Ponte Vecchio

Elena Braccini, gioielli e così sia

Devozione religiosa, tradizione, un pizzico di Medioevo: sono gli elementi dei gioielli di Elena Braccini ♦︎

Dall’architettura al gioiello: sembra che questa sia una delle strade più frequentate dalle designer. E un nesso c’è: l’architettura si occupa di volumi e di forme, comunica un’estetica, ama anche la funzionalità. Tutti elementi che si ritrovano nelle proposte di Elena Braccini, fiorentina specializzata in Interior Design e con un master in oreficeria alla Sacred Art School di Firenze, oltre a essere stata la ex di un calciatore esuberante come l’argentino Osvaldo. Prendete nota: il corso di studi è un indizio di quello che è il mondo creativo di Elena Braccini.

Come testimoniano le collezioni The Real Madonnas e Deep Soul.

Anello basculante con immagine della Madonna
Anello basculante con immagine della Madonna

Il nome anglofono delle collezioni cela, in realtà, la passione italianissima di gioielli legati alla tradizione, anche quella religiosa che ha le radici nelle arti medioevali. Arte sacra e interpretazioni zoomorfe, simboli: sono questi gli ambiti che frequenta la gioielleria della designer. I gioielli sono realizzati interamente a mano da artigiani fiorentini nelle storiche botteghe di Ponte Vecchio (il ponte che attraversa il fiume Arno). Oro e argento sono caratterizzati da microincisioni, con pietre che diventano micro architetture. Inoltre, le medagliette utilizzate per orecchini, anelli e collane provengono in parte da diversi santuari e chiese. Oltre alle citate collezioni The Real Madonnas e Deep Soul Elena Braccini propone anche fedi e gioielli realizzati su richiesta e personalizzabili.

Collana con pietre colorate e croce
Collana con pietre colorate e croce
Orecchini con Madonnine e croci
Orecchini con Madonnine e croci
Escapulario, collana scapolare della Vergine del Carmine
Escapulario, collana scapolare della Vergine del Carmine
Collana con la Madonna miracolosa di Rue du Bac
Collana con la Madonna miracolosa di Rue du Bac
Bracciale con cinque Madonnine i
Bracciale con cinque Madonnine
Anello in oro rosa
Anello in argento placcato oro rosa
Anelli in argento con immagine della Madonna
Anelli in argento con immagine della Madonna

Il Rinascimento di Temple St. Clair




I gioielli di Temple St. Clair, dalla Virginia a Firenze, passando dal Rinascimento. E alla protezione della fauna in Africa ♦︎

Da Firenze è partita oltre 30 anni fa. E a Firenze è tornata da poco, proprio sul Ponte Vecchio, con il suo primo store italiano. Il marchio di alta gioielleria Temple St. Clair, fondato proprio nel capoluogo toscano nel 1986, è approdato nel centro storico della città grazie a una partnership con la famiglia di gioiellieri fiorentini Vettori. Nata in Virginia (Usa), dopo gli studi in Svizzera, Temple St. Clair ha scoperto negli artigiani fiorentini la capacità che è frutto di una secolare tradizione. Grazie al loro insegnamento, la designer ha fondato la sua azienda nel 1986 a Firenze.

Anello in oro 18 carati con pietra luna cabochon
Anello in oro 18 carati con pietra luna cabochon

Lei ama la città toscana: ha una laurea in studi italiani conseguita allo Smith College e un master in letteratura rinascimentale italiana al Middlebury College. Ma ama anche la natura: per il novembre ha deciso di donare il 20% di tutte le vendite di e-commerce alla Big Life Foundation in Africa: è un’organizzazione senza scopo di lucro che si dedica alla protezione di un vasto territorio di natura selvaggia in Africa orientale impiegando centinaia di ranger Maasai locali nei suoi programmi anti-bracconaggio, tra le altre iniziative di conservazione.

Ma oltre alla capacità di lavorare con l’oro, Temple St. Clair ha una particolare sensibilità nell’uso delle pietre.

