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Anno d’oro per Gismondi 1754




Un anno da incorniciare quello di Gismondi 1754, società genovese di gioielleria quotata al sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana. L’azienda ha registrato nel 2021 un andamento a doppia cifra, come si ricava dalla nota di bilancio 2021 (redatto in conformità ai principi contabili internazionali Ifrs, cioè rispettando le regole contabili internazionali). Un dato riassume il senso di un’annata fuori dal comune: il valore della produzione è stato di 9,96 milioni di euro, in crescita del 47% rispetto ai 6,79 milioni dell’anno precedente, anche se il 2020 è stato un anno condizionato dalla pandemia.

Alta gioielleria Gismondi 1754, collana in oro rosa e diamanti bianchi e fancy
Alta gioielleria Gismondi 1754, collana in oro rosa e diamanti bianchi e fancy

Chiudiamo l’anno in forte crescita e con grande entusiasmo ci proiettiamo verso gli obiettivi che ci vedranno protagonisti nei prossimi mesi. Siamo di fronte a risultati straordinari, nonostante il contesto, tra Covid e situazione internazionale, non sia stato dei più semplici da affrontare. Siamo consapevoli delle difficoltà mondiali e continueremo a lavorare con grande attenzione, ma siamo altrettanto convinti dell’affermazione del brand globalmente. Tutti i canali di vendita hanno performato e contribuito in maniera positiva al raggiungimento di questi dati e coltiviamo un razionale ottimismo che anche il 2022 possa essere all’insegna della crescita e dell’espansione nei mercati strategici dove siamo già presenti.
Massimo Gismondi, Ceo di Gismondi 1754

Massimo Gismondi
Massimo Gismondi. Copyright: gioiellis.com

Il risultato è stato trainato dalla crescita del canale Wholesale, sia a livello europeo (+1,9 milioni euro rispetto al 2020) sia negli Stati Uniti (+1 milione rispetto al 2020), ma anche dalle special sales, il «su misura» del brand, che chiudono il 2021 in crescita del 16%, con vendite pari a quasi 4 milioni. Unico canale in leggera flessione è risultato quello Wholesale nel Medio Oriente, in attesa che ripartano a pieno regime i nuovi ordini.

Collan ain oro rosa e zaffiro rosa Clip Mia
Collan ain oro rosa e zaffiro rosa Clip Mia

Il bilancio comprende un Ebitda consolidato al 31 dicembre 2021 in crescita a quasi 1 milioni di euro (+39%), stabile al 10% per ingenti investimenti in pubblicità, marketing e comunicazione, per i quali i relativi ritorni sono attesi nel 2022. L’ultima riga del rendiconto economico segna un utile netto consolidato di 351.280 euro, rispetto ai 223.252 euro del 2020.

A livello patrimoniale, il netto consolidato è di 9,21 milioni, in crescita rispetto agli 8,87  dell’anno precedente. La società, precisa la nota, gode di un ottimo equilibrio finanziario visto che le fonti proprie sono cinque volte quello che è il capitale immobilizzato, così come le fonti consolidate sono quattro volte quello che è il capitale immobilizzato.

Collezione Dedalo, bracciale in oro rosa, diamanti e ceramica bianca
Collezione Dedalo, bracciale in oro rosa, diamanti e ceramica bianca

Gismondi 1754 aggiunge anche una nota dolente, che riguarda la difficile previsione della gestione per il 2022, contrassegnata dalla sostanziale chiusura del mercato russo. Situazione «resa estremamente difficoltosa dall’eccezionalità delle vicende che caratterizzano il contesto attuale, di cui il conflitto russo-ucraino rappresenta un nuovo forte elemento di instabilità a livello geopolitico, economico e sui mercati finanziari». Nonostante ciò, «l’ottimo andamento dei mesi di gennaio, febbraio e marzo, in forte crescita rispetto al primo trimestre del 2021, fa ben sperare circa l’andamento del 2022». L’aziende prevede anche «il proseguimento della politica di espansione nei diversi canali, con una particolare attenzione al mercato americano, in grande espansione, a quello del Regno Unito e all’area del Golfo, che ha già dato i primi risultati lusinghieri già nel 2021 e nel primo trimestre del 2022. Si prevede inoltre l’apertura del nuovo negozio direttamente gestito a Roma, all’interno del Regina Baglioni Hotel di Via Veneto, dando seguito all’accordo quadro con la nota catena alberghiera. Sempre con Baglioni è in previsione l’apertura di un nuovo negozio direttamente gestito a Milano».

