più antico: Plinio accenna nei suoi scritti che per rendere più belli gli smeraldi era sufficiente metterli a bagno nell’olio. Le microfratture impregnate di resina: quelle sì che sono gravi. Per gli zaffiri il metodo più clamoroso, che riduce di un decimo il valore è la termodiffusione, ossia la colorazione blu di un corindone naturale, ma completamente incolore. Risultato? Una gemma da 70 euro trattamento compreso, potrebbe essere valutata anche 1.200 euro. Mentre le radici di rubino, chiamate così perché opache, sono rubini di bassissima qualità che, con una tecnica molto sofisticata, ricevono infiltrazioni di vetro. In genere sono al piombo per aumentare l’effetto, in modo da rendere i rubini completamente trasparenti. In pratica, una pietra di 4 carati il cui costo al commercio fatica superare i 100 dollari, assume lo stesso aspetto estetico di una da 5mila dollari.

D. Quindi l’ente certificatore garantisce l’autenticità e l’origine del prodotto?

R. Sì, verifica se è naturale o sintetico e, nel primo caso, se ha subito dei trattamenti. Grazie alle inclusioni, che sono delle tracce della roccia nella quale la pietra si è formata, è possibile risalire alla zona geografica. Sul valore c’è una forbice molto ampia legata al commercio, alla moda, alla percezione personale. Monica Battistoni

Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo
Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo

I gioielli della corona di Olanda

Anche i reali di Olanda possono vantare un buon numero di gioielli importanti. Ecco quali sono ♦

Maxìma di Olanda anni fa era stata inserita dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti al mondo per il suo impegno sociale. E sembra proprio una donna fortunata: ha sposato un principe, è diventata regina, dopo che nel 2013 Beatrice d’Olanda ha abdicato a favore del figlio Guglielmo Alessandro. Maxima Zorreguieta Cerruti, argentina di nascita, ha così avuto anche accesso a una delle collezioni di gioielli più ricche d’Europa. È un patrimonio accumulato nei secoli e mantenuto intatto grazie a una brillante soluzione: quella di far confluire i pezzi più importanti in una fondazione. E se i membri femminili della famiglia possono usufruirne in base al ruolo dinastico, alcuni di questi preziosissimi gioielli sono riservati unicamente alla regina regnante o consorte. Come, appunto, la regina Máxima , che a un anno dall’incoronazione ha dimostrato grande abilità nel modificarli e indossarli. Perché si tratta di diademi smontabili e rimontabili come collane e bracciali e viceversa. Ecco come, partendo proprio dalla tiara di diamanti zaffiri indossata nel giorno dell’incoronazione.

Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri
Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri

Sapphire Parure. Realizzata nel 1881 per la regina Emma, la tiara, che fa parte della Sapphire Parure, ha 655 diamanti sudafricani di 242 carati complessivi con un taglio brillante e 33 zaffiri del Cashmere di 155 carati. Uno zaffiro centrale a taglio cuscino circondato da due zaffiri più piccoli e da cinque diamanti per lato è l’elemento centrale, indossabile anche separatamente come spilla. Per renderla più leggera la nuova regina elimina sostituisce i tre diamanti montati a forma di giglio sulla sommità e li sostituisce con un unico grande diamante. Il girocollo di questa parure invece, è stato indossato come tiara aggiungendo sulla sommità cinque elementi costituiti da uno zaffiro centrale, circondato da diamanti in una montatura a forma di rombo.

Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara
Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara

Tiara di diamanti. Dono di nozze della regina Emma nel 1879, era in origine sormontata da tre stelle di diamanti a 12 punte. Ora è composta da tre diamanti centrali che possono essere sostituiti da rubini.

Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa
Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa

Tiara di diamanti taglio rosa. Tiara formata da una fila di 34 grossi diamanti i incastonati su una placca di platino (chaton) secondo una moda in voga nella metà del XIX secolo, che può essere usato come diadema o una collana.

Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa
Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa

Tiara della Regina Anna. Appartenuta alla Gran Duchessa Anna Pavlovna di Russia, moglie di Guglielmo II d’Olanda, è composta da diamanti e sette perle a forma di pera che pare risalgano al 1600.

Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche
Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche

Tiara delle margherite. Trasformata più volte, inizialmente aveva sulla sommità cinque perle tonde circondate ciascuna da dieci diamanti taglio brillante, in modo da formare una margherita, appunto. Nel 2002 al posto dei fiori vennero inserite delle stelle tramandate dalla regina Emma, seconda moglie di Guglielmo III. I gioielli a forma di stella erano popolari nel tardo XIX secolo, e fu Sissi l’imperatrice Elisabetta d’Austria a decretarne il successo usandole come fermagli nei capelli.Maxìma le ha volute per il giorno del suo matrimonio.

La tiara delle margherite
La tiara delle margherite

Tiara Mellerio. Fa parte di una parure costituita da una collana, un bracciale e una spilla con rubini e diamanti in grande quantità: 385 gemme nella tiara, 425 nella collana e 135 nel bracciale.

La tiara Mellerio con bracciali e orecchini
La tiara Mellerio con bracciali e orecchini

Tiara Wurttenberg. È un diadema con un intricato disegno di diamanti e perle che formano volute e gigli, sormontati da due file di perle a forma di goccia: sei nella parte inferiore e cinque in quella superiore, entrambe sono rimovibile e per questo sono possibili quattro versioni: con o senza perle, con la prima o seconda fila. È sempre stata la preferita dell’ex regina Beatrice, che dal giorno del suo matrimonio in poi l’ha portata in tutte le occasioni ufficiali.

Dettaglio della tiara Wurttenberg
Dettaglio della tiara Wurttenberg
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
La tiara dele perle antiche senza perle
La tiara dele perle antiche senza perle

Tutto sui rubini

Il rubino è una delle pietre preziose più amate da secoli ed è anche la gemma del mese di luglio. Ma pochi ne conoscono le sue vere caratteristiche. Ecco una veloce guida per sapere tutto sui rubini ♦

Brillanti, rossi, costosi: i rubini sono uno dei quattro minerali classificati come pietre preziose, assieme a diamanti, zaffiri e smeraldi. Attenti, però: sono molto rari. Spesso sono utilizzate altre gemme rosse simili al rubino ma, di solito, di minor valore, come la rubellite. Vi siete mai chiesti perché si chiama rubino? Semplice: il nome della pietra deriva dalla parola latina ruber, rosso. Tra l’altro, il rubino è anche la pietra del mese di luglio. Volete sapere tutto sui rubini?