Bracciale Sassini in oro 18 carati con tanzanite e rubellite
Bracciale Sassini in oro 18 carati con tanzanite e rubellite

Ama i colori traslucidi, sfuggenti, come quelli della pietra luna utilizzata nella collezione Silk Road. Ma cerca anche gemme rare, come l’opale nero australiano Lightening Ridge, tormalina Paraiba, tsavorite. Nel 2017, Temple St. Clair è stata scelta, assieme a miti come Louis Comfort Tiffany e Alexander Calder, come terzo designer americano di gioielli rappresentati nella collezione permanente del Museo delle arti decorative del Louvre di Parigi. Bisogna aggiungere altro?

Orecchini pendenti in oro 18 carati, pietra luna e diamanti
Orecchini pendenti in oro 18 carati, pietra luna e diamanti
Anello in oro, pietra luna, zaffiri, tsavorite, rubini
Anello in oro, pietra luna, zaffiri, tsavorite, rubini
Orecchini in oro con citrino, peridoto, tormalina, berillo giallo, ametista, iolite, rodolite, diamanti
Orecchini in oro con citrino, peridoto, tormalina, berillo giallo, ametista, iolite, rodolite, diamanti
Anello in oro con granato mandarino
Anello in oro con granato mandarino
Collana di alta gioielleria con acquamarina, morganite, berillo, diamanti
Collana di alta gioielleria con acquamarina, morganite, berillo, diamanti
Anello Athena in forma di gufo, in oro 18 carati, tormalina, pietra luna, diamanti, zaffiri, smeraldi
Anello Athena in forma di gufo, in oro 18 carati, tormalina, pietra luna, diamanti, zaffiri, smeraldi






Meini nel segno di Firenze




Meini Gioielli, la tradizione orafa fiorentina ha sempre il suo fascino ♦︎

La storia è quella di tante altre realtà artigiane della gioielleria: il giovane apprendista che impara i segreti del mestiere, si mette in proprio, apre la sua bottega e trova anche la sua strada stilistica. È così che è nata Meini Gioielli, bottega artigiana fiorentina. Tutto inizia nel 1963, quando all’età di 14 anni Cesare Meini «entra come apprendista nella bottega artigiana Ricci, uno dei maestri orafi più famosi nella Firenze degli anni Sessanta».

Anello in filigrana in oro, diamanti, acquamarina
Anello in filigrana in oro, diamanti, acquamarina

La bottega si trova proprio nel cuore di Firenze, vicino al del Ponte Vecchio. Qui Cesare Meini impara il disegno ornamentale, la modellatura, l’arte del traforo e, soprattutto, dell’incisione a bulino. Nel segno della tradizione orafa fiorentina, accumula esperienza fino al 1971, quando si iscrive all’Albo Artigiani e apre un laboratorio orafo nel centro storico di Firenze. Nel 1977 l’attività è stata trasferita a Rignano sull’Arno, un paese vicino a Firenze, dove ancora oggi l’orafo toscano realizza le sue creazioni, assieme ai figli Leonardo e Lorenzo. I gioielli di Meini restano ancorati allo stile e alla tradizione toscana: oro bianco e giallo, lavorato, traforato, con forme floreali e, qualche volta, pietre preziose di un certo volume.

Anello in oro giallo, diamanti e smeraldo
Anello in oro giallo, diamanti e smeraldo
Orecchini in oro e diamanti
Orecchini in oro e diamanti
bracciale oro diamanti
Bracciale in filigrana con oro 18 carati e diamanti

Bracciale in oro 18 carati e diamanti
Bracciale in oro 18 carati e diamanti

Anello in oro bianco e giallo 18 carati, diamanti e acquamarina
Anello in oro bianco e giallo 18 carati, diamanti e acquamarina

Anello con filigrana in oro e smeraldo
Anello con filigrana in oro e smeraldo







Il triangolo di Maria Gaia Piccini




La designer fiorentina Maria Gaia Piccini dedica le sua produzione di gioielli quasi esclusivamente alla forma del triangolo. E un motivo c’è ♦︎

Il triangolo è una figura geometrica dotata di un’aura mistica. Inoltre, è  un piccolo e semplice strumento musicale. Infine, è anche uno spazio non convenzionale, perché lontano dal concetto di simmetricità. Ma non sono queste le considerazioni che hanno ispirato Maria Gaia Piccini a concepire una serie di gioielli basati quasi sempre sulla figura del triangolo, una forma poco utilizzata in gioielleria.