Orecchini in oro rosa, smeraldi e zaffiri rosa
Orecchini in oro rosa, smeraldi e zaffiri rosa







Bulgari al top con Aste Bolaffi

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Un anello con diamante da 13,70 carati di Bulgari al top nella vendita di Aste Bolaffi ♦︎

Risultato complessivo di 1,2 milioni di euro, inclusi diritti, e 85% dei lotti venduti. È il bilancio l’asta di gioielli che si è svolta a Milano e firmata Aste Bolaffi. Sala gremita di partecipanti che si sono dati battaglia con le decine di collezionisti collegati da tutto il mondo sul sito di Aste Bolaffi e al telefono. Hanno spuntato le migliori aggiudicazioni i gioielli firmati, in particolare di Bulgari e Cartier. Tutti venduti i lotti di diamanti, mentre i gioielli antichi hanno raddoppiato le basi d’asta. Il top lot della vendita è stato l’anello di Bulgari con diamante taglio rotondo di circa 13,70 carati in scatola originale, aggiudicato a 119.000 euro.

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Anello con diamante di 13,70 carati di Bulgari

Tra gli altri migliori risultati si segnalano l’anello in zaffiro blu Ceylon non trattato di 4 carati e diamanti, gli orecchini in diamanti taglio goccia di 14 carati complessivi (22.500 euro), l’antico pendente di fine Ottocento con smeraldo colombiano di oltre 5 carati e diamanti (22.500 euro) e la coppia di diamanti taglio Vecchia Miniera rispettivamente di 4,20 e 3,40 carati montati su orecchini (20.000 euro).

Anello in zaffiro blu Ceylon non trattato di 4 carati e diamanti
Anello in zaffiro blu Ceylon non trattato di 4 carati e diamanti

Molto ambiti, infine, il raro orologio da donna tubo gas di Bulgari con la particolare lavorazione satinata (18.750 euro) e il bracciale in oro giallo alla schiava di Cartier formato da una teoria di pantere con occhi in smeraldi (17.500 euro).

Lunedì 21 ottobre Ase Bolaffi fa il bis con la vendita di orologi: 150 esemplari tra cui Rolex, Patek Philippe, Omega, Longines, Eberhard e Universal Genève.

Orecchini in diamanti taglio goccia di 14 carati complessivi
Orecchini in diamanti taglio goccia di 14 carati complessivi
Antico pendente di fine Ottocento con smeraldo colombiano di oltre 5 carati e diamanti
Antico pendente di fine Ottocento con smeraldo colombiano di oltre 5 carati e diamanti
Bracciale-orologio in oro di Bulgari
Bracciale-orologio in oro di Bulgari
Cartier, bracciale in oro giallo alla schiava formato da una teoria di pantere con occhi in smeraldi
Cartier, bracciale in oro giallo alla schiava formato da una teoria di pantere con occhi in smeraldi







Il bilancio di VicenzaOro September è…





Il bilancio di VicenzaOro September è positivo, assicura la società organizzatrice, Ieg ♦︎

VicenzaOro September è terminata, ma i bilanci, probabilmente, sarà bene continuare a farli anche nei prossimi mesi. Certo, se andrete a leggere sulla grande maggioranza dei giornali specializzati, sulla quasi totalità dei siti di (scarsa) informazione, per non parlare dei celebrati blog, cioè hobby di lusso pagati dalle aziende che scioccamente vi investono, troverete sempre il copia e incolla dei comunicati delle aziende. Non chiamatela informazione, please. Nel caso specifico, troverete il comunicato stampa di Italian Exhibition Group, azienda che per sua fortuna si è affidata alle abili ed esperte competenze di Barabino & Partners, la società che cura la comunicazione anche per VicenzaOro.

VicenzaOro September 2019
VicenzaOro September 2019

Questa lunga premessa serve a introdurre l’argomento. Perché le grandi fiere europee dedicate alla gioielleria (ma il discorso si potrebbe allargare) vivono un momento poco positivo? Per non dire disastroso se si considera la ex leader del settore, Baselworld, alle prese con una valanga di disdette. VicenzaOro, da questo punto di vista, se la cava meglio della rivale svizzera. Meglio, ma non certo ai livelli degli anni d’oro. Basterebbe contare gli assenti illustri, da grandi Maison come Pasquale Bruni o Chimento (ormai da anni fuori gioco), a piccole società come Garavelli, per comprendere come al di là delle cifre ufficiali, spesso inutilmente trionfalistiche, anche VicenzaOro faccia i conti con una certa disaffezione.

Il booth di Yoko London. Copyright: gioiellis.com
Il booth di Yoko London. Copyright: gioiellis.com

Intendiamoci: Ieg non c’entra nulla. Anzi, bisogna dare atto alla società di organizzare al meglio possibile l’evento. Gli spazi ridisegnati, a differenza di quanto è avvenuto a Baselworld, non hanno dato l’idea di un ridimensionamento, che pure c’è stato. E la girandola di eventi collaterali hanno arricchito come sempre l’esperienza di VicenzaOro September. Il problema, infatti, non è legato a un deficit manageriale. Ma alla fine il giudizio vero spetta solo alle aziende partecipanti, che vanno in una fiera per business, non per turismo.