Anello in oro bianco con rubino non scaldato taglio smeraldo di 6,54 carati
Anello in oro bianco con rubino non scaldato taglio smeraldo di 6,54 carati

Che cosa sono. Sfatiamo un mito: non tutti i rubini sono rossi. Il colore varia dal rosso fino al rosa intenso. Secondo la scienza, i rubini sono una varietà del corindone, minerale composto da ossido di alluminio. Ma da un punto di vista chimico il colore rosso è indotto dalla presenza al suo interno di cromo. Da un punto di vista minerale, il rubino è parente di un’altra pietra preziosa: lo zaffiro, che è anche lui un corindone. Tanto che a volte è difficile stabilire se una gemma è un rubino e zaffiro. Per esempio, un rubino con un colore non troppo forte da un po’ di tempo è classificato come zaffiro rosa. I rubini sono utilizzati in gioielleria, ma non solo: Sono pietre molto dure, quasi come il diamante.

Rubino sangue di piccione, non scaldato
Rubino sangue di piccione, non scaldato

Guardate dentro. All’interno di un rubino è possibile trovare un asterismo: si tratta di un effetto luminoso a tre o sei punti o a stella che è provocato da inclusioni di rutilio. Questo tipo di rubini è tagliato a cabochon per visualizzare questo effetto luminoso. Gli asterismi sono visibili in modo corretto con una singola fonte di luce: danno un effetto di movimento e sono molto apprezzati.

I riflessi del rubino
I riflessi del rubino

La provenienza è importante. I rubini si trovano in molte zone del mondo, ma quelli della Valle Mogok, a Myanmar (Birmania) sono i più pregiati per il loro colore rosso intenso. Rubini si trovano anche in Thailandia, Cambogia, India, Afghanistan e Pakistan. In Sri Lanka di solito sono rosa chiaro (spesso sono classificati zaffiri rosa). Piccoli depositi di rubini si trovano anche in Tanzania, Madagascar, Vietnam, Nepal, Tagikistan e persino negli Stati Uniti. Oggi, però, l’Africa è la principale fonte di rubini. Si stima che l’80% dei rubini provenga dal Mozambico, principalmente dalla miniera di Gemfields. Ma anche altre aziende sono attive, come Fura Gems, che ha iniziato a mettere all’asta gemme nell’ultimo anno, insieme a un terzo concorrente, Gem Rock, che presto entrerà nel mercato delle aste di rubini. L’Africa, come fonte, è stata però tradizionalmente disprezzata dall’industria, in particolare per i rubini: le gemme più pregiate, infatti, sono quelle della Birmania. Ma dato che i rubini birmani scarseggiano, quelli africani di Mozambico, Madagascar e Tanzania sono in ascesa. Meglio, quindi, non fissarsi sulla provenienza: meglio giudicare il valore della pietra stessa, qualunque sia la provenienza.

Anello La Reine in platino, rubino, diamanti
La Reina, anello in platino, diamanti e rubino

Quanto vale un rubino? Peso, colore e qualità della pietra determinano il suo valore. Prima di tutto conta il colore: quelli con un rosso molto intenso e brillante sono i più ricercati. Il loro colore è definito «sangue di piccione». Raramente i rubini possono anche cambiare colore oppure presentare un effetto «occhio di gatto». È importante anche il loro gradi di chiarezza: i rubini senza inclusioni sono molto rari, specialmente oltre una certa dimensione. Un rubino da 10 carati senza inclusioni di aghiformi rutilo (chiamati anche seta) può indicare che la pietra è stata trattata, oppure è eccezionale.

L'Anfiteatro, anello by Picchiotti con rubino di oltre 8 carati, diamanti, platino
L’Anfiteatro, anello by Picchiotti con rubino di oltre 8 carati, diamanti, platino

Trattati o naturali? Proprio le imperfezioni, comuni praticamente in tutti i rubini, sono utilizzate dai gemmologi per capire se una pietra è stata trattata oppure è un rubino sintetico. Il trattamento, nella maggior parte dei casi, consiste nel scaldare la pietra grezza prima che sia tagliata. In effetti, ormai quasi tutti i rubini oggi sono trattati in qualche modo, di solito utilizzando il metodo termico. Per questo i rari rubini non trattati e di buona qualità raggiungo prezzi molto alti.

Estrazione di un rubino in Groenlandia
Estrazione di un rubino in Groenlandia
Anello con rubino sangue di piccione
Anello con rubino sangue di piccione
Zorab, diamanti bianchi e neri, rubini
Zorab, diamanti bianchi e neri, rubini
Anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34
Anello in platino e diamanti con rubino birmano antico di 4,34 carati
Collana di perle naturali con rubini della Birmania e diamanti bianchi
Collana di perle naturali con rubini della Birmania e diamanti bianchi

Andreoli eroe dei due mondi

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Dalla vendita di tappeti in India, a Valenza, fino alla sede nel Rockefeller Center, a New York: ecco l’alta gioielleria di Andreoli.

Il lavoro a Valenza, il successo in Usa. Andreoli è un brand americano di haute joaillerie che ha iniziato il suo cammino in Italia nel 1945, quando la famiglia Hadjibay si è affermata nel settore del commercio di pietre preziose (ne abbiamo parlato anche qui). Dal 1970, l’azienda si è evoluta e mantiene la progettazione e la realizzazione di pezzi di alta gioielleria a Valenza, Italia, mentre il mercato su cui opera è quello americano. Date le origini, non stupisce che i protagonisti delle collezioni siano le grandi pietre, come diamanti brillanti, rubini, smeraldi e zaffiri, ma anche perle, coralli e turchesi. Non solo: accanto all’oro Andreoli utilizza platino e titanio per creare gioielli anche imponenti, come il grande collier con oltre 850 carati di rubini e 20 grammi di perle. Non deve essere facile indossarla in maniera disinvolta. Il timone dell’azienda è retto ora da Caroline Hadjibay, che ha preso il testimone dal patriarca Jack Hadjibay, dalla sua sede nel Rockefeller Center, a New York.