Ma non solo, ovviamente.

Pendente in oro giallo lucido
Pendente in oro giallo lucido

E dire che la designer ha alle spalle una storia di pura tradizione, come racconta lei stessa. Maria Gaia Piccini è una fiorentina doc. Discende da una famiglia con una lunga tradizione nel campo della gioielleria a Firenze, con diversi negozi sul Ponte Vecchio. Storia che riassumiamo così (sul sito di Maria Gaia Piccini è descritta con maggiori particolari): Alberta Risaliti, madre del padre della designer, Carlo Piccini, era la figlia dell’argentiere Aristodemo Risaliti, titolare di un’azienda produttrice di oggetti in smalto, oro e argento situata in via De’ Bardi, vicino Ponte Vecchio. Tebaldo Piccini, nonno paterno, era figlio di Pirro Piccini, un famoso incassatore che aveva lavorato per la famiglia Settepassi, ed era gioielliere di fiducia di alcune famiglie nobiliari. Il fratello Armando era creatore di gioielli e alcune delle sue opere sono conservate al Museo degli Argenti a Palazzo Pitti, a Firenze. I due fratelli, assieme al padre Pirro, hanno fondato il negozio Fratelli Piccini sul Ponte Vecchio, dove si trova tutt’ora.

Orecchini a triangolo pieno in oro giallo
Orecchini a triangolo pieno in oro giallo

Quando Maria Gaia aveva 19 anni ha incontrato nel negozio del padre Madame Mahin Fallah, nobildonna persiana, collezionista di gioielli. È nata un’amicizia che, a Londra, ha consentito di conoscere Marina Bulgari, già famosa nel mondo della gioielleria. Insomma, nonna, nobildonna persiana e designer della famiglia Bulgari sono state le numi tutelari di Maria Gaia. Sono tre e, quindi, hanno un legame con il concetto di triangolo. Secondo la designer, infatti, il triangolo rappresenta il legame tra passato, presente e futuro e anche il legame con le tre «straordinarie donne» che l’hanno incoraggiata a fondare la sua Maison.   

Pendente rotondo con tsavorite
Pendente rotondo con tsavorite
Anello in oro e smalto rosso
Anello in oro e smalto rosso
Pendente in argento smaltato con corallo della Sardegna
Pendente in argento smaltato con corallo della Sardegna
Pendente triangolo e cerchio in oro giallo e diamanti
Pendente triangolo e cerchio in oro giallo e diamanti
Orecchini triangolari a bottone in oro e diamanti
Orecchini triangolari a bottone in oro e diamanti
Ciondolo in oro a forma di ballerina
Ciondolo in oro a forma di ballerina
Orecchini a cerchio in oro bianco
Orecchini a cerchio in oro bianco






Gli Iris sbocciano su Ponte Vecchio




Ponte Vecchio Gioielli, azienda fiorentina che ha scelto il nome del celebre luogo della città toscana, si è ispirata a un fiore, Iris, per la sua collezione realizzata in oro 18 carati, diamanti e pietre semi preziose come il granato, il citrino, il topazio, l’ametista. Tutte pietre con colori vivaci, così come è notoriamente esuberante il carattere dei toscani. A partire dal fondatore e attuale proprietario della Maison, Ugo Calà.