Nel booth di Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com
Nel booth di Alessio Boschi. Copyright: gioiellis.com

Ieg indica in “circa 1300 i brand presenti” a VicenzaOro September, esattamente come lo scorso anno. Brand, non aziende: il numero di chi ha acquistato uno spazio manca da qualche edizione.

Dato positivo indiscutibile è, invece, la crescita del 10% di operatori esteri, arrivati da 117 Paesi del mondo: un dato, spiega Ieg, che è “in linea con il trend già eccezionalmente positivo delle ultime due edizioni e attesta la capacità di fare sistema” di Ieg nella promozione e crescita di un settore sempre più orientato all’export. Alla percentuale manca, però, il numero reale su cui si basa la percentuale.

Ingresso a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com
Ingresso a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com

Complessivamente la crescita degli operatori esteri è stata guidata dal Middle East (+23%), dal Nord America (+22%), dalla Russia e Ucraina (+19%) e dall’Asia (+18%) con un particolare incremento del Giappone (+43%). L’Europa, che rimane il bacino di operatori più numeroso a Vicenzaoro (pesa il 59%), è rimasto stabile con segnali di particolare positività da Portogallo (+51%), Romania (+28%) e Austria (+9%). Durante i cinque giorni di manifestazione sono stati oltre 500 i buyer ospitati a Vicenza da tutto il mondo, grazie al supporto del ministero dello Sviluppo Economico attraverso l’Ice, l’ente italiano per il commercio con l’estero. Anche per quanto riguarda gli operatori italiani non è stato comunicato nessun numero.

Gioielli esposti a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com
Gioielli esposti a VicenzaOro. Copyright: gioiellis.com

Da registrare la sigla di un accordo di Ieg con Assocoral, l’associazione dei produttori di Coralli e Cammei, per la valorizzazione del distretto campano. Siglato in apertura di VicenzaOro anche l’accordo con Afemo, associazione produttori macchine per l’oreficeria, per la promozione del settore. E da ricordare anche il bis dell’area T-Evolution, l’anima tecnologica e innovativa dell’esposizione.

Nel booth di Roberto Demeglio. Copyright: gioiellis.com
Nel booth di Roberto Demeglio. Copyright: gioiellis.com







Un uovo da 13,8 milioni

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Un diamante ovale di oltre 88 carati venduto da Sotheby’s per 13,8 milioni di dollari a Hong Kong ♦︎

I grandi diamanti sono per sempre, almeno nelle aste. La nuova spettacolare conferma arriva da Hong Kong, dove all’asta di Magnificent Jewels organizzata da Sotheby’s uno spettacolare diamante ovale di 88,22 carati, D Color, Flawless, Tipo IIa, perfetto secondo ogni criterio critico, è stato venduto per 13,8 milioni di dollari, cioè 12,3 milioni di euro. Il diamante è stato uno dei soli tre diamanti ovali di oltre 50 carati messi all’asta, e il più grande da oltre cinque anni. È stato acquistato da un collezionista privato giapponese, che lo ha ammirato quando la pietra era in mostra in Giappone, nel consueto road show che precede le vendite di questo tipo.

Il diamante ovale di 88,22 carati, D Color, Flawless, Tipo IIa
Il diamante ovale di 88,22 carati, D Color, Flawless, Tipo IIa

Dopo aver sborsato una cifra simile, il collezionista si è preso la soddisfazione di battezzare il diamante, ora si chiama Manami Star. Manami è il nome della figlia maggiore.

Il diamante è stato conteso da tre offerenti ed è partito con una valutazione tra 11,2 e 12,7 milioni di dollari, che ha superato. Il prezzo per carato è di 156.150 dollari.

Siamo stati entusiasti di gestire un diamante di tale rarità, che ora prende il suo posto nella lista dei migliori diamanti bianchi per essere arrivato sul mercato qui a Sotheby’s Asia. Tre clienti della regione hanno gareggiato per la pietra, a testimonianza della forte domanda di diamanti di questa qualità in questa parte del mondo. A 88,22 carati, questa pietra fortunata porta ora il nome della bambina fortunata il cui padre ha scelto di dargli il suo nome. Un felice momento nel viaggio di uno dei più grandi e antichi tesori della terra.

Patti Wong, presidente di Sotheby’s in Asia

Il diamante battuto da Sotheby's per 13,8 milioni di dollari
Il diamante battuto da Sotheby’s per 13,8 milioni di dollari

Perfetto secondo ogni criterio critico, il diamante ha raggiunto le classifiche più alte in base a ciascuno degli standard con cui viene giudicata la qualità di una pietra (le quattro C). Il diamante è il colore D (il più alto grado per un diamante bianco); di eccezionale chiarezza (è completamente impeccabile, sia internamente che esternamente), e ha un’eccellente lucentezza e simmetria. Come con il diamante Koh-i-noor (anch’esso ovale) e il Cullinan I, che fanno parte dei British Crown Jewels, la pietra appartiene al sottogruppo raro che comprende meno del 2% di tutti i diamanti gemmati, noto come Tipo IIa. I diamanti di questo gruppo sono il tipo di diamante più chimicamente puro e spesso hanno una trasparenza ottica eccezionale.