Spilla a forma di rosa composta con 65,41 carati di zaffiri, oro e titanio
Spilla composta con 65,41 carati di zaffiri, oro e titanio

E dire che la storia della famiglia è iniziata da Abraham Hadjibay, in India, dove vendeva i migliori tappeti persiani. Ma bisogna aggiungere che il padre di Abraham aveva già venduto gemme agli zar di Russia. Abraham Hadjibay si è così spostato dai tappeti ai gioielli, con il commercio di pietre preziose. Il figlio, Jack Hadjibay, ha poi continuato l’attività. L’attività del brand Andreoli, invece, ha origine a Valenza, dove è stata fondata nel 1845. Nel 1920, Andreoli ha lanciato la sua collezione prêt-à-porter e ha subito ottenuto successo in tutto il mondo. Le due storie unite hanno portato a quello che è, oggi, uno dei brand più famosi dell’alta gioielleria.

Bracciale in oro bianco con diamanti e rubini
Bracciale in oro bianco con diamanti e rubini
Orecchini con diamanti e ametista
Orecchini con diamanti e ametista
Orecchini pendenti in oro giallo con turchesi e diamanti
Orecchini in oro giallo con turchesi e diamanti
Spilla a forma di rindine con diamanti bianchi e neri
Spilla con diamanti bianchi e neri
Anello in oro, argento, diamanti, peridoto
Anello in oro, argento, diamanti, peridoto







Una fibbia per Vendorafa




Tra le grandi invenzioni dell’umanità si possono contare invenzioni come la ruota, i vaccini o l’energia nucleare. Ma senza dimenticare la fibbia. Regolare la larghezza di un paio di pantaloni o di una gonna non è meno importante di tante altre cose e, ha pensato Vendorafa Lombardi, è un’invenzione che va celebrata. Il risultato è la collezione Buckle, in oro, diamanti e rubini. La forma di anelli, orecchini e bracciali ricorda, in modo aggraziato e stilizzato, l’idea di due elementi che sono uniti, in questo caso da una piccola rondella di diamanti.

Orecchini della collezione Buckle in oro, diamanti, rubini
Orecchini della collezione Buckle in oro, diamanti, rubini

La collezione Buckle non è l’unica novità dell’azienda di Valenza, che ha anche partecipato all’ultima competizione dei Couture Design Awards a Las Vegas con un bracciale che ha raccolto molti complimenti. Il bracciale Magnolia, interamente realizzato a mano, è composto da una voluttuosa superficie in oro scanalato e martellato, con un bordo di pavé di diamanti e una fascia di piccoli smeraldi. L’oro utilizzato dall’azienda è al 100% responsabile.

Bracciale Magnolia in oro giallo martellato, diamanti, smeraldi
Bracciale Magnolia in oro giallo martellato, diamanti, smeraldi
Pendente Pebbles in oro e malachite
Pendente Pebbles in oro e malachite
Orecchini della collezione Pebbles in oro, occhio di tigre, diamanti
Orecchini della collezione Pebbles in oro, occhio di tigre, diamanti

Anello della collezione Pebbles in oro giallo, madreperla e diamanti
Anello della collezione Pebbles in oro giallo, madreperla e diamanti

Bracciale della collezione Buckle in oro, diamanti, rubini
Bracciale della collezione Buckle in oro, diamanti, rubini

Anello della collezione Buckle in oro, diamanti, rubini
Anello della collezione Buckle in oro, diamanti, rubini







Anello Tiffany, mystery setting e trilogy




Le tre tecniche della gioielleria che dovete assolutamente sapere se non volete fare brutte figure. La prima è… ♦

Ci sono gioielli che hanno segnato un’epoca. Che sono stati copiati, imitati, e resi famosi da personaggi famosi. Insomma, pietre miliari della storia della gioielleria che bisogna assolutamente conoscere. Sono quei gioielli che sono stati realizzati con una tecnica o una forma che si deve conoscere, se non volete fare figuracce. Tra le tante tappe della gioielleria ne abbiamo selezionate tre.

1 La montatura Tiffany

Inventata nel 1866 da Charles Tiffany e dalla sua squadra di gemmologi, divenne ben presto uno standard industriale per gli anelli di fidanzamento: sei punte di platino (griffe) che come artigli spuntano dalla base dell’anello e lo sostengono in maniera quasi invisibile in modo da riflettere il massimo della luce. L’alternativa tradizionale, che è ancora utilizzata, è l’anello con quattro griffe. Le sei griffe, però, possono essere più piccole e sottili, in modo da far risaltare la pietra e bloccarla in modo più accurato. Semplice, ma geniale.

Disegno montatura Tiffany anello con diamante
Disegno montatura Tiffany anello con diamante
Anello con solitario montato a griffe Tiffany
Anello con solitario montato a griffe Tiffany

2 La montatura invisibile (mystery setting)

Brevettata da Van Cleef & Arperls nel 1933, consiste nel tagliare dei piccoli solchi paralleli lungo le cinture delle pietre verso il basso e porle una a una, su una rete di oro o platino. In pratica, è la gemma stessa a essere inserita in questa struttura e a tenere ferma la pietra vicina, con un gioco a incastro che può valere anche 300 ore di lavoro per una spilla. Il sistema è utilizzato principalmente per rubini e zaffiri, mentre lo smeraldo con le sue inclusioni rende alquanto rischiosa questa operazione perché potrebbe disintegrarsi se tagliato male. Solo nel 1990 è stato sviluppato questo setting anche per i diamanti. Ma le tecniche avanzate di oggi con la modellazione software rendono economicamente proibitiva questa lavorazione, non solo per il costo della mano d’opera, ma anche per l’eccessivo materiale di scarto. Nonostante questo, lo stile mystery setting è utilizzato ancora da maestri della gioielleria, come Jar.

Bracciale con rubini e diamanti con tecnica mystery setting di Van Cleef & Arpels
Bracciale con rubini e diamanti con tecnica mystery setting di Van Cleef & Arpels
Mistery
Spilla Van Cleef & Arpels, zaffiri Mistery setting e pavé di diamanti rotondi

3 L’anello Trilogy

In questo caso non si tratta di un brevetto o una di tecnica speciale, ma di una delle campagne di marketing più riuscite del settore: i tre diamanti montati a griffe o incastonati su una fede non erano certo una novità, ma nel 1990 De Beers li ha proposti con campagna pubblicitaria ideata dall’agenzia americana J.W. Thompson. Lo slogan era: «presente, passato, futuro», declinato in circa 2000 filmati pubblicitari ed è rimasto nella mente dei consumatori, tanto da spingere tutti i gioiellieri del segmento sposa a tenere nel proprio catalogo un modello simile.