Anello in oro bianco e topazio sky
Anello in oro bianco e topazio sky

Vale la pena di aprire una parentesi su un mondo che non esiste più: narra la storia dell’azienda che Ugo Calà fosse poco più che bambino quando aiutava il padre nel negozio di barbiere, che si trovava proprio accanto al Ponte Vecchio. Ovviamente la bottega era frequentata dai maestri orafi che lavoravano proprio nei laboratori che si trovano vicino o proprio sul celebre ponte. Ugo decise quindi di diventare apprendista di uno dei più celebri gioiellieri del Ponte Vecchio. Il risultato si chiama, appunto, Ponte Vecchio Gioielli, azienda orafa che lavora anche per conto terzi.

Pendente in oro rosa con diamante, topazio e granato
Pendente in oro rosa con diamante, topazio e granato

La collezione Iris è una delle ultime creazioni ed è realizzata con l’’utilizzo di tagli e colori dégradé delle pietre, che aumentano la profondità volumetrica dei gioielli e ne garantiscono la leggerezza.

Anello in oro giallo con citrini e diamanti
Anello in oro giallo con citrini e diamanti
Anello in oro rosa con topazio, ametista e diamanti
Anello in oro rosa con topazio, ametista e diamanti
Bracciale in oro rosa con topazio blue London e sky
Bracciale in oro rosa con topazio blue London e sky
Collana girocollo in oro giallo, citrini e diamanti
Collana girocollo in oro giallo, citrini e diamanti
Orecchini in oro rosa con ametista e diamanti
Orecchini in oro rosa con ametista e diamanti

Orecchini in oro rosa con topazio e diamanti
Orecchini in oro rosa con topazio e diamanti







Ponte Vecchio, professione Nobile

Da barbiere a gioielliere con Ponte Vecchio Gioielli: non è una differenza da poco. Soprattutto se ideare e produrre gioielli diventa, come è successo a Ugo Calà, una professione di successo. Inizia negli anni Sessanta a Firenze la storia di Ponte Vecchio: un brand che ha preso il nome proprio dal punto di partenza di questa Maison, forse il luogo più famoso della città toscana, dove il padre del futuro gioielliere aveva una bottega di barbiere.

Girocollo della collezione Noble in oro giallo e diamanti
Girocollo della collezione Noble in oro giallo e diamanti

Che era frequentata da clienti esperti orafi con laboratorio vicino alle sponde del fiume Arno. Bisogna aggiungere un altro particolare: erano orafi capaci di lavorare per brand come Tiffany, Fabergé, Cartier, Buccellati. Insomma, fare l’apprendista nella loro bottega era come andare a una università del gioiello. È iniziata così la storia di Ponte Vecchio. Che oggi prosegue con lo stesso credo: gioielli di grande qualità, realizzati anche con raffinate tecniche di produzione, come nel caso della collezione Nobile, a cui si riferiscono le immagini. In questo caso è l’oro, lavorato con la forma tubogas, a essere al centro della collezione.

Bracciali della collezione Nobile
Bracciali della collezione Nobile

Ma altre volte le protagoniste sono le pietre, come diamanti, citrini, ametiste, acquamarine, tormaline verdi e i peridoti. Nel caso della collezione Nobile, inoltre, alla ricchezza dell’oro si unisce la comodità della lavorazione: i gioielli sono elastici, ma anche resistenti, realizzati su un’indeformabile anima in titanio. I diamanti e, qualche volta, pietre colorate, danno un tocco in più ai gioielli. Margherita Donato

Orecchini in oro giallo e diamanti della collezione Nobile
Orecchini in oro giallo e diamanti della collezione Nobile
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Sirio
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Sirio
Bracciale in oro giallo e diamanti della collezione Sirio
Bracciale in oro giallo e diamanti della collezione Sirio
Orecchini in oro giallo e diamanti della collezione Sirio
Orecchini in oro giallo e diamanti della collezione Sirio
Collezione Iris, anello in oro rosa 18 kt con granato, topazio, ametista e diamanti
Collezione Iris, anello in oro rosa 18 kt con granato, topazio, ametista e diamanti
Collezione Iris, orecchini in oro bianco 18 kt con granato, topazio sky e diamanti
Collezione Iris, orecchini in oro bianco 18 kt con granato, topazio sky e diamanti