Il diamante è stato uno dei soli tre diamanti ovali di oltre 50 carati messi all’asta
Il diamante è stato uno dei soli tre diamanti ovali di oltre 50 carati messi all’asta

Trovare un diamante grezzo che permetta a chi lo taglia di modellare una pietra di oltre 80 carati è molto raro. La pietra grezza di 242 carati che ha prodotto il diamante è stata scoperta in Botswana nella miniera di Jwaneng, una miniera di proprietà di De Beers e del governo del Botswana, nota per la produzione di pezzi grezzi di altissima qualità. Dopo la sua scoperta, il diamante grezzo è stato tagliato e lucidato per mesi. Data la forma allungata della pietra grezza, la forma ovale è stata scelta per preservare la maggiore quantità di peso. Era necessaria una grande abilità e precisione per tagliare una pietra di questa importanza: un livello di esperienza e maestria posseduto da solo una piccola manciata di tagliatori di tutto il mondo.

Anello con zaffiro e diamanti
Anello con zaffiro e diamanti

Nella stessa asta, un anello con zaffiro e diamanti è stato venduto per 2,4 milioni di dollari, un altro anello con diamante taglio pera e diamanti rosa è stato battuto per 1,7 milioni, mentre una collana di diamanti e smeraldi di Van Cleef & Arpels ha trovato un acquirente a 1,1 milioni di dollari. Da segnalare anche un paio di orecchini con diamanti e zaffiri, anche loro sopra il milione di dollari Usa, così come un anello con smeraldo e diamanti. Federico Graglia





Anello con diamante bianco taglio a pera e diamanti rosa
Anello con diamante bianco taglio a pera e diamanti rosa

Collana con smeraldi e e diamanti di Van Cleef e Arpels. È stata progettato con tre file di diamanti a taglio brillante graduati, sul davanti un set con cinque smeraldi a taglio vivo del peso di 31,74 carati in totale, a cui è sospesa una frangia di diamanti a forma di pera graduati, i diamanti hanno un peso totale di circa 88.00 carati. La montatura è in platino e oro giallo 18 carati
Collana con smeraldi e e diamanti di Van Cleef e Arpels. È stata progettato con tre file di diamanti a taglio brillante graduati, sul davanti un set con cinque smeraldi a taglio vivo del peso di 31,74 carati in totale, a cui è sospesa una frangia di diamanti a forma di pera graduati, i diamanti hanno un peso totale di circa 88.00 carati. La montatura è in platino e oro giallo 18 carati

L'asta di Sotheby's a Hong Kong
L’asta di Sotheby’s a Hong Kong







Baselworld, i numeri dell’incertezza





Baselworld ha chiuso con un prevedibile calo di presenze. Ma l’anno prossimo cambia e rilancia. Intanto gioiellis.com ha condotto un sondaggio. Il risultato è… ♦︎

Baselworld: inizio della fine o inizio di un nuovo inizio? A giudicare dai numeri, il bilancio della edizione 2019 potrebbe indicare la prima ipotesi. Le parole di Michel Loris-Melikoff, direttore della fiera dedicata a orologi e gioielli, però, puntano verso la seconda direzione. Una cosa è certa: la prossima edizione di Baselworld sarà decisiva. Subentrato in corsa al posto di Sylvie Ritter, Loris-Melikoff in nove mesi ha gestito una Baselworld di transizione. Ma la prova decisiva sarà quella del 2020.

E non sarà facile: il sondaggio sul campo di gioiellis.com vede prevalere gli operatori scontenti. Ma anche questo era prevedibile.

Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com
Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com

I numeri di Baselworld

I numeri di Baselworld 2019 sono impietosi: 520 espositori (-20%, e pochi anni fa erano quasi 2.000), visitatori 81.200 (-22%). Flessione più contenuta, invece, per i giornalisti: 3.300 (-12%). È chiaro che una contrazione ulteriore potrebbe essere il colpo di grazie per una fiera che è in perdita, come ammesso dalla stessa società organizzatrice. Anche perché aziende che sono state le colonne portanti, come il gruppo Swatch Group, che ha marchi come Omega, Longines o Blancpain, ha già detto che non pensa di ritornare a Basilea. E grandi Maison della gioielleria come de Grisogono e Pasquale Bruni, hanno deciso di seguire altre strategie di comunicazione.