Anello trilogy di De Beers
Anello trilogy di De Beers

Anello trilogy in oro bianco e diamanti
Anello trilogy in oro bianco e diamanti di Damiani







Le perle sandwich di Little H

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Perle che nascondono rubini o smeraldi: i gioielli di Little H sono davvero diversi dagli altri ♦︎

Il culto delle perle è nato in Giappone, ma non tutti i giapponesi considerano le perle come simbolo intoccabile della perfezione della natura. Le perle possono essere utilizzate, lavorate, aperte, scavate, modificate: ed è quello che fa Hisano Shepherd. Nata in Giappone, ma cresciuta tra Tokyo e Los Angeles, dove risiede oggi, la designer ha iniziato a progettare gioielli da ragazza. «Mia nonna mi portava al teatro Takarazuka, un gruppo teatrale tutto al femminile e si vestiva con i suoi gioielli più preziosi. In particolare, ricordo il suo anello di fidanzamento di smeraldi e gli anelli da cocktail con opali», racconta Hisano Shepherd.

Orecchini con perle barocche in cui sono incastonati semi di perle
Orecchini con perle barocche in cui sono incastonati semi di perle

Il suo contatto con la gioielleria è iniziata con lo studio delle tecniche di oreficeria durante la scuola superiore e poi con specializzazioni tra Los Angeles e New York. Ha iniziato poi a fare pratica in un laboratorio di riparazione e lucidatura di un produttore di fashion jewelry, fino a quando non ha messo a fuoco il suo percorso creativo e ha fondato la sua Maison, Little H. Oggi lavora soprattutto con le perle, rotonde o barocche. Ma in un modo assolutamente originale: lo sferico frutto delle ostriche è lavorato fino a ospitare rubini, zaffiri e smeraldi. Sono perle di mare o di acqua dolce, perfettamente rotonde o con il volume irregolare, bianche oppure colorate. E magari spezzate a metà. Una collezione, per esempio, si chiama Pearl Geode, per la quale ha depositato anche una richiesta di brevetto.

Anello con perla barocca e zaffiro rosa
Anello con perla barocca e zaffiro rosa
Anello con perla Edison lavanda e tormaline
Anello con perla Edison lavanda e tormaline
Ciondolo con perla e ametista
Ciondolo con perla e ametista
Hisano Shepherd
Hisano Shepherd
Orecchini pendenti con tormaline a spirale e geode di agata
Orecchini pendenti con tormaline a spirale e geode di agata

Orecchini con perle e rubini
Orecchini con perle e rubini







I nuovi tesori marini di Shagreen et Tortoise




Le nuove creazioni di Shagreen et Tortoise, Maison parigina della designer Marie-Hélène Loubrielle: le conchiglie con pietre preziose diventano raffinati gioielli ♦

Con le pinne e gli occhiali, ma niente fucile, a cercare i gioielli del marchio Shagreen et Tortoise, una collezione di anelli fatti di gusci di conchiglie montati su oro a forma di coralli e artigli, abbelliti con corniole, rubini, granati, ametiste, quarzo rosa, tormaline verdi tagliate a goccia e sfaccettate. La designer è Marie-Hélène Loubrielle una francese cosmopolita nata a Parigi, cresciuta a New York, San Paolo e Singapore, influenzata dallo stile di grandi designer di gioielli americani come Seamann Schepps Verdura, e affascinata dalle gemme del Brasile e dai materiali esotici dell’Asia.

Orecchini con madreperla e rodolite
Orecchini con madreperla e rodolite

Il disegno perfetto di un piccolo riccio, souvenir di un viaggio alle Comore, è stata la molla per provare a farne un gioiello incastonando un rubino stella taglio cabochon. Da qui l’idea di una collezione di pezzi unici e del nome del marchio, due materiali molto usati in gioielleria agli inizi del Novecento: Shagreen è la pelle di zigrino (squalo o razza), impiegata per levigare materiali duri come avorio ed ebano, e tartaruga. Le testuggini sono per fortuna protette ma come dimostra Loubrielle, i colori e le forme delle conchiglie sono altrettanto belli.

Anello Byzantine con bronzo e citrino
Anello Byzantine con bronzo e citrino
Anello Spade con rodolite
Anello Spade con rodolite
Bracciale in vermeil, prehnite e conchiglia
Bracciale in vermeil, prehnite e conchiglia
Collier Amulette con acquamarina
Collier Amulette con acquamarina
Collier in vermeil, onice verde e conchiglia
Collier in vermeil, onice verde e conchiglia

Orecchini in vermeil e corniola
Orecchini in vermeil e corniola







I nuovi gioielli di Vania Leles

I nuovi gioielli di Vania Leles, con le più preziose gemme africane

L’eredità dell’Africa vista attraverso gli occhi di una ex modella delle grandi marche di gioielleria che ha imparato ad amare le pietre preziose: di Vania Leles abbiamo già parlato. La modella, ora designer, continua la sua missione di esaltare i frutti preziosi che escono dalla terra africana. Il risultato è alta gioielleria di gusto raffinato. Vania Leles predilige i gioielli monocolori: tutti rubini, oppure tutti smeraldi, tutti diamanti.

Bracciale in oro bianco con diamanti e smeraldi dello Zambia
Bracciale in oro bianco con diamanti e smeraldi dello Zambia

Leggi anche: I rubini di Vania Leles 

Scesa dalle passerelle e uscita dagli studi fotografici, Vania è entrata nelle aule del Gemological Institute of America (Gia), dove ha imparato i segreti delle pietre preziose. Dopo la laurea la designer si è trasferita a Londra e ha lavorato per Graff Diamonds, De Beers e Sotheby’s Jewellery Department, dove ha supervisionato le aste di alcuni dei pezzi più prestigiosi del secolo, come i gioielli della Duchessa di Windsor e il Graff Pink, uno dei gioielli più costosi mai venduti all’asta. Infine, nel 2011 ha deciso di fondare il suo marchio di gioielleria, utilizzando diamanti di alta qualità che provengono da Paesi senza conflitti. Vania Leles è stata una delle designer incluse nella selezione di Sotheby’s, in mostra e vendita a New York, intitolata Brilliant & Black: A Jewelry Renaissance.