Las Vegas si gioca il gioiello





Las Vegas capitale del gioielli con il Jck Show e il Couture: c’è anche un pezzo di gioielleria italiana ♦

A Las Vegas è l’ora del Jck Show (5-8 giugno 2017) al Mandalay Bay Resort & Casino. È il principale evento annuale dell’industria dei gioielli di questa parte del mondo e riunisce oltre 30.000 professionisti del settore. Coinvolge aziende di gioielleria, orologi, pietre preziose, attrezzature, forniture, tecnologia, sicurezza e soluzioni di business: oltre 23.000 i rivenditori presenti e circa 9.400 negozi. Il 23% delle presenze arriva da fuori degli Stati Uniti.

Stand al Jck Show
Stand al Jck Show

VicenzaOro a Las Vegas

Tra i protagonisti c’è VicenzaOro, format di Italian Exhibition Group (società fieristica nata dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza), che ha portato nella città del Nevada famosa per i suoi casinò un centinaio di aziende italiane della gioielleria. Il Jck, infatti, è un’opportunità per l’industria della gioielleria e del lusso. Il padiglione italiano è posizionato  al piano nobile della manifestazione (Shoreline 2). Sono presenti brand dell’alta gioielleria e oreficeria conosciuti a livello internazionale tra cui: Biancaspina, Chrisos, Fani Gioielli, Falcinelli, Giorgio Visconti, Hasbani, Karizia, Leo Pizzo, Misis, Novecentonovantanove, Richline e Unoaerre, oltre ad aziende del packaging di settore. Accanto allo spazio espositivo, è previsto un palcoscenico per l’Osservatorio indipendente di forecasting mondiale del gioiello e dei preziosi Trendvision Jewellery + Forecasting e del nuovo Trendbook 2018+. Da questa edizione, inoltre, Trendvision Jewellery + Forecasting organizza i buying trails, workshop destinati ai buyer con l’obiettivo di supportarli e guidarli all’acquisto nei rispettivi distretti di interesse.

VicenzaOro al Jck
VicenzaOro al Jck

Il Couture

Sempre a Las Vegas c’è anche il Couture, ospitato al Wynn Resort, altra destinazione per il mercato di gioielli e orologi di lusso. Qui sono previsti oltre 4.000 buyer top per circa 200 designer e marchi di primo piano, come Bulgari, Bell & Ross, David Yurman, Victor Velyan, Stephen Webster, Sevan Bicakci, o italiani come Qayten, Antonini, Casato, Damiani, Crivelli, Dada Arrigoni, Chantecler, Federica Rettore, Garavelli, Gavello, Gucci, Maria e Luisa, Mariani, Misani, Moraglione, Officina Bernardi, Piero Milano, Picchiotti, Pasquale Bruni, Pomellato, Ponte Vecchio, Repossi, Spallanzani, Superoro, Terra Cielo Mare, Vendorafa. Federico Graglia




Gioielli con smeraldi esposti al Jck Show
Gioielli con smeraldi esposti al Jck Show
Serata al Jck Show
Serata al Jck Show