Visitatori a Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com
Visitatori a Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com

Il mondo cambia

Intendiamoci: le critiche principali delle aziende alla società che organizza Baselworld, Mch Group, sono gli alti costi associati all’aspetto fieristico. Ma la crisi della fiera svizzera non può essere imputata solo a questo. Ci sono aspetti di cui Baselworld non è responsabile: la travolgente trasformazione dell’economia seguita alla digitalizzazione, per esempio. Internet, con i siti web, l’e-commerce, Instagram, è una strada semplice per le aziende per mettersi in contatto con i propri riferimenti, buyer e clienti finali. Le tensioni geopolitiche, come la guerra dei dazi tra Usa e Cina, la Brexit, le guerre in Medioriente, non dipendono da Baselworld, ma incidono sulle strategie delle aziende, anche quelle della gioielleria. Insomma, il mercato in pochi anni si è trasformato. E bisogna imparare ad accettare la nuova realtà.

Il booth di Jacob & Co. Copyright-gioiellis.com
Il booth di Jacob & Co. Copyright-gioiellis.com

Melikoff-Megaloff

Come reagirà Baselworld a tutto questo? Lo ha spiegato Loris-Melikoff nella conferenza stampa finale. Una visione di grande respiro la sua, tanto che con un gioco di parole qualcuno ha iniziato scherzosamente a chiamarlo Megaloff. Se riuscirà nel suo intento, però, Loris-Melikoff avrà avuto il merito di rianimare un evento che ha una pericolosa febbre alta.

Michel Loris-Melikoff
Michel Loris-Melikoff

Piattaforma digitale

Come accennato, internet (e gioiellis.com ne è una perfetta testimonianza), è un grande mare in cui pescare contenuti, anche commerciali. Per questo il management vuole trasformare Baselworld in una piattaforma di comunicazione digitale che serva per interagire con rivenditori, collezionisti e giornalisti durante tutto l’anno. Insomma, una Baselworld perenne, che si aggiunge alla settimana della fiera. Sarà introdotto anche un servizio, tramite app, di e-concierge per la settimana della fiera.

L'area Media a Baselworld 2019
L’area Media a Baselworld 2019

Torna la Hall 2

Il prossimo anno sarà ripetuta la nuova disposizione, con l’espansione dell’offerta di ristorazione e un centro multimediale più ampio, il palcoscenico per le presentazioni e le sfilate, oltre a un migliore programma di ospitalità in accordo con hotel di Basilea. Obiettivo: convincerli ad abbassare i prezzi. Non solo: sarà ripristinata la Hall 2, che quest’anno è rimasta chiusa. Ospiterà anche una sezione dedicata agli smartwatch: un segmento di mercato che Baselworld non può più permettersi di ignorare.

Prezzi

L’aspetto più criticato dalle aziende è il costo eccessivo dei booth. Loris-Melikoff ha promesso una riduzione del 10-20%. In più, sarà messo a disposizione un servizio per la realizzazione delle aree espositive.

Visitatori a Baelworld 2019. Copyright: gioielli.com
Visitatori a Baelworld 2019. Copyright: gioielli.com

Le date

L’anno prossimo Baselworld si svolgerà dal 30 aprile al 5 maggio, subito dopo la fiera dell’orologeria a Ginevra: l’idea delle due fiere è quella di fare squadra (svizzera) e agevolare chi deve compiere un lungo viaggio. Ma non ci sono date perfette, ha ammesso il direttore di Baselworld, quando gli hanno fatto notare che quel periodo si sovrappone al ramadan degli islamici.

Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com
Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com

Il sondaggio di gioiellis.com

Che cosa ne pensano gli operatori della nuova Baselworld in formato ridotto? Abbiamo rivolto la domanda a 47 espositori del mondo della gioielleria (la maggior parte ha preferito rimanere anonima). In breve: ha prevalso un misto di insoddisfazione e frustrazione, con tanta nostalgia per la Baselworld di qualche anno fa. Giudizi divisi sulle sfilate: molti hanno criticato l’abbigliamento delle modelle, che non ha valorizzato i gioielli indossati.

Ma non tutti hanno espresso parere negativo: alcuni marchi, come Sutra e Yoko London, per citarne solo due, hanno manifestato soddisfazione.

Risultato del sondaggio

Totale gioiellieri interrogati 47

Molto insoddisfatto 13

Parzialmente insoddisfatto 20

Giudizio incerto 2

Giudizio positivo 12

Sfilate a Baselworld
Sfilate a Baselworld
Nel booth di Tamara Comolli.  Copyright: gioiellis.com
Nel booth di Tamara Comolli.
Copyright: gioiellis.com

Il booth di Tirisi. Copyright: gioiellis.com
Il booth di Tirisi. Copyright: gioiellis.com







Il fascino di 21 zaffiri

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Una collana di diamanti e zaffiri raggiunge il prezzo più alto (14,9 milioni di dollari) all’asta di Christie’s ♦︎

È stata acquistata per 14,9 milioni di dollari Usa la collana con 21 zaffiri taglio cuscino da 10,56 a 3,02 carati ciascuno, 23 diamanti con lo stesso taglio da 4,05 a 1,03 carati, montati su platino. Era il pezzo clou all’asta di Magnificent Jewels organizzata da Christie’s a Hong Kong. E così è stato. Ma a svettare è stato anche un anello con rubino ovale di 10.04 carati, semiluna e diamanti a taglio circolare, platino e oro, venduto per 7,2 milioni di dollari.