Orecchini floreali in oro rosa, titanio, rubini del Mozambico
Orecchini floreali in oro rosa, titanio, rubini del Mozambico
Orecchini Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Orecchini Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Anello Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Anello Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Orecchini Legends of Africa con diamanti bianchi e neri
Orecchini Legends of Africa con diamanti bianchi e neri
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Collier con diamanti bianchi e smeraldi
Collier con diamanti bianchi e smeraldi
Anello in oro rosa, diamanti e rubini del Mozambico
Anello in oro rosa, diamanti e rubini del Mozambico, rubellite
Vania Leles (da Facebook)
Vania Leles (da Facebook)

Come scegliere un rubino, secondo Picchiotti




Che cosa bisogna sapere prima di acquistare un gioiello con rubini? A rispondere non è un qualsiasi gemmologo, ma uno dei gioiellieri italiani più esclusivi: Picchiotti. La Maison piemontese, infatti, ha aggiunto al suo sito web un blog https://www.picchiotti.it/blog/ che offre informazioni interessanti per gli appassionati e gli acquirenti di gioielleri.

L'Anfiteatro, anello by Picchiotti con rubino di oltre 8 carati, diamanti, platino
L’Anfiteatro, anello by Picchiotti con rubino di oltre 8 carati, diamanti, platino

“Una delle prime decisioni da prendere o domande da porre quando si acquista un rubino è naturale (non riscaldato) o riscaldato. I rubini sono solitamente trattati termicamente per creare una tonalità più profonda e più rossa”, si legge sul blog di Picchiotti. “I rubini non riscaldati sono più rari e più costosi di quelli riscaldati. La rarità dei rubini non riscaldati può far salire alle stelle il prezzo. Secondo il Gemological Institute of America (GIA), il rubino può ottenere il prezzo per carato più alto di qualsiasi gemma colorata. Aste recenti rivelano la volatilità di quanto possano essere folli i prezzi, specialmente per i rubini non trattati e non riscaldati da 5 carati in su. All’inizio di quest’anno, Sotheby’s ha venduto un anello con rubino da 3,11 carati per circa $ 225K e una collana con ciondolo con rubino naturale per quasi $ 630K!”

Octagonal ruby (3.01 ct) buff-topped rubie ( 1.26 ct) and diamond (2.17 ct) ring set in white gold
Octagonal ruby (3.01 ct) buff-topped rubie ( 1.26 ct) and diamond (2.17 ct) ring set in white gold

Il blog consiglia quindi di chiedere subito al rivenditore di gioielli se la pietra è riscaldata o meno. I trattamenti termici ai rubini sono permanenti: “quindi se non puoi permetterti le pietre non riscaldate molto rare, puoi stare tranquillo che un rubino trattato manterrà la sua bellezza e il suo colore a lungo termine. I rubini non riscaldati sono anche un buon investimento in quanto è più probabile che mantengano il loro valore nel tempo”.

Orecchini con diamanti e rubini by Picchiotti
Orecchini con diamanti e rubini by Picchiotti

Per me i rubini emanano un’energia romantica, una passione che mi ha sempre attratto. La perfezione del colore profondamente bello, la rarità degli esemplari di qualità veramente fine e il valore intrinseco duraturo sono tutte qualità che, per me, contraddistinguono i rubini. Il rubino è un tesoro in una classe a sé stante, secondo a nessun altro!
Giuseppe Picchiotti, fondatore del marchio

Giuseppe Picchiotti
Giuseppe Picchiotti

Orecchini in titanio, diamanti, rubini by Picchiotti
Orecchini in titanio, diamanti, rubini by Picchiotti







I misteri di Dionea Orcini

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I misteri preziosi di Dionea Orcini, da Bologna a Miami passando per Jaipur ♦

Vi piacciono i misteri, il fascino del gotico, i fantasmi, gli spiriti, i segni zodiacali? praticate lo yoga, provate un brivido a pensare alla saggezza delle antiche scritture, ai misteri ayurvedici, eccetera? Se anche non siete fan di tutte questi topos che affascinano tanti altri, potete ugualmente apprezzare i gioielli di Dionea Orcini. Sono dedicati a quel mondo misterioso per alcuni, fantasioso per altri. «Le collezioni di Dionea Orcini rivelano i misteri di un mondo avvolto di segreti», è la sua stessa definizione.

Anello in oro bianco 18 carati con tsavoriti e topazio blu London
Anello in oro bianco 18 carati con tsavoriti e topazio blu London

Tra pozioni magiche e fascino per l’ignoto, in ogni caso, i gioielli della designer sono stati indossati da una lunga serie di star dello spettacolo. Dionea Orcini ha un currriculum quanto mai vario. Ha una laurea in Design della Moda, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, poi proseguita con stage e Costumi presso l’Università d’Arte a Praga, per concludere gli studi all’Architecture Interior della Ucla di Los Angeles. Ha imparato l’arte della gioielleria alla MJS School di Miami, con la supervisione di Marc Thurn, maestro gioielliere tedesco. Ha studiato gemmologia al GIA di New York e anche gemmologia vedica a Jaipur, India. Con queste premesse, non sorprende che le sue collezioni siano dedicate a Semiramide, come al Medioevo, ma anche al marchese de Sade. Anche se quest’ultimo, in effetti, aveva un modo di vivere un po’ più lontano dalle vette della filosofia orientale.

Anello in oro bianco 18 carati e pavé di rubini
Anello in oro bianco 18 carati e pavé di rubini
Anello in oro giallo 18 carati con simbolo Fleur de Lys, zaffiri blu e lapislazzuli
Anello in oro giallo 18 carati con simbolo Fleur de Lys, zaffiri blu e lapislazzuli
Collana regolabile in filo di seta con citrino e pavé di arabeschi i -oro bianco 18 carati, diamanti
Collana regolabile in filo di seta con citrino e pavé di arabeschi i -oro bianco 18 carati, diamanti
Doppio anello in oro rosa 18 carati con diamanti bianchi, grigi e neri
Doppio anello in oro rosa 18 carati con diamanti bianchi, grigi e neri
Orecchini in oro bianco 18 carati con diamanti bianchi, agata rossa e onice nero
Orecchini in oro bianco 18 carati con diamanti bianchi, agata rossa e onice nero

Collana con perle barocche di Tahiti nere con cordino di seta, oro bianco 18 carati, rubini
Collana con perle barocche di Tahiti nere con cordino di seta, oro bianco 18 carati, rubini







Ortensie e papaveri con Stenzhorn

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Ortensie e papaveri: è difficile che questi due fiori così diversi possano essere riuniti in uno stesso mazzo, assieme alle margherite. La Maison tedesca Stenzhorn, però, li accomuna in due diverse linee che sono realizzate con gli stessi elementi: oro bianco, diamanti e rubini oppure zaffiri. Per questo, anche se la forma dei gioielli è per forza molto diversa, le mini collezioni, che fanno parte della collezione Floral, si assomigliano nell’ispirazione. Tutte e due, infatti sono composte da tre gioielli: collana, orecchini e anello.