Las Vegas, Jck Show
Las Vegas, Jck Show







Il Firmamento di Ponte Vecchio

Si chiama Firmamento la nuova stella di Ponte Vecchio, azienda fiorentina che ama utilizzare forme e tecniche in modo creativo. L’idea della nuova linea è quella di tante piccole stelle che ruotano intorno a un astro più grande. Nel pendente che vedete nell’immagine, tante piccole gemme sono disposte intorno a una pietra centrale. Come sottolineano in azienda, però, non è la solita riproposizione di una composizione classica: nel Firmamento di Ponte Vecchio Gioielli non ci sono «brillanti disposti in fila come soldatini ad avvolgere una pietra importante». In questo pendente una miriade di rubini o zaffiri e diamanti forma una nuvola di riflessi. Ecco la novità: le pietre sono racchiuse in griffe mobili, e irradiano riflessi in oro brunito. D’altra parte, Ponte Vecchio è la stessa azienda che ha brevettato gioielli con piccoli diamanti mobili. Sono bucati impercettibilmente con il laser: nel minuscolo foro passa un filo di platino che lascia libero il brillante di piccole oscillazioni, dovute al movimento di chi li indossa. Questi piccoli spostamenti aumentano così il numero di riflessi del brillante. Chi, se non la creatività dei designer italiani, poteva arrivarci? Matilde de Bounvilles 

Anello della collezione Luci
Anello della collezione Luci
In questo pendente-civetta i brillanti sono mobili e offrono maggiori riflessi
In questo pendente-civetta i brillanti sono mobili e offrono maggiori riflessi

 

VicenzaOro, affari di bronzo

Opinioni contrastanti. Un po’ di speranza. E tanta incertezza. Le impressioni che gioiellis.com ha raccolto tra i padiglioni di VicenzaOro Spring hanno però un denominatore comune: poca gente rispetto al solito. Perlomeno le prime due giornate sono state vissute dagli operatori con parecchia delusione. Alla fine il bilancio ufficiale è di 17 mila visitatori, in generale.  In particolare, il Salone della gioielleria e oreficeria ha chiuso con 11mila presenze, di cui il 40% stranieri. Origin passion and Beliefs ha attirato invece 6mila presenze e oltre 700 buyer internazionali. Nessuno, tra quelli contattati da gioiellis.com,  ha voglia di parlare male apertamente della Fiera di Vicenza, «ma aver fatto sapere prima che questa sarà l’ultima edizione dell’appuntamento di maggio non ha certo giovato», spiega un orafo del distretto di Arezzo, arrivato qui come tutti gli anni con le migliori aspettative. Premesso che nessuno ha voluto rilasciare interviste con nome e cognome, la maggior parte delle impressioni che abbiamo raccolto in via confidenziale sono simili: poca gente, pochi buyer. Non mancano le eccezioni: «Oggi va così, ma per domani l’agenda è fitta», spiegano nello stand di Chimento. Ma c’è chi la butta in politica, come la rappresentante di un affermato brand vicentino: «È il frutto del cambio al vertice della Fiera: l’ex presidente ha sempre avuto a cuore l’appuntamento di maggio, che per noi è molto importante», confida. Il riferimento è al nuovo corso spinto dal neo presidente, Matteo Marzotto, che ha voluto affiancare a VicenzaOro Spring l’evento Origin: un’abbinata di bijoux, abbigliamento e accessori sotto le insegne del design. Per quanto abbiamo visto con i nostri occhi l’idea non ha attratto schiere di operatori: il padiglione è rimasto a lungo desolatamente deserto (come si vede dalla fotografia). Bisognerà basarsi sui numeri per trarre un bilancio definitivo: più che affari d’oro sono sembrati affari di bronzo. Certo, le impressioni sono aleatorie. Le voci degli espositori, però, no. Federico Graglia 

Il padiglione che ha ospitato Origin
Il padiglione che ha ospitato Origin
I rarefatti visitatori di Origin
I rarefatti visitatori di Origin
Una delle proposte più interessanti, quella di Ponte Vecchio
Una delle proposte più interessanti, quella di Ponte Vecchio

Matteo-Marzotto

 

La gallery di Vicenzaoro Winter

[wzslider]Le immagini degli stand a Vicenzaoro Winter, che si è conclusa. Discreto numero di visitatori, più speranza che allegria tra gli stand, una buona dose di fantasia nei prodotti, con l’innovazione che serve spesso per tagliare i costi e raggiungere i consumatori italiani, che hanno ridotto gli acquisti di gioielli. E stand di qualità altalenante: guidicate voi.