Collana con 21 zaffiri e diamanti
Collana con 21 zaffiri e diamanti

Inaspettatamente, il primo gioiello venduto realizzato con giada, pietra molto amata in Oriente, è molto al di sotto: 2,8 milioni di dollari per una collana di giada composta da 20 perle con uno zaffiro rosa ovale.

Collana di giada con zaffiro rosa
Collana di giada con zaffiro rosa

Meglio hanno fatto un paio di orecchini con diamanti fancy rosa taglio a goccia da 5,21 e 5,01 carati, venduti per 4,3 milioni di dollari. Un bracciale con sette smeraldi ottogonali disegnato da Edmond Chin per Boghossian ha raggiunto i 3,2 milioni di dollari. Non sono mancati, però, i pezzi non venduti. Federico Graglia





Anello con rubino ovale da 10 carati
Anello con rubino ovale da 10 carati

Bracciale con sette smeraldi ottogonali
Bracciale con sette smeraldi ottogonali
Orecchini con diamanti rosa a goccia
Orecchini con diamanti rosa a goccia

Anello di Cartier con diamanti e smeraldo di 14 carati
Anello di Cartier con diamanti e smeraldo di 14 carati







Un rosa 50 milioni di dollari

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Il diamante rosa da 18,96 carati vale come gli altri 310 gioielli messi all’asta da Christie’s a Ginevra ♦︎

Totale della vendita comprensivo del premio dell’acquirente: 110.211.750 franchi svizzeri circa 96 milioni di euro, equivalenti a 108 milioni di dollari. Molto. Ma fa impressione che la metà di questa montagna di soldi risultato dell’asta di Magnificent Jewels di Christie ’s a Ginevra sia il risultato di un unico gioiello: The Pink Legacy, diamante a taglio rettangolare dal taglio vivido rosa chiaro di 18.96 carati, montato su platino.

La pietra, di una grandezza eccezionale, di un colore vivido, con un aspetto perfetto, insomma, è stato valutato 50 milioni di dollari, quanto gli altri 310 gioielli messi in vendita. Lo ha acquistato Harry Winston.

The Pink Legacy
The Pink Legacy

E dire che di pezzi di grande valore ce n’erano parecchi. Al secondo posto per prezzo realizzato si è piazzata una coppia di diamanti a taglio brillante modificati a goccia blu brillante (8,85 carati) e rosa orangy da 8,79 carati, su platino e oro. Sono stati acquistati per circa 4,5 milioni di dollari. Ha superato di getto le stime la collana con pendente in stile egizio di Van Cleef & Arpels realizzata nel 1924, composta don diamanti a taglio antico e rosa, rubini cabochon e calibré, cabochon e smeraldi calibré, onice, platino e oro. Prezzo di aggiudicazione: circa 4,3 milioni di dollari, rispetto alla valutazione massima di 3 milioni nel pre asta.

Un anello con diamante a taglio rettangolare di 20,50 carati, taglio baguette, su platino e oro ha fatto prezzo a 2 milioni di dollari, mentre un paio di orecchini con zaffiri firmati David Morris è stato battuto a 1,4 milioni.

Anello con diamante a taglio rettangolare di 20,50 carati, taglio baguette,
Anello con diamante a taglio rettangolare di 20,50 carati, taglio baguette,

Una collana con diamanti e smeraldi di Cartier, assieme a bracciali e orecchini ha sfiorato 1,2 milioni di dollari. Ha toccato il tetto massimo della stima anche la tiara di Cartier dalla lunga storia, con diamanti taglio antico, acciaio annerito, platino, datata 1912-1915: venduta per 480.000 dollari.

DI parecchio superiore alla stima il prezzo per la spettacolare spilla di Jar, Bouquet of Violets: 720.000 dollari, mentre la spilla farfalla dello stesso misterioso gioielliere si è fermata al minimo di 390.000. E mediano il risultato degli orecchini, sempre di Jar, a forma di foglie di edera: 520.000 dollari. Federico Graglia