Collana Hortensia in oro bianco, diamanti e rubini
Collana Hortensia in oro bianco, diamanti e rubini

Tutte e due le collezioni, Hortensia e Poppy, fanno parte delle proposte di alta gioielleria dell’azienda: sono gioielli elaborati, realizzati con cura e, naturalmente, venduti a un prezzo che riflette la qualità dei materiali impiegati oltre che la non semplice lavorazione. Gli orecchini papavero, per esempio, costano 72.000 euro. Per le collane si sale di prezzo. Ma chi desidera indossare un gioiello composto da diamanti e rubini che formano corone di fiori, probabilmente non ha al primo posto dei pensieri un conto in banca troppo magro.

Anello Hortensia con diamanti e rubini
Anello Hortensia con diamanti e rubini

Orecchini Papavero con diamanti e zaffiri
Orecchini Papavero con diamanti e zaffiri

Orecchini Papavero con diamanti e rubini
Orecchini Papavero con diamanti e rubini
Orecchini Hortensia con diamanti e rubini
Orecchini Hortensia con diamanti e rubini
Collana Papavero con diamanti e rubini
Collana Papavero con diamanti e rubini
Collana Margherita con diamanti e rubini
Collana Margherita con diamanti e rubini

Anello Papavero con diamanti e rubini
Anello Papavero con diamanti e rubini







Berr & Partners, la passione delle gemme




I gioielli da maharaja di Berr & Partners, Maison di Ginevra che punta tutto sulla eccezionale qualità delle pietre ♦︎

Se amate le pietre preziose, quelle colorate, intense e dai colori profondi, allora amate anche Elke Berr. O, meglio, la Berr & Partners, brand con sede a Ginevra, che è stata fondata nel 1986 da due gemmologi, Elke Berr e Thomas e che ha come obiettivo l’acquisto e la rivendita di naturali, pietre eccezionali di altissima qualità. Ma non solo. Era inevitabile che l’esperienza sul mercato delle pietre, unito alla raffinata atmosfera che si respira a Ginevra, si  trasformasse in collezioni di gioielli che mettono in primo piano le gemme, come nella nuova collezione Might & Magic.

Tra l’altro, la Elke Berr ha il privilegio di avere accesso a una delle più famose miniere del mondo, quella di Mogok in Birmania, una delle più rispettate per la qualità dei suoi preziosi minerali.

Anello con raro zaffiro blu non riscaldato taglio cuscino di 12 carati
Anello con raro zaffiro blu non riscaldato taglio cuscino di 12 carati

A 17 anni la gemmologa era già in Sri Lanka in cerca di preziose gemme. Inutile aggiungere che la Maison allega al suo curriculum il riconoscimento dei più prestigiosi istituti di gemmologia, che garantiscono sulla qualità delle sue proposte, che sono vendute anche in chiave di investimento. Quindi, se volete sentirvi dei maharajà sapete dove andare.  

Anello con smeraldo colombiano di 8,39 carati
Anello con smeraldo colombiano di 8,39 carati
Elke Berr
Elke Berr
Anello vintage in oro giallo, con montato uno smeraldo colombiano di 10,37 carati
Anello vintage in oro giallo, con montato uno smeraldo colombiano di 10,37 carati
Uno dei pezzi storici della Maison: anello Orbis Lacteus in oro bianco diamanti e grande tormalina Paraiba
Uno dei pezzi storici della Maison: anello Orbis Lacteus in oro bianco diamanti e grande tormalina Paraiba
Anello Bolla, in oro bianco, cristallo di rocca da 28,82 carati e diamanti
Anello Bolla, in oro bianco, cristallo di rocca da 28,82 carati e diamanti
Acrymis, anello in oro bianco e tormalina Paraiba con taglio a goccia
Acrymis, anello in oro bianco e tormalina Paraiba con taglio a goccia






Vania Leles, l’anima africana delle gemme

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Rubini, smeraldi, diamanti: sono i colori dell’Africa per Vania Leles, che utilizza gemme di provenienza responsabile per gioielli di alta classe firmati VanLeles ♦

L’Africa per Vania Leles, nata in Guinea-Bissau, vuole dire due cose: orgoglio e pietre preziose, con cui realizza anche collezioni di alta gioielleria. Anche per questo, per esempio, un paio di anni fa ha creato una collezione di sei pezzi di alta gioielleria con smeraldi e diamanti dello Zambia dalle miniere di Gemfields, che vanta un processo di acquisizione etico delle pietre. La collezione rende omaggio a Dido Elizabeth Belle, che nacque in schiavitù nelle Indie Occidentali nel 1761, ma è stata liberato ed è cresciuta a Londra, e per Sarah Forbes Bonetta, che fu presentata come un «dono» alla regina Vittoria nel 1850 e successivamente cresciuta come figlioccia della regina. Insomma, storie di schiavitù di altri tempi. Che però Vania, di pelle scura, ha voluto ricordare. L’ultima collezione, invece, si chiama Sahara: dedicata al deserto, è realizzata in oro e diamanti.

Girocollo in oro giallo e diamanti della collezione Sahara
Girocollo in oro giallo e diamanti della collezione Sahara

La designer ha avuto, per sua fortuna, una storia diversa: è stata una modella per Saint Laurent. Ma poi ha deciso che i gioielli erano più interessanti della vita sul catwalk e ha studiato al Gemological Institute of America e poi ha lavorato per Graff e De Beers. Come dire che ha cominciato dall’alto. Imparato il mestiere, ha aperto un atelier a New Bond Street, a Londra. I suoi gioielli sono top top top, come potete vedere dalle immagini in questa pagina. Lavinia Andorno

Choker della collezione Sahara
Choker della collezione Sahara
Orecchini della collezione Sahara in oro giallo e diamanti
Orecchini della collezione Sahara in oro giallo e diamanti
Anello cocktail con rubini
Anello cocktail con rubini
Anello con rubino e diamanti
Anello con rubino e diamanti
Orecchini pendenti con diamanti
Orecchini pendenti con diamanti

Orecchini a cerchio con diamanti
Orecchini a cerchio con diamanti







Nuovi Segni a colori di Salvini

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Nuovi gioielli per la collezione I Segni di Salvini con smeraldi, zaffiri e rubini ♦︎

Quando un gioiello piace è segno che la sua forma è apprezzata. Quando poi i segni sono molti, è ovvio che l’apprezzamento sia ripetuto. Come nella collezione I Segni di Salvini, che periodicamente è riproposta con variazioni. Dopo la versione in oro rosa e madreperla, Salvini ha presentato una nuova serie di gioielli che si aggiungono a quelli della collezione.