Il diamante Pink Legacy in un anello
Il diamante Pink Legacy in un anello
coppia di diamanti a taglio brillante modificati a goccia blu brillante (8,85 carati) e rosa orangy da 8,79 carati, su platino e oro.
Coppia di diamanti a taglio brillante modificati a goccia blu brillante (8,85 carati) e rosa orangy da 8,79 carati, su platino e oro.
Tiara in acciaio e diamanti firmata da Cartier, e datata 1912-1915
Tiara in acciaio e diamanti firmata da Cartier, e datata 1912-1915
spilla multi-gemma Bouquet of violets è stata creata nel 1993 e comprende tormaline rosa, rubini, zaffiri, diamanti colorati e incolori, granati verdi e tanzaniti
spilla multi-gemma Bouquet of violets è stata creata nel 1993 e comprende tormaline rosa, rubini, zaffiri, diamanti colorati e incolori, granati verdi e tanzaniti
Jar, spilla Butterfly
Jar, spilla Butterfly
Jar, orecchini Ivy Leaves, incastonati con diamanti a taglio singolo in argento e oro
Jar, orecchini Ivy Leaves, incastonati con diamanti a taglio singolo in argento e oro
Sautoir in stile egizio di Van Cleef & Arpels datato 1924
Sautoir in stile egizio di Van Cleef & Arpels datato 1924
Orecchini con zaffiri di 40.29 e 38.60 carati e diamanti bianchi taglio circolare di David Morris
Orecchini con zaffiri di 40.29 e 38.60 carati e diamanti bianchi taglio circolare di David Morris







Chaumet vince con Fred Leighton

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Fred Leighton in bianco e nero all’asta di Sotheby’s: una collana di Chaumet vince l’asta della collezione ♦︎

Fred Leighton, a New York, è un’autorità da oltre 40 anni per chi vuole acquistare o vendere un pezzo raro di epoca georgiana, vittoriana, edoardiana, Art Nouveau, Art Deco, Retro o contemporanea. Ma il fondatore, scomparso nel 2017, non solo si è occupato di scegliere acquirenti e venditori di pezzi eccezionali: egli stesso aveva collezionato pezzi di tutti i tipi. E la collezione personale di Fred Leighton è stata messa all’asta da Sotheby’s a New York. La vendita ha totalizzato 2,8 milioni mercoledì 19 aprile. Non c’erano solo gioielli, ma anche mobili e pezzi di arte decorativa dal XVII al XX secolo, con rappresentati un po’ tutti i generi dai pezzi di epoca vittoriana all’art déco. Il più apprezzato, per esempio, è stato un orologio da tavolo di Cartier in oro, turchese e diamanti (275.000 dollari). E i gioielli? Il pezzo re della giornata è stato una composizione bracciale-collana di Chaumet del 1930, con diamanti vecchio taglio, singolo e baguette, venduta per 112.500 dollari. Buon risultato anche per una collana Marchak del 1950 circa, composta da intrecci di fili d’oro con diamanti baguette e rubini intagliati a motivi floreali, con perle di rubino e diamanti tondi e baguette. È stata battuta per 100.000 dollari.

Da segnalare, però, che non tutti i pezzi hanno trovato un acquirente. Sono rimasti nel martello del battitore, tra l’altro, pezzi come una collana di Cartier del 1945 con un citrino e diamanti, una collana di diamanti Raymond Templier del 1950, una spilla a forma di arco di Cartier del 1910. Federico Graglia





Anello con smeraldo e diamante a pera incastonato
Anello con smeraldo e diamante a pera incastonato

Collana con fili d'oro intrecciati e rubini di Marchak
Collana con fili d’oro intrecciati e rubini di Marchak
Collana-bracciale in oro bianco e diamanti di Chaumet
Collana-bracciale in oro bianco e diamanti di Chaumet
Spilla clip di Cartier in oro bianco e diamanti
Spilla clip di Cartier in oro bianco e diamanti
Collana di diamanti di Raymond Templier
Collana di diamanti di Raymond Templier

Collana-spilla di Cartier in oro, citrino e diamanti
Collana-spilla di Cartier in oro, citrino e diamanti







Baselworld: tenuta o flop?




Baselworld 2018, numero di visitatori invariato. Ecco chi è contento e chi è perplesso tra i gioiellieri ♦︎

Dipende. Il giudizio finale su Baselworld 2018 si può riassumere così: dipende. Perché la Fiera della orologeria e gioielleria di Basilea (22-26 marzo 2018) ha avuto due facce. Una è quella sintetizzata da due numeri: 1300 e 650. Il primo è il numero di espositori, già in calo, del 2017 (erano 1500 nel 2016). Il secondo è il numero di espositori del 2018, meno della metà. Una strage. «Una selezione», preferisce definirla la managing director di Mch, l’azienda che organizza Baselworld. Ma, appunto, dipende dai punti di vista. Di fronte a una diminuzione così drastica poteva andare molto peggio. Il bilancio finale di Baselworld 2018, nelle parole degli organizzatori è, se non entusiasmante, almeno sufficiente. Il numero dei visitatori, per esempio, «è rimasto stabile». Dato che la fiera è durata due giorni in meno questo è da considerarsi un successo. Al momento non si conosce, invece, il numero di buyer presenti. I giornalisti accorsi a Baselworld sono stati 4.400, il 15% in meno dall’Europa, ma il 5% in più dall’Asia. E se molti grandi marchi, come Festina o Dior, quest’anno hanno disertato la fiera di Basilea, Breitling, Rolex, Patek Philippe, Swatch, Chanel e Gucci hanno già annunciato che saranno presenti anche il prossimo anno, dal 21 al 26 marzo 2019.