Collane con croci della collezione I Segni
Collane con croci della collezione I Segni

Protagoniste, questa volta, sono le pietre preziose: rubini, smeraldi e zaffiri, che si aggiungono all’oro bianco e ai diamanti. I nuovi gioielli comprendono anelli in due versioni e collane con pendente a forma di croce. Sono esclusi, al momento, cuore, farfalla e quadrifoglio, presenti invece nei gioielli del resto della collezione e che danno anche il nome alla linea, sono cioè segni che indicano amore o fortuna. La collezione I Segni è un continuativo della maison, che fa parte del gruppo Damiani, e che nel corso degli anni è diventata un’icona della gioielleria italiana. Lavinia Andorno




Anelli in oro bianco e diamanti
Anelli in oro bianco e diamanti
Anelli in oro bianco, rubini e diamanti
Anelli in oro bianco, rubini e diamanti
Anelli in oro bianco, smeraldi e diamanti
Anelli in oro bianco, smeraldi e diamanti

Anelli in oro bianco, zaffiri e diamanti
Anelli in oro bianco, zaffiri e diamanti







Hedy Martinelli, diamanti a maglia

Nuovi pezzi unici firmati dalla designer romana Hedy Martinelli, con l’antica tecnica delle maglie d’acciaio, o di argento, assieme a oro e diamanti ♦

Ferro e acciaio con platino e diamanti? Yes, she can: Hedy Martinelli, forte di una tradizione iniziata dalla nonna materna, porta nell’alta gioielleria una ventata di avanguardia con tessuti metallici che sembrano le cotte dei cavalieri medievali in torneo e le accosta a pavè di brillanti di diverse misure. Risultato? Orecchini dalle forme a spirale che dondolano appesi a fettucce di ferro, che nonostante il materiale hanno un aspetto leggero.

Bracciale con maglia placcata oro e diamanti
Bracciale con maglia placcata oro e diamanti

C’è il bracciale composto da tantissimi, grandi e piccoli, fili sottili di tubogas in acciaio, intervallati da spessi cerchi in metallo prezioso e diamanti taglio brillante, e il cuff drappeggiato in maglia e diamanti. Ricorre nella produzione, ogni gioiello è un pezzo unico forgiato e lavorato a mano, la finitura brunita e il colore con coralli, zaffiri rosa e blu, pepite d’oro e rubini cabochon. Matilde de Bounvilles 

Bracciale con maglia in argento e diamanti
Bracciale con maglia in argento e diamanti
Orecchini con acquamarina e zaffiri
Orecchini con acquamarina e zaffiri
Anello con pietra luna e diamanti
Anello con pietra luna e diamanti
Collana con diamanti e zaffiri rosa
Collana con diamanti e zaffiri rosa
Anello con zaffiri briolette su oro annerito
Anello con zaffiri briolette su oro annerito
Anello con maglia in argento annerito e diamanti
Anello con maglia in argento annerito e diamanti

 

Nuovi petali per Van Cleef & Arpels

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Nuovi grandi gioielli nella tradizionale collezione Folie des Prés di Van Cleef & Arpels ♦︎

A primavera fiorisce anche Van Cleef & Arpels. O, meglio, rifiorisce. Perché la collezione di alta gioielleria Folie des Prés è un classico ormai da anni. Ma, proprio come a primavera, nella collezione sbocciano nuovi colori. Quest’anno, per esempio, la Maison di Parigi ha lanciato una collezione di spettacolari gioielli centrati su altrettanto spettacolari rubini.

Così nella collezione Folie des Prés ecco una coppia di orecchini con rubini abbinati a oro rosa e diamanti. Le pietre hanno tagli diversi, che servono a comporre i petali dei fiori.

Orecchini Folie des Prés in oro rosa, rubini, diamanti
Orecchini Folie des Prés in oro rosa, rubini, diamanti

Ma non è l’unica novità. Nella collezione compare anche un bracciale-orologio con cassa in oro bianco di 23 millimetri, guarnito con diamanti rotondi. La lunetta è in oro bianco con diamanti rotondi e taglio marquise, zaffiri rosa rotondi e zaffiri malva a goccia, mentre il quadrante è in madreperla bianca. Anche in questo caso le pietre servono a comporre eleganti fiori colorati, grazie a zaffiri rosa tondi taglio marquise e zaffiri malva a goccia. La chiusura è in oro bianco. L’ora della primavera è scoccata. Giulia Netrese





Bracciale Folie des Prés in oro rosa, rubini, diamanti
Bracciale Folie des Prés in oro rosa, rubini, diamanti

Van Cleef & Arpels, orologio con diamanti, zaffiri rosa e malva
Van Cleef & Arpels, orologio con diamanti, zaffiri rosa e malva

Bracciale in oro bianco, diamanti, zaffiri
Bracciale in oro bianco, diamanti, zaffiri

Collier in oro bianco, diamanti, zaffiri rosa e malva
Collier in oro bianco, diamanti, zaffiri rosa e malva
Orecchini in oro bianco, diamanti, zaffiri rosa e malva
Orecchini in oro bianco, diamanti, zaffiri rosa e malva

Anello in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti







La magia di Chopard

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Da una magia nella tecnica di incastonatura nasce la collezione di alta gioielleria Magical Setting di Chopard ♦︎

Inventare qualcosa di nuovo è difficile, ma i bravi designer spesso ci riescono. Ancora più difficile, invece, è innovare la tecnica, specialmente se quella in uso è collaudata da decenni o, addirittura, secoli. Pare, però, che Chopard sia riuscita a inventare qualcosa di nuovo nella tecnica orafa. Una magia, la definisce Caroline Scheufele, co-presidente e direttrice artistica di Chopard. Infatti, la innovativa tecnica di incastonatura, sviluppata grazie al lavoro dei maestri artigiani di Chopard, è stata chiamata Magical Setting.