E gli espositori? I pareri sono diversi. Anche in questo caso, dipende. Tra le opinioni raccolte da gioiellis.com tra i gioiellieri, prevale uno scarso entusiasmo per la nuova formula «concentrata», che per alcuni è «triste» se confrontata all’atmosfera che si respirava fino a un paio di anni fa. Ma, allo stesso tempo, molti hanno confermato che l’attività commerciale non è mancata e, dunque, la presenza a Basilea ha ancora un motivo d’essere. Dai commenti raccolti durante la fiera, possiamo sintetizzare così il mood:

Siamo soddisfatti ugualmente: Fope, Pasquale Bruni, Nanis, Alessio Boschi, Tamara Comolli, Picchiotti, Messika, Mattioli, Rivière

Tutto ok, ma qualche perplessità: Casato, Annamaria Cammilli, Leo Pizzo, Yoko London, Giovanni Ferraris, Djoula, Facet, Crivelli

No comment: Coronet, Sutra, Butani





Baselworld 2018
Baselworld 2018

Tra gli stand di Baselworld
Tra i booth di Baselworld
Visitatori a Baselworld
Visitatori a Baselworld
Ingresso alla messe
Ingresso alla messe

Modella di Jacob & co
Modella di Jacob & co







Va in rosso la vendita del rosa

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Finisce in rosso la vendita del diamante rosa all’asta di Sotheby’s: per le pietre preziose una giornata nera ♦︎

La vendita del rosa è finita in rosso, dopo una giornata piuttosto nera. The Raj Pink, il più grande diamante classificato fancy intense pink, per il suo colore raro, era il pezzo forte dell’asta di mercoledì organizzata da Sotheby’s a Ginevra. Ma non è stato venduto. La pietra, a forma di cuscino, del peso di 37,30 carati, aveva una stima pre-vendita tra 20 e 30 milioni di dollari. Ma David Bennett, presidente mondiale della divisione gioielli di Sotheby’s, che ha condotto l’asta, si è dovuto rassegnare: «It was not sold». I rilanci non sono andati oltre i 14 milioni di franchi svizzeri e il gioiello è stato ritirato. E non è stato l’unico flop. Altri lotti di grande valore sono stati ritirati perché non hanno soddisfatto il prezzo di riserva fissato prima (in segreto) dai loro venditori. Tra i pezzi non assegnati c’è l’anello con diamante blu di Moussaieff: l’ultima offerta è stata di 12,4 milioni di franchi svizzeri. Niente da fare anche per un altro pezzo atteso: una coppia di diamanti gialli appartenuti in precedenza alla famiglia principesca tedesca di Von Donnersmarck. I rilanci hanno raggiunto i 7,8 milioni di franchi svizzeri, ma non nessun nuovo proprietario.

L’asta, però, non è stata un fallimento: sono stati venduti 303 lotti su 349. Complessivamente la vendita ha fruttato 77,9 milioni di franchi. Alla fine il top è stato raggiunto da un anello con diamante rosa chiaro realizzato da Harry Winston nel 1970, descritto come una «pietra assolutamente straordinariamente bella» da Bennett: venduto per 12,6 milioni di franchi svizzeri a un offerente telefonico.

I motivi del flop

Come mai il Raj Pink non è stato venduto? «I pezzi devono essere eccezionali per essere venduti oggi allo stesso livello di due anni fa», ha spiegato all’agenzia Reuters Eric Valdieu, esperto commerciante di gioielli con base a Ginevra. «È una pietra moderna, recente (estratta nel 2015 ndr) e non un 10 su 10 in termini di colore e forma. Non aveva storia». Tobias Kormind, amministratore delegato di 77Diamonds.com, il più grande rivenditore online di diamanti in Europa, si è detto preoccupato per la fascia più alta del mercato delle pietre. Federico Graglia




Il Raj Pink, diamante rosa di oltre 37 carati
Il Raj Pink, diamante rosa di oltre 37 carati
Il Raj Pink
Il Raj Pink
In asta da Sotheby's anche questo anello di diamanti Superb Fancy Vivid Blue, Moussaieff, con peso di 7.41 carati, Interno Flawless
In asta da Sotheby’s anche questo anello di diamanti Superb Fancy Vivid Blue, Moussaieff, con peso di 7.41 carati, Interno Flawless
The Donnersmarck Diamonds, Fancy Intense Yellow di 82,47 e 102,54 carati
The Donnersmarck Diamonds, Fancy Intense Yellow di 82,47 e 102,54 carati

Anello con diamante rosa di Harry Winston. Stima di 6,8-12 milioni di euro
Anello con diamante rosa di Harry Winston