Caroline Scheufele voleva rendere più intensa la luce delle gemme, valorizzando la presenza e la personalità del gioiello facendo scomparire le incastonature.

Anelli della collezione Magical Setting di Chopard
Anelli della collezione Magical Setting di Chopard

Non è stato facile, pare, perché la tecnica della incastonatura delle pietre è una tradizione immutabile. Fino a ora. Alla fine di tanti sforzi, però, ecco Magical Setting, che si tramuta subito in una collezione di alta gioielleria. In effetti le pietre sembrano essere libere dal vincolo del metallo, che è appena accennato. L’effetto è notevole. I gioielli utilizzano sono diamanti, oppure diamanti con zaffiri blu dello Sri Lanka, rubini del Mozambico o smeraldi della Colombia. Il cluster ruota intorno a una singola pietra importante completamente circondata da gemme di insolita grandezza, che conferiscono al design classico un inatteso tocco di audace modernità. E come per l’oro, Chopard sottolinea la selezione delle pietre non solo per la qualità, ma anche per la provenienza socialmente sostenibile. Non è un dettaglio di poco conto. Giulia Netrese





Anello con cluster di diamanti
Anello con cluster di diamanti

Anello in oro rosa con cluster di diamanti
Anello in oro rosa con cluster di diamanti Magical Setting
Collier con pendente Magical Setting
Collier con pendente Magical Setting

Orecchini in oro bianco e diamanti Magical Setting
Orecchini in oro bianco e diamanti Magical Setting







Stenzhorn con le piume

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La collezione Persuasion della Maison tedesca Stenzhorn si ispira alle piume dell’uccello del paradiso ♦︎

Come persuadere lei del proprio amore? Gli animali hanno i loro metodi, per esempio, mostrare piume colorate o intonare canti d’amore. Gli uomini, utilizzano più o meno gli stessi metodi (senza usare le piume), ma con l’aggiunta dei gioielli.

Da questa considerazione è nata la collezione Persuasion di Stenzhorn, grande firma della gioielleria tedesca.

Anello con diamanti e rubini
Anello con diamanti e rubini

A ispirare la collezione, in particolare, è stato il rituale di corteggiamento degli uccelli del paradiso. L’elaborato rituale e la ruota di piume colorate dell’uccello del paradiso è stata studiata, analizzata, ammirata. E la collezione Persuasion è caratterizzata da un vorticoso ventaglio di piume al centro di ogni pezzo. Sono onde increspate che partono dalla pietra centrale, incastonata in in oro bianco o rosa, con pavé di diamanti. Altre versioni dei gioielli alternano i diamanti a zaffiri, rubini e tsavoriti, con un tocco di colore che piacerebbe anche al più vanitoso dei pavoni. Giulia Netrese





Orecchini con diamanti, collezione Persuasion
Orecchini con diamanti, collezione Persuasion

Orecchini con diamanti e tsavoriti, collezione Persuasion di Stenzhorn
Orecchini con diamanti e tsavoriti, collezione Persuasion di Stenzhorn
Pendente con diamanti e zaffiri
Pendente con diamanti e zaffiri
Anello in oro rosa e diamanti
Anello in oro rosa e diamanti

Pendente con diamanti e tsavoriti
Pendente con diamanti e tsavoriti







Nanis in rosso e nero

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Nanis amplia la collezione Dancing in the Rain Reverse e introduce il rosso e il nero, rubini e diamanti ♦︎

Il rosso e il nero è il titolo di un romanzo che lo scrittore francese Stendhal ha scritto nella prima metà dell’Ottocento. Ma è anche il nuovo contrasto che si aggiunge alla collezione Dancing in the Rain Reverse di Nanis. La particolarità della collezione  e dei nuovi pezzi presentati a VicenzaOro September, come suggerisce il nome, è la possibilità di utilizzare i gioielli, pendente per collana, orecchini o anello in due differenti modi.

La rotazione della superficie mostra la faccia posteriore, nascosta, che prende il posto della prima.

Dancing in the Rain Reverse, anello con rubino e diamanti
Dancing in the Rain Reverse, anello con rubino e diamanti

Ovviamente le due superfici del gioiello sono differenti: i pezzi che si aggiungono ora mostrano, per esempio, da una parte un rubino circondato da piccoli diamanti taglio brillante. Ruotando il gioiello sui due perni che lo fissano, per esempio al gambo dell’anello, si scopre l’altra faccia, realizzata con un pavé di diamanti che sfumano da bianco al nero. La combinazione è utilizzata anche per la conclusione dei bracciali, ma in questo caso rosso e nero si fronteggiano.

A VicenzaOro Nanis ha mostrato anche il nuovo concept espositivo. I corner saranno caratterizzati dall’estrema elasticità compositiva del sistema e dall’immediata riconoscibilità del brand. Gli elementi espositivi di base saranno di due tipi: vetrine a sviluppo verticale e counter più bassi, entrambi con cassetti estraibili trasparenti sovrastati da una importante teca in cristallo con illuminazione a led autonoma.
Una grande texture composta da elementi quadrangolari riprende il disegno dei piani espositivi, lo ribalta sulle pareti facendo da sfondo all’esposizione. L’elemento centrale che disegna la parete di sfondo porta il logo Nanis – Fabbrica del lusso Italiano Contemporaneo.




Nanis, collezione Dancing in the Rain Reverse
Nanis, collezione Dancing in the Rain Reverse
Lato B dell'anello, con diamanti bianchi e neri
Lato B dell’anello, con diamanti bianchi e neri
Bracciale con diamanti bianchi e neri, rubino
Bracciale con diamanti bianchi e neri, rubino
Orecchini con diamanti bianchi e neri, rubino
Orecchini con diamanti bianchi e neri, rubino
Anello Reverse in oro 18kt con doublette con Madreperla e Topazio Blu London
Anello Reverse in oro 18kt con doublette con Madreperla e Topazio Blu London
Bracciale Reverse in oro 18kt con doublette con Madreperla e Topazio Blu London
Bracciale Reverse in oro 18kt con doublette con Madreperla e Topazio Blu London
Anello Reverse in oro 18kt con doublette con Labradorite Verde e Cristallo di Rocca
Anello Reverse in oro 18kt con doublette con Labradorite Verde e Cristallo di Rocca
Collane in oro e pietre naturali della collezione Dancing Reverse
Collane in oro e pietre naturali della collezione Dancing Reverse







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